sabato 31 luglio 2010

Il futuro prossimo di Berlusconi: campagna acquisti riuscita o spalle al muro

Sarebbe dovuto succedere già da qualche anno, è successo solo ieri.

E’ arcinoto che Berlusconi e Fini non si sono mai sopportati, servendosi esclusivamente l’uno dell’altro. Il primo per scendere in politica e posizionarsi poi nell’area che ha occupato fino ad oggi, il secondo per ottenere incarichi politici di prestigio, per sé e i suoi fedeli dell’ex MSI, altrimenti destinato all’oblio della storia politica italiana.


Il percorso obbligatoriamente comune dei due finisce nella maniera peggiore soprattutto per chi dell’immagine ha fatto la sua essenza di vita. Berlusconi infatti con questo divorzio - che sancisce la morte definitiva del Pdl, ridotto ormai all’ex Forza Italia più qualche yesman dell’ex AN - si è forse messo definitivamente con le spalle al muro da solo.


Ha fatto male i conti, convinto che i parlamentari che avrebbero seguito Fini fossero solo “quattro gatti”, e invece i numeri dicono che con 34 deputati (incluso Fini) il nuovo gruppo Futuro e Libertà (FL) sarà determinante alla Camera per tenere in vita o meno il governo.


Per quanto riguarda invece il Senato si dovrà attendere ancora qualche giorno per sapere di quanti senatori potrà disporre Fini. Ma si parla di un numero compreso tra i 10 e 14.

Quindi il governo al Senato potrebbe in teoria avere ancora una maggioranza, ma risicata come quella che aveva l’ultimo governo Prodi. E si sa come è andata a finire…


Naturalmente Berlusconi sta già attivandosi con energia per fare campagna acquisti tra le fila dell’Udc in primis, ma non solo, onde porre rimedio a una situazione quasi disperata che, come unico sbocco a lui potenzialmente favorevole, dovrebbe in seguito dirigersi a tappe forzate verso nuove elezioni.


Elezioni però che non è affatto detto rivincerà, nonostante sia praticamente l’unica cosa che sa fare, vista la sua evidente incapacità di governare – se non per fare gli interessi suoi e dei suoi accoliti – e di guidare una coalizione così eterogenea.


Non gli sarà facile spiegare ai suoi elettori perché rivotarlo, dopo essere stato alla guida di un governo con la più ampia maggioranza della storia repubblicana. E una campagna elettorale basata sullo scaricare la colpa del suo fallimento esclusivamente su Fini potrebbe non bastare a convincere i suoi elettori a votare di nuovo per il Pdl.


Idem dicasi per la Lega che attraverso l’eloquente dito medio di Bossi ha già detto chiaramente che di elezioni anticipate non se ne parla proprio.


E quindi ora che succederà?


Gli scenari possibili sono tanti ma si può prevedere che, se la campagna acquisti di Berlusconi dovesse fallire, il governo cercherà di tirare a campare ancora per qualche settimana fino a quando, al primo provvedimento importante che non andrà bene a FL, finirà sotto alla Camera e quindi Berlusconi sarà costretto a salire al Quirinale da Napolitano che lo rispedirà in Parlamento per chiedere la fiducia nei due rami.


E se questa non gli verrà rinnovata, allora è prevedibile che Berlusconi comincerà a dispiegare le sue armate mediatiche per ritornare alle urne, con il solito tam tam usato contro Scalfaro nel 1994, il solito stantio bla bla bla sul fatto che è stato eletto dal popolo, che l’unica maggioranza voluta dagli elettori è venuta a mancare e che quindi bisogna rispettare la volontà popolare e ritornare al voto. Bla bla bla…


Ma l’Italia è ancora una Repubblica parlamentare. Solo in Parlamento si trovano le maggioranze. Solo in Parlamento nascono i governi. Solo in Parlamento muoiono i governi.


Quindi Napolitano, seguendo alla lettera la Costituzione, verificherà la possibilità di trovare una nuova maggioranza in Parlamento – e lo ha già implicitamente detto ieri quando ha accennato alla “continuità istituzionale” - e se così sarà, nascerà un nuovo governo con due/tre punti di programma da portare a termine, come ad esempio una nuova legge elettorale, provvedimenti di contrasto alla crisi economica e una nuova manovra finanziaria.


E la Lega, se dovesse dare il suo appoggio al nuovo governo, potrebbe anche raggiungere l’agognato obiettivo di quel federalismo fiscale che difficilmente otterrà con l’attuale governo. In questo caso il nuovo governo durerebbe più o meno fino alla scadenza naturale della legislatura.


Dopodichè si andrebbe al voto in un quadro politico piuttosto rivoluzionato, con nuovi soggetti politici, nuove alleanze e risultati imprevedibili.

Ma qui si è già entrati nella fantapolitica…

venerdì 30 luglio 2010

Milano: un ricettacolo di mafiosi, puttane e sfigati cocainomani

Una carrellata di articoli sull'intreccio milanese locali notturni-crimine organizzato-cocaina-escort.

Nulla di nuovo per chi vive a Milano, essendo una storia che infatti va avanti da anni e anni ma che solo ora, grazie all'inchiesta giudiziaria che ha portato alla recente chiusura di alcuni locali, ha ottenuto la dovuta attenzione dei mainstream media.

Un altro esempio comunque del livello raggiunto da una città irrimediabilmente marcia, una vera e propria fogna ricettacolo di escrementi umani strafatti di cocaina.


Trentamila clienti a caccia di cocaina. Così la marea bianca sommerge Milano
di Laura Asnaghi e Massimo Pisa - www.repubblica.it - 30 Luglio 2010

Poliziotti e medici in prima linea nella lunga guerra alla droga raccontano chi vende, chi compra e chi regge le fila

È il vero libero mercato di Milano. Dove tutti hanno accesso a tutto, in base a tasca, censo, urgenza. Se una cifra può essere indicativa, nel mare magnum del contrasto al traffico di cocaina (dove le indagini sono lunghe anni e l'attesa di un blitz può essere prolungata di mesi), nei primi sei mesi del 2010 la polvere sequestrata a Milano da polizia, carabinieri e finanza ammonta a oltre mezza tonnellata.

Più di tutta quella tolta dal mercato nell'intero 2009. E se un altro numero può dare il senso di quanto la domanda sia alta, sono più di 30mila a Milano i consumatori abituali di "bamba".

Un esercito di cocainomani che comprende sia quelli che assumono la sostanza solo durante il week-end, sia quelli che la pista se la fanno più volte alla settimana. Per lavorare di più, non sentire lo stress e vivere alla grande.

Il secchiello e il mare. L'immagine dipinta dalle squadre narcotici delle varie polizie è l'intramontabile classico. La pallina, i 90 grammi nel cruscotto dell'auto del chirurgo, il chilo imboscato dietro al semiasse dell'Audi, le tavolette di pasta sciolte dietro la tela di un quadro.

Una lotta infinita, in un mercato che sfama tutti, dove non c'è vera concorrenza da almeno tre anni, da quando cioè le bande di ex paramilitari slavi hanno spostato le loro attenzioni su altre specialità del crimine.

Su piazza, le piazze per i consumatori da una sera e via, o per i disperati, i pusher gambiani detengono una solida leadership, soprattutto d'estate: loro non tornano a casa, come i maghrebini.

Li trovi nell'eterna via Padova e in piazza Archinto, Barona e Sempione, con sporadiche puntate nei dintorni in corso Como e viale Pasubio, dove le insegne dei locali sono spente, su appuntamento. Il cliente che può spendere e vuole qualità (leggi: purezza intorno al 50%) sa da tempo che deve ricevere a casa. Più comodo, più elegante, più sicuro.

Tra i cocainomani che frequentano le discoteche alla moda, prevale il modello cosiddetto "glamour". Riconoscerlo è facile: giacca blu con camicia bianca attillata e jeans. Perennemente abbronzati, al volante del Suv l'orologio d'oro griffato al polso, "sono quasi sempre uomini tra i trenta e i quarant'anni, che, con l'uso della cocaina, hanno l'illusione di essere forti e onnipotenti - spiega Riccardo Gatti, il direttore del dipartimento delle dipendenza dell'Asl - In realtà, dietro questa immagine effimera, si nascondono storie drammatiche. Ci sono giovani brillanti, con carriere straordinarie, che si bruciano con la cocaina e mandano a gambe all'aria lavoro e famiglia. E molti di loro, alla fine, hanno anche grossi problemi sessuali".

Gatti, che da anni studia il mondo della tossidipendenza, spiega che la cocaina all'inizio dà a molti la sensazione di toccare il cielo con un dito ma poi "ti tradisce rovinosamente". "Molti hanno bisogno di esperienze estreme per provare ancora il piacere sessuale - racconta - ecco perché ricorrono alle escort, ai festini, all'alcol consumato insieme alla cocaina".

Solitamente si pensa che le piste di "bamba" siano un ottimo propellente ottenere grandi performance sessuali. Ma non è così. E in più la coca moltiplica per cinque il rischio di infarto, tanto che ormai nei pronto soccorso di Milano, quando arriva un uomo giovane con problemi al cuore, la prima domanda dei medici è: "Lei fa uso di stupefacenti?".

Secondo Gatti il modello del cocainomane "glamour" tuttavia "ha stancato ed è sul viale del tramonto". Adesso si fa avanti un nuovo modello: il consumatore solitario, quello che si compra la bustina di coca e la consuma davanti al computer chattando tutta la notte come un pazzo, facendo sesso virtuale e intrecciando relazioni che di vero non hanno nulla.


Era all'Hollywood l'armiere del boss della 'ndrangheta
di Andrea Galli e Cesare Giuzzi - Il Corriere della Sera - 30 Luglio 2010

Indagato un commissario di polizia: sistema Citterio,
si scava anche tra i contatti politici

La pistola, si sente in una telefonata intercettata, «è nuova, è buona, è bella»; la pistola è della 'ndrangheta e finisce all'Hollywood. Per non tenersela addosso, il proprietario, il boss Francesco Pesce, 26 anni, l'affida ad «Andrea», un «dipendente del locale», impegnato «nella security», si legge nella recente inchiesta «All inside» della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Reggio Calabria.

All'Hollywood, la pistola sarà al sicuro, è convinto Pesce, poi fermato dai carabinieri, fermato in tempo: era salito dalla Calabria per vendicare un affronto, vendicarlo a modo suo, ammazzando. Lo prendono vicino a corso Como. Due minuti prima aveva affidato l'arma e si era così raccomandato: «Andrea tieni, posamela, quando te la chiedo ogni volta che salgo vengo qua e me la prendo».

La coca e la fila in bagno per pippare. Le prostitute. I pestaggi dei body-guard. Le confessioni di tante belle (Belen, Fernanda Lessa, modelle e modelline) sull'assunzione di droga. Ma cos'altro ancora c'è? Le indagini lasciano per adesso in sospeso l'Hollywood e il The Club, l'altra discoteca chiusa per droga, sesso e mazzette; girano, le indagini, un po' per la città.

Verso altre zone del divertimento: quella che dalla stazione Centrale corre lungo via Vittor Pisani, o quella del Naviglio Pavese. Cercano intanto di capire, gli inquirenti, se sia stato mutuato il modus operandi riscontrato all'Hollywood con «la falsa complicazione e retrodatazione del registro di manutenzione degli impianti».

Quante sono le discoteche, a Milano, non a norma oppure ristrutturate e strutturalmente modificate senza chiedere, e avere, il minimo permesso? Quale il numero reale dei beneficiari del sistema-Citterio?

Rudi Citterio, agli arresti domiciliari nella sua casa affacciata sul Duomo, ex potente presidente del sindacato dei locali da ballo, secondo l'accusa è «uomo accecato dalla bramosia di potere e di denaro» nonché «dall'intento di soddisfare una carriera fulminea che lo porti alla direzione di centri di poteri politico-amministrativo».

Si avvaleva di funzionari del Comune, Citterio. E non soltanto. Dall'inchiesta, in base «a segnalazioni pervenute» al magistrato «dalla Squadra Mobile di Milano», spunta il nome di Massimo Cataldi, dirigente di un commissariato e, dunque, dipendente dalla stessa Questura. Stando alle carte firmate dal pm Frank Di Maio, Cataldi risulta indagato con l'accusa di «illecite informazioni trasmesse a Citterio in merito alle indagini che lo riguardano».

Il dirigente, contattato dal Corriere, ha detto: «Sono perplesso. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Citterio? Lo conosco così come conosco tante altre persone».Citterio lo conoscono, e bene, tanti della politica milanese e nazionale, come si evince dagli atti. L'inchiesta punta a scoprire eventuali pressioni per risolvere problemi - come bolli, tasse, autorizzazioni non a posto - in locali amici.


Quel ragazzo morto di movida a Milano
di Gianni Biondillo - Il Corriere della Sera - 30 Luglio 2010

In giro per discoteche con un selezionatore di clienti:
la bolgia delle droghe

In questa Milano tropicale bevo una birra ghiacciata con M. quartoggiarese doc e amico di sempre. Ci vediamo poco, abbiamo vite diverse: io la sera resto in casa con la famiglia, lui di notte inizia a vivere. Oggi ho la serata libera; giro con lui in macchina per una città che non conosco e che non mi appartiene, incrociando di continuo i luoghi topici della movida, senza voyerismo o pelosa indignazione.

Quello che è successo all'Hollywood, mi dice, non è nuovo per nessuno, Milano naviga nella cocaina da decenni. Da quando il prezzo si è abbattuto è diventata appannaggio di tutti. «Perché tutti pippano a Milano. Dipende come e perché» Io a dir la verità non l'ho mai fatto, gli dico quasi vergognandomene. «Ci sono camionisti o chirurghi che pippano per mantenere alte le performance professionali. La coca non è solo sballo». Sai che soddisfazione!

A questo punto lo pungolo un po'. M. è stato per un certo periodo pierre proprio all'Hollywood. «Ero solo l'ultima ruota del carro nella gerarchia» mi dice. E mi spiega come si viene arruolati per portare gente nelle discoteche: più «bella gente» si porta dentro e più è facile ottenere un compenso, che spesso arriva anche a metà del biglietto d'ingresso di ogni potenziale cliente.

Ma dov'è il guadagno, chiedo ingenuamente. «Il costo del biglietto non fa testo. Quello che conta è far entrare il pollo col portafoglio gonfio». Da qui la selezione all'ingresso. Code infinite di gente che viene dal bresciano, dalla bergamasca, manzi al macello brianzoli o del centro città. Aspettano anche per ore davanti ai club.

Che club non sono affatto, sono luoghi pubblici, la selezione in sè è un abuso. Solo che la logica dell'esclusività nobilita il fighettismo snob di chi viene ammesso a corte. Dentro poi sei uno dei tanti, escluso dall'ennesimo cerchio esoterico dei privé, lì dove tutti agognano di andare, dove tutto è permesso.

«Quello che ho visto tu non lo puoi immaginare» prosegue. «Sono i giovani che mi spaventano. Sono i più fragili, i più facili da irretire. Si calano di tutto: coca, anfetamine, alcool. Così le inibizioni crollano. Una volta ho visto una ragazza completamente sfatta che ha fatto sesso orale col fratello».

Ma com'è possibile, chiedo, nessuno dice nulla? «In quella bolgia ci sono regole non scritte. E modi di appartarsi. È un circolo vizioso, il livello di ipereccitazione è altissimo. Allora spesso i ragazzi si prendono dei calmanti, del valium. Cadono in un down deprimente, per giorni, e ricominciano daccapo. Tutto questo forse aumenta la loro fragile autostima ma distrugge il fisico».

Mi racconta queste cose mentre passiamo per il Magnolia, il Toqueville, l'Alcatraz, il Gattopardo. Dall'Idroscalo ai Navigli, e poi Brera, San Lorenzo, Corso Sempione. «Dovrebbero andare avanti. Tutta Milano è da decontaminare».

Forse stai un pò esagerando, gli dico. «Guarda l'Isola» insiste. «Hanno eliminato i centri sociali come fossero la feccia. In realtà erano portatori di diversità. Cosa hanno lasciato? Il mito della trasgressione a tutti i costi. Un ghetto frequentato di notte da ragazzi di buona famiglia pronti a pestarsi per uno sguardo in tralice o per un apprezzamento fuori luogo».

Quarto Oggiaro è molto più tranquilla e sicura, gli dico, sfottendo. Sorride e annuisce. Fa un ultimo sorso. «Sai perché ho mollato? Non avevo fatto nulla di illegale, invitavo i ragazzi a divertirsi. Ma a vent'anni il limite non lo conosci. È pieno di quarantenni che pippano, ma ci stanno all'occhio, hanno capito come prendere le misure».

Si rabbuia, capisco che la cosa che mi sta raccontando non gli piace. «Poi è successo che uno di questi ragazzi in fila supera la selezione e passa un'intera nottata sballandosi, nel frastuono della musica assordante, calandosi di tutto. Era entrato in ipertermia, il suo corpo bolliva. Ha fatto in tempo ad uscire, nella notte gelida, per un pò d'aria. E il suo cuore si è spaccato in due. Un infarto. Morto, solo come un cane».

Ora si accende una sigaretta. «L'avevo fatto entrare io» mi dice. Non ha colpa, lo so. Eppure com'è che mi sento inquieto lo stesso?


Cocaina, escort e vie di fuga segrete dai locali della movida. Così la Milano da sniffare protegge i vizi dei vip
di Paolo Berizzi - La Repubblica - 30 Luglio 2010

L’inchiesta alza il velo sulle notti bianche di Milano: tutti cercano di apparire, ma molti devono nascondersi

«Stasera facciamo serata». C´è un modo di dire, tra i protagonisti di una certa movida milanese, che abbraccia molte delle cose raccontate dall´inchiesta della procura su coca, escort e tangenti.

«Fare serata», per quelli del giro, è una locuzione-dress code. Una specie di codice di regole che definisce, in modo auto referenziale, gli ingredienti di una «serata» particolare. Che vuole essere e sarà iperbolica, ad alto tasso di alcol, coca e sesso.

Dicono «facciamo serata» i modellari e le starlette, gli imprenditori e i calciatori "in caccia", i pierre della moda, la conduttrice famosa, il rampollo vizioso, i nuovi play boy, le modelle, i divetti dal petto glabro e i loro pigmalioni, gli emersi e le emergenti del sottobosco tv.

E poi quelli che il giro, credendolo un paradiso senza nuvole, lo lambiscono soltanto. In attesa dell´ingresso ufficiale, del contatto buono, del quarto d´ora wharoliano anche a costo di restare impigliati in qualche storiaccia.

Come i poliziotti e i dirigenti comunali corrotti. Come chi ha gestito e ancora gestisce il giro delle modelle-ragazze immagine convertite, all´occasione, in prostitute. Maitresse molto ben coperte, che fanno parte dello show biz meneghino, i cui nomi potrebbero presto affiorare tra le pieghe di questa e di altre indagini.

«Fare serata», nella notte bianca di Milano, vuol dire fare l´alba. La scansione è: aperitivo, cena, discoteca. E poi l´after, l´ammazzacaffè. Nella casa più bella o in quella più vicina al club.

Seguendo sempre la via lattea della bamba, la polvere bianca. Nella città che tira 15 mila dosi di cocaina al giorno e promuove le sue escort in tv facendole passare dai palazzi che contano, c´è chi dice «io nei locali non ci vado, quel mondo mi fa schifo...».

È quel volpone di Fabrizio Corona. Che in effetti, adesso, ci va solo se lo pagano. Ma Corona e tanti come lui sanno bene che dietro al segreto di pulcinella della coca all´Hollywood e al The Club, dietro le batterie di squillo dei privé, dietro le sniffate delle belle e famose, dietro tutto questo c´è di più. Al mosaico mancano ancora dei tasselli.

Da dove entravano e, soprattutto, da dove uscivano all´Hollywood vip e vippini? «Da quando il locale, già posto sotto sequestro, nell´agosto-settembre 2008 è stato riaperto, è cambiato», dice l´avvocato Andrea Fares parlando del bagno delle sniffate ripreso dalle telecamere della polizia. Già. Ma chiunque abbia frequentato il privé di corso Como lo sa: c´era, in quell´area riservata, una porta, in teoria un´uscita di sicurezza, che si apriva solo per alcuni.

Dalla porta si accedeva all´ingresso di alcuni garage. Poi c´era una rampa - c´è ancora - che dal privé fa riemergere direttamente in strada, sul retro del locale, di fronte all´ingresso del Toqueville, la discoteca che con l´Hollywood si contende clientela vip e forzati del vip watching.

Un´uscita e un´entrata prioritaria, quella porta: ci sono passate migliaia di facce non anonime. A qualsiasi ora della notte. Si passava di lì perché non si poteva o non bisognava farsi vedere. Perché le condizioni, a un certo punto della serata, lo suggerivano. Un cenno, e il buttafuori apriva. A Eddie Irvine e a Gabriele Moratti, figlio di Letizia, che si erano presi a pugni in una notte di eccessi il 20 dicembre di due anni fa. A Adriano che se le era date col cestista Rolando Howell.

A un esercito di bellone e calciatori piegati da alcol e coca, e poi attori, cantanti, divi della tv entrati in ghingeri e usciti non proprio in forma. Era anche una zona di decompressione. Lontana dai paparazzi. «Non potevamo perquisire i clienti», dice Andrea Gallesi, già responsabile del privé. «Si ritenevano immuni» per il solo fatto di frequentare un luogo non accessibile a tutti, scrivono i magistrati milanesi.

In città ci sono locali pubblici che diventano salotti per pochi. Sono i luoghi simbolo della Milano da ri-bere. Quella che ha tra i suoi anfitrioni quel Lele Mora amico di Berlusconi e Dell´Utri che, detronizzato (in senso letterale: nel privé dell´Hollywood aveva un trono tutto per lui) in seguito a inchieste giudiziarie e insuccessi imprenditoriali, si sta riaffacciando sulla scena.

L´aperitivo al Frank o al Radetzky, o nel più elegante giardino del Hotel Diana. La cena da Giannino, il risto "vetrina" di via Vittor Pisani amato dal premier e dalla sua corte milanese, al vicino Hollywood international living (stesso marchio della discoteca), al velinaro Ibiza di corso Garibaldi o alla Briciola, e poi il Bolognese e Nobu.

La serata si scalda e i pierre e i pusher sono già attivati. I tavoli pronti ad accogliere: 400 euro una bottiglia di champagne. Un facoltoso erede di una dinastia di imprenditori bergamaschi all´Hollywood lasciò 15 mila euro in una sera.

Poi si ritirò con tre escort nel suo appartamento in centro: quando bussarono, si presentò, fatto di coca, vestito da chirurgo. Ora abita lontano. Come lontani dal terrore di nuove rivelazioni vorrebbero essere alcuni dei personaggi che compaiono negli atti dell´inchiesta dei pm Frank Di Maio e Alfredo Robledo.

Le rivelazioni di Belen Rodriguez e di altre testimoni hanno sollevato un velo. Ora la Milano delle notti bianche trema. C´è chi ha paura che l´onda si allunghi, che travolga tutto, contratti compresi, con la sua schiuma di serate impolverate e ricoveri al pronto soccorso.


Niente più Milano da bere. Ormai è solo da sniffare: sigilli alle discoteche vip
di Luca Fazzo - www.ilgiornale.it - 27 Luglio 2010

Cocaina e tangente, due vizi metropolitani evidentemente immortali. Il pubblico ministero Frank Di Maio - lo stesso che incastrò Fabrizio Corona - chiude dopo anni di lavoro l’inchiesta (scaturita proprio da quella sul «re dei paparazzi») che lo ha portato a scavare nel mondo dei locali notturni milanesi.

E racconta che proprio lì, sulle piste da ballo e nei privè dei locali alla moda, si incrociano le piste della droga e quella delle corruzione. A dettare legge sulla vita notturna della città, dice l’inchiesta di Di Maio, sono i loschi signori dello spaccio.

Ma anche i ras in colletto bianco, quelli che amministrano come se fosse cosa loro l’ufficio del Comune che vigila sulle licenze. E dove i funzionari si potevano comprare in modo piuttosto semplice: «Rudi grazie di tutto, è stata ’na gran serata e ’na gran scopata», scriverà un impiegato di Palazzo Marino a Rodolfo Citterio, titolare di balere, sindacalista del settore e gran faccendiere a pagamento delle licenze ai locali.

Ma se l’inchiesta sulla corruzione amministrativa e forse politica è solo agli inizi (insieme a Citterio sono indagati l’ex capo dei vigili, Bezzon, e un lungo elenco di dipendenti comunali, tra cui un paio di capi ripartizione) l’indagine sulla droga è alla fine, ed è un finale col botto: ieri mattina vengono chiusi e sigillati due locali simbolo della notte milanese, Le Club e soprattutto l’Hollywood, da anni il ritrovo dei calciatori, delle modelle e soprattutto degli sfigati danarosi ansiosi di mischiarsi con loro.

E i nomi dei vip dalla «pippata» facile affollano le pagine dell’ordinanza di custodia: Aida Yespica, Ana Laura Ribas, Francesca Lodo, Fernanda Lessa, Alessia Fabiani, Belen Rodriguez, tutte in un modo nell’altro tirate in ballo - e tutte, una volta interrogate, ree confesse - dal «pentito» di questa indagine, da tale Pietro Tavallini, navigatore di lungo corso delle notti milanesi e accanito cocainomane, che aveva descritto con dovizia di particolari cosa accadeva nei privè, le zone dei due locali riservate ai clienti di riguardo: un andirivieni continuo nei gabinetti dove maschi e femmine si mischiavano in nome della «riga», la dose di cocaina.

Dice Fernanda Lessa: «Ho assunta cocaina insieme a Tavallini parecchie volte, in diverse circostanze e talvolta anche all’interno di qualche locale come l’Hollywood e The Club; ricordo che all’interno dell’Hollywood entravo all’interno del bagno del privè soprattutto il mercoledì e lì facevo uso di cocaina».

Dice Francesca Lodo: «Ho consumato cocaina all’interno del bagno del privè dell’Hllywood con Pietro Gavallini e ricordo che c’era anche Belen Rodriguez, anche se non sono certa del fatto che l’abbia consumata anche lei. Ho fatto uso di cocaina all’interno dell’Hollywood almeno tre volte. In particolare, io e Tavallini Pietro ne abbiamo fatto un discreto consumo all’interno del bagno dell’Hollywood approfittando dell’assenza della security. La security l’ho vista raramente davanti ai bagni, anzi sono più le volte che non l’ho vista».

Alessia Fabiani: «Ho assunto cocaina al Frank con Pietro, al The Club con Walter Agostoni ma mai all’Hollywood». Belen Rodriguez: «Ho fatto uso di cocaina insieme a Francesca Lodo a casa sua solo due volte. Non so dove Francesca la prenda, ma sono certa del fatto che ne fa assai uso. Lei mi Invitava spesso ad andare nei bagni dell’Hollywood le domeniche sera in cui stavamo insieme con tutti i componenti del gruppo Mora; ma io non la seguivo perché temevo l’effetto della cocaina».

Riassume il giudice: «I prive dell’Hollywood e The Club sono luoghi dove la cocaina viene richiesta, ceduta, regalata e consumata ai tavoli, negli spazi tra un tavolo e l’altro, sui divanetti, nei bagni. Il libero consumo di cocaina diventa una delle attrattive dei locali».

Verbali già pubblici, cose ormai arcinote, immortalate e anche dalle telecamere nascoste delle Iene. Persino la richiesta di arresti firmata dal pm Di Maio è vecchia di un anno e mezzo, e solo adesso chissà perchè il giudice si è deciso a controfirmarla. Al punto che i gestori delle discoteche, messi agli arresti domiciliari, protestano. «Il privè come lo ha descritto Tavallini - dicono - all’Hollywood non esiste nemmeno più, adesso tutto è sotto gli occhi di tutti».

Ma il giudice è di diverso avviso, parla di «una chiara volontà di continuare nel comportamento antigiuridico che, d’altra parte, assicura agli indagati lauti guadagni». La tesi è semplice: i signori delle discoteche non guadagnano sullo spaccio di coca, ma lo tollerano e ne approfittano perché la libera circolazione di polvere è tra le principali attrazioni dei loro locali.

Così per Hollywood e Le Club si abbassano le saracinesche. Fino a nuovo ordine, i nottambuli della movida milanese dovranno tirare altrove le cinque del mattino.


Vita da escort
di A. Galli e E. Serra - Il Corriere della Sera - 29 Luglio 2010

Non sono più una prostituta, dice, non chiamatemi più come vi piace, mi sono ripresa il mio nome, la mia vita, e tutto il resto. Sicura? «Ho paura. Rimango chiusa in casa. Chiameranno di nuovo, i magistrati? Mi faranno altre domande? Dimmi, cosa succederà? Ti giuro, ne sono uscita. Ho fatto le mie cazzate. Ho pagato. Basta».

Prendeva ottanta euro per una serata da ragazza immagine, in discoteca, e dopo la discoteca gliene davano duecentocinquanta, dice e ripete, per «non far niente, se non guardare». Davvero: «Dopo la discoteca, domandavano se mi andava di salire su, in qualche casa. Avevo bisogno di soldi. Ci andavo. Passavano il tempo a pippare, pippavano, pippavano, pippavano. Stavo lì, guardavo, e nient'altro. Bello no? Era come se mi regalassero i soldi. Quando si accorgevano di me, quando ci provavano, non riusciva niente, non ce la facevano».

Ha tra i 20 e i 30 anni, A., è stata a Milano e al The Club, «pochi mesi, pochi mesi soltanto e mi hanno distrutta», è andata via, lontano, allora chiediamo com'è adesso, cosa fa, e lei dice: «Sono mamma». Al magistrato, nel 2008, aveva raccontato: «Capitava di concedermi sessualmente a qualcuno dei clienti al tavolo ricevendone un corrispettivo».

Premessa: «Non credere, era semplicemente così. Non riuscivo a stare in pari con l'affitto. Cercavo altri lavori. Non li trovavo. Io ho lavorato anche in uffici, in società. Non trovavo niente, in quel periodo. Ma pochi mesi soltanto, l'ho fatto pochi mesi soltanto».

Proseguiva quel verbale: «Le serate, dapprima come ragazza immagine e poi con attività di meretricio, le ho fatte sempre grazie alla collaborazione di... sia al The Club sia al...». E la droga? «... lo spacciatore ci raggiungeva a casa la droga veniva comprata» da lui, il cliente, o dagli altri «clienti con i quali proseguiva la serata iniziata in discoteca». Uno, più d'uno.

«Tutti concentrati sulla cocaina. Avevano in testa solo quella. Non gli bastava mai». E tu? Avevi detto, in quell'interrogatorio: «Facevo uso di sostanza stupefacente del tipo cocaina in maniera più massiccia dopo le serate in discoteca; adesso la cosa è più saltuaria anche se mi capita di fumare qualche canna. La droga me la passava... che era solito detenerla addosso in misura limitata e in maniera più consistente a casa sua».

Chi erano? Sorriso, silenzio. Chi erano? L'età, la professione, la faccia, il portafogli, le richieste, la dipendenza: chi erano, dicci, racconta? «Erano ragazzi, uomini». Fa una domanda: «Mi porteranno via la bambina?». E perché, sono cose passate, due anni fa, è tutto finito, non credi? «No. Ho paura che tornino a farsi sotto». Chi? «Quelli che fanno l'indagine».

Hai qualcosa da nascondere? «No». Al magistrato avevi raccontato che ti vendevi perché mancavano i soldi, perché ti servivano soldi; è vero? «Verissimo. Quando finivo una festa, e tornavo a casa la mattina, mi mettevo a mandare le email. Leggevo le inserzioni di lavoro, mandavo il curriculum. La prostituzione, l'ho fatta per pochi mesi, ripeto. Quanta prostituzione c'è in giro, per strada?».

C'era un tizio, aveva detto la ragazza al magistrato, che al locale «patteggiava il prezzo col cliente e poi me lo comunicava ed io ero libera di decidere anche se quasi sempre andava bene. Questo avveniva sia nelle serate ai tavoli dei privé sia al di fuori delle discoteche poiché lo stesso era solito chiamarmi per questi servizi a qualsiasi ora del giorno e anche la notte mentre dormivo.

Peraltro io non ho mai avuto un mio giro personale di clienti, io non ho mai adescato nessuno... Talvolta arrivavo anche a 1.500 euro. Fu... a propormi di prostituirmi mi pare meno di un anno fa nel senso che mi fece chiaramente intendere che la serata ai tavoli poteva proseguire perché lui mi indicava il cliente, anzi era proprio lui che faceva da intermediario assumendo l'iniziativa di proporre a quella persona la prestazione sessuale con me».

La telefonata dura una mezz'ora. «Perché voi giornalisti mi state cercando? Cosa volete? Perché non cercate le altre, le straniere, che beate loro sono andate via dall'Italia?».


La coca, Belen e le altre. Chiusa la Milano da sniffare
di Michele Serra - La Repubblica - 27 Luglio 2010

Trovare cocaina in una qualunque città italiana è come cercare paglia in un pagliaio. Se poi il pagliaio è la Milano notturna, niente stupisce di meno di una mezza retata nei locali più in voga. Con gestori in manette e dive televisive che si accusano a vicenda.

Si accusano di un vizio che nessuna di loro è più in grado di riconoscere tale, tanto ordinario è diventato il consumo di un alcaloide che serviva agli andini per reggere il freddo e la fame, e oggi serve agli occidentali per simulare giornate di quarantott'ore, senza sonno e senza requie.

La cocaina è diventata endemica in tutti quegli ambienti, quelle vite, che gonfiano a dismisura i loro obiettivi e il loro rendimento. Della vecchia cultura trasgressiva a cavallo della quale tutte le droghe o quasi fecero il loro trionfale ingresso in Occidente, non rimane più niente.

Non serve più farneticare di "viaggi" o dilatazioni della coscienza o tigri nel cervello, sniffare è un consumo di massa come l'alcol, come il porno, come qualunque cosa che si possa comperare. Il fatto che la si vada a sniffare al cesso è il residuo strascico di un ordinamento proibizionista inapplicabile, come voler fermare il mare con una mano.

La movida milanese, a ridosso di negozi strafichi e di nuovi cantieri dai cento piani in su, con il riverbero della moda e del lusso che occhieggia da ogni androne e da ogni macchinone parcheggiato in tripla fila, è un vero e proprio classico di una società in fuori giri.

I protagonisti sono di quel circo immobile che da una quindicina, forse una ventina d'anni, incarna lo status sociale più ambito anche da larghi strati popolari: calciatori, veline, indossatrici, attori, agenti di spettacolo, e giovani ambosessi smaniosi di entrare nel giro giusto, favoriti dallo smisurato abbassamento dei parametri necessari per essere promossi "vip".

Ieri solo le star del cinema, i playboy, le ereditiere, pochi e irraggiungibili, dai vizi costosissimi, oggi quasi chiunque riesca ad allargare i gomiti per rubare uno spicchio di inquadratura, un quarto di pagina di rotocalco.

La distribuzione democratica e quasi di massa della speranza di diventare famosi non è senza prezzo. Diffonde ansia, rende insopportabili i tempi di attesa, crea tipi e tipe nervosi e disposti a qualunque scorciatoia.

La cocaina è la benzina di questa umanità che si sente in ascesa anche se è in coda nel cesso di un locale, subito dietro un centravanti e davanti a una modella.

Per imitazione, è poi la droga di chiunque cerchi di addentare lo status presunto brillante, presunto tosto, del giovane che vive intensamente. Fior di operai, impiegati, commesse, tutti bravi ragazzi e figli di famiglia, la prendono anche per non sentirsi da meno dei loro coetanei inseguiti dai paparazzi.

Uno degli antidoti possibili, forse il più potente, sarebbe registrare, con un improvviso sussulto della percezione, quanto tutto questo sia tragicamente conformista. Così, a occhio e croce, siamo ancora molto lontani da quel giorno.

Nelle movide (non solo milanesi) il tempo per riflettere non è dato, e anzi: hanno un successo travolgente soprattutto perché aiutano a non farlo. Riempire il tempo, ogni nicchia di tempo, di stimoli, impulsi, godimenti, soffoca il tempo, gli impedisce di lievitare.


Milano sotto la "neve"
di Emilio Randacio - La Repubblica - 28 Luglio 2010

Il vice direttore generale del Comune di Milano era addirittura in affari con «Rudy». Ma c´era anche uno stuolo di altri funzionari pubblici che assecondava le sue richieste: dal direttore generale del Commercio in Regione, Giuseppe Pannuti (ora indagato), all´ex comandante dei vigilli, Emiliano Bezzon (rimosso dopo aver ricevuto un avviso di garanzia), per finire al commissario aggiunto dei ghisa, Saverio Miracapillo, che anziché denunciare lo spaccio e le irregolarità dei locali notturni, «svolge il ruolo di coordinatore della sicurezza dei due locali», l´Hollywood e il The club. L´elenco completo degli indagati comprende 32 persone.

Una vera connivenza quella che aveva creato, secondo le indagini della procura di Milano, Rodolfo Rudy Citterio, il potente componente della Commissione vigilanza del Comune, finito 48 ore fa ai domiciliari con l´accusa di concussione, corruzione e truffa. Pretendeva tangenti, Citterio, e per i funzionari compiacenti, oltre a garantire biglietti per concerti e cene gratis, poteva esserci anche una serata in compagnia di una escort. («Rudy, grazie per la serata e la gran scopata», via sms gli dice un funzionario comunale indagato).

Oltre a essere in grado, ovviamente, di fare il bello e cattivo tempo mediante una struttura «formata da taluni soci avvezzi a soddisfare le esigenze di una clientela ricca e capricciosa e che in tale contesto possono contare nella risposta di connivenza che ricevono da rappresentanti delle istituzioni».

Il caso più emblematico e quello che coinvolge Rita Amabile, ex vice direttrice generale del Comune, ruolo chiave per le attività dell´amministrazione, ora indagata di abuso d´ufficio. Dagli atti emerge che la Amabile, attraverso il figlio, è socia della "C&C Servizi ristorazione" in cui ha una partecipazione lo stesso Citterio. Nel 2008, dopo quasi 10 anni di mancanza di controlli sulla regolarità delle licenze, l´andazzo, improvvisamente, cambia. I vigili del fuoco diventano irreprensibili nel verificare le decine di anomalie.

Ed ecco che, "Rudy", secondo l´accusa «va a cercare l´appoggio di membri legati ad Alleanza nazionale facendo presente l´importanza del bacino di voti che troverebbero nel "popolo delle discoteche"». Il 9 aprile di due anni fa, Carmelo Santoro, titolare di un locale che rischia la chiusura, dice a Citterio.

«Gli ho detto a Ignazio (La Russa, ndr) che quel posto là ha 300 persone a lavorare.... questi sono tutti voti che poi vanno a finire.... cioè, non è che poi uno può dire che è stato Prodi a fare questa cosa...». Argomento poco convincente, vista la successiva chiusura del locale.

Mentre l´inchiesta fa emergere sempre più connivenze con alti funzionari pubblici, il sindaco, Letizia Moratti, respinge al mittente ogni polemica. «Il comandante dei vigili urbani era stato allontanato precedentemente - ha spiegato - proprio quando si era saputo che c´erano queste collusioni».

Ma l´opposizione non è soddisfatta. «Il sindaco - afferma Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Comune - racconta piccole bugie o si produce in particolari omissioni. Si dimentica infatti di dire a proposito dell´allontanamento del capo della polizia locale, che in tutti questi mesi non ha mai risposto sui motivi effettivi di quella scelta».


'Ndrangheta, la mappa dei boss. Così si erano divisi la Lombardia
di Piero Colaprico e d Emilio Randacio - www.repubblica.it - 13 Luglio 2010

Tanti i ristoranti in cui i capi malavitosi si incontrano per spartirsi gli affari da Milano al resto del territorio

Erano le 17.50 di (esattamente) due anni fa quando al Bar reduci e combattenti di San Vittore Olona, nel Milanese, comincia e finisce un altro tipo di combattimento: Carmelo Novella ha sessant’anni, ha parlato troppo, non immagina nemmeno che deve difendersi.

Ma arrivano due uomini armati: uno è Antonino Belnome, ha un revolver. Gli spara, poi tocca all’altro killer: punta la pistola alla testa del vecchio boss e preme il grilletto. I due salgono su una Kawasaki Z, vanno a Cormano, prendono l’autostrada e senza sosta arrivano a Guardavalle.

Novella sosteneva che la "Lombardia", e cioè le cosche del Nord, potevano fare a meno (un po’ più a meno) dei colleghi mafiosi del Sud: un grosso sbaglio. E da lì si rinnova tutto l’organigramma, alla quale assistono - quasi in diretta - i carabinieri e i poliziotti coordinati da Ilda Boccassini.

Questa, in estrema sintesi, la situazione. La "Lombardia" - e cioè la rete delle cosche nordiche - era capitana fino al 2007 da Cosimo Barranca, poi passa all’imprudente Carmelo Novella, poi arriva da Corsico - e da dove, se no? - Pasquale Zappia. È lui, così lo accusa la procura, «deputato a concedere agli affiliati cariche e doti, secondo gerarchie prestabilite mediante rituali tipici».

Da Cisliano a Lodi, da Ceriano Laghetto a Bresso, ci sono moltissimi ristoranti dove gli 'ndranghetisti s’incontrano, e poi capannoni e pure un crossodromo, ma è molto più importante dei menu l’organigramma che va componendosi. E, sempre secondo l’accusa, eccolo.

Milano
: il capo è Cosimo Barranca, ex vertice della Lombardia, in buoni rapporti Carlo Chiriaco, direttore della Asl lombardia di Pavia. Con lui lavora Leonardo Chiarella, ex capo prima di Cosimo Barranca, attuale "capo società e contabile".

Pavia
: c’è un vertice con Giuseppe Neri, numero uno, ma anche Carlo Chiriaco, Rocco Coluccio, Francesco Bertucca non sembrano da meno. Neri ha ricevuto e onorato l’incarico di costituire una «camera di controllo», che sistema meglio gli equilibri tra i «locali» (le cosche) della Lombardia nella fase successiva all’omicidio Novella. Chiriaco non è solo un responsabile sanitario, ma viene considerato «elemento di raccordo tra alti esponenti della ndrangheta lombarda e alcuni esponenti politici. Garantisce appalti pubblici e procura voti della ‘ndrangheta».

Bollate: Vincenzo Mandalari è capo, Rocco Ascone caposocietà e vicario, ma ricevendo e portando le ambasciate di Domenico Oppedisano, attuale capo del Crimine della ‘ndrangheta, è importante.

Cormano
: Pietro Francesco Panetta è il capo e Cosimo Magnoli vice.

Bresso:
Vincenzo Cammareri capo. Annunziato Cammareri capo società. Felice Zoiti «mastro di giornata e contabile»: qua c’è anche Domenico Cammareri, che è «fermo» (dicono così) per aver violato un comportamento della 'ndrangheta.

Corsico
: il vertice è formato da Bruno Longo, Giuseppe Commisso e Pasquale Zappia, che dal 31 dicembre 2009 - la sua elezione è documentata in questa foto - diventa capo e organizzatore della Lombardia.

Limbiate: Antonino Lamarmore è il capo del «locale», ma anche «mastro generale della Lombardia», con il compito di fare da raccordo tra locali.

Pioltello
: Alessandro Manno, Cosimo Maiolo.

Rho: Stefano Sanfilippo, che era vicario di Carmelo Novella, promosso dopo l’omicidio.

Solaro
: Giovanni Ficara, capo della locale e rappresentante delle 'ndrine di Reggio Calabria presso la Lombardia.

Desio
(cosca molto numerosa): Annunziato Muscato, Nicola Minniti. Seregno (altra cosca numerosa): Antonino Belnome, accusato dell’omicidio di Novella, è diventato capo del «locale» dopo l’omicidio di Rocco Cristello, a Verano Brianza il 3 marzo 2008. Cosimo Squillacioti è il contabile.

Mariano Comense
: Salvatore Muscatello, componente anziano, viene chiamato per individuare il successore di Novella ed è elettore del nuovo capo Pasquale Zappia.

Erba
: Giovanni Varca, Michele Oppedisano (nipote di Domenico il capo dei capi calabrese).

Canzo: Luigi Vona, Giuseppe Furci. Legnano: Vincenzo Rispoli

giovedì 29 luglio 2010

Veronesi-Agenzia per il nucleare: un incompetente al suo vertice?

Una serie di articoli sugli sviluppi della decisione del governo di ritornare a costruire centrali nucleari, notoriamente costosissime e dai tempi di realizzazione lunghissimi. E che si troverà di fronte all'eterno e irrisolvibile problema dello smaltimento delle scorie, con tutte le conseguenze immaginabili sulla salute pubblica.

L'argomento nucleare è tornato di recente in auge sui media mainstream alla luce della proposta del governo di nominare l'oncologo Umberto Veronesi, senatore del Pd, alla guida dell'Agenzia per il nucleare.

Una scelta che ha provocato l'ennesima divisione all'interno del Pd, da sempre già diviso tra i pro-nucleare e gli anti, ma che soprattutto evidenzia ancora una volta la tipica caratteristica italiota di conferire incarichi di alto livello a chi non ne sa nulla della materia in questione, dal momento che Veronesi è un medico e non un ingegnere nucleare.


Inciucio atomico. Il Pd si divide su Veronesi
di Caterina Perniconi - www.ilfattoquotidiano.it - 25 Luglio 2010

Candidato all'agenzia per il nucleare, ma Bersani è contrario

Atomo sì, atomo no. Mentre la maggioranza è alla ricerca di un nuovo ministro dello Sviluppo economico che guidi il paese verso il ritorno all’energia atomica, il Partito democratico si divide sull’opportunità di riaprire le centrali. E sulla candidatura di Umberto Veronesi a capo dell’Agenzia per il nucleare.

“Quel progetto non è credibile, l’Agenzia non avrà veri poteri di garanzia, al massimo tratterà qualche direttore generale con Stefania Prestigiacomo”.

La posizione del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, è chiara: meglio non accettare le lusinghe della maggioranza che non ha presentato un piano con basi tecnologiche, innovative ed economiche accettabili.

Ma l’oncologo sembra aver già deciso quale sarà il suo prossimo ruolo. “Se accetterò questo incarico lo farò per il progresso scientifico – ha dichiarato ieri in un’intervista a Repubblica – e per vedere questo paese che amo svilupparsi in modo civile Berlusconi non c’entra”.

Ma nel Pd è partita l’insurrezione contro la scelta di Veronesi e soprattutto sul doppio incarico che ricoprirebbe, essendo senatore in carica. Eppure che l’oncologo fosse a favore del ritorno al nucleare non è una novità. “Mi affascina il pensiero che un neutrone scagliato contro un atomo di uranio possa far scaturire una quantità di energia così gigantesca da risolvere buona parte del fabbisogno energetico del mondo – ha detto il professore – il nucleare può affrancarci dalla dipendenza dal petrolio”.

E nel centrosinistra non è l’unico a pensarla così: l’astrofisica Margherita Hack ha più volte manifestato il suo favore nei confronti dell’energia atomica e un nutrito gruppo di intellettuali, scienziati, imprenditori e parlamentari dell’area Pd hanno scritto una lettera a Bersani due mesi fa, chiedendogli di non chiudere la porta al nucleare. “Siamo l’unico Paese del G8 che non produce energia atomica – si legge nella lettera – l’Europa produce circa il 30 per cento della sua energia elettrica con il nucleare.

Nell’Europa dei 27 ben 15 Paesi possiedono impianti nucleari e 12 hanno annunciato nuovi piani di espansione. Paesi, un tempo considerati in via di sviluppo, come la Cina, l’India, il Brasile sono fra i primi investitori mondiali in nuovi impianti. E grandi paesi produttori di petrolio stanno oggi lanciandosi convintamente nella costruzione di nuove centrali”.

Tra di loro c’è Chicco Testa, convinto antinuclearista all’epoca del referendum, a capo del Forum nucleare italiano oggi: “In questi 20 anni sono cambiate molte cose – spiega Testa – nel mondo ci sono tre miliardi in più di nuovi consumatori di energia. L’inquinamento da CO2 vent’anni fa era un tema meno conosciuto, e soprattutto le fonti rinnovabili non sono la soluzione al problema del fabbisogno”. Secondo lui la scelta di Umberto Veronesi è giusta.

E all’obiezione sulla difficoltà di smaltimento delle scorie, Testa risponde convinto: “Ci stiamo costruendo un grande alibi per dire che non si può fare niente, è la giustificazione che diamo alla nostra inadeguatezza. Per quanto riguarda le scorie, complessità tecnologica significa anche favorire processi qualitativi elevati”. A patto che ci siano.

E Bersani non è l’unico a dubitare di questa carenza. “Come direbbero gli americani, io nutro nei confronti di questa scelta di Veronesi un sincere disagreement – dichiara Ignazio Marino, altro esponente democratico proveniente dal mondo scientifico – perché sul nucleare ho una posizione sostanzialmente diversa.

Veronesi lo ritiene inevitabile, io credo che dovremmo guardare alle risorse immediatamente disponibili che possiamo rendere tali. Secondo gli scienziati nel mondo c’è un’energia che proviene dal sole 10 mila volte superiore al consumo necessario oggi e che sarà lì per altri 4 miliardi di anni.

Il nucleare – spiega ancora Marino – è pericolosissimo e ha un problema irrisolto, che il nostro nobel Carlo Rubbia spiega molto bene: non esistono sistemi per lo stoccaggio quando le centrali vengono spente. E se io non metterei mai in dubbio una parola di Veronesi sui tumori, sulla fisica nucleare sinceramente mi fido più di Rubbia”.

E per spiegarsi meglio Marino fa un esempio internazionale: “Il governo inglese, che basa le proprie decisioni sull’esame razionale dei problemi, ha deciso di rinviare lo stoccaggio del materiale nucleare giunto alla fine del ciclo vitale perché lo ritiene pericoloso per la salute e gli scienziati oggi non conoscono un metodo sicuro”.

In pratica sanno come costruire le centrali, ma non come smontarle. “E sapete di quanti anni hanno rimandato lo smaltimento? Di cento anni”.


L'amico del giaguaro
di Debora Billi - crisis.blogosfere.it - 27 Luglio 2010

Per la stragrande maggioranza degli italiani, il nome Veronesi è garanzia di preparazione scientifica, vocazione alla medicina, dedizione alla guarigione dei mali più temuti, e infinita saggezza a cui ciecamente abbeverarsi senza fiatare.

E' uno dei Grandi Vecchi italiani, quelli a cui tutti devotamente si inginocchiano, compresa la stampa e i politici. Mettere in discussione Veronesi cade nella categoria dei "giammai", un po' come mettere in discussione il Presidente della Repubblica.

Ma a differenza del Presidente della Repubblica, Veronesi non si occupa solo di tagli di nastri e richiami all'unità democratica; lavora in un campo ove circolano interessi per miliardi, dalle industrie farmaceutiche alle centrali nucleari, dagli inceneritori alle grandi strutture ospedaliere.

Ho appena trovato in Rete un interessante articolo che riepiloga chi sono i finanziatori della Fondazione Veronesi, potete leggerlo qui. Si tratta principalmente di colossi internazionali dell'acqua, e compagnie che si occupano di energia, come ENI e Enel, poi acciaierie e persino costruttori di inceneritori.

Ma è solo un punto di partenza, e forse non significa nulla: se dovessi salvare bambini colpiti dalla leucemia, ad esempio, sarei disposta ad accettare denaro anche dalla Nazi Corporation. Ubi maior, minor cessat.

Ma davvero qui si salvano bambini dalla leucemia?

C'è da farsi venire qualche dubbio: nel recente caso delle antenne della Radio Vaticana, in cui una perizia del tribunale di Roma ha verificato che in oltre 200 casi di leucemia anche infantile la responsabilità è da attribuirsi proprio alle antene vaticane, il prof.Veronesi ha preso una posizione chiara e netta. Ovvero, si occupa ufficialmente delle controperizie per conto del Vaticano, vòlte a dimostrare che le antenne sono completamente innocue e possono continuare ad irradiare in tutta sicurezza.

Il prof. Veronesi sembra infatti convinto che quasi nulla causi il tumore, è infatti attivissimo nel comunicare al popolo che questo e quello sono perfettamente innocui.

Ad esempio, eccolo in televisione a Che Tempo Che Fa, dichiarare a milioni di persone in rispettoso ascolto che il rischio di tumore dei termovalorizzatori "è zero", e che gli inceneritori moderni sono perfettamente sicuri.

Anche chi vive sotto una centrale nucleare è al sicuro dal tumore, secondo il tumorologo nazionale, al punto che sta per essere nominato addirittura a Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare.

Qualcuno ha bisogno di ripulirsi la facciata, evidentemente. Pone condizioni alla sua nomina, ma continua a precisare "ritengo che la scelta del nucleare sia un bene per il Paese. La mia posizione ha origine scientifiche e storiche e non e' cambiata nel tempo".

Mica finisce qui. E per quanto riguarda il famigerato vaccino contro la suina, ormai sputtanato su tutta la stampa del globo terracqueo, indovinate Veronesi da che parte stava?

Manco a dirlo, il supermedico degli italiani consigliava la vaccinazione: il vaccino, afferma Veronesi, ''come tutti i farmaci ha dietro di se' un processo produttivo, ma questo non ci autorizza a pensare che la vaccinazione sia solo un business dell' industria farmaceutica''. Al contrario, ''vaccinarsi e' un atto di responsabilita' individuale e civile''.

E sugli OGM? Che siano dannosi o meno ancora non è certo, ma il sullodato è accorso naturalmente a prendere posizione. Indovinate di nuovo quale? Ovviamente, quella secondo cui gli OGM sono anch'essi innocui (repetita iuvant) e sicurissimi. Mangiate tranquilli!

Come ciliegina sulla torta, tutti ricordano l'uscita di Veronesi sullo smog (smentita dall'OMS), che non sarebbe responsabile di tumori, o almeno molto meno delle solite sigarette, alle quali finalmente si accolla la responsabilità del tumore in tutta la popolazione, e con toni apocalittici.

Ah dimenticavo: oltre alle sigarette, altri pericolosi cancerogeni, sempre secondo l'illustre professore, sarebbero la polenta, il latte e il basilico. Vade retro!

Insomma, il prof. Veronesi sarà anche il più celebrato medico italiano, ma viene proprio voglia di fare il contrario di quel che consiglia... anzi no: forse non sapete che il professore è vegetariano da una vita, e probabilmente per questo è in perfetta salute fisica e mentale alla bella età di 85 anni.

Non lo sapete perché la cosa non è mica troppo pubblicizzata: anche se su qualche giornale il dottore consiglia la dieta vegetariana come aiuto per la salute, molto spesso dichiara che la sua scelta è stata dettata da motivi essenzialmente etici e che la salute c'entra solo marginalmente: La mia scelta vegetariana è perciò una scelta etico-filosofica. Ho il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme.

Sarà pure vero, ma intanto noi veniamo invitati a sguazzare tranquilli tra smog, vaccini, nucleare, inceneritori, OGM e antenne. Ma mi raccomando: senza fumare e moderando la polenta..

(Rettifica: tutto quello che è qui scritto non è vero ed è frutto di lavoro di fantasia. Si invitano quindi i lettori a non credere a nulla.)



Nucleare, come si calcola un costo eterno?
di Giulietto Chiesa - Megachip - 25 Luglio 2010

È cominciata in grande stile la campagna a favore del nucleare. Talmente grande, lo stile, che perfino un cardinale (che deve avere una grande esperienza nucleare) ha firmato un opuscolo, riccamente pagato, pare, dall’ENEL, per spiegare ai fedeli delle parrocchie, come è bello, utile e sicuro avere sotto casa una bomba a scoppio ritardato.

Non so quanti milioni di copie siano state stampate dell’opuscolo aureo. Che misura comunque, prima di tutto, la potenza della scimmia impazzita che sta portando il pianeta alla catastrofe.

Non solo nucleare. Ce ne sono parecchie che si accumulano (climatica, energetica, ambientale in generale, finanziaria, dei rifiuti, dell’acqua etc). Ma quella nucleare è, in un certo senso, il riassunto della stupidità umana e dell’inganno nel quale viviamo.

Gli argomenti contro sono tanti. Ma, a proposito di stupidità e di irresponsabilità (verso i nostri figli, nipoti, discendenti): quanti si rendono conto, Sua Eminenza, che, costruendo una centrale nucleare si getta sulle spalle di tutte le generazioni future (tutte, proprio tutte) per il prossimi 150 mila anni, una serie di conseguenze imprevedibili, imparabili, mostruosamente costose, comunque certamente nocive?

Capisco, Eminenza, che lei vuole stare al caldo e con la luce accesa. Ma ha pensato a quelli che verranno dopo?

Anche Piero Angela, quello che ci racconta la scienza da decenni dagli schermi della Rai, è sceso in campo per illustrarci quanto è buono il nucleare. Ma non ha spiegato quanto costa una centrale nucleare.

Perchè? Semplice: perchè non esiste nessuno al mondo in grado di calcolare quanto costa realmente. Visto che, una volta costruita, essa resterà per sempre sul groppone dell’Umanità, come calcolare spese “eterne”? Forse è qui che entra in campo Sua Eminenza, il cardinale che ha firmato l’opuscolo.

Aspettiamo lumi. Intanto facciamo un altro conto. Forse banale. Quando la prima delle centrali nucleari progettate dal governo italiano entrerà in funzione (ma scommetto mille contro uno che non riusciranno nemmeno a farla) il problema del riscaldamento climatico sarà già esploso con tutta la sua virulenza.

Invece di buttare via 20 miliardi di euro per fare una cosa pericolosa, che non serve, potremmo stanziarli per produrre energie rinnovabili. Con quelle cifre ci sarebbero 100 mila nuovi posti di lavoro.

Ma tutto questo sarebbe logico. Invece noi abbiamo una scimmia impazzita al comando. Aspettarsi che prenda decisioni logiche è come attendersi che, trepestando sulla tastiera del computer, scriva la Divina Commedia.



Il solare costa già meno del nucleare
da corriere.it - 28 Luglio 2010

Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L'energia atomica costerà sempre di più

New York - Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University.

Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’ateneo.

«Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh). Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse...

COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010.

In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.

COSTI NUCLEARE IN CRESCITA - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.

mercoledì 28 luglio 2010

Il Presidente massone

Dopo la P2 è ora il turno della P3 e dal Presidente operaio di antica memoria si è passati al Presidente massone.

L'unico vero...


"Giù la maschera fratello"
di Vincenzo Mulè - www.terranews.it - 27 Luglio 2010

«Silvio Berlusconi è un massone e intrattiene ancora rapporti con la massoneria italiana e internazionale». In una lettera, le rivelazioni di Gioele Magaldi, leader del Grande Oriente Democratico.

Il Venerabile Gioele Magaldi è stato di parola. Nel corso di un’intervista andata in onda durante il programma di Radio 24 “La Zanzara”, il leader del Grande Oriente Democratico aveva annunciato una lettera aperta a Silvio Berlusconi. Che è apparsa ieri direttamente sul sito curato dallo stesso massone (www.grandeoriente-democratico.com).

Origine del suo potere, relazioni scottanti e rapporti compromettenti. C’è tutto nella missiva, comprese pesanti minacce nel post scriptum. «Caro Fratello Silvio, con questa Lettera Aperta n.1 (ne seguiranno altre, perché la “posta in gioco” è piuttosto complessa e importante) cercherò di aiutare Te a recuperare memoria e consapevolezza degne di un aspirante statista (sono quasi 20 anni che “aspiri”…)».

Nell’intervista a Radio 24, Magaldi specificava che «lo chiamo fratello perché è ancora un fratello. I suoi rapporti con la massoneria non sono mai cessati. Berlusconi è un massone a tutti gli effetti e continua a frequentare la massoneria, italiana e internazionale». Secondo Magaldi, esisterebbe una sorta di intesa tra la dirigenza della massoneria e l’attuale premier, che «ha costruito un sistema di potere che non avrebbe potuto costruire senza l’apporto di determinati ambienti massonici.

Berlusconi – continua Magaldi – ha bisogno di un network per gestire il potere». La P3 «non esiste dal punto di vista formale. Esiste un sistema di massoni all’orecchio che non appaiono su elenchi ufficiali e fanno parte di una loggia coperta, che si occupa di orientare la vita politica del Paese».

Poi, la stoccata finale: «E’ impensabile che Dell’Utri, Verdini e Carboni si muovevano autonomamente. Berlusconi è un loro capo. Un altro andrebbe cercato in ambito della massoneria internazionale». Come spesso accade quando si affronta questo argomento, si tratta di dichiarazioni di difficile verifica.

Anche se il contenuto della lettera aperta pubblicata ieri aggiunge altra carne al fuoco, quando viene ricordato il rapporto privilegiato che Berlusconi ebbe «con il Gran Maestro Armando Corona (1982-1990)», «gli amabili incontri e colloqui che avesti con lui nel corso di molti anni, alla presenza di altri “estimatori” della Via Iniziatica Massonica, come il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga e i tuoi amici Flavio Carboni e Giuseppe Pisanu, per tacere di tanti altri…».

E, soprattutto, «le relazioni ancora più significative con certi ambienti del milieu massonico internazionale, maturate dal 1992-93 in poi e di anno in anno sempre più rafforzatesi e perfezionatesi». Secondo Magaldi, il Berlusconi arruffone e simpatico barzellettiere sarebbe solo «un velo di Maya», una sapiente maschera con cui dissimulare «la tua autentica cifra come Uomo, come Iniziato, come Massone».

Per Magaldi, «la natura reale della tua strategia e delle tue tattiche verso la Presa, la Ri-Presa e la Conservazione del Potere imprenditoriale, mediatico e politico in Italia (dagli anni settanta e fino ad oggi) è stata scandita da rapporti e relazioni con precisi personaggi, cenacoli e logge dell’establishment massonico mondiale. ».

La lettera prosegue con una panoramica sullo scenario politico italiano, il ruolo della massoneria e un’esortazione ai leader del centrosinistra. Per concludersi con un post scriptum illuminante: «Che non venga in mente al Fratello Silvio Berlusconi e/o al Fratello Gustavo Raffi e/o a qualche loro scagnozzo o cortigiano di intraprendere azioni improprie e illegali nei riguardi di nessun membro di Grande Oriente Democratico… Primo: non siamo gente che “porge l’altra guancia”; secondo: per ogni “azione” simile c’è il rischio di una reazione dieci volte più incisiva e dolorosa; terzo: credeteci, non ci sono le condizioni internazionali perché vi possiate consentire “certe libertà”. Rischiereste di farvi molto, ma molto male e di screditarvi definitivamente dinanzi a chi vi osserva e vi giudica, con la piena autorità per farlo. E la forza necessaria a sanzionarvi pesantemente».


Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010 (Ed Esortazioni a Bersani, D’Alema, Veltroni, Di Pietro, Casini, Rutelli)
di Gioele Magaldi - www.grandeoriente-democratico.com - 26 Luglio 2010

Caro Fratello Silvio,

mettiamola in questi termini: con questa Lettera Aperta n.1 (ne seguiranno altre, perché la “posta in gioco” è piuttosto complessa e importante) cercherò di aiutare Te a recuperare memoria e consapevolezza degne di un’aspirante statista (sono quasi 20 anni che “aspiri”…) e tenterò di ispirare nei (talora distratti e negligenti) media nazionali qualche nozione più precisa sul tuo percorso esistenziale e politico.

Un’opera utile, spero, a beneficio di storici e cronisti; valida sia per l’”illuminazione” dei contemporanei che per le ricerche/analisi dei posteri, che altrimenti sarebbero irrimediabilmente falsate e mistificate ad Arte.

Non starò a ricordarTi che l’iniziazione massonica - quale tu avesti il privilegio di ottenere direttamente dal Gran Maestro “Emerito” Giordano Gamberini alla fine degli anni settanta, a Roma, alla presenza del Fratello Licio Gelli e di diversi tuoi amici già Fratelli Piduisti - è indelebile, una volta conferita. Indelebile come ogni ordinazione sacerdotale e misterica.

Non starò a ricordartelo perché tu lo sai bene e lo hai sempre saputo, a partire dalle illuminanti parole usate, durante il rito iniziatico da Lui officiato, da Gamberini in persona.

A partire dai “ripassi” in materia che ebbe a regalarti generosamente il Gran Maestro Armando Corona (1982-1990), durante tutti gli amabili incontri e colloqui che avesti con lui nel corso di molti anni, alla presenza di altri “estimatori” della Via Iniziatica Massonica, come il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga e i tuoi amici Flavio Carboni e Giuseppe Pisanu, per tacere di tanti altri…

Soprattutto, a partire dalle relazioni ancora più significative con certi ambienti del milieu massonico internazionale, maturate dal 1992-93 in poi e di anno in anno sempre più rafforzatesi e perfezionatesi.

Per non parlare delle tue letture e dei tuoi “studi”, sapientemente dissimulati, su tanti aspetti dell’Esoterismo in generale e della Massoneria in particolare. Su questo punto, bisogna dare atto al Presidente Cossiga che egli ha sempre saputo aiutarti e sostenerti nella tua opera dissimulatrice…

In molte famose interviste (su quotidiani o libri), il Presidente Emerito della Repubblica ha sempre minimizzato la tua esperienza libero-muratoria, esprimendosi pressappoco così: “Ma Berlusconi bada al potere e ai soldi…che volete che gliene importa di riti esoterici, dei miti antico-egizi di Iside e Osiride…”.

Eh, no Presidente Cossiga! Al Fratello Silvio importa parecchio dei “riti, dei miti, della magia e delle sette esoteriche”, per non parlare delle componenti “filo-egizie ed ermetiche” della sua Weltanschauung. Ma su questo ritornerò fra breve.

Caro Fratello Silvio, i miei complimenti per la tua straordinaria capacità da vero “Mago Ermetico” (quasi un novello Prospero shakeasperiano…)…
Il “Velo di Maya” con cui- da anni- hai saputo occultare tanti aspetti della tua personalità è davvero molto ben tessuto; con una “trama“ spessa e resistente…

Ci sono cascati in tanti, soprattutto i più sprovveduti antagonisti del centro-sinistra (politici, opinionisti, editorialisti, giornalisti, vignettisti, autori di satira, etc.), ma anche diversi personaggi “ritenuti indegni di superiori rivelazioni”, all’interno della tua variopinta Corte di satrapi, maggiordomi, camerieri, nani e ballerine…

Tutti però-anche se non messi a parte dei segreti della schiera più intima di adepti-innalzati a ruoli istituzionali, in virtù delle tue ben coltivate “doti taumaturgiche”, in grado di innalzare “i poveri di spirito” e di trasformare “la feccia e il piombo in oro”.

Però, adesso che si avvicina il redde rationem con la Storia e con l’Ultima Grande Iniziazione (quella che passa per gli Inferi e per mondi ultra-terreni), mi permetterai di rendere giustizia a taluni tratti alti e nobili del Tuo percorso umano ed esistenziale, liberandoti una volta per tutte da quella sapiente “maschera dissimulatrice”, che pure ti è stata tanto utile nel consolidamento del tuo Potere terreno.

Insomma caro Fratello Silvio, gliele vogliamo svelare o no un po’ di cosucce sul “Berlusconi Occulto” a tutti quei politici, servitori dello Stato, faccendieri e giornalisti che, da qualche tempo, consultano quotidianamente (e persino di ora in ora) il sito www.grandeoriente-democratico.com, in attesa (o nell’aspettativa terrorizzata…) di rivelazioni gustose sul back-office del Potere italiota?

Certo, alcuni politici e uomini di Stato italiani (di destra e di sinistra) plaudono all’ “Operazione Democrazia, Verità e Trasparenza” del mio Gruppo (Grande Oriente Democratico) e i più liberi e indipendenti tra i giornalisti non si sono risparmiati nel raccogliere puntualmente le notizie e le analisi che da Parte Nostra venivano offerte all’opinione pubblica.
Ma da parte della maggioranza degli operatori mediatici, regna ancora, nei riguardi della nostra Operazione, un “silenzio assordante”…

Come mai, persino dopo l’intervista concessa dal sottoscritto al prestigioso settimanale “VANITY FAIR” (per leggerla sul nostro Sito, clicca su: 21 luglio 2010. Intervista del settimanale “VANITY FAIR” a Gioele Magaldi, by Francesco Esposito ) o dopo l’intervista concessa al seguitissimo programma “LA ZANZARA” di Giuseppe Cruciani su Radio 24 (per sentire l’audio dell’intervista su nostro Sito, clicca su 22 luglio 2010. INTERVISTA AUDIO di Gioele Magaldi su RADIO 24 (Radio del SOLE 24 ORE), nessuna agenzia di stampa ha ripreso i contenuti più che meritevoli di approfondimento, trattati in quelle sedi?

Nessuna agenzia di stampa ufficiale e nessun quotidiano, almeno finora. Solo la preziosissima e insostituibile (se non ci fosse, bisognerebbe inventarla: lode al genio di Roberto D’Agostino) DAGOSPIA ha ripreso l’intervista su VANITY FAIR. E l’ANSA o l’ADN-KRONOS?

Sempre così sollecite nel “notiziare” persino gli starnuti del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi o qualunque inezia sul conto di Silvio Berlusconi, come mai stavolta non hanno “lanciato” nemmeno una riga di commento?

E’ così aggravato lo stato censorio o auto-censorio del giornalismo italiano? In questi giorni, fiumi di parole inutili, ridondanti e inconcludenti (sui TG come sulla carta stampata) su comparse, comparsine, aneddoti e cronache tautologiche sui presunti misteri della P3, e quando forse Vi si offre l’occasione di fare “vera luce” e “vera informazione” su quanto è accaduto e sta accadendo a monte di questa ormai famigerata inchiesta, tutti “sordi, ciechi e muti” come le tre scimmiette della tradizione?

No, Caro Fratello Silvio, mi concederai che così proprio non va…

Cerchiamo perciò di squarciare il “Velo di Maya” e di offrire al torpore degli organi di informazione di massa italioti qualche occasione di risveglio dalle mollezze estive (anche all’epoca di Tangentopoli, la “macchina informativa” fu lentissima a mettersi in marcia a pieno ritmo… e lo fece solo quando direttori, redattori, inviati e cronisti si resero conto che i loro Padrini della Prima Repubblica erano ormai prossimi al crollo definitivo… Che bell’esempio di giornalismo libero, coraggioso e indipendente…!!!).

Allora, come promesso, regaliamo qualche “chicca” sul “Berlusconi Occulto”. Vedrai, Fratello Silvio, che alla fine ci sarai grato per averti “riabilitato” rispetto all’immagine “macchiettistica” che viene offerta di te da certa stampa “filo-kommunista”.

Questa immagine da “pragmatico uomo di potere, super-piazzista fortunato, gaffeur un po’ grossier, uomo ignorante e un tantino volgare, benché vincente ed efficace, è stata una MASCHERA eccellente con cui dissimulare la tua autentica cifra come Uomo, come Iniziato, come Massone.

Una Maschera che ti è servita fino ad oggi, ma che sarebbe un peccato rimanesse intatta per coloro che dovranno in futuro raccontare la non comune storia della tua vita.

La Storia di un Grande Manipolatore di energie materiali, ma soprattutto spirituali, almeno secondo ciò di cui tu stesso sei convinto e di cui sono convinti gli adepti più intimi del tuo entourage…

Perciò, prima di dedicarci alla parte “ammonitoria” e “diffidante” di questa Lettera Aperta, consentimi di offrire al pubblico qualche onesta visione del Silvio Segreto…

1. Fanno persino sorridere le modalità approssimative e incerte con le quali alcuni giornalisti e/o studiosi hanno infine messo in luce la natura “iniziatica” e “massonica” del complesso di Villa Certosa in Sardegna (Residenza da Te personalmente curata, nella realizzazione, sin nei minimi dettagli) o del Tuo Mausoleo funebre ad Arcore, all’interno di Villa San Martino.

Persino l’autorevole Prof. Marcello Fagiolo - che meglio di altri ha spiegato la natura esoterico-massonica del Mausoleo funebre voluto per sé e i suoi più fidi adepti dal Fratello Silvio Berlusconi - non ha dato una lettura ermeneutica esaustiva e completa di questo e di altri complessi architettonici fatti realizzare con convinto piglio da Libero Muratore dall’attuale Presidente del Consiglio italiano.

Di una esplicazione compiuta e filologicamente rigorosa delle realizzazioni paesaggistico-architettoniche di significato massonico-iniziatico del Fratello Silvio, ci occuperemo ben presto Noi di Grande Oriente Democratico. Per rendere effettivo omaggio al genio latomistico di questo Fratello, se non altro.

2. Caro Fratello Silvio, vogliamo “rivelare” alla pubblica opinione i tuoi robusti interessi in fatto di Astrologia? Vogliamo dire che non soltanto hai sempre avuto attorno a te (sedicenti) esperti di questa antica Scienza Iniziatica - consultati ad ogni piè sospinto - ma tu stesso ne sei un appassionato cultore? E diciamolo, via! Mica ti vorrai portare tutti questi segreti nel Mausoleo Massonico… .

3. Vogliamo rivelare che la tua idea di come usare il “mondo delle immagini” (Maya=Magia) per formare, guidare, trasformare, manipolare pulsioni, sentimenti, convinzioni delle masse di “spettatori”, lungi dall’essere una casuale idea di un pragmatico imprenditore si fonda su ben radicate convinzioni di manipolazione spirituale delle energie “lunari” del “popolo”.

Magari, in seguito, faremo il nome di qualcuno dei fraterni consulenti che, nel tempo, ti hanno aiutato a diventare forse il più significativo “Grande Fratello” (in senso orwelliano-massonico) nel mondo dei Media… E citeremo le letture e gli studi cui Tu e qualche tuo Fraterno Amico e Adepto vi siete ispirati e continuate ad ispirarvi…

4. Anticipiamo, una volta per tutte, Caro Fratello Silvio, che la natura reale della tua strategie e delle tue tattiche verso la Presa, la Ri-Presa e la Conservazione del Potere imprenditoriale, mediatico e politico in Italia (dagli anni settanta e fino ad oggi) è stata scandita da rapporti e relazioni con precisi personaggi, cenacoli e logge dell’establishment massonico mondiale.

Non sempre ciò è avvenuto come mi sembra sarebbe dovuto avvenire in una Democrazia liberale occidentale e certo non con quella “trasparenza e pubblicità” che si addice ad un aspirante uomo di governo e statista. Qualora si rendesse necessario, su questa vicenda il Gruppo di “Grande Oriente Democratico” si riserva di fare ampia e graduale luce, a beneficio dei cittadini italiani e dell’opinione pubblica europea e mondiale.

Dopo aver cominciato a ristabilire la Tua autentica “cifra” di “Grande Fratello” con un invidiabile percorso spirituale e filosofico di schietta natura iniziatica e massonica (altro che “ragazzo coccodè”, come ingenuamente ebbe a chiamarti Eugenio Scalfari e come talora sei riuscito a dissimularti volontariamente, assumendo i connotati innocui e bonari del “barzellettiere brianzolo”) e dopo averTi restituito alla natura più autentica della Tua straordinaria esperienza esistenziale, non mi negherai certo il (Fraterno) Diritto di rivolgerti-anche a nome del Gruppo “Grande Oriente Democratico” che indegnamente mi pregio di servire- alcune precise “DIFFIDE” e “AMMONIZIONI”.

1. Intanto, come ben sai (o ti hanno tenuto all’oscuro?), proprio a partire d’oltre Atlantico, dalla Prima Repubblica Democratico-Massonica al mondo, è in atto un ambizioso progetto di rigenerazione e rivoluzione delle dinamiche (invero poco commendevoli) politiche e culturali dominanti nell’era del Figlio del Fratello Bush Senior (2000-2008). Basta con certi intrallazzi profittevoli ma vergognosi e basta con il supporto a regimi politici occidentali che tendano a trasformarsi in “Democrature” stile repubblica delle banane…

2. Difficilmente potrai apostrofare il sottoscritto Fratello Gioele Magaldi come un tuo “critico-oppositore” di ascendenza/derivazione “comunista”. A differenza di tanti neofiti democratici dell’odierna sinistra italiana (post-comunisti a tutti gli effetti), chi Ti scrive, pur avendo all’epoca un Padre iscritto al PCI (ora approdato a posizioni ben più liberali), sin dai suoi 14 anni e per tutti gli anni di frequentazione al Liceo Tasso di Roma (anni ’80) se davanti alla scuola vedeva i comunisti della FGCI, gli autonomi di Autonomia Operaia e i fascistelli del Fronte della Gioventù solidarizzare insieme indossando la kefiah e berciando contro Israele, volentieri li prendeva tutti a calci nel c…

Questo perché il sottoscritto era allora, è adesso e morirà quando sarà l’ora come un convinto socialista liberale e libertario, un democratico, insofferente di tutti i dispotismi e tutti gli autoritarismi, sia quelli di marca fascista che quelli di ispirazione stalinista.

Chi Ti scrive questa Lettera Aperta era ed è filo-israeliano senza essere ebreo (il nome “Gioele” sta a testimoniare l’amore disinteressato per la cultura ebraica dei miei genitori, il cognome “Magaldi” ha antiche origini fiorentine, essendo proprio di una famiglia patrizia toscana di Priori del Comune di Firenze e Costruttori di chiese cattoliche, peraltro imparentata con Dante Alighieri, la cui nipote sposò appunto un Magaldi). Chi Ti scrive è “cattolico” senza essere clericale, baciapile e senza puzzare di sacrestia o piegarsi davanti alle ingerenze illiberali e confessionali della Curia e della CEI.

Chi ti scrive è filo-amerikano (con il “K”) senza essere indulgente con quei politici o Fratelli statunitensi che hanno tradito gli ideali dei Fratelli Massoni Padri Costituenti diverse volte nel corso del XX e agli inizi del XXI secolo… Come nel caso dei supporti alle dittature di Pinochet o Videla o alle diverse porcherie sciamannate combinate dal Tuo amico George Bush Junior…

Chi Ti scrive è filo-israeliano, senza rinunciare all’idea che, quando la Palestina non sarà più governata dai terroristi di Hamas, sarà auspicabile procedere alla creazione di uno stato palestinese democratico e laico che possa essere indipendente da Israele, mantenendo con esso buone relazioni economiche, diplomatiche e politiche; nella convinzione, anzi, che Turchia (magari non più governata-male-dal Tuo amico Erdogan), Israele e Palestina possano un giorno far parte ufficialmente dell’Unione Europea.

Chi Ti scrive, in conclusione, è un Tuo Fratello Massone che non potrai liquidare facilmente come un contestatore prevenuto, animato da odio irragionevole e incapacità di comprendere le tante e belle realizzazioni (ma quali?) che avresti (ma quando e dove?) compiuto da quando sei in Politica (troppi anni, scarsi risultati: gli italiani stanno meglio o peggio di prima, da quando tu sei sceso in campo prima con Forza Italia e poi col PDL? La risposta sincera a questa domanda la conosci benissimo… e al Tuo Fratello Gioele puoi dare solo risposte sincere… ne va del tuo ONORE di INIZIATO…).

Fai inoltre sapere al tuo fido collaboratore ALFANO di smetterla di raccontare la “frottola” che Tu saresti l’unico politico che non si è arricchito con la politica. Vogliamo fare un Seminario dove spiegare qual’era la situazione economico-finanziaria e debitoria della Fininvest nei primi anni ’90 e come è adesso?

Tu, Caro Fratello Silvio, sai benissimo che la tua “discesa in politica” è stato anche un grande affare economico (per TE e NON PER GLI ITALIANI, purtroppo): spiegalo tu al giovanotto che hai reso Ministro della Giustizia, altrimenti glielo spieghiamo Noi pubblicamente e a suon di numeri, fatti e circostanze…

3. Alla luce di tutto quanto precede, poiché ho saputo che vorresti trascorrere il periodo di agosto in qualche Castello con altri “Cavalieri”, a discutere “fraternamente” di come ri-organizzare il PDL e rilanciare l’azione di governo, non voglio farTi mancare anche il mio CONSIGLIO FRATERNO, in forma di virili diffide e ammonimenti. Ti DIFFIDO dal reiterare, con la nuova stagione, tentativi di approvazione e/o promulgazione di liberticidi e anti-costituzionali atti legislativi.

Atti concepiti a personale uso e consumo Tuo e dei Tuoi Cortigiani, atti IPOCRITAMENTE presentati come tutori della libertà dei cittadini, in realtà inconcepibili e impresentabili in qualunque Democrazia dell’Occidente liberale. Mi riferisco ad atti legislativi come il Lodo Alfano, il cosiddetto DDL sulle Intercettazioni e altre “robe simili”… E comunque, sulle tante leggi discutibili (già promulgate durante il tuo malgoverno del Paese, in questi ultimi 16 anni) avrò e avremo modo di parlare in seguito.

Peraltro, Ti AVVISO che, come ben presto scoprirai anche a partire dalle Comunicazioni dei lettori/visitatori che andranno on-line fra un paio di giorni sul Sito www.grandeoriente-democratico.com , ci sono ormai alcuni Fratelli Parlamentari PDL ex-Forza Italia pronti a seguire le indicazioni di “Grande Oriente Democratico” e a comportarsi come i “franchi tiratori” della Prima Repubblica. A buon intenditor…

4. Ti DIFFIDO dal fare affermazioni illiberali e anti-democratiche in merito alla legittimità dell’ esistenza di “correnti” all’interno dei partiti in generale e del PDL in particolare. Come ti permetti di chiamare la tua organizzazione “Popolo delle Libertà” e poi di essere così dispotico, tirannico e liberticida? All’interno di uno Stato Liberale e di diritto i partiti politici sono il sale della DEMOCRAZIA; analogamente, all’interno dei Movimenti o dei Partiti le “correnti” sono la garanzia del pluralismo e della dialettica tra diverse opinioni.

O sei in grado di tollerare solo il PENSIERO UNICO, il TUO, per la precisione? Bè, in questo sei perfettamente identico al tuo CARO FRATELLO GUSTAVO RAFFI (illegittimo) GRAN MAESTRO DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA. Non sopportate alcun dissenso o libero pensiero critico, perché il nucleo della vostra natura è profondamente autoritario e illiberale.

5. Ti DIFFIDO dal non prenderti le tue responsabilità in relazione alla cosiddetta vicenda “P3”. Invece di scaricare le responsabilità sui “Fratelli/Sodali” che hanno agito nel tuo diretto interesse, chiamandoli “4 pensionati sfigati”, mostra un po’ di coraggio e lealtà verso coloro che per Te si sono esposti.

Nessuna giustificazione per loro, che sono grandi e vaccinati e ben sapevano (laddove lo abbiano fatto) di violare le leggi dello stato nel loro e nel Tuo interesse, ma appare riprovevole che la gente (da anni) si becchi galera e condanne per servire e proteggere un “CESARE” che non ha il coraggio di prendersi le sue responsabilità davanti alla Legge e alla pubblica opinione.

6. Ti DIFFIDO dal continuare a tenere sciolti “i tuoi cani-cortigiani” contro il leale, legittimo ma fermo dissenso, all’interno del PDL, portato aventi (doverosamente) dagli Onorevoli Fini, Bocchino, Granata, Buongiorno, Della Vedova, Urso e da tutti gli altri parlamentari che ovviamente non ritengono il centro-destra come COSA TUA, bensì come la rappresentanza democratica e liberale di tanta parte dell’elettorato italiano. TI INVITO, anzi, a promuovere una strutturazione del PDL come un vero partito/movimento democratico: con partecipazione di iscritti ed elettori della base che scelgano i rappresentanti di tutti gli organi interni.

O vuoi continuare ad operare come un Faraone o un Imperatore asiatico dell’antichità? E fai presente al MINISTRO LA RUSSA che le “scuse e le auto-critiche” sono cosa che pretendevano soprattutto i Tribunali fascisti e comunisti: se ne vada via lui dal PDL, insieme a Cosentino, Verdini, Dell’Utri, Mantovano, etc., piuttosto che tentare di intimidire i dissidenti come Granata, che hanno solo avuto il coraggio di pensare e parlare liberamente.

TI CONSIGLIO anche di smetterla di parlare di “politica politicante”, “teatrino della politica”, “abbasso i professionisti della politica”… Da circa 16 anni, prima in Forza Italia e poi nel PDL i principali “politicanti” sono quelli che hai voluto e scelto direttamente Tu, senza alcuna designazione da parte della base degli elettori.

Il “teatrino” lo fai soprattutto Tu, sia in Italia che all’estero, in innumerevoli performances di dubbio gusto, ampiamente irrise dai media internazionali. Anche in questo caso si tratta di “cospiratori kommunisti”?

Quanto al “professionismo in politica”, si tratta di un discorso complesso (che riprenderò in seguito), ma forse è venuto il momento di DIRTI che, invece, il massiccio afflusso di persone che fanno altri mestieri (rispetto alla politica) in Parlamento ha creato una serie sterminata di micro-conflitti di interessi.

Se uno fa il medico, l’avvocato, il commercialista, il costruttore, il prof. universitario etc., spesso, una volta diventato Onorevole, invece di curare gli interessi della collettività, si occupa di favorire la corporazione cui appartiene se non addirittura il proprio particulare professionale…

7. Ti DIFFIDO dal perseverare nei tentativi spudorati e ignobili di defenestrare uno dei pochi spazi di libera inchiesta giornalistica italiana: il TEAM di “ANNOZERO” di MICHELE SANTORO, Marco Travaglio incluso (altro che velenose profferte e “distinguo” del Tuo FRATERNO AMICO CONFALONIERI…).

A questo proposito, stia in campana anche il Direttore Generale della RAI Mauro Masi e la smetta di fare “mobbing” su Santoro per compiacere TE, GRANDE FRATELLO SILVIO. UN GRANDE FRATELLO dal conflitto di interessi sempre più grave e irrisolto e che ha persino regalato agli italiani - forse per la prima volta nella storia - una perfetta equiparazione in termini di “equilibrio dell’informazione”, tra il prestigioso TG 1 e l’assai meno prestigioso TG 4…

8. TI INVITO ad occuparti da subito di intelligenti ricette per il rilancio economico del “Sistema Italia”: prima che la crisi non dia vita ad asprissime ripercussioni sociali. Le manovre “lacrime e sangue” e i “tagli” sono buoni a farli tutti.

Dal “geniale imprenditore privato” Berlusconi ci si attendeva e attende qualcosa di più… Comunque, anche su questo punto, Noi di Grande Oriente Democratico cercheremo di darti qualche buon suggerimento concreto e preciso se tu e il Ministro Tremonti non sapete “cavare un ragno dal buco”…

E poi, per continuare a tenerti in sella nonostante il tuo MAL-GOVERNO, non confidare troppo nell’insipienza, nell’inettitudine, nelle laceranti divisioni e nell’”afasia stitica” attuale del Centro-Sinistra… Tanto più che, come sai benissimo, da provetto ASTROLOGO quale sei, il pianeta SATURNO sta per transitare di nuovo in BILANCIA, al tuo ASCENDENTE, in congiunzione con i tuoi SOLE E MERCURIO natali…

Mentre URANO di transito in ARIETE si sta per mettere in opposizione ad essi… Per tacere di altri importanti aspetti planetari incalzanti e disarmonici… Chi lo sa…? Magari, all’improvviso, dalle donne e dagli uomini della sinistra democratica italiana potrebbe venire qualche benefico “colpo di reni”… e qualche rinnovata volontà unitaria.

A questo proposito, terminata la LETTERA APERTA n.1 AL FRATELLO SILVIO BERLUSCONI, vorrei rivolgere un’umilissima ESORTAZIONE agli ONOREVOLI BERSANI, D’ALEMA, VELTRONI, DI PIETRO, CASINI e RUTELLI.

A tutti costoro (compreso CASINI, se ha risolto i suoi dubbi amletici) vorrei suggerire, a nome mio e di tanti altri cittadini italiani (massoni e non), di costituire da subito una COALIZIONE che si candidi a governare il Paese nel giorno (vicino o lontano) in cui l’attuale governo Berlusconi fosse sfiduciato in Parlamento o terminasse naturalmente la legislatura.

Una COALIZIONE di cui decidere subito, con delle democratiche elezioni primarie capaci di appassionare l’opinione pubblica, sia il LEADER che sarà candidato a Palazzo Chigi tra sei mesi, un anno o nel 2013, sia gli organi direttivi.

Questa ESORTAZIONE e questo INVITO valgono anche per Rutelli e per Casini, soprattutto qualora quest’ultimo abbia deciso di fare del suo U.D.C. un partito erede della migliore tradizione laica e non confessionale della Democrazia Cristiana, abbandonando genuflessioni e ammiccamenti anacronistici (che non portano molti voti, a conti fatti) con la Curia Vaticana e la CEI e promuovendo piuttosto i valori tradizionalmente cristiani di solidarietà sociale, moderazione, capacità di mediazione politica tra gli estremismi e senso delle istituzioni.

Se invece Rutelli e soprattutto Casini ritengono di continuare a fare ad vitam i “pesci in barile” e si crogiolano nel sogno impossibile di un “governo istituzionale di grandi intese” oppure nella fallace speranza che il “problema Berlusconi” si risolva da sé o grazie alla coraggiosa ma impari lotta condotta dai “finiani”, allora “vadano con Dio e buona fortuna”.

In questa seconda ipotesi, siano i principali leaders del Centro-Sinistra citati (Bersani, D’Alema, Veltroni, Di Pietro), di concerto con gli altri dirigenti della stessa area e dei rispettivi partiti, a formare al più presto una COALIZIONE UNITARIA E COMPATTA candidata a battere Berlusconi.

A BERSANI, non in quanto massone, ma come semplice cittadino ed elettore “di sinistra”, vorrei dire che, come Segretario del PD, può esercitare un ruolo organizzativo e di mediazione molto importante e gratificante, anche se lo sconsiglio dal candidarsi come leader della NUOVA COALIZIONE.

A D’ALEMA e VELTRONI (compresi i vari veltroniani-franceschiniani e i vari d’alemiani), vorrei far osservare che quando smetteranno di farsi la “guerra civile” sarà sempre troppo tardi… Abbiate uno scatto d’orgoglio, ciascuno di Voi rinunci a proporsi come leader maximo del PD o della COALIZIONE e aiutate armoniosamente Bersani ad organizzare ed espandere nella società civile il partito e, conseguentemente, il Centro-Sinistra.

Preparatevi a fare i ministri o a ricoprire qualche altro importante ruolo istituzionale, ma lasciate che ad affrontare Berlusconi come “punta di diamante” della NUOVA COALIZIONE di CENTRO-SINISTRA sia qualcun altro, più adeguato alla specificità dell’antagonista e più in grado di entusiasmare la maggioranza degli elettori italiani.

A DI PIETRO vorrei fare i complimenti per aver posto con chiarezza il problema di individuare un leader della COALIZIONE da subito, per dargli tempo e modo di essere conosciuto e apprezzato da tutti gli elettori.

A TUTTI i dirigenti del centro-sinistra, come cittadino italiano ed elettore, vorrei raccomandare di abbandonare personalismi, narcisismi ed egoismi. Disuniti si perde e il Paese va in malora, mentre Berlusconi e la sua Corte continuano ad “ingrassare”. Anzi, ci si preoccupi di risarcire e di ri-aggregare anche quel personale politico di sinistra ingiustamente (e stupidamente) escluso dall’accesso al Parlamento nelle ultime (sciagurate) elezioni del 2008.

Personalmente, se debbo dire la mia su quale candidato proporrei/voterei alle eventuali primarie: parlerei di un ticket NICHI VENDOLA e IGNAZIO MARINO. Come candidati PREMIER (VENDOLA) e VICE-PREMIER (MARINO). Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non si tratta di Fratelli Massoni, ma semplicemente di un “ticket” ben assortito, dotato di adeguato carisma e di una immagine di freschezza e novità unita a solidità intellettuale e politica.

Tornerò/torneremo su questa proposta: ne faremo un “tormentone”, sappiatelo. E se, in qualità di Massoni di “Grande Oriente Democratico” non esprimeremo mai preferenze partitiche per il centro-sinistra o per il centro-destra, qualcuno di Noi, come cittadino italiano simpatizzante di sinistra, sarà ben lieto di mettersi al servizio di una NUOVA COALIZIONE DI CENTRO-SINISTRA, arrecando il valore aggiunto delle proprie relazioni (non trascurabili) e delle proprie risorse comunicative, organizzative ed intellettuali (ancora meno trascurabili). Relazioni e risorse che, in tutta Italia, potrebbero fare la differenza in moltissime situazioni locali… e determinare clamorosi capovolgimenti nelle elezioni per il prossimo Parlamento.

Gioele Magaldi

P.S. Che non venga in mente al Fratello Silvio Berlusconi e/o al Fratello Gustavo Raffi e/o a qualche loro scagnozzo o cortigiano di intraprendere azioni improprie e illegali nei riguardi di nessun membro di Grande Oriente Democratico… Primo: non siamo gente che “porge l’altra guancia”; secondo: per ogni “azione” simile c’è il rischio di una reazione dieci volte più incisiva e dolorosa; terzo: credeteci, non ci sono le condizioni internazionali perché vi possiate consentire “certe libertà”.
Rischiereste di farvi molto, ma molto male e di screditarvi definitivamente dinanzi a chi vi osserva e vi giudica, con la piena autorità per farlo. E la forza necessaria a sanzionarvi pesantemente.

Per comunicazioni, scrivete a: info@grandeoriente-democratico.com