Riuscirà anche questa volta a comprarne un numero sufficiente per sfangarla di nuovo?
E' molto probabile...
Al mercato dei voti si sfalda l’Idv. Berlusconi: “Portato una nuova moralità politica”
di Davide Vecchi - Il Fatto Quotidiano - 9 Novembre 2010
“Che il buon Dio abbia pietà di loro”. Antonio Di Pietro saluta così i due deputati fuoriusciti dall’Italia dei Valori diretti verso la fiducia al governo, seppur tra smentite e giravolte. Dell’addio di Antonio Razzi, il leader dell’Idv è apparso quasi dispiaciuto. “Poveraccio, almeno spero che l’abbia fatto per soddisfazione personale più che per un ricatto subìto”.
Già lo scorso settembre il premier aveva avvicinato Razzi per convincerlo a sostenere i cinque punti programmatici. Ma il deputato dell’Idv rilasciò un’intervista a una tv locale con toni quasi stoici: “Sono stato eletto con l’Italia dei Valori e qui rimano fino alla morte, almeno fino a quando Di Pietro mi vuole con sè”.
Ha cambiato idea. Anche Domenico Scilipoti aveva giurato fedeltà eterna all’ex magistrato e invece, nonostante i “forti travagli interiori”, è entrato in Noi Sud. Nei confronti del medico siciliano, però, l’Idv avrebbe preso provvedimenti.
Scilipoti è stato condannato in secondo grado a pagare 200mila euro, per una vicenda che nel luglio scorso si è trasformata in un avviso di garanzia per calunnia e produzione di documenti falsi.
Il medico ha abitazione e altri sei immobili pignorati. Una condizione che poco si concilia con lo statuto del partito dipietrista. Che vede però la sua squadra di deputati scendere da quota 24 a 22, vicino alla fatidica soglia dei 20 necessari per mantenere in vita il Gruppo.
Scilipoti ha annunciato, insieme a Massimo Calearo e Bruno Cesario, una nuova componente, Movimento di responsabilità nazionale: l’onorevole dell’Idv, tuttavia, sostiene di essere ancora intenzionato a votare la sfiducia al governo, al contrario di Calearo che annuncia l’astensione e di Cesario che invece sosterrà il governo.
È la prima defezione che in ordine tempo si scatena sull’Idv nel corso di una delle giornate più lunghe per il partito di Di Pietro. Di lì a poco, infatti, anche Antonio Razzi annuncia la sua fuoriuscita dal partito: passa a Noi Sud, movimento che sostiene il governo. È la goccia che fa traboccare il vaso.
Nella sala stampa di Montecitorio, in cui il parlamentare eletto nella circoscrizione Estero annuncia il suo trasferimento, si scatena l’inferno. “Vergogna”, “squadristi”: volano parole grosse tra il senatore Idv Stefano Pedica e il segretario nazionale di Noi Sud, Arturo Iannaccone. “Poveraccio, almeno spero che l’abbia fatto per soddisfazione personale più che per un ricatto subito” è il velenoso addio a Razzi di Antonio Di Pietro che sollecita anche l’intervento della magistratura.
“Mi auguro che la procura possa accertare le ragioni per cui alcune persone vengono costrette, indotte o invogliate a cambiare il proprio voto all’ultimo minuto in questo mercato delle vacche che si sta facendo a Montecitorio, e che riguarda tutti i partiti” dice l’ex magistrato.
Ma la “squallida campagna acquisti di parlamentari dell’opposizione” porta l’idv a rivolgersi addirittura al Presidente della Repubblica. In una lettera aperta indirizzata al Colle il presidente dei deputati, Massimo Donadi, invita Giorgio Napolitano, a far “sentire la sua voce alta e autorevole in difesa della dignità del Parlamento”.
Il capogruppo dell’Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, si scatena invece sul suo blog: se la prende con i trasformisti: “uomini senza personalità, voltagabbana ormai incapaci di reggere lo sguardo dei loro colleghi di partito e di chi li ha eletti”.
I due casi scoppiati oggi, ma che da giorni bollivano in pentola, riaprono però il tema della selezione della classe dirigente: questione “ancora all’ordine del giorno” dichiara in un’intervista Luigi de Magistris (leggi l’articolo), eurodeputato Idv e responsabile Giustizia del partito, che lancia una proposta al leader: “Chiedo a Di Pietro che per le prossime elezioni venga costituita una cabina di regia per selezionare i candidati del partito”.
Silvio Berlusconi assiste divertito allo spettacolo. A fine pomeriggio interviene telefonicamente a una manifestazione a favore del Governo organizzata a Verona da Aldo Brancher. Ribadisce di essere sicuro di avere la maggioranza e si dice fiducioso del fatto che il 14 “non saranno in molti a tradire il voto degli elettori” (leggi l’articolo).
Noi, ha detto il Premier, abbiamo portato in politica una moralità nuova, con un programma definito, con alleanze certe e il nome certo del presidente del Consiglio”. Berlusconi ha sottolineato che il tradimento è comunque una cosa “grave” ma “i tradimenti che erano stati ventilati sembra non siano tali da non consentirci di non avere la maggioranza”.
Il premier, dopo un incontro con la Santa Sede, ha rafforzato la convinzione che anche dall’Udc potrà arrivare un sostegno all’esecutivo. E in serata ha incontrato i vertici del Pdl per ribadire la linea: “Non mi dimetto, in aula avremo la fiducia”. Il Cavaliere ha ribadito che “è da irresponsabile aprire la crisi in momento così delicato”.
I numeri li fa il guardasigilli Alfano: “Siamo convinti che da qui al 14 i famosi 317 si assottiglieranno per una ragione politica: perchè 317 è un’addizione tra Casini, Bersani, Fini e Di Pietro e gli addendi sono incompatibili e la somma non regge. Berlusconi non si dimette e abbiamo ragioni di ottimismo per dire che il 14 ci sarà la fiducia alla Camera”, Radicali ballerini ma dati per certi, come certa è l’astensione di almeno due deputati dello Svp.
Alfano ha fatto anche riferimento alle affermazioni di ieri, oggi confermate, di Silvano Moffa, secondo il quale il rilancio del governo non deve passare attraverso le dimissioni di Berlusconi, per Alfano “sono dichiarazioni assolutamente di buon senso di una persona di buon senso che ha un ruolo di responsabilità di Futuro e libertà”.
La colomba Moffa ha ribadito la spaccatura che c’è in Fli ovvero tra chi è per dimissioni o sfiducia e chi, come lui, ipotizza strade diverse: “Il mio pensiero non è cambiato rispetto a ieri. Resto dell’idea che bisogna puntare alla proposta politica”.
Se Berlusconi “accetta le proposte per affrontare la questione sociale e realizzare la riforma della legge elettorale, lasciamo a lui stabilire il percorso che può portare a un nuovo governo”. La sarabanda continua e con il passare del tempo Berlusconi appare rafforzato mentre a spaccarsi sono gli altri. Italia dei Valori e Futuro e Libertà su tutti.
Sette case pignorate e troppi debiti, storia di Scilipoti il dipietrista che tratta con B.
di Gaetano Pegoraro - Il Fatto Quotidiano - 9 Dicembre 2010
L'ex onorevole dell'Italia dei valori è stato condannato in secondo grado a pagare 200mila euro. Una vicenda che nel luglio scorso si è trasformata in un avviso di garanzia per calunnia e produzione di documenti falsi
L’abitazione e altri sei immobili pignorati. Una sentenza d’appello che lo condanna a pagare un debito da 200.000 euro. Indagato per calunnia, produzione di falsi documenti e l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso dei poteri dati dalla sua carica di vicesindaco. Insomma, quella dell’onorevole Domenico Scilipoti, siciliano, classe ’57, è una storia giudiziaria piena di inciampi.
Ma anche una storia di debiti. Ed è proprio qui che sembra nascondersi il motivo vero del suo repentino avvicinamento alle posizioni del Pdl. Avvicinamento che in serata pare sfumare. Scilipoti annuncia che voterà la sfiducia e contemporaneamente lascia l’Idv. Sono semplicemente schermaglie.
In realtà il politico sembra contrattare. Sarà lui il primo acquisto del Cavaliere? “Mi hanno gettato fango addosso”, dice Scilipoti, rispondendo a quelle confidenze che da giorni, nei corridoi del proprio ex partito, raccontano delle sue difficoltà economiche. Malelingue piuttosto informate. Visto che lo stesso onorevole Antonio Di Pietro era a conoscenza della vicenda da più di quattro mesi.
Per capire, però, bisogna tornare indietro al 1987. Da qui parte la sua storia giudiziaria. A dare il la, un debito non pagato per 12 anni e un conto finale da 200mila euro. All’epoca Scilipoti è vice sindaco del Comune di Terme Vigliatore, provincia di Messina. Tra i tanti impegni, c’è anche il progetto di un centro medico di tre piani. Dovrebbe chiamarsi Esculapio e sulla carta prevede 61 posti letto per 10 tipi di specializzazioni mediche.
L’autore del piano è l’ingegnere Carmelo Recupero. L’incarico lui lo riceve direttamente da Scilipoti. L’opera però non va in porto, ma Recupero non viene mai pagato. Nel 1997 il professionista chiede e ottiene un decreto ingiuntivo. Il politico però non demorde. Tanto da arrivare a negare di aver firmato i progetti dell’ospedale.
Ma c’è di più. Scorrendo le pagine delle sentenza d’appelo del tribuanle di Barcellona Pozzo di Gotto si scopre che l’ormai ex parlamentare dell’Idv sostiene di trovarsi in Brasile al momento della firma. Motivo del presunto viaggio: lezioni universitarie. Gli avvocati di Carmelo Recupero, però riescono a dimostrare che in quel periodo il vice-sindaco si trova in comune a presiedere un consiglio comunale.
Non è finita. Nel 2008, infatti, il tribunale dispone anche un esame calligrafico. Dalla perizia emerge che tutti i documenti sono stati firmati da Scipoliti. Nel luglio 2009 arriva la sentenza di secondo grado nella quale, fra l’altro si legge che Scilipoti “sperava di ottenere un finanziamento per l’opera sfruttando la propria carica e di contatti politici”.
La questione, però, si complica ulteriormente. Il 19 luglio scorso si passa dal civile al penale. Nelle vicenda della casa di cura, Scipoliti risulta indagato per calunnia e produzione di falsi documenti. A novembre gli viene recapitato un avviso di garanzia.
Da qui la richiesta dell’onorevole di essere ascoltato dai magistrati. Della cosa, infine, viene messo a conoscenza anche Antonio Di Pietro. Il 5 agosto l’ingegnere Recupero decide, infatti, di esporre il suo caso al leader dell’Idv, allegando tutte le carte che interessano il deputato. “Egregio onorevole Di Pietro, debbo significarle che nell’Idv, purtoppo è presente un soggetto, mi riferisco all’on. Domenico Scilipoti che a mio parere non rende giustiziaal movimento dal Lei rappresentato”.
Quanto invidio mia moglie, che riesce ad assentarsi dal telegiornale per guardare una coppia di passerotti appollaiati sulla ringhiera del balcone.
Io, noto masochista, pure nel dì di festa non stacco gli occhi dal racconto della crisi, dove gli ex missini scorrono a frotte: La Russa, Gasparri, Ronchi, Urso, Matteoli, Bocchino, non se ne vedevano tanti, e tutti insieme, dalla giornata dell’oro alla Patria del 1935.
Dopo la cacciata da Berlusconia, Bocchino ha chiesto asilo politico a un cameraman: lunedì litigava con La Russa a «Porta a Porta», martedì si accapigliava con Rotondi a «Ballarò» e ieri faceva jogging solitario in un boschetto di microfoni.
Fosse solo Bocchino. Poi ci sono tutti gli altri. I soliti ignoti, il cui voto non ha mai contato un tubo e ora invece può far cadere governi e sbilanciare bilanci allargando lo spread con la Germania, come ripetono minacciosi gli economisti.
Così restiamo appesi, noi e lo spread, agli umori dell’onorevole Scilipoti, dipietrista apparentato con Rossella O’Hara, che «oggi la mia posizione resta quella di ieri, ma domani vedremo» e annuncia una conferenza stampa con Cesario che potrebbe partorire ribaltoni a breve, mentre Calearo aggiorna il tassametro della fiducia (da 350 mila euro in su) e Razzi ammette che le proposte sono allettanti, specie per chi ha un mutuo da pagare come lui.
Confidavo nella nota rigidità dei sudtirolesi, ma il tg dice che stanno trattando l’astensione in cambio della segnaletica bilingue e allora spengo la tv con un’espressione intraducibile e mi metto a guardare i passerotti anch’io.
Il colore dei soldi
di Mario Bracconi - http://bracconi.blogautore.repubblica.it - 9 Dicembre 2010
Bersani pone un problema vero: “In Parlamento stiamo assistendo ad uno scandalo di cinismo politico o ad una operazione da codice penale?”
Il tema è scivoloso, perché in politica il confine tra persuasione e corruzione è sempre difficile da presidiare. Ma in una situazione anomala e fluida come quella di queste ore è doveroso tenere il più possibile gli occhi aperti. E fissare almeno qualche paletto condiviso.
Offrire un posto di governo o di sottogoverno, locale o nazionale, non può essere considerato “corruzione”. In tempi normali è una prassi politica perfino normale. Semmai, e il caso italiano lo dimostra, il problema è tenere questa prassi dentro limiti di pubblica decenza.
Altrimenti il risultato è il dramma culturale di una politica che perde totalmente il suo respiro ideale e si riduce a mera gestione del potere.
E allora con la corruzione come la mettiamo?
L’unico confine possibile, un’altra volta, è quello che traccia il denaro. In tutte le sue possibili declinazioni. Perché i soldi, quando si vestono da onorevoli o consiglieri regionali, prendono forme strane e spesso sconosciute ai comuni mortali.
Talvolta si vestono da consulenze ad hoc, o si mascherano da leggine per risolvere bancarotte o evasioni fiscali. Spesso diventano escort per un paio di week-end alla Cavaliere, o magicamente mutano in telefonate per l’assunzione di un parente.
In rari casi, minori, si trasformano in travel check per un viaggio gratis a tutta la famiglia. La vecchia mazzetta è ormai demodé. Anche il colore dei soldi cambia perché nulla cambi davvero.
Solo qualche utile idiota, o servo sciocco, può dire in tutta coscienza che in Parlamento qualcosa di questo genere non stia accadendo.
E non è lecito cavarsela con un’alzata di spalle. Perché il prezzo che si paga non è tenersi Berlusconi o meno. E’ molto peggio. E’ l’umiliazione pubblica della nostra democrazia.
Nessuno, comunque abbia votato, può permettersi di non preoccuparsene.
Lettera Aperta N°2 al Fratello Silvio Berlusconi
di Gioele Magaldi - www.grandeoriente-democratico.com - 9 Dicembre 2010
Caro Fratello Silvio,
mi obblighi a scriverti di nuovo ,come del resto era prevedibile.
Amici comuni mi confidano che, proprio in questi giorni di dicembre, attendi con angoscia questa mia letterina, soprattutto visti gli esiti devastanti della prima epistola che ti inviai.
Esiti devastanti anzitutto per la stabilità della tua condizione interiore e la lucidità (scarsa) delle tue iniziative immediatamente successive.
Ti ricordi?
Correva il mese di luglio 2010, giorno 26: come uno schiaffone immateriale, ricevesti la Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010, messa on-line sul frequentatissimo Sito di Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com ), subito rilanciata da Dagospia (www.dagospia.com), commentata dal Fatto Quotidiano (IL FATTO QUOTIDIANO del 27 luglio 2010 by Gianni Barbacetto: “E il maestro scrisse al ‘fratello Silvio’”) e recitata per circa due mesi (agosto e settembre) di giorno in giorno, su CURRENT TV, Canale n.130 di SKY.
Rilanciata sul web, su You Tube e su innumerevoli blog e siti, stampata e diffusa in uffici, esercizi commerciali, ospedali, fabbriche, studi professionali, sedi di partiti e associazioni, sono pochi gli italiani che non ne abbiano letto almeno una parte o che non ne abbiano avuto nozione, diretta o indiretta.
Nonostante i tentativi di censura tuoi e dei tuoi scagnozzi.
In effetti, essendo “aperta”, la Lettera era indirizzata non solo a te, ma anche ai nostri concittadini, confratelli massoni e non, donne e uomini.
Però era rivolta prima di tutto a te.
Nonostante ciò, non hai saputo far tesoro degli ammonimenti, delle diffide e dei fraterni consigli in essa contenuti.
Anzi, come ebbero a confidarmi persone a te molto vicine (sappi che sei circondato da innumerevoli triplo-giochisti), non appena leggesti quella fraterna epistola, preso dal panico, decidesti di giocare il tutto per tutto e attaccare a testa bassa coloro che- a torto- ritenevi potenziali “collaboratori” della tua imminente defenestrazione, da noi profeticamente annunciata.
Si trattava, invece, nel caso dei finiani(rei di dissenso interno, il diritto al quale è il pane quotidiano dei partiti liberi e democratici), di collaboratori e potenziali alleati nell’opera di salvaguardia della democrazia e della legalità per cui Grande Oriente Democratico sta da tempo lavorando.
Ricordi? Appena poche ore dopo la pubblicazione della Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010, e in conseguenza della sua lettura da parte tua e dei tuoi collaboratori (fraterni e non), hai preso due decisioni assai poco lucide e lungimiranti.
La prima è stata quella di ordinare l’assoluto silenzio sulla lettera e su quanto rivelava a proposito del tuo cursus massonico. Un silenzio puntualmente rispettato da parte di tutti gli operatori mediatici che sono al tuo servizio e libro paga, quasi come camerieri e maggiordomi di regime.
E si tratta di tanta gente, non soltanto del direttore del TG1 o di quelli di TG5, Studio Aperto e TG4. Persino nei media teoricamente di area “oppositiva” al tuo governo, nel centro-sinistra, ci sono giornalisti che si comportano come soldati di ventura in cerca di ingaggio. Pronti a sfumare, attutire, omettere, mistificare, in cambio di qualche inconfessabile prebenda.
Complimenti a te, caro Fratello, che ti alleggerisci volentieri di qualche “metallo” (in gergo massonico, come sai, alludo ai “piccioli”…) in cambio dell’omertà di professionisti senza morale; e complimenti a voi, cari pennivendoli italioti, sempre in cerca di padroni e committenti generosi, in barba a qualunque ideale o deontologia professionale.
Caro Fratello Silvio,
ovviamente non è per noi una novità la tua capacità di utilizzare e ammansire esponenti sinistrorsi del giornalismo e della politica.
Sappiamo tutto, noi. Anche quanto è lunga la lista. Solo in politica potremmo ricordarti una lunga sfilza di nomi, situazioni e inciuci, che parte dal comunista Cossutta (per qualche affaruccio con l’Unione Sovietica, giacché la Russia è sempre stata nel tuo cuore…), passa per il Veltroni degli anni ’80 (questioni pubblicitarie e conferma del tuo monopolio delle tv private…), i D’Alema, Bargone (Antonio) e Latorre (Nicola) degli anni ’90 (qui è meglio stendere un velo pietoso, perché altrimenti parecchi si farebbero male, tra commercialisti romano-pugliesi, banche inglesi e società off-shore destinatarie di ingenti fondi…).
Per non parlare dell’ultima bischerata del sedicente rottamatore fiorentino, Matteo Renzi, che va ad ambientarsi e a confabulare ad Arcore, invece di mantenere un rigoroso profilo istituzionale.
Intendiamoci: per il futuro, personalmente, vorrei che Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi collaborassero tutti e ciascuno alla creazione (ex nihilo, perché attualmente non esiste) di un autentico e originale centro-sinistra: riformista, laico, libertario, con un progetto culturale, economico-industriale e sociale all’altezza delle sfide (impegnative) del XXI° secolo.
Tuttavia, per poter lavorare al presente e al futuro, occorre ripensare il passato e trarne utili insegnamenti.
Quindi, cari compagni Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi: basta con gli inciuci vecchi e nuovi. Cercate di non farci venire voglia di aprire armadi pieni di scheletri pericolosi, e lavorate con rigore e armonia alla rigenerazione civile del Paese.
Ma torniamo a noi, diletto Fratello Silvio.
E all’ordine del silenzio che hai impartito – un diktat capillare, dal giornalismo alla politica - col risultato che non un solo esponente del PDL si è azzardato a misurarsi con i contenuti della prima lettera, anche solo per smentirla o criticare l’attendibilità di certe imbarazzanti rivelazioni sulla tua poco onorabile carriera di massone.
Ma verrà il giorno in cui sarai costretto a dire almeno due paroline sulla tua identità di Maestro Massone (auto) Illuminato e sulla vera natura della Loggia di Arcore, operativa sin dal 1991.
Pesale bene quelle due paroline, allora. Perché tutto ciò che dirai o non dirai, te lo dico da fratello, potrà essere usato contro di te.
Ecco, io aspetto quel momento.
Poi c’è la seconda decisione poco lucida, e molto poco lungimirante, lasciatelo dire, che hai preso a causadella pubblicazione della Lettera Aperta n.1 : scatenare la caccia al presunto traditore.
Hai fatto deferire ai probiviri della PDL gli onorevoli Briguglio, Granata e Bocchino, censurando anche Gianfranco Fini e, di fatto, mettendo odiosamente alla porta sia il co-fondatore del “Popolo della Libertà” (quale libertà, quella di obbedire ciecamente alla tua dispotica, anti-democratica e illiberale persona?), sia altri rappresentanti del popolo sovrano eletti senza vincolo di sudditanza/vassallaggio a te, ma obbligati a rispondere del loro operato solo agli italiani che li hanno votati.
Con perfetta coerenza da contro-iniziato, poi, a chi pensavi di far presiedere la corte inquisitoria dei Probiviri del PDL che doveva infliggere il rogo agli eretici finiani?
Ovviamente al Fratello Maestro Illuminato (ritenuto in passato vicino all’ Opus Dei) Vittorio Mathieu, già molto intimo del Fratello Salvatore Spinello, Gran Maestro della C.A.M.E.A. (Centro Attività Massoniche Esoteriche Accettate) e infine approdato all’Accademia degli Illuminati fondata nel 2002 dal Fratello Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e della Gran Loggia Regolare d’Italia.
E sarà un caso?
Chiariamo, una volta per tutte, che tu e i tuoi degni compari piduisti e post-piduisti appartenete a quel tipo di massoneria (con la “m” minuscola) reazionaria, conservatrice, illiberale, elitaria, gerarchica, anti-democratica, che da secoli prende sonori schiaffoni dalla vera Libera Muratoria: quella laica, liberale, libertaria, anti-clericale, pluralista, democratica, talora anche socialista.
Eppure, più prendete sonore bastonate, più tentate di risorgere in nome di una presunta Tradizione e del vostro presunto diritto di Illuminati, presuntivamente predestinati al governo elitario del mondo.
Non scherzare con la storia, caro Fratello Silvio. E non scherzare con noi di Grande Oriente Democratico.
Noi siamo gli eredi di quelli che vi hanno sconfitto tra 1776 e 1783 in America del Nord, quando logge repubblicane, democratiche e patriote (poi statunitensi) sconfissero logge monarchiche filo-inglesi.
Siamo gli eredi di quei Fratelli (soprattutto girondini) che affermarono la Rivoluzione francese nella sua fase democratica e liberale (1789-1792), anche contro le logge legittimiste e contro-rivoluzionarie, il cui pensiero fu ben riassunto dal massone clericale e reazionario (proprio come te, caro Silvio) Joseph de Maistre (1753-1821).
Noi siamo i diretti continuatori del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuseppe Garibaldi, e di tutti quei massoni garibaldini, mazziniani e cavouriani che hanno fatto il Risorgimento e l’Unità d’Italia.
Quel Risorgimento e quell’Unità nazionale che tu e i tuoi beceri alleati leghisti vorreste demolire nella memoria e nella percezione generale degli italiani contemporanei.
Non te lo permetteremo, caro Fratello.
Ti abbiamo avvertito.
Non hai saputo o voluto capire.
E adesso non vedi in che cul de sac ti sei andato a mettere?
Da bravo massone, una volta ricevuto un “richiamo” e diversi “ammonimenti e diffide” da parte del sottoscritto, che ti è Fratello (“maggiore”) e che massonicamente ti chiamava ad un “lavoro a specchio”, avresti dovuto iniziare un serio processo di introspezione e auto-critica, volto ad emendare anni e anni di condotte contro-iniziatiche e assai nocive rispetto alla collettività nazionale di cui ti ostini a voler manipolare il consenso.
Purtroppo, la tua sciamannata reazione era anche sin troppo prevedibile.
Ecco perché, profeticamente, la prima lettera ti aveva avvertito di un prossimo redde rationem. Quanto amaro dovrà essere il calice che ti accingi a dover assaporare, però, solo tu potrai determinarlo, con il tuo libero arbitrio.
Mi spiego meglio.
Il 14 dicembre prossimo, quale che sia l’esito della doppia votazione al Senato e alla Camera dei Deputati, qualunque sia il conteggio finale, cambierà ben poco: la tua stella si è ormai oscurata.
Basta leggere le cosiddette indiscrezioni di Wikileaks, caro Fratello, su cui ora è necessario dire un po’ di verità ai nostri concittadini.
Tu e lo pseudo-Fratello Franco Frattini (anch’egli sciaguratamente approdato, da posizioni liberal-socialiste e laiche, a strumentali velleità neo-clericali e conservatrici da ateo devoto) sapete bene come stiano le cose, perciò non continuate a menare il can per l’aia.
Davvero vogliamo continuare a raccontare che le attuali indiscrezioni provenienti da qualche gola profonda del Dipartimento di Stato USA nuocerebbero all’amministrazione Obama?
Se una nazione volesse fare sapere ai nemici (vedi ad esempio le notizie relative all’Iran e al fatto che, in caso di attacco americano, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania ed altri paesi islamici sarebbero in prima fila tra i co-belligeranti), ma soprattutto agli alleati cosa pensa di loro, fuori dai denti e senza il paludamento del minuetto e dell’ipocrisia diplomatica, cosa dovrebbe fare?
Magari favorire la diffusione di gole profonde e di portavoce telematici come Julian Assange. O no?
Bene.
Qual è l’inequivocabile messaggio che lo Zio Sam consegna, tramite Wikileaks, all’alleato italico?
Quale messaggio ha provocato reazioni rabbiose e risentite del povero indignato Frattini, pronto ormai a bruciare sul rogo l’indiscreto Julian Assange?
Il messaggio è forte e chiaro: Berlusconi è un alleato infido e inaffidabile, lingua in bocca con l’altrettanto infido Gheddafi, con l’anti-israeliano Erdogan, con Putin (cui consegna un pericoloso controllo sull’approvvigionamento energetico italiano, al di fuori dell’alleanza atlantica).
E non solo Berlusconi è infido e inaffidabile, ma anche incapace di governare, poco lucido, in cattive condizioni psico-fisiche e giunto ormai al capolinea.
Perciò prima gli italiani lo mandano a casa, meglio è.
Non serve a niente cercare di attutire il tremendo knock-out statunitense per mezzo delle insignificanti, leziose, tardive e niente affatto spontanee attestazioni di stima offerte da Hillary Clinton.
Fratello, è solo un uso postumo di vaselina. Postumo e, quindi, a bassissimo costo per chi lo fa e inutile per chi lo riceve.
Ma tutto questo, caro Silvio, tu lo sai molto bene. Ed è per questo che mastichi amaro, molto amaro, nel constatare che ormai “il re è nudo”.
Sei nudo, Silvio, e non basta qualche friabile foglia di fico per coprire la tua definitiva delegittimazione e l’invito dello Zio Sam ad andartene presto in malora, se vuoi evitare conseguenze ancor più spiacevoli delle presenti.
Vorrei perciò, alla luce di tutto quanto precede, darti alcuni fraterni consigli che spero – stavolta - vorrai seguire alla lettera o giù di li.
- Quando a luglio ti sono arrivati i nostri primi ammonimenti, invece di ascoltarli hai pensato di poter soffocare ogni libero confronto critico all’interno del PDL e di poter eludere la vigilanza di Grande Oriente Democratico & Company sul tuo operato. I variegati (e per te infausti) eventi di questi ultimi mesi (da luglio ad oggi) dovrebbero averti dimostrato che questa è una via sbagliata e senza uscita. Ergo, accetta di fare un paio di passi indietro e favorisci la nascita di un nuovo esecutivo che possa affrontare i problemi che tu non sei stato in grado nemmeno di sfiorare. Piantala di frignare che vuoi andare a nuove elezioni e lascia che venga approvata una nuova legge elettorale, meno truffaldina di quella che ti fa tanto comodo per governare con maggioranze indebite e gonfiate, a fronte di un consenso, il tuo, che è largamente minoritario nel Paese. Accetta una nuova legge sul conflitto d’interessi che stabilisca, ad esempio, che un detentore di grandi mezzi mediatici possa, al massimo, essere il leader di un partito, ma giammai assumere il ruolo governativo di ministro e men che mai di Presidente del Consiglio o di Presidente della Repubblica. In questa prospettiva, visto che i canali tradizionali da te detenuti (Retequattro, Canale 5 e Italia Uno) sono tuttora più importanti - per introiti pubblicitari e per audience - dei recenti canali digitali o satellitari, accetta di privarti di uno dei tre canali generalisti (anche il meno importante: Retequattro), in nome di quella “rivoluzione liberale e liberista” di cui ti sei riempito vanamente la bocca per anni. E in nome dei principi anti-trust tipici di ogni democrazia occidentale. Altro che quella truffa della legge Gasparri.
- Licenzia tutti i tuoi cortigiani/collaboratori servili e sciocchi. Se non ti sbrighi a liberartene, ti condurranno a rovina certa e, un momento prima del tuo crollo totale, saranno i primi ad accoltellarti alle spalle. Scusati con gli italiani (magari proprio a Porta a Porta di Bruno Vespa, dove pronunciasti le tue vane promesse) per non aver onorato i vari “contratti elettorali” con loro. Scusati con gli omosessuali per le tue battute discriminatorie degne di un bauscia brianzolo che ha alzato un po’ il gomito. Scusati con quelle donne italiane e straniere che si sentono umiliate dalle tue battute misogine e maschiliste e che ne hanno le scatole piene della tua bava senescente di satiro improbabile e grottesco. Non starò a farti la morale, perché non sono un moralista. Se ti piace scopare, scopa con chi ti pare e traine tutto il piacere che vuoi, ma non ti azzardare a riempire il Parlamento (italiano ed europeo) di mezze calzette il cui unico merito è quello di aver soddisfatto le tue bramosie senili.
- In questi giorni corre voce che Virginia Sanjust (te la ricordi, Virginia, in relazione ai tuoi riti di magia sessuale? ) sarebbe in procinto di fare approfondite confessioni sugli aspetti esoterico-magici dei suoi rapporti erotici con te e con il tuo ambiente. Subito si è sparsa anche la voce che qualcuno dei tuoi scagnozzivorrebbe farle chiudere la bocca per sempre, seppellendola in qualche ospedale psichiatrico senza via di uscita o facendole anche di peggio… Affrettati a smentire queste gravissime voci - alle quali io mi rifiuto di credere - che ti vorrebbero come mandante di qualche odioso crimine verso una creatura indifesa e già parecchio segnata dal suo incontro (nefasto) con te.
- Tieni al guinzaglio i tuoi cortigiani più screanzati. In particolare, fai presente allo pseudo-Fratello Denis Verdini che “me ne frego” lo va a dire a sua nonna o a qualcuna delle sue/tue puttane, non certo al Presidente della Repubblica, al cui rispetto istituzionale e personale (trattandosi per di più di un autentico galantuomo) è doverosamente tenuto. Altrimenti gliela insegniamo noi l’educazione, a suon di scheletri danzanti che uscendo dagli armadi allieteranno le sue già impegnative vicende processuali.
- Astieniti, almeno fintanto che ricoprirai la carica di Presidente del Consiglio dell’Italia Unita, dal metterti a sponsorizzare acriticamente i libridi Angela Pellicciari (da Risorgimento da riscrivere a L’altro Risorgimento a I Papi e la Massoneria, eccetera). Questa operazione ci offende particolarmente, in quanto massoni, ed è per questo che le dedichiamo qualche riga. Vedi, coloro a cui rivolgi i tuoi consigli editoriali, come i giovani alla festa del PDL in presenza della ministra Giorgia Meloni, non sanno che “sporca” operazione di revisionismo storico-culturale si nasconde dietro i tuoi subdoli suggerimenti. Cantando le lodi di “Risorgimento da riscrivere: liberali e massoni contro la Chiesa”, hai dato un chiaro saggio della tua nauseabonda ipocrisia. Come massone hai disonorato il tuo status e tradito i tuoi Fratelli (lo fai a cuor leggero, perché per te la massoneria è una scuola per Eletti/Illuminati riuniti in Elites che devono manipolare e guidare il popolo bue. E della Massoneria illuminista e risorgimentale, democratica, laica, socialista e libertaria non sai che fartene). Ma hai anche confermato che prendi costantemente per il c… i tuoi elettori. Non eri tu a parlare di “rivoluzione liberale” o “partito liberale di massa”? Certo che eri tu. E poi, per compiacere le gerarchie vaticane che puntellano il tuo potere reazionario, ti accodi adesso, belando, alle esecrazioni anti-liberali della Pellicciari? L’operazione di costei è chiara e si muove a cavallo del mondo leghista e degli ambienti più clericali e retrivi della Chiesa. Lo scopo è semplice. Delegittimare il Risorgimento, demonizzare i massoni e i liberali; celebrare i valori “vandeani” contro-rivoluzionari, esaltare l’alto magistero (si fa per dire) di Papa Pio IX, l’uomo che nel 1864, con l’Enciclica Quanta Cura e il famigerato Sillabo annesso, condannò la modernità, la democrazia, il liberalismo, il socialismo, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Sì, anche quella libertà di religione di cui adesso il Magistero curiale si riempie la bocca, rivendicandola per sé in taluni contesti ostili. E tu, caro Fratello Silvio, Principe degli Ipocriti, di giorno fiancheggi l’operazione anti-risorgimentale, anti-liberale e anti-massonica della Pellicciari, chinandoti a baciare le sacre pantofole dei tuoi amici di Curia e titillando la vanagloria leghista; di notte, poi, bestemmi, ti scateni e celebri i tuoi privati e occulti riti massonici. Per tacere dei riti di raffinata magia sessuale pagana, alternati a più prosaiche ritualità pecorecce del tipo Bunga-Bunga. Bene, bravo, bis ! E complimenti per la coerenza.
- Visto che ti spacci per uno statista autorevole, caro Fratello, inizia a far sentire la tua voce in Europa, specie in Germania, relativamente alla crisi che ha colpito Grecia e Irlanda. Fatti valere e dichiara che sai benissimo chi c’è dietro le manovre macro-economiche che hanno messo in ginocchio alcuni paesi europei. Dichiaralo anche ai cittadini italiani, che non sono dei minorati e hanno diritto di sapere. A chi giova, in funzione delle esportazioni, una svalutazione dell’euro? E chi ha guadagnato dalle operazioni che hanno coinvolto Irlanda e Grecia? Chi continuerà a guadagnarci? C’è un nesso tra tutto ciò e l’incazzatura che Barack Obama si è preso recentemente con Angela Merkel? Se sei uno statista, hai capito di che parlo e agirai conseguentemente. Anche appoggiando l’ipotesi Tremonti di lanciare degli euro-bond: finalmente dal tuo Super-Ministro una proposta condivisibile e lungimirante, invece della solita politica grigia di tagli, lacrime e sangue, senza alcun rilancio del sistema produttivo.
Allora, caro Fratello, se stavolta sarai meno insipiente dell’altra sarà meglio per tutti. E soprattutto per te.
Ci sono però buone ragioni per farci credere che rimarrai fermo in una posizione di gelosa conservazione della massima poltrona di Palazzo Chigi.
Cercherai di comprarti qualche parlamentare con lo stesso spirito con cui, nella tua vita, hai sempre usato in modo assai spregiudicato il denaro. E te ne andrai alla conta del 14 dicembre, in Parlamento.
Ecco, ti annuncio ufficialmente una cosa: se noi di Grande Oriente Democratico volessimo farti prendere la sfiducia, la prenderesti sicuramente - anche al Senato – e saresti costretto un minuto dopo ad andare al Quirinale con la coda fra le gambe.
Ma questo mi dicono che già lo sai, anche a partire da alcune notizie contenute nella sezione Comunicazioni dei lettori/visitatori sul sito www.grandeoriente-democratico.com e riprese da Dagospia il 6 dicembre.
Però.
Però, caro Fratello, perché farti “cadere” adesso e de-responsabilizzarti dal dovere di governare?
E’ importante che tu prenda atto della debolezza della tua maggioranza e ne tragga le conseguenze, facendo due passi indietro e, dopo vari atti di contrizione, attrizione e penitenza, guadagnati almeno una semi-assoluzione, magari ritirandoti a vita privata o, al massimo, restando il Padre Nobile (si fa per dire) del PDL (riformato in senso democratico), senza più aspirare a ruoli “monarchici” all’interno e istituzionali all’esterno (finché avrai tutte le tv, i giornali e le case editrici che hai attualmente, non mi sembra il caso).
Ma se continuerai a recitare il ruolo della vittima, pronto a denunciare immaginari ribaltoni e a pretendere l’equiparazione tra un eventuale voto di sfiducia e il reato di Lesa Maestà, ecco: in questo caso, a chi mi chiedesse consiglio, suggerirei: dategli la fiducia, fatelo continuare nella sua opera di (mal) governo. E’ il miglior modo per aprire definitivamente gli occhi di chi ti ha votato, spesso in buona fede.
Fai. Cimentati, fra qualche tempo, con l’avanzare di una preoccupante, ulteriore crisi macro-economica incombente sull’Europa.
Vuoi governare?
Mostra che cosa sai fare, in presenza di turbolenze speculative dagli esiti imponderabili.
Metti mano a vere riforme, ad populum e non ad personam.
Oppure, se non sei in grado, levati dalle scatole!
In definitiva, comunque, sei destinato a stare sulle spine sino all’ultimo minuto prima delle votazioni del 14 dicembre.
Noi Massoni, lo sai meglio di me, siamo imprevedibili. Magari all’ultimo momento potremmo concludere che sia bene che tu esca sfiduciato comunque.
Perciò, caro Fratello Silvio, nei prossimi giorni passerai inevitabilmente diverse notti insonni…
E’ tutto, o quasi.
Come Massone del Grande Oriente d’Italia e come leader di Grande Oriente Democratico (un movimento interno al Goi, come tu sai, che è composto da persone posizionate a destra, a sinistra e al centro), posso solo auspicare che tu esca presto di scena e che i futuri spazi politici siano occupati da nuovi e più democratici schieramenti: un centro-destra de-berlusconizzato, moderno e pluralista con Fini, Casini e Rutelli; un centro-sinistra totalmente inedito e orgoglioso della propria nuova identità: laica, libertaria, riformista, liberal-socialista, se possibile.
Anzi, per l’Italia, l’obiettivo di un centro-sinistra così è non solo possibile, ma assolutamente necessario e urgente.
Ti invio nel frattempo il mio Triplice Fraterno Abbraccio e Ti saluto, caro Fratello Silvio.
GOOD NIGHT AND GOOD LUCK!
P. S. Come individuo che personalmente ha deciso di impegnarsi ad aiutare il centro-sinistra, insieme ad altri (numerosi) liberi muratori di G.O.D. (cioè del G.O.I.) e di altre comunioni massoniche italiane, nonché insieme ad altre/i concittadine e concittadini non-massoni, ho provveduto a costituire il Movimento “Democrazia Radical Popolare” (www.democraziaradicalpopolare.it ).
Di esso si parlerà un bel po’ nei prossimi giorni.
Non si tratta di un partito che voglia presentarsi alle prossime elezioni.
Non si tratta affatto di un partito.
Esso tenterà di proporsi come il filo conduttore e il trait d’union tra tutti i diversi partiti e le diverse anime del centro-sinistra, per “riunire ciò che è sparso”, come diciamo noi Fratelli, e per traghettare, da ambienti una volta gravitanti nel centro-destra, nuovi e decisivi consensi a beneficio di chi intende candidarsi a governare il Paese con ben altri presupposti dal velleitarismo parolaio di marca berlusconiana.
A questo proposito, in chiusura di questa Lettera N°2, ho il piacere di annunciare che sarà presto pubblicata una Lettera Aperta n.1 ai Dirigenti e alla Base del Centro-Sinistra italiano, che avrà i connotati di una vera e propria scossa elettrica.
Con questa anticipazione: non si possono concepire alleanze con i “terzi poli”, con tizio o con caio, se non si sono tracciati i confini della propria identità progettuale.
Prima di ogni altra cosa, il Partito Democratico deve guadagnare coraggio e capacità di iniziativa, tessendo attorno a sé le fila di una serie di alleanze alla sua sinistra e al suo fianco.
Prima ancora di dialogare verso il centro, e sempre ammesso che questo “dialogo centrista” abbia un senso anche oltre l’ipotesi di un governo contingente di solidarietà nazionale in questa legislatura, nel dopo-Berlusconi.
Occorre attirare di nuovo a sinistra tutti quei socialisti costretti alla diaspora (verso Berlusconi o verso l’astensione dal voto, soprattutto) dopo tangentopoli e la fine del PSI e che masticano amaro quando gli si prospetta un’alleanza con Di Pietro.
A costoro andrà spiegato che Di Pietro agì comunque (da PM) contro un sistema corrotto e troppo costoso per la collettività, che non avrebbe in ogni caso potuto durare a lungo.
A Di Pietro bisognerà far notare che la tradizione del socialismo democratico italiano si è sentita perseguitata e devastata da inchieste che, talora, è potuto sembrare non separassero bene il grano dal loglio. Come se si volesse gettare via il bambino insieme all’ acqua sporca.
Agli ex-democristiani del PD bisognerà parlare chiaro: o stanno dentro per realizzare un grande partito di centro-sinistra laico, libertario e moderno, altrimenti seguano la scia di Paola Binetti e vadano a pascolare le proprie fisime confessionali altrove.
Si possono mettere in politica molti valori di base del cattolicesimo e del cristianesimo (capacità di integrazione dei diversi, altruismo, generosità, compassione verso gli “ultimi”, integrità morale, eccetera) ma questi valori sono tipici di chi ha una fede adulta.
Coloro che sono ancora spiritualmente bambini e sentono di dover obbedire ciecamente e acriticamente a Mamma Curia, raggiungano la Binetti, Volonté e Buttiglione o addirittura i vari Roccella, Quagliarello, Lupi e altri della lobby clericale italiota.
Ma non stiano a rompere l’anima nel PD, sempre un po’ dentro e un po’ fuori, sempre in procinto di varcare il Rubicone per ricongiungersi agli altri amati lacerti della tradizione democristiana.
Il PD non deve essere né socialista, né radicale, né democristiano, né liberale: piuttosto una nuova sintesi di tutte queste importanti storie politiche.
L’attuale, maggiore partito di opposizione, dovrebbe anche aiutare la rigenerazione di tutte le realtà politiche alla sua sinistra; dialogare con i più vivaci movimenti della società civile: popolo viola, movimento a 5 stelle, etc.
Inoltre, dovrebbe essere lo stesso PD a calendarizzare al più presto le primarie. Invece di rimandarle. Per paura di che?
Così come dovrebbe essere lo stesso Bersani a lanciare Nichi Vendola come candidato del PD per l’intera coalizione.
Vendola è un candidato pulito, colto, capace, onesto e carismatico: una risorsa per tutto il centro-sinistra, ma soprattutto per un PD che voglia recuperare l’entusiasmo di chi non va più a votare, ma un tempo votava PDS e poi DS.
Bersani ha l’occasione di rafforzarsi come segretario del principale partito del futuro governo del Paese, una carica/funzione che va distinta da quella del leader di coalizione.
Ma su ciò avremo modo di tornare molto presto, con dovizia di analisi, ragionamenti, proposte, prospettive e progetti concreti.
Per convincere gli italiani. E vincere, naturalmente.
Per chiudere, vale quanto già detto nel P.S. della Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010: sarà meglio per qualunque scagnozzo al soldo del Fratello Gustavo Raffi o del Fratello Silvio Berlusconi tenersi a debita distanza da ciascuno di noi e dei nostri cari. Com’è noto, mordiamo…