sabato 7 maggio 2011

The Osama Saga update


















Un altro aggiornamento sulla telenovela del 2011....


Una messa in scena: le foto della stanza delle operazioni alla Casa Bianca sono parte della favola su Bin Laden
di Paul Joseph Watson - www.prisonplanet.com - 5 Maggio 2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

Le toccanti immagini che i media dichiarano rappresentare Obama e Hillary Clinton che guardano l’assassinio in diretta di Bin Laden sono uno specchietto per le allodole.

In aggiunta alle immagini del Presidente Obama che si rivolge sabato notte al pubblico americano, è emerso che le foto toccanti di Obama, Biden, Hillary Clinton e dei membri della security della Casa Bianca che assistono all’assassinio di Laden ‘in diretta’ sono state una completa messa in scena, che getta ulteriori dubbi sul racconto ufficiale, che è in una fase di continua mutazione.

Martedì la Casa Bianca ha realizzato un qualcosa che ha la pretesa di mostrare “il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che guarda la ripresa in diretta dell'operazione che ha portato alla morte di Osama bin Laden.”

In un’immagine particolarmente drammatica, si vede Hillary Clinton che si tiene la bocca in uno stato d’ansia come se stesse assistendo a un evento cruciale. Altre foto mostrano Obama e il suo staff con la faccia impietrita mentre discutono dell’operazione nel suo svolgersi.

Le foto sono considerate da molti di “alto valore storico” e sono un’affascinante registrazione del più grande successo di Obama, oltre che il "momento significativo" della sua presidenza.

Ci è stato anche riferito dai media che “il leader del mondo libero ha visto sparare un colpo nell’occhio del capo del terrore.”

È stato anche riportato che “il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, insieme alla sua squadra di alto livello, ha guardato la ripresa in diretta dalla Casa Bianca per mezzo di una videocamera fissata all’elmetto di un Navy Seal, mentre il commando uccideva il terrorista più ricercato al mondo, Osama Bin Laden”.

Il capoconsigliere del controterrorismo, John Brennan, ha dichiarato che le videocamere che inviavano l’audio e il video alla Casa Bianca hanno permesso a Obama e al suo staff di seguire l’operazione “nel suo divenire”.

Ma si può facilmente provare che queste dichiarazioni sono completamente fraudolente.

Parallalelamente alla storia che non sta in piedi dell’operazione che ha portato alla morte di Bin Laden, è emerso che Obama, Hillary Clinton e il loro staff non hanno visto praticamente niente della missione che, secondo quanto ci è stato detto, ha assassinato Bin Laden perché, secondo le parole del direttore della CIA Leon Panetta, ci sono stati 25 minuti di blackout delle riprese che sono state tagliate prima che i Navy SEALS entrassero nell’edificio.

“Una fotografia realizzata dalla Casa Bianca sembra mostrare il Presidente e i suoi collaboratori nella stanza delle operazioni mentre osservano l’azione che non si è ancora dipanata. Infatti hanno poche notizie di ciò che sta avvenendo nel compound,” così riporta il London Telegraph.

In un’intervista alla PBS, il signor Panetta ha detto: “Una volta che queste squadre sono entrate nell’edificio vi posso dire che c’è stato un periodo di almeno 20 o 25 minuti in cui non sapevamo davvero cosa stesse accadendo. E ci sono stati momenti di tensione in attesa delle informazioni.

L’affermazione che Obama “ha visto sparare un colpo nell’occhio del capo del terrore” in diretta video è una fabbricazione totale. Ben che vada, le foto sono state cinicamente travisate dalla Casa Bianca e dai media di regime; mal che vada sono state una completa messa in scena per aggiungere un effetto drammatico, studiato a tavolino, allo svolgimento della copertura televisiva a tutto tondo della favola di Bin Laden, che ogni giorno che passa sta diventando sempre più involuta.

L’immagine chiave che indica con chiarezza che le foto sono una finzione è l’inquadratura di Hillary Clinton con la mano sulla bocca.

La Clinton osserva con rapimento qualcosa di sconvolgente, implicando così che lei stesse osservando una ripresa in diretta di qualcuno che veniva assassinato, quando, in effetti, non ha visto niente del genere perché la trasmissione è stata interrotta prima dell’ingresso dei SEALS nell’edificio.

La Casa Bianca ha fatto attenzione nel non descrivere quest’immagine come la rappresentazione dei momenti nei quali i SEALS hanno fatto irruzione, ma l’implicazione è chiara e i media di regime hanno fatto il lavoro per loro riportando che l’immagine illustra Obama e la Clinton “che osservano con trasporto mentre si svolge il raid”, altra menzogna totale.

Il dottor Steve R. Pieczenik, spia di alto livello dei servizi segreti USA, un uomo che ha lavorato con cinque diversi presidenti degli Stati Uniti, si è dimostrato essere nella ragione affermando che le foto sono “un nonsenso… una macchinazione totale, una finzione” e provano che gli Americani sono stati imprigionati in un “teatro dell’assurdo”.

L’intero resoconto dell’irruzione ha poi velocemente mutato stile, adottandone uno simile a quello usato da Jerry Bruckheimer nei suoi film per la TV, come se il salvataggio di Jessica Lynch fosse stato scritto per il pubblico ludibrio, solo per provocare un patriottismo forzato e un sentimento a favore della guerra nel pubblico statunitense.

In aggiunta alla dubbia foto nella stanza delle operazioni, è anche emerso che le immagini di Barack Obama che sono apparse sui giornali di lunedì mattina, dopo aver annunciato la notte precedente la morte di Bin Laden, sono state un’altra messa in scena.

“Mentre le foto che sono state pubblicate su molti giornali e siti web il mattino seguente sembravano esser state scattate durante il discorso di Obama alla nazione della notte precedente, sono invece il risultato di un elaborato lavoro di post-produzione”, riporta l’International Business Times.

“Mentre il Presidente Obama continuava il suo discorso di nove minuti davanti alla camera principale, i fotografi erano tenuti al di fuori della stanza dallo staff e gli è stato chiesto di rimanere totalmente in silenzio”, così ci racconta il fotografo della Reuter Jason Reed nel suo blog.

“Una volta che Obama era fuori onda, siamo stati scortati davanti a quel telesuggeritore e il Presidente ha fatto ripartire il tutto, con i trenta secondi della dichiarazione diretta a noi.”

La messa in scena delle foto del discorso di Obama è imbarazzante, ma quella delle immagini nella stanza dell’operazione, che sono state fortemente veicolate dai media di regime, vengono considerate in modo falso come una prova del fatto che Obama, Biden e la Clinton hanno visto in diretta l’omicidio di Osama e sono state usate dalla Casa Bianca per portare credibilità alla novella che hanno elaborato con tanto impegno.

Siamo davvero entrati in un “teatro dell’assurdo” se, malgrado la narrativa della favola di Bin Laden puzzi di bruciato, i mezzi di comunicazione di regime, che hanno aiutato a produrre questo lavoro di fiction, stanno ancora affermando che chiunque metta in discussione le inconsistenze sparate ai quattro venti dal racconto ufficiale è solo un teorico della cospirazione impegnato nelle “fantasie degli elicotteri neri".



Riflessioni sull'annuncio ufficiale della morte di Osama Bin Laden
di Thierry Meyssan - www.voltairenet.org - 4 Maggio 2011

L’annuncio ufficiale della morte di Osama bin Laden dà origine a ogni tipo di controversia. Concentra l’attenzione sui dettagli del racconto per nascondere meglio le decisioni strategiche di Washington.

Per Thierry Meyssan l’annuncio si era reso necessario dopo che gli uomini di bin Laden erano stati incorporati nelle operazioni NATO in Libia e in quelle della CIA in Siria. Solo la scomparsa del loro ex leader virtuale avrebbe consentito di restituirgli l’etichetta di 'combattenti per la libertà' di cui godevano nell’epoca sovietica.


Per annunciare la morte ufficiale di Osama bin Laden, Time Magazine riprende il concetto della sua copertina annunciante la morte di Adolf Hitler: la faccia sbarrata in rosso (numero del 7 maggio 1945).

Lo stesso concetto è stato utilizzato per la morte di Saddam Hussein (edizione del 21 aprile 2003) e quella di Abu Musab al-Zarkaoui (edizione del 19 giugno 2006). Nella narrazione del mito Barack Obama ha annunciato la morte del nemico pubblico il 1° maggio, come anche il suo predecessore aveva annunciato quella di Adolf Hitler il 1° maggio.

Il presidente Barack Obama ha solennemente annunciato la morte di Osama bin Laden il 1° maggio 2011. Prima di analizzare il significato simbolico di questo annuncio, dobbiamo tornare alla realtà.

Preambolo

Nel 2001, Osama bin Laden era gravemente malato ai reni e sotto dialisi. Doveva curarsi in ospedale almeno ogni due giorni. Nell’estate del 2001 fu accolto nell'ospedale americano di Dubai (UAE). All’inizio di settembre del 2001 fu trasferito in un ospedale militare a Rawalpindi in Pakistan.

Pochi giorni dopo gli attacchi, aveva rilasciato un’intervista in un luogo segreto a un giornalista di Al-Jazeera. Nel dicembre 2001 la sua famiglia aveva annunciato la sua morte e i suoi amici avevano assistito al suo funerale [1].

Tuttavia, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ritenne che tale notizia fosse un inganno per consentirgli di sfuggire alla giustizia degli Stati Uniti. Eppure dal 2001 al 2011 nessun testimone credibile ha incontrato Osama bin Laden [2].

Durante questo periodo sono state rilasciate videocassette e audiocassette attribuite ad Osama bin Laden, sia dal Dipartimento della Difesa, sia dai media (in particolare Al-Jazeera), sia dai servizi segreti privati (IntelCenter, SITE Intelligence Group). La maggior parte di queste registrazioni sono state autenticate dalla CIA come una metodologia non specificata [3].

Tuttavia tutte queste registrazioni furono invalidate dalla comunità di esperti d’intelligenza artificiale, tra cui il Dalle Molle Institute, che è il riferimento mondiale in materia di assistenza forense [4].

In altre parole, Osama bin Laden è davvero morto nel dicembre 2001. Ciò di cui si parla oggi è un mito.

L’annuncio della morte di Osama bin Laden

L’annuncio di Barack Obama non ha fornito dettagli sull’operazione. “Oggi, sotto la mia guida, gli Stati Uniti hanno lanciato una operazione mirata contro il complesso di Abbottabad in Pakistan. Un piccolo gruppo di americani ha condotto questa operazione con coraggio e abilità straordinari. Nessun americano è rimasto ferito. Sono stati attenti ad evitare che non vi fossero vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco hanno ucciso Osama bin Laden e recuperato il suo corpo” [5].

Il messaggio del presidente è triplice:

In primo luogo, “In notti come questa, possiamo dire alle famiglie che hanno perso i propri cari a causa del terrorismo di Al-Qaeda: Giustizia è fatta”.

Vale a dire il caso è chiuso, non ci sarà mai un processo che avrebbe potuto stabilire la verità sugli attentati attribuiti a Osama bin Laden, compresi quelli dell’11 settembre 2001.

In secondo luogo, gli Stati Uniti potranno compiere simili esecuzioni extra-giudiziarie, non perché sono i più forti, ma perché sono stati scelti da Dio per applicare la sua giustizia: ”Ricordiamoci che siamo in grado di realizzare queste cose, non solo per ragioni di ricchezza o potere, ma per quello che siamo: una nazione benedetta da Dio, indivisibile e dedita alla libertà e alla giustizia per tutti” (traduzione ufficiale).

In terzo luogo, tutti i governi del mondo, e in primo luogo quelli degli Stati musulmani, sono chiamati a plaudire questa esecuzione extra-giudiziaria, che segna il trionfo dell’impero del bene sull'incarnazione del male: “La sua fine dovrebbe essere salutata da tutti coloro che credono nella pace e dignità”.

Le reazioni all’annuncio

Su Fox News, Geraldo Riveira esclamava: “Bin Laden è morto! Confermato! Confermato! Bin Laden è morto (…) Che bella giornata! Che gran giorno per tutti! Questa è la notte più bella della mia carriera! (…) Il bastardo è morto! Il selvaggio che ci ha così tanto ferito. Ed è un vero onore, una benedizione per me essere in questo studio in questo momento”. La folla poi è scesa in strada per festeggiare con grida di “USA! USA!”.

Da parte loro, quasi tutti i capi di Stato e di governo hanno giurato fedeltà al sovrano, come è stato loro richiesto. Nessuno ha espresso riserve in merito a ciò che viene presentato come un’esecuzione extragiudiziale, svolta in un paese straniero, in violazione della sua sovranità.

Parlando alla televisione, David Cameron ha dichiarato: “Mi congratulo con le forze statunitensi che hanno condotto questa azione. Vorrei ringraziare il presidente Obama per averlo ordinato” [6].

Benjamin Netanyahu ha anche detto in televisione: “Questo è un giorno storico per gli Stati Uniti d’America e tutti i paesi coinvolti nella battaglia contro il terrorismo. Mi congratulo con il Presidente Obama e il popolo americano. Mi congratulo con i soldati dell’America e i suoi servizi segreti, per un risultato davvero notevole. Ci sono voluti dieci anni nel dare la caccia a Osama bin Laden. Ci sono voluti dieci anni per dare giustizia alle sue vittime. Ma la battaglia contro il terrorismo è lunga, implacabile e risoluta. Questo è un giorno di vittoria, una vittoria per la giustizia, per la libertà e la nostra comune civiltà.” [7]

Nicolas Sarkozy ha emesso un comunicato stampa: “L’annuncio del presidente Obama della morte di Osama bin Laden, a seguito di una notevole operazione dei commando americani in Pakistan, è un evento importante nella lotta globale contro il terrorismo. La Francia saluta la tenacia degli Stati Uniti che l’hanno cercato per dieci anni. Il responsabile principale degli attacchi dell’11 settembre 2001, Osama bin Laden, è stato il fautore di un'ideologia di odio e il leader di un’organizzazione terroristica che ha causato migliaia di vittime in tutto il mondo, anche nei paesi musulmani. Per queste vittime, giustizia è fatta. Questa mattina, la Francia pensa a loro e alle loro famiglie”.

Berlino ha pubblicato una dichiarazione: Con l’azione di commando contro Osama bin Laden e la sua esecuzione, l’esercito degli Stati Uniti ha inferto un colpo decisivo ad al-Qaeda, coronato dal successo. La Cancelliera Angela Merkel ha espresso il sua sollievo a Obama dopo l’annuncio della notizia. La scorsa notte le forze di pace hanno ottenuto una vittoria.” [8]

Eccetera...

Perché smettere di far vivere Osama bin Laden?

La principale questione politica è sapere perché gli Stati Uniti hanno deciso di smettere di far vivere il personaggio mitico che avevano creato, visto che l’uomo è morto da un decennio?

Solo perché i combattenti di bin Laden sono mobilitati da diversi mesi in operazioni in cui non sono più visti come nemici degli Stati Uniti, ma come loro alleati. Non c’era altro modo per giustificare questa inversione che l’eliminazione virtuale del loro comandante.

Senza dubbio, nei prossimi mesi i canali televisivi internazionali spiegheranno che i jihadisti, che una volta hanno combattuto al fianco della CIA in Afghanistan, Bosnia e Cecenia contro i sovietici e i russi, sono invischiati nel terrorismo internazionale e che i loro occhi sono stati aperti dalla morte di bin Laden, così da poter continuare serenamente la loro lotta accanto all’“America” in Libia, Siria, Yemen e Bahrein.

E non sarà più necessario spiegare i retroscena a persone un po' primitive come il coraggioso generale Carter Ham. Ricordiamo lo sgomento del comandante in capo dell’US AFRICOM nei primi giorni dell’operazione “Dawn of the Odyssey”: si era rifiutato di fornire armi ai ribelli libici perché molti di loro erano membri di al-Qaida di ritorno dall’Iraq. La sua autorità venne immediatamente trasferita alla NATO, abituata a gestire operazioni segrete comprendenti i combattenti di bin Laden.

Nella controrivoluzione in corso in Medio Oriente, gli Stati Uniti e Israele giocano ancora la carta di tutti gli altri imperi prima di loro: appoggiarsi al fondamentalismo religioso per sopprimere il nazionalismo.

L’unica novità del dispositivo è che vogliono utilizzare sia i combattenti wahabiti di Bin Laden come braccio armato e i takfiristi reclutati tra i Fratelli Musulmani come vetrina politica.

Questa fusione sarà complessa, soprattutto per poter includere il ramo palestinese dei Fratelli Musulmani, Hamas, che per il momento da questo orecchio non ci sente. Hanno affidato la guida di questo nuovo movimento al “consulente religioso” di Al-Jazeera, lo sceicco Youssef al-Qaradawi, che ogni giorno fa appello in TV per rovesciare Muammar Gheddafi e Bashar el-Assad.

In questa prospettiva hanno organizzato il ritorno di Al-Qaradawi nella sua patria. Durante le manifestazioni per la vittoria, il 18 febbraio scorso, hanno vietato il podio di agli eroi di Piazza Tahrir e gli hanno permesso di parlare a loro posto, davanti a una folla di quasi due milioni di persone.

Il predicatore ha quindi avuto il grande piacere di dirottare la rivoluzione egiziana, per distanziarla dal nazionalismo di Nasser e dall’antisionismo di Khomeini. Sotto la sua influenza, gli egiziani hanno rinunciato ad eleggere un’assemblea costituente e invece hanno modificato la legge fondamentale per dichiarare l’Islam religione di Stato.

Riorganizzazione a Washington

Una volta i compagni di bin Laden erano i “combattenti per la libertà”. Fu quando la Heritage Foundation organizzava raccolte di fondi per sostenere la jihad del miliardario anti-comunista, all’epoca del Rambo hollywoodiano che aiutava al-Qaida a sconfiggere l’Armata Rossa.

Oggi, sono di nuovo i “combattenti per la libertà”, quando indicano alla NATO gli obiettivi da bombardare sul suolo libico, o quando sparano indiscriminatamente sulla folla e la polizia, in Siria.

Per coordinare il loro lavoro e quello delle forze USA, dei cambiamenti di fondo si sono già avuti a Riyadh. Il clan Saidairis ha imposto il ritorno del principe Bandar e l’invio delle “Aquile di Nayef” per massacrare i manifestanti in Bahrein e radere al suolo le moschee sciite. Ma i cambiamenti di organigramma più importanti sono in corso a Washington.

Il generale David Petraeus, che comandava il CentCom e utilizzava le reti di Osama bin Laden per assassinare l’opposizione irachena, è stato nominato direttore della CIA. Bisogna concludere che l’amministrazione Obama vuole ridurre il suo impegno militare a favore delle azioni segrete.

Leon Panetta, il direttore uscente della CIA, a sua volta diventa il Segretario alla Difesa, una posizione riservata agli ex membri della Commissione Baker-Hamilton, di cui faceva in realtà parte, assieme al suo amico Robert Gates. Sarà incaricato di limitare l’impegno militare sul terreno, ad eccezione di quelli delle forze speciali.

L’annuncio ufficiale, con quasi un decennio di ritardo, della morte di Osama Bin Laden chiude un ciclo e ne apre uno nuovo. Il suo personaggio è stato la punta di diamante delle operazioni segrete contro l'influenza sovietica, e poi russa, prima di diventare il propagandista dello scontro di civiltà, l’11 settembre, e di essere usato per eliminare la resistenza in Iraq.

Usurato, non era più riciclabile, mentre i suoi combattenti lo erano. Saranno ora assegnati per fare deviare la “Primavera araba” e per lottare contro l’Asse della Resistenza (Iran, Siria, Hezbollah, Hamas).


Note
[1] «Report: Bin Laden Already Dead», Fox News, 26 dicembre 2001. «The Death of bin Ladenism», Amir Taheri, The New York Times, 11 luglio 2002.
[2] «La CIA est sans nouvelles de Ben Laden depuis presque 9 ans», Réseau Voltaire, 29 giugno 2010.
[3] «Angelo Codevilla remet en question la version officielle du 11-Septembre», Alan Miller, Réseau Voltaire, 9 giugno 2009.
[4] «La falsification des prétendues vidéos d’Al-Qaida a été prouvée», Horizons et débats, 22 agosto 2007.
[5] «Déclaration sur la mort d’Oussama Ben Laden», Barack Obama, Réseau Voltaire, 1 maggio 2011.
[6] “I would like to congratulate the US forces who carried out this brave action. I would like to thank President Obama for ordering this action.”
[7] «This is an historic day for the United States of America and for all the countries engaged in the battle against terrorism. I want to congratulate President Obama and the American people. I want to congratulate America’s soldiers, and its intelligence personnel for a truly outstanding achievement. It took ten years to track Osama bin Laden down. It took ten years to bring a measure of justice to his victims. But the battle against terrorism is long and relentless and resolute. This is a day of victory – a victory for justice, for freedom and for our common civilization
[8] «Mit der Kommandoaktion gegen Osama bin Laden und seiner Tötung ist dem US-Militär ein entscheidender Schlag gegen Al Qaida gelungen. Bundeskanzlerin Angela Merkel hat US-Präsident Barack Obama ihre Erleichterung über diese Nachricht übermittelt (…) Heute Nacht haben die Kräfte des Friedens einen Erfolg errungen. Besiegt ist der internationale Terrorismus damit noch nicht. Wir alle werden wachsam bleiben müssen."


Ma quali complottisti?
di Marco Cedolin - Il Corrosivo - 4 Maggio 2011

Ho sempre detestato le etichette preconfezionate, i codici a barre che ti appiccicano addosso mentre sei voltato dall’altra parte, la presunzione di volerti a tutti i costi catalogare, classificare, enumerare, per introdurti a forza dentro ad una gabbia, dove dovresti sentirti obbligato a recitare la tua parte, come un animale dello zoo.

Fra tutti i maldestri tentativi di rinchiuderti in un luogo angusto dove tu non possa nuocere e ridurti allo stato di fenomeno da baraccone, senza dubbio quello più urticante è la qualifica di “complottista”, affibbiata a chiunque tenti di fare informazione (sul web o in altra sede) senza sottostare alle regole base imposte dai media mainstream.

Scrivere riguardo all’argomento che ti viene richiesto, farlo con il taglio che ti viene richiesto, non mettere mai in dubbio i dogmi su cui né fondata la società dell’informazione politicamente corretta, non scrivere mai qualcosa che possa mettere in cattiva luce il sionismo o gli Stati Uniti, fingerti un dotto analista e un letterato raffinato, anche quando fai fatica a mettere insieme una frase di senso compiuto e scrivi su giornalacci disposti a pubblicare immagini taroccate con fotoshop e notizie destituite di ogni fondamento, pur di alzare la tiratura e compiacere il padrone.....

Sei complottista quando ti permetti di mettere in luce le macroscopiche incongruenze del b-movie montato maldestramente per mistificare quanto accaduto l’11 settembre. Sei complottista se osi fare notare che quell’Osama Bin Ladin dato come assassinato un paio di giorni fa dai marines di Obama, non esisteva più da ormai dieci anni, se non come presenza olografica in messaggi video di dubbia provenienza e ancor più dubbia realisticità. E quando esisteva in carne ed ossa aveva ribadito pubblicamente a più riprese la propria estraneità rispetto agli attentati in oggetto.

Sei complottista se manifesti scetticismo nei confronti dell'europa dei burocrati e dei banchieri , se ti preoccupi per le conseguenze della globalizzazione, se hai l’ardire di mettere in evidenza lo strapotere delle banche e l’egemonia economica delle multinazionali, se provi ad indagare sulle nuove tecnologie , se cerchi di leggere le motivazioni di una guerra, andando appena un poco più in profondità rispetto alle frasette di circostanza esperite nei TG e nei salottini chic dei commentatori televisivi.

Se incautamente ti senti in dovere di portare a conoscenza dei “meno” (perché quello è il tuo pubblico) verità scientifiche appurate contro ogni ragionevole dubbio, ma sottaciute dai media a causa della propria scomodità.

Se esterni perplessità sulla campagna di terrore per l’influenza suina, montata ad arte per vendere un vaccino dannoso che doveva rimpinguare le casse delle multinazionali farmaceutiche.

Se dimostri dati alla mano che in merito all’alta velocità ferroviaria stanno raccontando una sequela di fesserie , se ti preoccupi per le sorti di un ecosistema in via di decomposizione, se non ti rivolgi al cemento conl'espressione adorante e lo sguardo trasognato e se ti permetti di puntualizzare che il mondo è un sistema finito , a differenza dell’imbecillità che sembra davvero non finire mai.

E diventeresti un complottista ancora più pericoloso, se per caso insistessi troppo sui massacri di Gaza, se solo carezzassi l’idea di approfondire argomenti tabù quali il signoraggio, Haarp, le scie chimiche o il nuovo ordine mondiale, se giungessi a partorire pensieri pericolosi come quello che fare informazione significa anche guardarsi intorno con spirito aperto e non restare chiuso nel proprio gusto di certezze autoreferenziali.

Servo o complottista, senza che mai venga presa neppure in considerazione quella terza via che consiste nel tentativo di fare informazione seriamente, senza altro padrone che la propria onestà intellettuale, con il rischio di sbagliare connaturato in ogni azione umana, ma anche la consapevolezza di avere offerto il tuo pensiero a chi nutre il piacere di leggerlo, anziché esperire una sequela di “marchette” ben pagate per il migliore offerente.