Anche il ministro della Difesa La Russa, incontrando il giorno prima la presidente della Camera dei Rappresentanti USA Nancy Pelosi, aveva detto "Non abbiamo escluso la possibilità di chiedere al Parlamento, ove fosse necessario, nel periodo delle elezioni un eventuale temporaneo incremento per quella specifica finalità".
Ma, bonta' sua, La Russa ha anche aggiunto "Non è detto che il problema sia un aumento degli uomini. Dobbiamo interrogarci su quale sia la migliore soluzione. Non è detto che passi attraverso un maggior dispiegamento di uomini piuttosto che per un diverso modo di approcciare la situazione".
Dai Ignazio che pian piano anche tu riesci a capire che la guerra con i talebani, dal punto di vista strettamente militare, e' gia' persa da tempo.
Nel frattempo i talebani hanno ottenuto nel Nord del Pakistan cio' che volevano: l'imposizione della Sharia, in cambio della deposizione delle armi, all'interno di un territorio di quasi 38 mila chilometri quadrati con oltre tre milioni di abitanti.
Quindi oltre che militarmente, i talebani stanno vincendo anche politicamente.
Afghanistan, l'ambasciata italiana invita le ONG a lasciare il Paese
da Peacereporter - 18 Febbraio 2009
L'ambasciata italiana a Kabul ha invitato le Ong impegnate su territorio afgano a lasciare il Paese, a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza.
Le Ong italiane, però, hanno affermato di essere intenzionate a rimanere in Afghanistan, e hanno inoltre chiesto al governo un chiarimento sul decreto di proroga delle missioni all'estero, attualmente in discussione al Senato.
Il generale Fabio Mini ha definito tale deterioramento delle condizioni di sicurezza "il risultato di un approccio politico-militare impostato sullo scontro di tutti contro tutti, sulla guerra infinita e quindi sulla non-vittoria".
Nino Sergi, segretario generale dell'organizzazione umanitaria Intersos, spiega: "Nove decimi delle risorse sono state impiegate per l'azione militare, peraltro senza risultati tangibili, mentre solo un decimo per l'azione di ricostruzione e di sviluppo. Eppure ci si ostina a dire, in modo sfacciato, che i militari sono in Afghanistan 'per ricostruire'. E' invece a tutti evidente che se non si cambia la strategia finora adottata, non saranno solo i talebani a cacciare gli stranieri, ma tutto il popolo afgano".
Oggi, a Herat, provincia dell'Afganistan occidentale, è arrivato a sorpresa il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini.
Raid USA, almeno 16 morti civili
da Peacereporter - 18 Febbraio 2009
Almeno sedici persone, tra cui otto donne e due bambini, sono morti in un raid aereo delle forze internazionali nell'ovest dell'Afghanistan. Lo ha riferito la polizia afghana. I cadaveri di sei donne e due bambini sono stati ritrovati poco dopo un bombardamento aereo, lunedì sera, vicino Herat.
Secondo le forze della coalizione internazionale sotto il comando Usa, il raid aveva come obiettivo un capo dei ribelli, Gholam Yahya Akbari. ''Circa 15 ribelli potrebbero essere stati uccisi nel bombardamento'', ha fatto sapere la coalizione in un comunicato, senza fare accenno alle vittime civili.
Ieri, in serata, il presidente statunitense Barack Obama ha approvato l'aumento del contingente Usa in Afghanistan di 17mila uomini. Il presidente Ahmid Karzai ha commentato positivamente l'invio di nuove truppe nel Paese, auspicandone il dispiego lungo il rovente confine con il Pakistan.
da Peacereporter - 17 Febbraio 2009
Ci sono sempre più civili tra le vittime della guerra in Afghanistan. Lo annunciano le Nazioni Unite in un rapporto pubblicato martedì 17 febbraio, secondo cui i civili uccisi nel 2008 sono stati 2118, il 40 percento in più dell'anno precedente.
Il rapporto precisa che il 55 percento delle vittime civili è stato ucciso dai cosiddetti insorgenti, ma altre 829 morti, il 39 percento, sono state causate dai militari e dai bombardamenti della Nato. Negli ultimi giorni il contingente Usa nelle province attorno a Kabul è stato aumentato di tremila unità, e altre 30mila ne dovrebbero arrivare entro la fine dell'anno.
Il Pentagono sta anche cercando di aumentare il numero dei militari afgani che partecipano alle operazioni Usa, un provvedimento che potrebbe paradossalmente aumentare il numero delle vittime civili. Nelle scorse settimane, il contingente Nato in Afghanistan ha accordato risarcimenti economici per le famiglie dei civili uccisi accidentalmente in battaglia, ma Ong locali affermano che sono ancora molte quelle che non hanno ricevuto nulla.
Afghanistan: "mai così tanti morti fra i civili"
di Francesca Ghirardelli - Il Corriere della Sera - 18 Febbraio 2009
Sorpresi nel posto sbagliato al momento sbagliato dagli attentati suicidi. Colpiti per errore nei bombardamenti delle forze internazionali o intrappolati dal fuoco incrociato di talebani ed esercito: mai come nel 2oo8 l`Afghanistan ha registrato un numero tanto elevato di vittime civili. In totale 2.118 morti, secondo il rapporto diffuso ieri dalla Missione di Assistenza delle Nazioni Unite a Kabul (Unama).
Rispetto al 2007, quando le vittime erano state 1.523, si è registrato un aumento dei 40%. Il più alto dall`arrivo delle truppe americane nel Paese a fine 2001. Le Nazioni Unite hanno espresso «forte inquietudine» di fronte alle cifre. Sgomento anche dalle autorità afghane e dal presidente Hamid Karzai. «Le vittime civili non sono più tollerabili», ha detto il suo portavoce, Homayun Hamidzada. Per le autorità locali, più truppe dispiegate sul territorio, più rischi di incidenti fra la popolazione.
La riflessione arriva proprio mentre negli Stati Uniti il presidente Obama starebbe per annunciare un dispiegamento di oltre 12.000 soldati in più nel Paese. E in Italia, dopo l`incontro di ieri con la presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa non ha escluso un aumento anche delle truppe italiane in occasione delle elezioni presidenziali di agosto.
Secondo la mappa del terrore disegnata dalle cifre dell` Unama, in Afghanistan si muore più nelle regioni del sud, dove ha perduto la vita il 41% delle vittime civili, mentre si rischia di meno nelle regioni dell`ovest (9%o delle vittime). Alle responsabilità dei militanti talebani è da imputare più della metà dei decessi (il 55%): i loro attacchi suicidi e le bombe hanno ucciso i.i6o civili. Sarebbero, invece, da collegare ad azioni dell`esercito regolare e alle forze internazionali il39%o delle morti, in numeri assoluti 828 vittime, un terzo di più rispetto al livello del 2007. In questi casi, la morte è arrivata due volte su tre dal cielo, dagli attacchi aerei.
Sul nervo scoperto delle responsabilità di esercito e forze internazionali nelle morti civi- li, numeri molto diversi sono stati diffusi dall`Isaf (International Security, Assistance Force) sotto comando Nato: «Il bilancio di cui disponiamo è di 237 civili uccisi nel 2008 a causa di azioni dell`Isaf e della coalizione» ha detto all`Afp il comandante Martin O`Donnel. Lo scarto fra cifre dipenderebbe da «differenze di metodo» nel conteggio delle vittime, soprattutto quando, come accusano le forze internazionali, i talebani utilizzano la popolazione come scudi umani. «Nessuno può dubitare della nostra determinazione» a ridurre «al minimo» il numero delle morti civili, ha detto il portavoce Nato James Appathurai, commentando il rapporto Onu. Poche o tante che siano, le vittime civili sono sempre troppe.
Afghanistan, bombe USA uccidono capo talebano nell'Ovest
da Peacereporter - 16 Febbraio 2009
Il comandante talebano della provincia nord-occidentale di Badghis, Mullah Dastagir, il suo braccio destro, Mullah Baz Mohammad, e una decina di altri guerriglieri sono stati uccisi la notte scorsa in un bombardamento aereo condotto dall'aviazione Usa.
Le bombe sono cadute sul villaggio di Darya-ye-Murghab, vicino al confine con il Turkmenistan e non lontano dall'avamposto militare italiano di Bala-Murghab. I caccia-bombardieri Usa hanno colpito dopo che le truppe a terra avevano segnalato la posizione dell'obiettivo.
Poche decine di chilometri a est di un altro avamposto italiano, quello meridionale di Delaram, altri otto presunti talebani sono stati uccisi in un combattimento tra guerriglieri e forze Nato e afgane. Lo scontro è avvenuto ieri sera nel distretto di Nad-Ali, nella parte occidentale della provincia di Helmand.
Stamane i comandi australiani hanno reso noto che in un altro scontro, avvenuto giovedì nella provincia di Uruzgan, sono rimasti uccisi cinque bambini.
Pakistan, la vittoria dei talebani
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 17 Febbraio 2009
I talebani pachistani del Movimento per l'applicazione della legge di Maometto (Tehreek e-Nafaz e-Shariat e-Mohammadi, Tnsm), guidati da Maulauna Fazlullah, dopo aver resistito per sedici mesi alle ripetute offensive dell'esercito di Islamabad, hanno accettato di deporre le armi dopo aver ottenuto dal governo quello che volevano: l'imposizione della Sharia in tutto il nord del Pakistan.
Una Svizzera talebana. La legge coranica non entra in vigore nella sola Valle di Swat, come scritto da molti giornali, ma in una area assai più vasta, di estensione poco inferiore alla Svizzera. L'accordo prevede infatti che il Nizam Adal (il codice di leggi islamiche) sarà legge in tutta la provincia di Malakand, comprendente i comuni di Swat, Shangla, Chitral, Dir, Buner, Malakand, e anche nel distretto di Kohistan. Parliamo di un territorio di quasi 38 mila chilometri quadrati con oltre tre milioni di abitanti.
I firmatari dell'accordo. Il trattato è stato firmato, a nome del governo, da Amir Haider Khan Hoti: governatore della regione del Nwfp (Nort-West Frontier Province) e alto esponente del partito laico dei pashtun Anp (Awami National Party), al governo locale dalle elezioni del marzo 2008 che avevano sancito la clamorosa sconfitta del partito filo-talebano Mma (Muttahida Majlis-e-Amal). Per i talebani di Maulana Fazlullah ha firmato suo suocero Sufi Mohammed, fondatore del movimento, scarcerato dai servizi segreti pachistani nel novembre 2007 (appena iniziata la guerra tra esercito e talebani) per mediare con loro.
La gente festeggia la fine della guerra. La gente di Swat è scesa per le strade per festeggiare l'accordo, non tanto perché entusiasti della sharia (che a quanto pare dovrebbe comunque essere più blanda - soprattutto in tema di diritti femminili - rispetto alla versione in vigore nell'Afghanistan del Mullah Omar). Quanto perché questo sembra essere l'unico modo per porre fine a una guerra civile che ha provocato migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati.
Hrcp: "Accordo incostituzionale". "Condanniamo questo accordo - ha dichiarato Iqbal Haider, presidente della Commissione pachistana per i diritti umani (Hrcp) - perché è illegale, incostituzionale, discriminatorio e pericoloso, in quanto rafforza e promuove il fanatismo islamico nel nostro Paese. La Costituzione pachistana non consente sistemi legali paralleli. E tutto questo non servirà nemmeno a garantire la pace perché i talebani non sono affidabili".
Washington: "Sviluppo negativo". La clamorosa vittoria politico-militare dei talebani pachistani preoccupa invece Washington, che voleva vederli invece sconfitti dall'esercito di Islamabad. Obama non ha commentato, ma il Pentagono ha parlato di "sviluppo negativo".
Alla fine dell'800, le truppe coloniali britanniche combatterono per cinquant'anni in queste stesse vallate contro i guerrieri islamici pashtun, senza mai riuscire a sconfiggerli. Alla fine ci rinunciarono.