mercoledì 8 aprile 2009

Moldova: tentativo di colpo di Stato mascherato da ennesima Rivoluzione Colorata?

Ieri una folla di almeno 20.000 persone, soprattutto studenti, ha assaltato il parlamento moldavo e la vicina residenza presidenziale mettendo la polizia in fuga. Una giovane donna è morta intossicata dal fumo, secondo quanto dichiarato dalle forze dell'ordine.

Oggi però 193 persone sono state arrestate e la polizia ha ripreso il controllo del Parlamento e della presidenza presi d'assalto dai manifestanti dopo la vittoria con il 50% dei voti del Partito Comunista, già al potere, alle elezioni legislative di domenica scorsa conquistando 61 seggi su 101 all'Assemblea Nazionale.

L'opposizione accusa il governo di brogli elettorali e non molla. Oggi infatti altre manifestazioni sono attese nella capitale Chisinau, dove è previsto l'arrivo di migliaia di dimostranti da altre regioni del Paese.

Tra gli slogan urlati ieri dai manifestanti si segnalavano "La Moldova si è svegliata", "Vogliamo entrare in Europa", "Vogliamo unirci alla Romania".
Ma il presidente Vladimir Voronin ha accusato forze oscure di voler "destabilizzare" la Moldova, mentre uno dei leader del partito comunista, Mark Tkaciuk, ha parlato apertamente di "tentativo di colpo di Stato".

Voronin aveva dichiarato che "Contestare i risultati elettorali è solo un pretesto. Non ci sono ancora i risultati definitivi ufficiali. Per questo ci sembra strano che ci sia tanta fretta da parte di coloro che hanno satenato un tale baccanale". Aggiungendo che non vi è nessuna prova di possibili brogli elettorali e che tutte le valutazioni delle organizzazioni internazionali erano state positive. Ieri infatti l'Osce aveva definito il voto in Moldova conforme alle norme internazionali, anche se aveva auspicato miglioramenti per evitare interferenze aministrative nel processo elettorale.

Ma il sindaco della capitale moldava Dorin Chirtoaca, vice leader del Partito Liberale di opposizione che alle elezioni ha ottenuto solo un 12%, ripeteva che "Non ci fermeremo fino a quando non verra' fissata una data per nuove elezioni. Abbiamo chiesto alle organizzazioni internazionali di dichiarare nulli i risultati delle elezioni. Sosteniamo le proteste nel centro di Chisinau. Sono giustificate. Chi vi partecipa chiede che venga fatta giustizia''.

Ieri sera comunque era giunto l'annuncio di un accordo tra governo e opposizione per un nuovo scrutinio delle schede elettorali. Accordo tuttavia smentito poco dopo dall'opposizione e dalla commissione elettorale, secondo cui per ora non vi è alcuna decisione ufficiale su un eventuale nuovo scrutinio.
Il leader del Partito Liberaldemocratico Vlad Filat aveva inoltre detto che la manifestazione contro il governo proseguirà fino a quando non verrà data una risposta dalle autorità sul riconteggio dei voti.

I colloqui fra governo e opposizione si erano infatti interrotti dopo che il presidente Voronin, leader del Partito Comunista, si era rifiutato di dimettersi e di ripetere il voto.

Resta comunque il fatto che i risultati ufficiali non sono stati ancora diffusi e che tutti gli osservatori internazionali hanno giudicato positivamente il conteggio dei voti, nonostante alcune mancanze procedurali.

E i precedenti costituiti dalle cosiddette Rivoluzioni Colorate di Georgia e Ucraina lasciano aperti molti interrogativi e dubbi su quanto sta ora accadendo in Moldova.



Moldova, tra rivolta e comunisti
di Ecaterina Deleu* - Peacereporter - 7 Aprile 2009

Il verdetto delle urne.
La Moldova è rimasta frastornata dopo la vittoria schiacciante dei comunisti guidati da Vladimir Nikolaevich Voronin. Nel pomeriggio di lunedi migliaia di persone, sopratutto giovani, sono usciti in piazza per esprimere la rabbia e lo scontento scaturiti dai risultati elettorali del 5 aprile. Nel corso di una grande fiaccolata, i manifestanti hanno dichiarato il 6 aprile giorno di lutto nazionale.

Mercoledi 8 aprile, la Comissione Elettorale Centrale (CEC) della Moldova renderà pubblici i dati definitivi delle elezioni parlamentari del 5 aprile. Dopo lo scrutinio del 97,62 percento dei voti, la Comissione ha dichiarato che il Partito comunista ha ottenuto il 49,95 percento dei suffragi e avrà nel prossimo Parlamento moldavo una maggioranza confortevole, 61 deputati, esattamente il numero necessario per eleggere il Capo dello Stato. Lunedì non erano ancora stati verificati i dati di 14 sezioni sul territorio nazionale oltre alle 33 sezioni allestite all'estero. Alle elezioni si sono presentati solo 1.527.036 moldavi degli oltre 2.500.000 aventi diritto.

L'opposizione. Il Partito Liberale ha raccolto 12,75 percento, il Partito Liberal-Democratico il 12,26 e Alleanza "Moldova Noastră" il 9,82 per cento. Gli altri partiti non hanno superato la soglia di sbarramento del 6 percento, stabilita nella nuova legge elettorale. Il presidente della CEC, Eugeniu Știrbu, ha dichiarato in una conferenza stampa che non sono state registrate contestazioni che possano influenzare l'esito del voto. "Nel periodo della campagna elettorale sono state presentate 196 contestazioni, la maggior parte delle quali denunciavano il modo di gestire la campagna elettorale da parte di mass-media", ha dichiarato il presidente della CEC.

I partiti dell'opposizione hanno dichiarato che i risultati delle elezioni sono stati caratterizzati da brogli e che organizeranno delle proteste fino a quando non verrà fatta giustizia. La popolazione di Chisinău si è espressa, prevalentemente, a favore dei comunisti. Secondo i dati della CEC, dei 366.935 voti della capitale, 155 366 sono stati attribuiti ai comunisti.

Elezioni democratiche. Gli osservatori internazionali hanno dichiarato lunedì, in una conferenza stampa, che le elezioni si sono svolte in un'atmosfera pacifica, democratica e pluralista. Il capo della delegazione del Parlamento Europeo, Marianne Mikko, ha espresso rammarico che non sia stata garantita la possibilità di votare a tutti i cittadini moldavi all'estero. Il Commissario europeo per gli Affari Esteri e Politica comunitaria, Benita Ferrero-Waldner, ha auspicato l'evoluzione ulteriore delle relazioni Moldova - Unione Europea.

Incidenti in Transnistria. Nel giorno delle elezioni, cosi come nel periodo della campagna elettorale, in Transnistria si sono verificati diversi incidenti. I cittadini moldavi hanno dovuto attraversare a piedi i posti di blocco tenuti dalle milizie transnistriane per arrivare alle sezioni di voto piu vicine ed esprimere il loro voto. Nonostante le enormi difficoltà, 4 mila persone della regione hanno votato. Domenica scorsa, nella sezione di voto nr.5/15, allestita nel liceo "Mihai Eminescu" di Corjova, circa 300 persone hanno bloccato l'ingresso del seggio elettorale. Poi sono entrate dentro e hanno sequestrato le urne di voto. Per tutto ill giorno l'accesso alla sezione di voto è stato impedito. La Procuratura Generale della Moldova ha aperto un fascicolo per indagare sulle responsabilità.

*Giornalista del quotidiano moldavo 'Flux'


Chisinau, nel cuore della protesta

di Ecaterina Deleu - Peacereporter - 7 Aprile 2009

Migliaia di persone, tra cui numerosi giovani e giovanissimi, sono scesi in piazza. Alle elezioni parlamentari hanno stravinto i comunisti, e a molti non va giù, sono convinti che ci siano stati dei brogli. La protesta è iniziata lunedì sera, con una fiaccolata, alla quale hanno partecipato circa 4 mila persone. Martedì mattina, piu di 5-6 mila persone erano in strada. Durante il meeting, davanti al Palazzo del Governo, nella piazza principale della città, i leader dei partiti d'opposizione hanno firmato un documento con cui dichiarano invalide le elezioni e inaccettabile il risultato. Chiedono nuove elezioni e hanno avvertito il governo che fino a quando non saranno indetti dei nuovi turni elettorali, le proteste non avranno fine.

Dalle proteste al vandalismo. Alla fine del meeting, i manifestanti hanno lasciato il palazzo del Governo per dirigersi verso il Parlamento. Dopo essersi scontrati con la polizia, hanno fatto irruzione nel Parlamento: il primo piano è stato messo a ferro e fuoco, mentre davanti al palazzo è stato acceso un rogo con i mobili portati fuori dal Parlamento. Da uno dei piani superiori è stata lanciata una fiaccola fumogena e dei petardi. Subito dopo, la folla inferocita ha attraversato la strada principale, Ștefan cel Mare, e si è portata davanti alla Residenza del Presidente Voronin.

Dopo una breve resistenza della polizia in tenuta anti sommossa, che ha fatto ricorso ai getti d'acqua, i giovani hanno forzato il cordone di sicurezza e sono entrati nell'edificio: interi piani sono stati devastati, le finestre sfondate. Mobili e computer sono stati portati fuori e dati alle fiamme. Si parla di almeno due morti. I medici riportano la notizia di un centinaio di feriti, tra loro molti poliziotti. Tutt'ora la notizia di due persone morte, tra cui una bambina, non è stata confermata dalle autorità. Il capo del servizio stampa del ministero degli Interni, Ala Meleca, ha dichiarato che le forze dell'ordine hanno la situazione sotto controllo. Per due ore, durante il picco della protesta, è stata interrotta la linea dei telefoni cellulari e della rete web.

Javier Solana, l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea per la Politica Estera e Sicurezza Comune ha affermato martedì, in una sua dichiarazione speciale sulla situazione della Moldova di non approvare le dimostrazioni violente che si stanno registrando a Chișinău. "Sono molto preoccupato per la situazione di Chișinău dopo le elezioni parlamentari del 5 aprile. Invito tutte le parti a rinunciare alla violenza e alle provocazioni. La devastazione degli edifici governativi è inaccettabile. (...) Tuttavia, è molto importante il diritto inalienabile dei cittadini a riunirsi pacificamente", ha dichiarato Javier Solana.

Riunione straordinaria. Nel pomeriggio, si è riunita la Comissione del Governo per le situazioni eccezionali, alla quale hanno partecipato il Capo dello Stato, Vladimir Voronin, il Presidente del Parlamento, Marian Lupu, e il premier Zinaida Greciannîi. In tarda serata il Presidente deve presentare un suo messaggio alla nazione. Le sue prerogative presidenziali si sono esaurite oggi, 7 aprile. In conformità con la Costituzione moldava, non può piu candidarsi per un terzo mandato. Intanto, i risultati elettorali sono stati salutati con favore da Mosca: secondo una dichiarazione del Dipartimento del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, quelli del 5 aprile sono dei risultati positivi tanto per il popolo moldavo, quanto per quello russo.