E tra 3 settimane si voterà il referendum sul nucleare, sempre che il Parlamento nei prossimi giorni non lo cancelli.
Rinfreschiamoci quindi un po' la memoria, per quanto possibile...
Dopo Fukushima, Tokyo sceglie le rinnovabili
di Mario Agostinelli - Il Fatto Quotidiano - 20 Maggio 2011
Sono passati più di due mesi dal terremoto che l’11 marzo scorso ha devastato il Giappone e dato il via a quello che diventerà il più grave incidente nucleare della storia. I mezzi d’informazione da tempo hanno smesso di interessarsi di Fukushima, ma le notizie che giungono dal Giappone sono sempre più inquietanti.
Nei giorni scorsi per la prima volta, tecnici della Tepco sono entrati nell’edificio del reattore numero 1 ed hanno fatto una nuova amara scoperta: non solo il combustibile all’interno del nocciolo è fuso, ma da qualche parte il contenitore che lo contiene, il vessel in acciaio, deve avere delle perdite perché nonostante siano stati sinora iniettati più di 100 mila tonnellate di acqua, il livello è ancora basso e mancherebbe all’appello metà di questa quantità che si suppone si trovi nei sotterranei, luoghi dove non è possibile scendere per i livelli di radioattività eccessivi.
La Tepco contava di mettere in sicurezza l’impianto entro fine anno, per poi decidere come procedere, smantellando tutto o costruendo un sarcofago stile Chernobyl. Ma difficilmente la data sarà rispettata perché ora la priorità è di scoprire la falla da cui continua a uscire acqua dal cuore del reattore.
Questa scoperta conferma quanto in verità si sospettava fin dall’inizio, che il cuore del reattore non è più integro e l’acqua che viene a contatto con la parte più radioattiva di tutto l’impianto fuoriesce all’esterno.
Sinora si era sostenuto che il terremoto non aveva fatto danni e che era stato lo tsunami a causare l’incidente, ma ora occorrerà ammettere il contrario, ovvero che – perlomeno il reattore 1 – è stato colpito nel proprio cuore dal terremoto e che quindi la sua progettazione non si è rivelata adeguata.
Tutti gli ingegneri nucleari lavorano da cinquant’anni al solo scopo di evitare che anche in caso di incidente, nulla fuoriesca dalla serie di scafandri entro cui si confina il nucleo in cui avviene la fissione nucleare.
A Fukushima hanno fallito e vale ben poco il fatto che ora con sufficienza si ostinino a dichiarare che i nuovi reattori sono più sicuri perché è stato aggiunto un nuovo muro di cemento armato spesso più di un metro.
Nei cinquant’anni di vita delle centrali elettronucleari si sono verificati già troppi incidenti, smentendo tutti i loro calcoli di probabilità che davano e danno sempre per infinitamente improbabile che qualcosa vada male.
Il Giappone ha avuto fiducia nelle loro promesse e ora tutti possono vedere in che situazione si trova. Nei giorni scorsi sono stati spenti i reattori 4 e 5 della centrale di Hamaoka, impianto che il primo ministro Naoto Kan aveva espressamente chiesto di chiudere visti le previsioni di un possibile nuovo terremoto nella regione. Gli altri tre reattori erano già fermi, due per essere smantellati, uno per manutenzione.
Con queste due fermate, due terzi dei 54 reattori giapponesi sono ora fuori linea, entro fine mese saranno in totale 35 i reattori spenti. Nei prossimi cinque mesi altri 5 reattori dovranno fermarsi per manutenzione facendo rimanere al paese solo 14 reattori attivi.
Il terremoto ha dimostrato la fragilità della scelta energetica del Paese ed è per questo che il primo ministro Kan ha annunciato un cambiamento radicale di strategia, ripromettendosi di guidare il paese che nel mondo primeggerà nelle rinnovabili, mentre nel raggio di venti chilometri attorno a Fukushima il governo ha deciso di far uccidere tutti i capi di bestiame e di togliere la parte superficiale del terreno dai cortili di scuole e asili. Questa è la faccia concreta del rischio nucleare.
I tecnici nucleari si giustificano affermando che ogni nostro gesto, come il guidare un’automobile, comporta un rischio, ma è una giustificazione puerile: giustificare in questo modo così superficiale il rischio di una Fukushima indica l’assenza di validi motivi per giustificare la scelta di ricorrere al nucleare per produrre energia elettrica.
Sindrome cinese a Fukushima
di Debora Billi - http://crisis.blogosfere.it - 19 Maggio 2011
Se lo chiede un articolo del Time. La sindrome cinese è uno scenario da incubo, in cui il nucleo fuso di una centrale nucleare passa attraverso il basamento della centrale stessa, penetra nella superficie terrestre e poi "via via attraversa la Terra fino in Cina".
Naturalmente non è proprio così, ma la fusione di un nucleo nel suolo è una evento drammatico, "materia da film. E potrebbe essere appena successo a Fukushima". Così il Time.
Gli ingegneri della Tepco la scorsa settimana hanno fatto una scoperta allarmante: virtualmente tutto il nucleo è fuso. Questo significa che i tubi di zirconio che contengono l'uranio, e l'uranio stesso, giacciono in un cumulo indistinto - sul fondo del vessel, nel pavimento sottostante o persino al di fuori dell'edificio di contenimento.Malgrado abbiano pompato migliaia di tonnellate d'acqua, nel reattore non ce n'è ancora a sufficienza: questo significa che l'acqua se ne sta scivolando via da qualche parte, probabilmente seguendo le barre fuse.
Comunque si tratta sempre di ipotesi. Nessuno può neppure avvicinarsi, ci si basa solo su misurazioni a distanza.
Fukushima è una minaccia apocalittica. Azione globale, ora!
di Harvey Wasserman* - www.commondreams.org - 20 Maggio 2011
Traduzione di ZabrinskyPoint.org
Fukushima potrebbe essere in una spirale senza fine. Non affidatevi al sonno dei media ufficiali che assicurano il contrario o che non ne parlano affatto. Radiazioni letali continuano a fuoriuscire senza freni. I livelli delle emissioni potrebbero gravemente aumentare. Non se ne vede la fine.
La loro portata è di gran lunga peggiore di Chernobyl. Arginare il disastro potrebbe essere al di sopra delle possibilità della Tokyo Electric o del governo giapponese. Non vi è ragione per correre ulteriori rischi. Con tutti i mezzi necessari, è tempo che i migliori scienziati e ingegneri del mondo intervengano. Persino così facendo, i risultati sarebbero ignoti.
Per un breve ma terrificante resoconto, vedere l’intervista al Dott. Chris Busby su RT/TV.Le Unità Uno, Due e Tre di Fukushima si trovano tutte in vari stadi di melt down.
La fusione all’Unità Uno potrebbe essere avvenuta nel contenitore di pressione del reattore, con l’acqua di raffreddamento fuoriuscita dal fondo.
Una crescente quantità di liquido radioattivo sta ammorbidendo il terreno e riversandosi nell’oceano.
Non vi è modo di prevedere dove andrà a finire questa enorme quantità di gas di fusione.
Specialmente nel caso di ricadute, potrebbero verificarsi esplosioni di vapori e idrogeno residui dei contenimenti.
Il plutonio in eccesso nel MOX all’Unità Tre è un ulteriore inconveniente.
C’è stato almeno un incendio in una vasca di contenimento.
Sul posto si sono verificate almeno due esplosioni di idrogeno. Alcuni ritengono che ci possa essere stata un’esplosione di fissione.
Ciò ha indebolito le strutture e i sistemi di sicurezza del reattore.
Questi eventi e il cedimento del terreno potrebbero spiegare perché l’Unità 4 è parzialmente sprofondata e si sta inclinando, probabilmente sull’orlo di un crollo. Anche un evento di dimensioni ridotte potrebbe significare la catastrofe.
Sono probabili altre esplosioni. Le fuoriuscite sono praticamente certe.
L’aumento dei livelli di radiazioni da ognuno dei reattori obbligherebbe tutti i tecnici ad evacuare, lasciando l’intera centrale al suo destino.
Il New York Times ha riportato che i gravi malfunzionamenti delle valvole di sicurezza che hanno contribuito al disastro di Fukushima sono possibili anche in numerosi reattori negli Stati Uniti.
Quantità di residui radioattivi sono state rilevate a centinaia di chilometri dalla centrale. I livelli delle radiazioni sono aumentati a Tokyo, a circa 250 chilometri da Fukushima. Il fallout radioattivo è stato rilevato in Nord America e in tutta Europa.
Lo sversamento radioattivo in mare ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo.
Ma c’è dell’altro, e non è positivo.
Il Giappone e la Germania hanno avuto il buon senso di abbandonare la costruzione di nuove centrali, e di chiuderne alcune già esistenti
E qui è iniziato il blackout mediatico. “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” sembra essere la strategia di un’industria bisognosa di finanziamenti statali per il mantenimento di una flotta sgangherata di vecchi reattori decadenti.
L’amministrazione Obama ha sospeso il monitoraggio delle radiazioni sulla fauna marina del Pacifico. Quindi non fornisce più dati radiologici e sanitari affidabili sul fallout che raggiunge gli Stati Uniti.
Eppure potremmo trovarci in un pericolo senza precedenti.
Un movimento nazionale si sta mobilitando contro le scorie nucleari e per la conversione alle energie alternative.
Adesso dobbiamo portare TUTTI i governi del mondo a rompere gli indugi affinché ci si concentri su come rimettere Fukushima sotto controllo.
Dopo due mesi di strenui tentativi, quattro reattori e almeno altrettante vasche di contenimento restano a rischio.
Bloccare le emissioni di Fukushima prima che ci irradino tutti è indispensabile alla nostra sopravvivenza.
La comunità internazionale ha unito le forze quando si è dovuto riunchiudere Chernobyl in un sarcofago.
Ora su Fukushima è necessario un impegno ancora maggiore.
Di qualunque risorsa tecnica, scientifica e materiale disponiamo, bisogna che vada laggiù.
ORA!!!
*Harvey Wasserman, consulente di Greenpeace USA e del Nuclear Information & Resource Service; scrive regolarmente per www.freepress.org.
Fukushima e il grande silenzio
Settimane intere di prime pagine, TG, approfondimenti in seconda serata, aggiornamenti su aggiornamenti, dibattiti, contraddittori, ipotesi, smentite, poi ancora ipotesi e ancora smentite.
Il tutto ad onor del vero costruito in maniera molto raffazzonata, con le immagini dei reattori che esplodevano ma l’esperto di turno che rassicurava trattarsi di esplosioni “controllate” per impedire disastri più gravi. Con i noccioli prossimi alla fusione, macchè già fusi, ma no fusi solo parzialmente.
Con le quantità di radioattività disperse nell’aria e nell’oceano espresse in valori assoluti (di cui nessun cittadino normale potrebbe comprendere la valenza) o con l’ausilio di parametri perfino troppo semplici.
Cento volte, mille, un milione di volte il valore normale di radioattività, con il cittadino a domandarsi ma qual è il valore che fa male? E quanto male fa? E la Tepco, titolare degli impianti che fornisce dati catastrofici, e il governo giapponese che li smentisce e la Tepco (costretta?) ad annunciare che i calcoli erano sbagliati......
Una sciagura seconda solo a quella di Chernobyl, o uguale a quella di Chernobyl, o di gran lunga superiore. Una sciagura che potrebbe pregiudicare il futuro della scelta nucleare a livello mondiale. O pregiudicare la salute a livello mondiale.
Una sciagura di fronte alla quale la Germania decide di chiudere con l’atomo, mentre la UE di ripensare le proprie scelte in materia e solo l'Italia continua a far finta di nulla.
Nulla di nulla, neanche ad andare a cercare nei trafiletti sui giornali, neppure provando ad accendere la TV alle 2 di notte quando è uso diffondere le notizie “scomode”.
Un lungo silenzio, un paio d’anni di controlli pilotati sulle centrali esistenti, politiche mirate a raggiungere standard di sicurezza tali che più sicuri non si può.
E poi tutto come prima e più di prima, perché adesso, grazie all’insegnamento di Fukushima, le centrali sono super sicure e perfino più belle.