domenica 5 ottobre 2008

PD: un ologramma sfuocato

L'epilogo del tipico melodramma italiota, intitolato "Alitalia", dimostra ancora una volta quanto l'attuale opposizione parlamentare, guidata da un ologramma chiamato PD, sia del tutto incapace di fare il proprio mestiere sia dentro il Parlamento che soprattutto fuori.

E con un cosiddetto leader, di nome Walter Veltroni, che in preda ad un perenne stato confusionario alterna dichiarazioni al vento contro il governo e atti concreti decisamente a sostegno di quest'ultimo.

In sintesi, una contraddizione umana oltre che politica.

Pd di Letta e di governo
di Marco Travaglio - L'Espresso - 3 Ottobre 2008

Il nuovo motto di chi si dice di sinistra è: "Berlusconi è migliore". E intanto Veltroni riempie di complimenti Gianni Letta

"Sono di sinistra, ma Berlusconi è il migliore". L'ha detto a 'L'espresso' Riccardo Scamarcio, ma è il motto di un'epoca. Questa. Veltroni invece preferisce Gianni Letta, "un uomo che ha il mio stesso senso delle istituzioni". Definizione quantomeno azzardata, se si pensa che questo Cavour redivivo, negli anni Ottanta quando dirigeva 'Il Tempo', fu coinvolto nei fondi neri Iri e nel '93, vicepresidente Fininvest, rischiò l'arresto per presunti maneggi sulla legge Mammì.

Ma il vero mistero è perché mai Uòlter abbia messo il cappello sulla Cai, la cordata alitaliota dei Colaninno Boys. Dopo averne detto tutto il peggio possibile, è andato a 'Porta a Porta' a rivendicare il successo dei 16 Fratelli Bandiera. Rivelando di aver fatto incontrare Colaninno ed Epifani "per favorire un'intesa che impedisse la catastrofe" e "far fare un passo avanti a Cai". Se è vero, non si comprende perché Veltroni non si sia schierato subito con Cai, cioè col governo. Se è falso, non si vede perché il capo dell'opposizione abbia levato le castagne dal fuoco al governo che, incartato nella guerra ai lavoratori Alitalia, era a un passo dalla prima disfatta.

"Senso di responsabilità", spiega Uòlter, ma così dà implicitamente ragione al governo sulla mancanza di alternative alla Cai (che invece di alternative ne aveva, se si fosse messa sul mercato l'Alitalia senza debiti né esuberi, anziché regalarla in esclusiva alla Cai).

In entrambi i casi, prendersi il merito di uno sbocco sempre criticato disorienta vieppiù gli elettori del Pd. Conferma le accuse di Berlusconi alla Cgil, che avrebbe "remato contro" pilotata dal Pd. E delegittima Guglielmo Epifani, mettendo in ombra i vantaggi strappati in extremis dalla Cgil per i lavoratori rispetto al pessimo accordo siglato inizialmente da Cisl e Uil.

Non contento, Veltroni dichiara al 'Corriere' che con questo governo rischiamo una svolta autoritaria, poi però rivela i dettagli dell'imbarazzante mediazione: Colaninno (padre) ed Epifani "si sono seduti qui in casa mia su quei due divani là in fondo e han trovato l'accordo". In gran segreto, fuorché per Letta e per i segretari di Cisl e Uil.

Intanto Colaninno figlio, Matteo, ministro-ombra del Pd, taceva. E Letta nipote, Enrico, metteva alle strette Epifani definendo "l'errore del secolo" il no alla Cai.

È proprio sicuro Veltroni, noto giramondo, che una simile scena potrebbe mai accadere in una democrazia normale? Se l'immagina Obama che convoca nel suo salotto un affarista e un sindacalista per propiziare la svendita di un'azienda di Stato decisa da Bush a spese dei contribuenti?

Certo che no, infatti Uòlter poco sotto dichiara: "Ho un giudizio pessimo di come il governo ha gestito la vicenda Alitalia, compresa la scelta di una cordata non si sa in base a quali principi. che ha scaricato i debiti sui contribuenti".

Già. Ma in quel pessimo governo c'è pure l'ottimo Gianni Letta. E la pessima cordata, a sentire Veltroni, l'ha salvata Veltroni. L'ottimo capo dell'opposizione.