Qui di seguito alcuni articoli al riguardo e anche un link con il testo integrale del discorso.
L'ex presidente da poco deceduto beniamino dei cospirazionisti del mondo web
I fatti (Reuters 24/9/10). Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che la maggior parte delle persone ritengono che ci fosse il governo americano dietro agli attacchi dell'11 settembre 2001, spingendo le delegazioni Usa ed europee a lasciare la sala in segno di protesta.
Ahmadinejad ha detto che sono principalmente funzionari governativi e vertici politici Usa a ritenere che siano stati militanti di al Qaeda a mettere in atto gli attentati suicidi contro il World Trade Center.
Un'altra teoria è che "alcuni segmenti del governo Usa abbiano orchestrato l'attacco per rovesciare la situazione di declino dell'economia americana, e del suo controllo sul Medio Oriente".
"La maggioranza degli americani come la maggior parte dei Paesi e dei politici nel mondo concordano con questo punto di vista", ha aggiunto Ahmadinejad, chiedendo alle Nazioni Unite di istituire "un gruppo d'indagine indipendente" per far luce sugli eventi dell'11 Settembre.
Lo strano Tg1 (24/9/10, h 20). Il Tg minzoliniano solitamente moderato e perfino reticente, per una volta sembra quasi un blog hard. La notizia non la dà quasi, accennando soltanto ad Obama che “ha definito offensive e odiose le parole del presidente iraniano Ahmadinejad sull’11 settembre” (Come? Dove? Quando?).
“Ma le teorie del complotto dietro gli attentati che hanno sconvolto il mondo continuano ad imperversare”si limita a dire la bionda conduttrice, introducendo il servizio di Giuseppe Solina. Presumibilmente da NY.
Solina, anziché riferire cosa è accaduto all’Onu, si dilunga sulle teorie complottiste: “I teorici della cospirazione credono che il Pentagono sia stato colpito da un missile Cruise, i danni sulla facciata appaiono incompatibili con l’impatto con un aereo di linea. Sostengono che il crollo delle Torri Gemelle sia stato troppo rapido per essere spontaneo, inevitabile allora pensare a una demolizione preparata con una serie di esplosioni controllate. Credono infine che il terzo volo dirottato sia stato abbattuto da un’azione militare e non da un’insurrezione dei passeggeri”.
“E’ grazie ad Internet e all’ostinazione di un pool di associazioni e di esperti – continua il servizio che trascrivo - che un capo di Stato ancora oggi può parlare di complotto. ‘Una maggioranza di persone negli Stati Uniti e nel mondo ritiene che alcuni segmenti del governo americano abbiano orchestrato gli attacchi’. E’almeno la seconda volta che Ahmadinejad contesta la verità sancita ufficialmente da una lunga, anche se contestata, inchiesta parlamentare nel 2004. E se le teorie del complotto sono un’erba cattiva che trova terreno fertile sotto la quercia della libertà di parola, lui è l’uomo che più volte ha negato la verità storica dell’Olocausto”. Fine.
Stupisce un amico forestiero che guardava con me il Tg1 : “Ma voi in Italia avete un ex presidente della Repubblica, quello che è morto da poco, che ha detto anche di più, e infatti è diventato il paladino dei blog complottisti di mezzo mondo”, mi dice sorridendo.
Cossiga. Non può che essere lui. Che non credesse alla versione ufficiale dell’11/9 in effetti è noto. Ma cosa aveva detto di speciale l’ex picconatore, che ogni tanto amava farsi passare per“matto”, tanto da farsi amare dai cospirazionisti?
Il web è una miniera e cercando vengono subito fuori numerose citazioni. Intanto, a caldo, già nel 2001, Cossiga aveva sostenuto che dietro l’attacco alle Torri gemelle doveva esserci “una mente sofisticata, provvista di grandi mezzi non solo per reclutare dei fanatici kamikaze, ma anche personale altamente specializzato. Aggiungo: una cosa così non poteva essere compiuta senza infiltrati tra il personale dei radar e della sicurezza” . Lo riferiscono per esempio Globalresearch e il Washingtonsblog , e sono solo i siti più noti.
I post sono del dicembre 2007. Era di pochi giorni prima infatti, l’esternazione del senatore a vita che aveva provocato più scalpore. Fatta al Corriere della Sera - Italy’s largest newspaper - dall’ex Capo dello Stato italiano che aveva portato alla luce la rete della Cia Gladio /Stay Behind, sottolineavano i bloggers. Riportando estratti dalla frase cruciale:
“...tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa… sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla Cia americana e dal Mossad con l'aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i Paesi arabi e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan”. Una dichiarazione pressoché ignorata dai media, che poi però ha fatto il giro del mondo sul web.
L’occasione. Cossiga, spiegava il Corriere.it, del 30 novembre, la fonte originale, era intervenuto per smentire l'ultima esternazione di Osama bin Laden che, tra i politici minacciati metteva anche Berlusconi .
Secondo Cossiga si trattava di un falso. Più precisamente, affermava, si tratterebbe di un “videomontaggio realizzato negli studi di Mediaset a Milano e fatto giungere alla rete televisiva islamista Al Jazeera che lo ha ampiamente diffuso” . “Una trappola per sollevare una ondata di solidarietà verso Berlusconi, in un momento in cui si trova in difficoltà”, aggiungeva, preannunciando prove che sarebbero state pubblicate a giorni .
A parte il fatto che quello di bin Laden era un audio, la dichiarazione dell’ex Presidente era più ampia: “Da ambienti vicini a Palazzo Chigi, centro nevralgico di direzione dell'intelligence italiana, si fa notare che la non autenticità del video è testimoniata dal fatto che Osama Bin Laden in esso 'confessa' che Al Qaeda sarebbe stato l'autore dell'attentato dell'11 settembre alle due torri in New York, mentre tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa, con in prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno ormai bene …”, eccetera eccetera.
Una dichiarazione che Giulietto Chiesa (ex giornalista della Stampa, poi impegnato in battaglie “di alternativa” ma senza affiliazioni partitiche) pochi giorni dopo in un suo post definiva “criptica” e anche “imprecisa” perché quanto descrive Cossiga contraddice palesemente ciò che ufficialmente dichiarano di pensare “tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa” e più di tutti “il centro sinistra italiano” (che infatti non ha mai messo in discussione alcunché).
Commentava Chiesa: “Viene da pensare che Cossiga, ancora una volta si sia assunto il ruolo del pazzo del villaggio che può permettersi di dire verità impronunciabili. Con l'unica differenza, rispetto al pazzo della tradizione shakespeariana, che l’ex presidente della Repubblica dice mezze verità, quando le dice, mescolate a mezze falsità. Le une e le altre avvinghiate da cordoni velenosi che è impossibile districare, perché solo chi li usa ne conosce tutti i segreti. Il pazzo del villaggio parlava al popolo del villaggio. Questo lancia messaggi che possono capire soltanto i cortigiani e, da lontano, anche l'Imperatore”.
Insomma, parole da prendere con lunghe molle. Eppure, verifichiamo oggi, dopo la sua recente morte sono dilagate anche su molti blog nostrani.
Ahmadinejad e l'11/9
di Pino Cabras - Megachip - 25 Settembre 2010
In qualche modo è giunta a tutti la notizia che il 24 settembre 2010 il presidente iraniano Mahmūd Ahmadinejād ha posto la questione della verità sull’11 settembre 2001 in una sede solenne, l’Assemblea Generale dell’Onu.
Sia lo speaker sia l’argomento sono fra i più difficili da trattare nella sfera del pubblico dibattito in Occidente, perché quando si parla di loro i media si mettono l’elmetto in testa, dentro una logica militarizzata, la stessa che ha portato in altre circostanze - che so, «La Repubblica», «Le Monde» - a chiudere un occhio sulle menzogne che poi sostennero l’Occidente nel dare inizio ai massacri iracheni.
Sfumature, concessioni, parziali apprezzamenti, atteggiamenti spassionati, sono tutte cose scoraggiate, quando si va come alla guerra.
Gli ostacoli alla guerra diventano altrettanti nuovi Hitler, anche quando dicono cose comprensibilmente politiche, ragionevoli, discutibili, controverse, ma ancora perfettamente dentro il campo del razionale. I nostri giornali non hanno quasi più corrispondenti in Medio Oriente, e al nostro pubblico (ma ho l’impressione anche alle élite) rimangono idee vaghe delle ragioni politiche di quelle comunità.
Se dovesse servire lo ribadisco ancora, per capire come la penso: Ahmadinejād non mi piace, così come non mi piace il suo sottostare a quella specie di Vaticano moltiplicato per dieci che condiziona clericalmente la vivace e dialettica vita politica iraniana. Penso che la società e la repubblica iraniana debbano e possano trovare un modo per “costituzionalizzare” la forte opposizione interna al regime politico degli ayatollah dentro un nuovo compromesso che garantisca certo la sovranità nazionale dell’Iran, ma nei termini di una società con istituti democratici più solidi.
Tuttavia guardo freddamente a come in Occidente viene affrontato Ahmadinejād e scopro abnormi distorsioni del suo pensiero. Vorrei poterlo leggere senza i troppi aggettivi con cui viene filtrato. Magari leggendo il testo autentico e criticarlo con il mio giudizio. Non voglio capitolare davanti all’istupidimento della propaganda di ogni risma, voglio vedere le carte.
[Lo faccio spesso su Ahmadinejād e pertanto, per non farla lunga qui, vi propongo di leggere, quando vi va bene, altri articoli in cui analizzavo i meccanismi con cui sono manipolati i suoi discorsi (QUI e QUI ), o alcune considerazioni sull’uso della recente vicenda Sakineh (QUI ).]
Il discorso al Palazzo di Vetro è stato presentato dai media più importanti secondo la linea poi riassunta da Obama: parole «odiose e offensive».
Per chi voglia leggersi l’intero discorso, c’è invece la traduzione di Massimo Mazzucco.
Per quel che in particolare riguarda il ragionamento del presidente iraniano sull’11 settembre, vi proponiamo qui direttamente gli estratti da noi tradotti. Come potrete vedere, non si tratta di parole «odiose e offensive».
Riportano un dubbio che si fa strada sempre di più in merito alle verità correnti della vicenda 11/9 proposte da governi e media occidentali. Sappiamo che questo dubbio può essere utilizzato da Ahmadinejād per criticare l’impianto delle guerre volute dai paesi che hanno invaso i paesi confinanti al suo.
Ma occorre andare oltre i suoi interessi. Porre fine a quei massacri e pericoli è interesse suo come nostro. La guerra afghana e quella irachena non sono risolte. L’evento fondante della Guerra Infinita, la rappresentazione mitologica dell’11/9, va rivisto, senza fermarsi alle verità fin qui ufficializzate.
Per fare un esempio storico: in Italia si tentò di ragionare sulla Strategia della tensione che coinvolse nello stragismo pezzi importanti degli apparati statali in un disegno politico dagli effetti duraturi: parlare di settori deviati e complici con coperture statali fu il primo passo di un'ipotesi investigativa seria, anche nel caso delle stragi del 1992-1993. Sono segreti difficili da scardinare.
Pensate cosa ha detto il procuratore Roberto Scarpinato in un'intervista a Marco Travaglio in merito alle complicità dello stragismo italiano: «Molte stragi d’Italia nascondono retroscena che coinvolgono decine, se non centinaia di persone. Pensi a Portella della Ginestra: la banda Giuliano, i mafiosi, i servizi segreti, esponenti delle Forze dell’ordine, il ministero dell’Interno. Pensi alle stragi della destra eversiva. Così quelle politico-mafiose del 1992-93.
La storia insegna che quando un segreto dura nel tempo sebbene condiviso da decine e decine di persone, è il segno che su quel segreto è impresso il sigillo del potere. Un potere che cavalca la storia riproducendosi nelle sue componenti fondamentali e che eleva intorno al proprio operato un muro invalicabile di omertà, perché è così forte da poter depistare le indagini, alimentare la disinformazione, distruggere la vita delle persone».
Per molti versi è anche il ritratto dello stragismo globale conosciuto a partire dalla fase inaugurata l'11 settembre 2001 (si pensi al 7 luglio 2005 londinese).
Nell'intrico bellico mediorientale non potranno mai funzionare delle "exit strategy" che vogliano fare a meno di questi elementi: 1) un coinvolgimento politico dell'Iran; 2) una revisione delle ragioni fondanti della "guerra al terrorismo", ossia una seria inchiesta; 3) un piano di lungo termine per la questione della Terra Santa.
L'alternativa è più guerra ancora. In quest'ottica, le parole che seguono non appaiono affatto gli insulti del pazzo che qualcuno dipinge, bensì i ragionamenti di un uomo politico con cui converrà parlare.
Ecco gli estratti sull’11 settembre del discorso di Mahmūd Ahmadinejād all’Assemblea Generale dell’Onu:
L’evento dell’11 settembre (…) ha condizionato il mondo intero per circa un decennio.
Tutto ad un tratto, le notizie dell’attacco alle torri gemelle sono state trasmesse utilizzando numerosi filmati dell’incidente.
Quasi tutti i governi e i personaggi noti condannarono duramente questo incidente.
Ma poi si attivò una macchina della propaganda in tutta la sua potenza; si considerò implicito che tutto il mondo fosse esposto a un grandissimo pericolo, chiamato terrorismo, e che l’unico modo per salvare il mondo fosse quello di dispiegare delle forze in Afghanistan.
Alla fine l’Afghanistan, e subito dopo l’Iraq, sono stati occupati.
Prego prendete nota:
È stato detto che circa tremila persone sono state uccise l’11 Settembre e per questo tutti noi ci siamo tutti molto rattristati. Come, fino ad oggi, in Afghanistan e in Iraq centinaia di migliaia di persone sono state uccise, ci sono milioni di feriti e sfollati, e il conflitto è ancora in atto e si sta espandendo.
Nell’identificare quei responsabili degli attacchi, ci sono state tre versioni.
1) Che un potentissimo e complesso gruppo terroristico, capace di raggirare con successo tutti i livelli dell’intelligence e della sicurezza americana, effettuò l’attacco. Questa è la versione ufficiale sostenuta dagli statisti americani.
2) Che qualche segmento all’interno del governo USA ha orchestrato l’attacco per invertire il declino dell’economia americana e la sua influenza in Medio Oriente con lo scopo di salvare il regime sionista. La maggioranza del popolo americano così come delle altre nazioni e politici concordano con questa versione.
3) E’ stato commesso da un gruppo terroristico, ma il governo americano lo ha supportato e ha approfittato dalla situazione. Apparentemente, questa versione ha pochi sostenitori.
La prova principale di colpevolezza che viene collegata all’incidente erano alcuni passaporti trovati in mezzo a un’enorme massa di detriti e un video di un individuo il cui domicilio era sconosciuto ma era noto che fosse coinvolto in affari petroliferi con alcuni funzionari americani. È stato anche omesso e detto che, a causa dell’esplosione e del fuoco, nessuna traccia degli attentatori suicidi è stata trovata.
Rimangono, comunque, alcune questioni a cui occorre rispondere:
1) Non sarebbe stato ragionevole che una prima indagine approfondita fosse condotta da gruppi indipendenti per identificare definitivamente gli elementi coinvolti nell’attacco e poi elaborare un piano razionale per prendere dei provvedimenti contro di loro?
2) Prendendo per buona la versione del governo americano, è razionale scatenare una guerra classica con un amplissimo dispiego di truppe che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di persone per combattere un gruppo terroristico?
3) Non è stato possibile agire nel modo in cui l’Iran ha combattuto il gruppo terroristico Riggi che ha ucciso e ferito 400 persone innocenti in Iran? Nell’operazione iraniana a nessun innocente è stato fatto del male.
Si propone che le Nazioni Unite istituiscano una commissione d’inchiesta indipendente sugli eventi dell’11 settembre affinché in futuro non sia proibito esporre punti di vista sulla questione.
Desidero annunciare qui che l’anno prossimo la Repubblica Islamica dell’Iran ospiterà una conferenza di studio sul terrorismo e sui mezzi per affrontarlo. Invito funzionari, studenti, intellettuali, ricercatori e istituti di ricerca di tutti i paesi a partecipare a questa conferenza.
Traduzione per Megachip a cura di Cipriano Tulli
Il testo completo del discorso di Ahmadinejad all’Onu: IRNA.
La traduzione per luogocomune.net a cura di Massimo Mazzucco: (QUI)
La traduzione e trasmissione curata da Russia Today:E’ appena andata in onda sulla CNN l’intervista di Mahmoud Ahmadinejad realizzata da Larry King, in occasione della visita annuale alle Nazioni Unite del presidente iraniano. Contrariamente a quanto avvenuto l’anno scorso, quando King aveva intervistato Ahmadinejad cercando di restare super partes, in questa occasione il conduttore della CNN ha scelto di indossare chiaramente i panni dell’americano, attaccando il presidente iraniano in modo diretto e univoco, su tutte le questioni più importanti attualmente in discusione.
In questo modo ha permesso ad Ahmadinejd di ribattere colpo su colpo, finendo per non concedere a King nemmeno un punto in tutta la partita.
Quando King ha chiesto di trattare in modo compassionevole i “turisti” americani che erano sconfinati per sbaglio in Iran un anno fa, Ahmadinejad ha risposto che la sicurezza nazionale viene prima di ogni altra cosa, e che gli Stati Uniti non si sarebbero certo comportati in modo diverso dal loro, in un caso simile.
Quando King ha chiesto notizie su un agente dell’FBI scomparso tre anni fa in Iran, Ahmadinejad ha risposto con tagliente ironia che “dovrebbe essere l’FBI a fare più attenzione a dove vanno a finire i suoi uomini.”
Quando King ha detto che “il mondo è preoccupato per la possibilitò che l’Iran venga in possesso di armi atomiche”, ...... Ahmadinejad gli ha chiesto “che cosa intende esattamente, per ‘il mondo’?”
E poi ha aggiunto, con il solito sorriso sornione: “A me risulta che il mondo sia molto grande, e che ci siano moltissimi paesi che non solo non si preoccupano affatto di questa eventualità, ma che vedono addirittura con favore lo sviluppo pacifico dell’energia atomica in Iran”.
Costretto a ridurre la sua definizione di “mondo” a Stati Uniti ed Israele, King si è sentito rispondere “E perchè mai noi dovremmo farci carico di tranquillizzare questo signor Netaniahu? Chi è costui, per meritare così tanta attenzione da parte nostra?”
E poi ha aggiunto: “Anzi, a quel che ne so io Netaniahu è un criminale professionista, che ha uccisio decine di migliaia di civili innocenti, e che andrebbe processato davanti ad un tribunale internazionale. Invece voi siete qui a chiederci di farlo dormire tranquillo di notte”.
E quando King ha provato ad insistere sulla faccenda del rischio atomico, si è sentito rispondere che “la bomba atomica è l’arma più orribile di questo mondo. Non solo l’Iran non ce l’ha e non intende costruirla, ma bisognerebbe piuttosto disarmare al più presto chi la possiede, ovvero gli Stati Uniti e Israele. Sono loro a mettere per primi a repentaglio la sicurezza mondiale, mentre accusano gli altri di farlo.”
King a quel punto si è salvato in angolo, chiamando la pubblicità.
Nel segmento successivo King ha deciso di attaccare Ahmadinejad sul fronte dei diritti umani, accusandolo di non permettere le libere proteste in Iran. Per tutta risposta Ahmadinejad gli ha ricordato che poco tempo fa, a Pittsburgh, la polizia ha selvaggiamente caricato i dimostranti che protestavano contro il G8. “E lei mi vorrebbe dire – ha chiesto Ahmadinejad alla fine - che in America invece c’è la libertà di protestare?”
“Ma noi non li mettiamo in prigione!” ha provato a replicare King. “Ah no? – lo ha deriso Ahmadinejad – mi vuole forse dire che gli oltre 2 milioni e mezzo di cittadini attualmente in prigione in America sono tutti assassini, criminali o spacciatori di droga?”
A quel punto King ha pensato bene di ripiegare su quello che riteneva il suo asso nella manica, ovvero la famosa donna iraniana condannata alla lapidazione, ma anche in questo caso gli è andata male.
Ahmadinejad gli ha risposto serafico che “prima di tutto la condana definitiva non è ancora stata emessa. In secondo luogo, quella della lapidazione è una storia falsa, inventata di sana pianta da un giornalista tedesco, e ripresa subito da tutti i media occidentali.”
Che fosse vero o no, King non ha saputo replicare, e anche in questo caso ha invocato la pubblicità.
Il terzo round è stato dedicato da Larry King ai rapporti con gli USA e alle sanzioni internazionali. Alla frase di King “Hillary Clinton ha detto che l’Iran sta soffrendo pesantemente per le sanzioni internazionali”, Ahmadinejad non ha saputo trattenere una mezza risata, e ha risposto che loro sono talmente abituati alle sanzioni, che incombono sull’Iran da circa 30 anni, che ormai non ci fanno più caso.
“Anzi – ha aggiunto Ahmadinejad – tutte queste sanzioni hanno finito per stimolare la nostra fantasia, portandoci a trovare soluzioni sempre più nuove e produttive per la nostra economia. Piuttosto – ha aggiunto, diventando improvvisamente serio – mi spiega perchè gli Stati Uniti si permettono di applicare all’Iran sanzioni molto più gravi di quelle autorizzate ufficialmente dalle Nazioni Unite? Tutto questo non è illegale forse?”
Pubblicità.
L’ultimo round non poteva che essere dedicato ad Israele, e King è partito all’attacco, dicendo ad Ahmadinejad che “Fidel Castro di recente l’ha criticata per non saper riconoscer il giusto ruolo dell’antisemitismo nel mondo”.
“Guardi – ha replicato Ahmadinejad serafico – proprio ieri ho ricevuto un messaggio da Fidel Castro, il quale mi diceva che di non aver mai pronunciato quella frase. Le sue dichiarazioni sono state completamente distorte, come al solito, dalla stampa occidentale”.
Mentre King barcollava, Ahmadinejad ne ha approfittato per contrattaccare: “Piuttosto, mi dica lei, perchè gli Stati Uniti continuano a proteggere e ad aiutare in modo così plateale lo stato di Israele?"
Fingendo ovvietà, King ha risposto: “Perchè sei, sette milioni di loro sono stati uccisi durante l’olocausto, noi siamo un paese umanitario, e li vogliamo aiutare”.
“Ah sì? – ha replicato Ahmadinejad con sarcasmo – davvero quello è il motivo? Allora lei vuole dire che, poichè è appena stato ucciso un milione di iracheni, i sopravvissuti hanno diritto di venire ad esempio in America, e costruire qui la loro nazione?”
King non sapeva più dove aggrapparsi, ma Ahmadinejad non gli ha dato tregua, aggiungendo: “Durante la guerra, se è solo per quello, sono morti 80 milioni di persone. Questo vuol dire che dobbiamo dare una terra a tutti i sopravvissuti di tutte quelle nazioni?”
Insomma, non c’è stato modo per l’esperto giornalista di portare a casa un solo punto per la sua “nazione”. Anzi, talmente esperto è Larry King, e talmente brutta è stata la figura che ha fatto con Ahmadinejad, che viene quasi il dubbio che l’anziano “Mr. Bretella” abbia deciso di immolarsi volontariamente, pur di permettere ad Ahmadinejad di dire cose che nessun altro al mondo ha il coraggio di dire. Lui compreso, probabilmente.