giovedì 7 giugno 2012

Smontate Monti

C'ha messo del tempo ma finalmente l'ha capito anche lui, impegnato com'era nelle ultime settimane tra un vertice e l'altro in giro per il mondo a vaneggiare sul nulla - cioè, "l'austerità che accompagna la crescita"...anche un bambino capisce che sono due opposti che fanno a pugni per definizione - e a beccarsi sonori fischi e vaffanculo quando compare in pubblico sul suolo italiano.

Monti s'è reso conto che, oltre ad essere genuinamente antipatico per quella sua professorale spocchia mista alla gelida crudeltà degli occhi, non raccoglie ormai più alcun reale consenso nè tra i partiti - che sono obbligati a tenerlo in vita in quanto devono pensare in primis a come salvarsi il culo in vista delle prossime elezioni che nessuno infatti vuole anticipare nel modo più assoluto - nè nel principale quotidiano italiano un tempo suo grande fan, Il Corriere della Sera, con cui ha anche collaborato per anni.

Oggi Monti ha detto chiaramente di aver perso il sostegno dei poteri forti (Corriere della Sera, ndr) e di Confindustria. E nonostante ciò non è riuscito a far a meno della sua proverbiale spocchia dicendo che "la riforma del lavoro è stata molto sottovalutata in Italia, soprattutto da coloro che, come il sistema delle imprese, ne saranno i principali beneficiari. Non hanno colto che alcuni aspetti, fino ad alcuni mesi fa considerati tabù, sono stati toccati e scardinati in una prospettiva di maggiore protezione sociale". Ovverossia: Deficienti, vi abbiamo facilitato i licenziamenti e neanche ci ringraziate.

Purtroppo a Monti sfugge il fatto che la Confindustria guidata da Squinzi vuole ben altro, e cioè misure per far crescere le imprese in maniera tale da poter assumere in prospettiva e non licenziare.

Ma a Monti di far crescere le imprese italiane e il Paese più in generale non è mai fottuto nulla, anzi tutte le misure fin qui approvate dal suo governo non stanno facendo altro che spingere il Paese in una spirale recessiva senza ritorno e affondarlo definitivamente.

E infatti Monti sempre oggi ha ribadito col solito linguaggio da "barone" universitario il suo dogma imprescindibile: "Credo debbano essere valutate forme per incentivare al rientro dal debito pubblico eccessivo gli Stati che sono già impegnati nel consolidamento fiscale e hanno varato incisive riforme strutturali creando un complemento che renda più facilmente attuabili le disposizioni del Fiscal Compact".

Tradotto: finora abbiamo infilato solo un bastone nel culo degli italiani con una spalmata di vaselina, d'ora in poi invece ci impegneremo per infilargli una bella trave ruvida senza l'ausilio di olii e unguenti vari.

Restiamo in attesa che qualcuno smonti Monti, lo tenga in stand-by per qualche mese e lo riporti da dove è venuto - Marte, Goldman Sachs o Bilderberg che dir si voglia.

Ha già fatto fin troppi danni al Paese.