sabato 22 ottobre 2011

Libia - update

Ancora qualche altro articolo sulla morte di Gheddafi, anche se c'è qualcuno che sostiene che ad essere stato ucciso sia uno dei suoi 12 sosia oppure che sia stata tutta una sceneggiata preparata ad arte e data in pasto ai media di tutto il mondo 48 ore dopo la visita lampo della Clinton in Libia (vedi foto, ndr.).

Comunque sia andata, la situazione in Libia è tutt'altro che definitiva e la parola fine non è ancora stata scritta...


Gheddafi ucciso: il convoglio bombardato da un drone pilotato da Las Vegas
di Thomas harding - www.telegraph.co.uk - 20 Ottobre 2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Supervice

Il convoglio del colonnello Gheddafi è stato bombardato da un drone Predator e poi attaccato dai jet francesi prima che il deposto dittatore venisse ucciso dai combattenti ribelli, hanno chiarito le fonti militari.

Le forze della NATO hanno individuato Gheddafi come obbiettivo militare - dopo che le forze del leader libico avevano iniziato a sparare sui civili -, mentre cercava di fuggire da Sirte in un convoglio di più di 100 veicoli.

Si comprende che i Tornado della RAF stavano pattugliando Sirte al momento del tentativo di fuga, ma che non erano direttamente coinvolti nell’operazione.

Gheddafi è stato sottoposto alla sorveglianza delle forze della NATO nelle ultime settimane dopo che un progresso dell’intelligence gli ha consentito di individuare la sua ubicazione.

Un drone americano e una serie di velivoli spia della NATO erano stati spiegati sulla sua roccaforte di Sirte per assicurarsi che non potesse scappare.

Le fonti dell’intelligence hanno suggerito che nei suoi ultimi giorni Gheddafi avesse rotto la sua rigida regola del silenzio telefonico e che è stato ascoltato nell’utilizzo di un telefono cellulare o satellitare. La tecnologia per il riconoscimento vocale avrebbe immediatamente intercettato ogni sua chiamata.

Anche gli agenti dell’MI6 e i funzionari della CIA sul terreno stavano raccogliendo informazioni e si ritiene che a Gheddafi sia stato dato un nome in codice allo stesso modo in cui le forze USA hanno utilizzato il nome Geronimo nel corso dell’operazione per uccidere Osama bin Laden.

Dalla caduta di Tripoli avvenuta in agosto, i servizi informativi hanno cercato Gheddafi in tutta la Libia e anche oltre, usando agenti, forze speciali e attrezzature spia.

Le forze speciali statunitensi e britanniche hanno setacciato la zona nei pressi dell’ex roccaforte di Sirte e nel sud della Libia senza riuscire a scovarlo.

A un certo punto avevano concluso che probabilmente era scappato dal paese.

Ma mentre il Consiglio Nazionale di Transizione stava aumentando la pressione su Sirte, Gheddafi ha deciso di andarci alle 8.30 di ieri mattina.

Le forze della difesa hanno ritenuto l’iniziativa “equivalente a un suicidio”.

Gli US Predator e i droni francesi stavano tenendo d’occhio il centro di Sirte da alcune settimane, cercando di monitorare cosa stesse accadendo sul campo di battaglia”, ha riferito una fonte dell’intelligence. “Stavano rilevando un quadro di vita normale quando poi quella mattina è avvenuto qualcosa di inconsueto, un gruppo numeroso di veicoli che si riuniva, che stava mostrando un’attività davvero inusuale, e quindi è stata presa la decisione di seguirli e di attaccarli.”

Anche i velivoli di guerra elettronica, come l’American Rivet Joint o il French C160 Gabriel, hanno rilevato i movimenti di Gheddafi nel suo tentativo di fuga.

Non c’erano RAF Nimrod R1 per intercettare i messaggi di intelligence perché sono stati tagliati nel corso della campagna per i tagli alle spese della difesa.

Ma un paio di RAF Tornado GR4 erano in pattuglia di “ricognizione di truppe” e hanno fornito informazioni sui movimenti dei veicoli.

Il drone Predator, decollato dalla Sicilia e controllato via satellite da una base fuori Las Vegas, ha colpito il convoglio con vari missili anti-carro Hellfire. Poco dopo i jet francesi, probabilmente i Rafale, sono intervenuti, prendendo di mira i veicoli con bombe da 500 libbre Paveway o con munizioni di precisione AASM da 600.000 sterline.

Ci si aspetta che le forze britanniche si ritirino dalla Libia nelle prossime settimane. La scorsa notte William Hague, il Segretario agli Esteri, ha detto: “Ci stiamo avvicinando alla fine della missione della NATO.”

Comunque, ha detto che prima di lasciare il paese, “penso che dovremmo essere sicuri che non ci siano altre sacche di resistenza pro-Gheddafi”.

Negli ultimi sei mesi le forze armate britanniche hanno effettuato decine di sortite sulla Libia e i jet della RAF hanno condotto bombardamenti aerei multipli.

Il costo della missione per i contribuenti britannici si colloca attorno ai 300 milioni di sterline.


Quel "killer" di Las Vegas arrivato da una base in Sicilia
di Manlio Dinucci - Il Manifesto - 22 Ottobre 2011

Il «Telegraph»: così la Nato ha spinto il raìs nelle mani dei miliziani islamici di Misurata

Le immagini di Gheddafi linciato e ucciso da una folla inferocita di miliziani sono state diffuse su scala mondiale, per dimostrare che quella libica è stata una ribellione popolare conclusasi col rovesciamento dell'odiato dittatore. Versione semplicistica, facente parte delle potenti «armi di distrazione di massa» usate nell'operazione Protettore Unificato. Ben diversa la realtà che sta venendo a galla, come dimostra la documentata ricostruzione degli avvenimenti fatta ieri dal quotidiano britannico The Telegraph.

Dopo aver svolto un ruolo chiave nella conquista di Tripoli, gli agenti della Cia e del servizio segreto britannico MI6, che operano sul terreno in Libia, si sono concentrati nella caccia a Gheddafi, sfuggito ai massicci bombardamenti Nato.

Mentre i droni e altri aerei spia, dotati delle più sofisticate apparecchiature, volteggiavano giorno e notte sulla Libia, forze speciali statunitensi e britanniche setacciavano la zona di Sirte, probabile rifugio di Gheddafi.

Questi, nelle ultime settimane, è stato costretto a interrompere il silenzio telefonico, usando un cellulare forse di tipo satellitare. La conunicazione è stata intercettata, confermando la sua presenza nella zona.

Quando un convoglio di alcune decine di veicoli è uscito dalla città, è stato subito avvistato dagli aerei spia: un Rivet Joint statunitense (che può individuare l'obiettivo a 250 km di distanza), un C160 Gabriel francese e un Tornado Gr4 britannico.

A questo punto un drone Predator statunitense, decollato dalla Sicilia e telecomandato via satellite da una base presso Las Vegas, ha attaccato il convoglio con numerosi missili Hellfire.

Anche se non viene specificato, si tratta di uno dei Predator MQ-9 Reaper dislocati a Sigonella, dove si trova il personale addetto al rifornimento e alla manutenzione, e guidati da un pilota e un addetto ai sensori seduti a una consolle negli Stati uniti, a oltre 10mila km di distanza.

Il Reaper, in grado di trasportare un carico bellico di una tonnellata e mezza, è armato di 14 missili Hellfire («fuoco dell'inferno») a testata anticarro, esplosiva a frammentazione o termobarica.

Subito dopo, il convoglio è stato colpito anche da caccia francesi Mirage-2000 con bombe Paveway da 500 libbre e munizioni di precisione Aasm, anch'esse a guida laser. Questo attacco è stato decisivo per la cattura di Gheddafi.

Tali fatti dimostrano che, in realtà, è stata la Nato a catturare Gheddafi, spingendolo nelle mani di miliziani islamici di Misurata, animati da particolare odio nei suoi confronti.

E che è stata la Nato a vincere la guerra, non solo sganciando sulla Libia 40-50mila bombe in oltre 10mila missioni di attacco, così da spianare la strada ai «ribelli», ma infiltrando in territorio libico servizi segreti e forze speciali per attuare e dirigere le operazioni belliche.

Il piano - deciso a Washington, Londra e Parigi - era quello di eliminare Gheddafi, che in un pubblico processo avrebbe potuto rivelare verità scomode per i governi occidentali.

Non è quindi escluso che tra la folla di miliziani urlanti, dietro al «ragazzo con la pistola d'oro» cui viene attribuita l'uccisione di Gheddafi, vi fossero ben più esperti killer di professione.


In morte di Muammar Gheddafi, capo di Stato resistente
da www.comunismoecomunita.org - 21 Ottobre 2011

Siamo così giunti all’epilogo simbolico della più recente vergogna colonialistica targata occidente: la conquista armata della Libia camuffata dalle consuete scuse umanitarie.

Il copione era scritto, i protagonisti noti ed è tanto lo sdegno e la vergogna di appartenere a questo angolo prepotente e nichilista di mondo, che quasi si fa fatica a commentare la morte di Muammar Gheddafi.

Verrebbe infatti da starsene in silenzio e tacere decorosamente, perché i fatti, per chi li vuole comprendere, e la verità, per chi la vuole vedere, parlano da sé.

Il silenzio, però, è assieme alla confusione, il migliore alleato della menzogna e della barbarie. Pertanto, è doveroso parlare, ricostruire il filo della verità, smascherare la menzogna ed esprimere sdegno.

Sdegno e distanza dalla misera compiacenza degli agenti politici del capitalismo occidentale che agiscono per conto terzi e per conto terzi si addolorano, si compiacciono, parlano di diritti umani, democrazia e libertà e gioiscono per la morte di Gheddafi, per la morte cioé di uno dei tanti e fragili ostacoli posti al dominio assoluto (e grazie al cielo in via di lenta, ma inesorabile decadenza) dominio dell’occidente.

Muore Muammar Gheddafi trucidato dalle bombe Usa-Nato e poi finito dagli ascari in servizio (i cosiddetti ribelli). Muore nella città più fedele al governo, nella sua Sirte, ultimo baluardo della resistenza contro l’occupazione straniera.

Muore da capo di Stato fiero che ha deciso di non lasciare la propria patria pur avendo avuto numerose occasioni per farlo uscendo silenziosamente di scena e lasciando che il proprio paese fosse spartito dagli avvoltoi.

Non ci interessa parlare di Gheddafi, della sua linea politica perseguita negli ultimi anni, delle sue storiche glorie di anticolonialista, delle sue politiche attive recenti per l’unità panafricana, per l’indipendenza del terzo mondo e per la sovranità del popolo libico e la sua relativa prosperità, nonché naturalmente dei suoi errori, dei suoi eccessi, delle sue recenti capitolazioni (parziali) all’imperialismo e al capitalismo. Non ci interessa parlarne adesso.

Farlo significherebbe cadere nel tranello imposto dalla dittatura dei diritti umani per cui i cattivi della favola meritano la morte e la distruzione del proprio paese (non importa se con lo sterminio di centinaia di migliaia di persone e l’abbattimento di una nazione, e non importa se con l’ausilio alternato di tagliagole fondamentalisti islamici o di giovani ribelli libertari).

Ci interessa parlare del Capo di Stato che muore resistendo fino all’ultimo all’invasore. Ci interessa puntualizzare per l’ennessima volta i ruoli. Chi è l’aggredito e chi l’aggressore. Chi è il resistente e chi l’impostore.

Chi è il capo legittimo (che piaccia o no e indipendentemente dai suoi pregi e difetti) e chi il fantoccio manipolato e usato per conto terzi.

L’occidente capitalistico e imperialista mostra ogni giorno il proprio volto di giustiziere sterminatore, posto al di là della legge positiva e naturale.

Un giustiziere travestito da buon padre di famiglia che dispensa buoni consigli e buone pratiche in giro per il mondo spiegando ai poveracci della terra come si conquista la civiltà liberal-capitalistica di mercato, come si annullano gli ostacoli per realizzarla, come si debbano annichilire le culture devianti, le politiche sovrane e il dominio della politica sull’economia.

Che lo faccia con la carota o con il bastone il risultato non cambia ed è l’omologazione e la sottomissione del pianeta terra alla volontà di dominio della civiltà Euro-americana contemporanea (con all’interno i noti rapporti gerarchici tra gli stessi dominatori).

Alla Libia è toccato il bastone. Un bastone pesante costato la vita a migliaia di civili, costato la distruzione delle principali infrastrutture di un paese prospero e indipendente, costato la sovranità di un popolo non del tutto piegato alle direttive imperiali…e costato infine la morte fisica e simbolico del capo. Milosevic lasciato morire nelle carceri dei padroni del mondo; Saddam impiccato dal tribunale dei fantocci dell’impero; Gheddafi bombardato dal cielo e giustiziato da un manipolo di servi.

Come ha affermato il nostro goffo e squallido presidente del consiglio: “sic transit gloria mundi”. Sì, passerà come il vento, cancellata dall’inesorabile scorrere del tempo, la vanagloria meschina degli oppressori che ordinano di lanciare missili contro le città esotiche dei “barbari”. Ma il tempo non cInserisci linkancellerà, invece, il coraggio e le idee di chi alla vera barbarie resiste.


Come l'Occidente ha sconfitto la Libia

di Pepe Escobar - Asia Times - 21 Ottobre 2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Supervice

Stanno combattendo su una carcassa come degli avvoltoi. Il Ministro della Difesa francese ha detto che sono stati loro a colpirlo con un elicottero d’assalto Rafale che ha sparato sul suo convoglio.

Il Pentagono dice che sono stati loro con un Predator che ha lanciato un missile Hellfire.

Dopo che il colonnello Muammar Gheddafi, ferito, ha cercato rifugio in una sporca conduttura sotto l’autostrada – un’eco inquietante del “buco” di Saddam Hussein–, è stato trovato dai “ribelli” del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT). Poi è stato doverosamente giustiziato.

Abdel-Jalil Abdel-Aziz, un medico libico che ha accompagnato e esaminato il corpo di Gheddafi in ambulanza, ha detto che è morto a causa di due proiettili, uno al torace e una alla testa.

Il CNT – che ha disseminato menzogne, menzogne e ancora menzogne per mesi – giura che è morto sotto un “fuoco incrociato".

Potrebbe essere stata una gang. Potrebbe essere stato Mohammad al-Bibi, un ventenne con un cappellino da baseball dei New York Yankees in testa che ha posato di fronte al mondo intero brandendo la pistola d’oro di Gheddafi; forse il suo tagliando per ritirare gli spropositati 20 milioni di dollari che sono stati fatti balenare come taglia per un Gheddafi "vivo o morto".

È sempre più curioso ricordare che ciò è esattamente quello che il Segretario di Stato Hillary Clinton, nel corso della sua illuminante visita a Tripoli, aveva annunciato meno di quarantotto ore prima; Gheddafi doveva essere "catturato o ucciso".

La Regina delle Fiabe ha soddisfatto i desideri della Clinton, che ne è venuta a conoscenza guardando lo schermo di un BlackBerry, reagendo con il terremoto semantico di uno "Wow!"

Ai vincitori, spetta il bottino. E se lo sono preso; la North Atlantic Treaty Organization (NATO), il Pentagono e il CNT. Dal minuto in cui una risoluzione delle Nazioni Unite per imporre una no-fly zone sulla Libia si è trasformata in un lasciapassare per un cambio di regime, il piano A è diventato quello di catturarlo e ucciderlo. Un omicidio mirato: è la pratica ufficiale dell’amministrazione di Barack Obama. Non c’era un piano B.

Lasciati bombardare perché ti protegga

Riguardo la R2P ("Responsabilità di Proteggere" i civili), i dubbiosi dovrebbero affidarsi alla spiegazione del Segretario Generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen: "La NATO e i nostri partner hanno adempiuto con successo allo storico mandato delle Nazioni Unite per proteggere il popolo della Libia."

Chiunque voglia assistere alla protezione della NATO sui civili deve solamente salire su un pick-up e partire per Sirte, la nuova Fallujah.

Le reazioni sono state davvero istruttive. Al burocrate del CNT Abdel Ghoga sembrava di stare al Colosseo al tempo dell’Impero Romano: "I rivoluzionari hanno la testa del tiranno."

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che la morte di Gheddafi significa che "stiamo vedendo la potenza della leadership americana in tutto il mondo".

È solo quello che ci si poteva aspettare, considerando anche che Washington ha pagato non meno dell’80% dei costi operativi di questi bambocci della NATO (più di un miliardo di dollari, che Occupy Wall Street potrebbe ben denunciare che siano più utili per la creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti).

Strano, ora, poter dire "ce l’abbiamo fatta", perché la Casa Bianca ha sempre detto che questa non era una guerra; era una qualcosa di "cinetico". E che non ne erano al comando.

È stato il maestoso stratega di politica estera, il vicepresidente Joe Biden, a essere ben più illuminante di Obama; "In questo caso, l’America ha speso due miliardi di dollari e non ha subito un solo decesso. Questa è un’indicazione su come trattare con il mondo nel futuro, diversamente dal passato."

Mondo, sei stato avvisato; così l’impero ti tratterà d’ora in poi.

Senti il mio amore umanitario

E allora congratulazioni alla "comunità internazionale" che, come tutti sanno, è formata da Washington, alcuni membri oramai spacciati della NATO e dalle potenze democratiche del Golfo Persico, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Questa comunità, almeno, ha goduto del risultato.

L’Unione Europea ha omaggiato "la fine di un’era di dispotismo", quando fino a giovedì stava ancora carezzando le vesti di Gheddafi, e ora rimangia sé stessa negli editoriali, parlando del regno quarantennale di un "pagliaccio".

Gheddafi sarebbe stato un ospite molto inopportuno alla Corte Penale Internazionale all’Aja, dove avrebbe avuto piacere nel ricordare tutti i baciamano, i caldi abbracci e gli accordi succosi che l’Occidente implorava di assicurarsi, dopo che era stato promosso da "Cane Rabbioso" (Ronald Reagan) a "Nostro Bastardo".

Avrebbe anche gioito nel descrivere tutti i retroscena oscuri di questi opportunisti che ora si atteggiano a "rivoluzionari” e “democratici".

Per quanto concerne il concetto di legge internazionale, giace in un luogo altrettanto zozzo di quello in cui Gheddafi si era infilato. Il dittatore iracheno Saddam almeno ha avuto un processo farsa in un tribunale illegale prima di incontrare il boia. Osama bin Laden è stato semplicemente spento, con un assassinio, dopo un’invasione territoriale del Pakistan. Gheddafi è sparito, smorzato da una mistura di guerra aerea e di omicidi.

Gli avvoltoi del potere stanno congestionando i cieli. Il domiciliato a Londra Mohammed El Senoussi, l’erede al trono libico (il Re Idris fu deposto nel 1969) è pronto per il suo primo piano, avendo già sancito che lui "è un servo del popolo libico, e sono loro a decidere cosa vogliono". Traduzione: io voglio il trono. È ovviamente il candidato preferito dalla controrivoluzionaria Casa di Saud.

E cosa dire dei somari dei think-tank di Washington che hanno borbottato che questo era il “momento Ceausescu” della Primavera Araba"? Se solo il dittatore rumeno avesse migliorato il livello di vita della sua nazione – nei termini di assistenza sanitaria gratuita, incentivi per i neo-sposi, eccetera – di una frazione rispetto a quanto ha fatto Gheddafi in Libia. Oltre al fatto che Nicolae Ceausescu non fu deposto da un bombardamento “umanitario” della NATO.

Solo i fusi di testa possono aver fatto propria la propaganda delle oltre 40.000 missioni “umanitarie” della NATO che hanno riportato le infrastrutture libiche all’età della pietra (Shock and Awe al rallentatore, giusto?) Tutto ciò non ha mai avuto niente a che fare con la R2P, e il bombardamento senza sosta dei cittadini di Sirte ne è testimonianza.

Come i quattro membri dei paesi BRIC già sapevano prima di votare la Risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, tutto ciò riguardava la volontà della NATO di gestire il Mediterraneo come un suo lago, la guerra dell’Africom contro la Cina e la realizzazione di una base strategica, riguardava i francesi e i britannici che volevano siglare dei bei contratti per sfruttare le risorse naturali libiche a proprio beneficio, e anche una nuova narrativa della Primavera Araba da parte dell’Occidente, dopo che si era fatto un sonnellino in Tunisia e in Egitto.

Ascoltate i mugolii barbarici

Benvenuti nella nuova Libia. Le milizie islamiste intolleranti muteranno le vite delle donne libiche in un inferno in terra. Centinaia di migliaia di africani sub-sahariani – quelli che non sono riusciti a fuggire – verranno perseguitati senza ritegno. Le ricchezze naturali della Libia verranno depredate.

Quella collezione di missili anti-aereo di cui si sono appropriati gli islamisti diventeranno una ragione estremamente convincente perché la "guerra al terrore" nel Nord Africa diventi eterna. Ci sarà sangue, una sanguinosa guerra civile, perché la Tripolitania rifiuterà di essere governata dalla cafona Cirenaica.

Per quanto riguardo i dittatori rimasti in giro, stipulate una polizza vita con la NATO Inc.; l’egiziano Hosni Mubarak, il tunisino Zine al-Abidine Ben Ali e lo yemenita Ali Abdullah Saleh sono stati abbastanza svegli da farlo.

Tutti noi sappiamo che non ci sarà mai una R2P per liberare i tibetani e gli iuguri, la gente in quel gulag mostruoso che è il Myanmar, il popolo dell’Uzbekistan, i curdi in Turchia, o i Pashtun su entrambi i lati della Linea Durand tracciata in modo imperiale.

Sappiamo anche il cambiamento a cui il mondo può credere giungerà il giorno in cui la NATO stabilirà una no-fly zone sull’Arabia Saudita per proteggere gli sciiti nella provincia occidentale, quando il Pentagono stenderà un tappeto di Hellfire sulle migliaia di corrotti e medievali principi della Casa di Saud.

Ma non accadrà. Nel frattempo, a questo è arrivato l’Occidente; a un botto della NATO e a un migliaio di mugolii barbarici e fuorilegge. Disgustati? Mettetevi una maschera di Guy Fawkes e fate un macello.