martedì 10 agosto 2010

Elezioni e poi ridateci la Prima Repubblica


A meno di impossibili novità, le strade di Berlusconi e Fini saranno per sempre separate.

Il can can mediatico sulla vicenda dell’appartamento monegasco è solo la goccia di un vaso ormai stracolmo di rancore, astio e soprattutto opposte visioni sul rispettivo futuro politico.


Sembra ormai chiaro che a settembre il governo prenderà atto di non avere più la maggioranza per andare avanti, Berlusconi sarà costretto a dimettersi e Napolitano verificherà l’esistenza di una maggioranza parlamentare che dia luogo a un governo a termine, prima di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.


Alla Camera una maggioranza alternativa, dal punto di vista strettamente numerico, ci sarebbe già ora. Ma non al Senato, dove la situazione potrebbe mutare solo in caso di appoggio della Lega Nord all’eventuale nuovo governo di transizione. Cosa che ad oggi sembra impossibile, ma in politica si sa che “del doman non v’è certezza”…


Comunque, la strada per arrivare presto a elezioni anticipate sembra tutta in discesa.


A questo punto però sorgono alcune domande: l’Fli di Fini con chi si alleerà? Con l’Udc di Casini, l’Api di Rutelli e forse anche l’Mpa di Lombardo, si potrebbe rispondere.

E il Pd? Sarà costretto ad allearsi con Di Pietro e con spezzoni della cosiddetta sinistra radicale, verrebbe da replicare.


Ma se così fosse le elezioni vedrebbero con ogni probabilità, stante l’attuale legge elettorale, una vittoria al Nord del Pdl e della Lega mentre il centro-sud sarebbe spartito da tutti gli altri.

Ergo, si produrrebbero due diverse maggioranze alla Camera e al Senato con l’impossibilità di formare un governo, a meno di un governo di unità nazionale con dentro quasi tutti. Un’eventualità quantomeno tragicomica…


E allora il buon senso suggerirebbe che a queste elezioni anticipate Fli, Udc, Api, Italia dei Valori, Pd e sinistra “radicale” corressero insieme con tre soli obiettivi di programma:

1) Difendere la Costituzione

2) Mandare a casa per sempre la destra populista ed eversiva rappresentata da Berlusconi

3) Cambiare l’attuale legge elettorale


Ma la vera difficoltà è paradossalmente proprio quella di trovare un accordo comune sulla riforma della legge elettorale, da rendere pubblico naturalmente prima di andare a votare.

Si auspica che la pausa estiva possa essere di aiuto in tal senso…


Quindi se veramente si dovrà andare alle urne per la fine dell’anno o in primavera, la cosa più sensata sarebbe un fronte comune da Fini a Vendola che si presentasse agli elettori con quei tre punti di programma e che, una volta realizzati, si sciogliesse per riportare nuovamente gli italiani al voto in uno scenario politico normalizzato dall’uscita di scena dalle stanze del potere di Berlusconi e berluscones.


Ma per favore, ridateci una legge elettorale proporzionale pura - aggiungendo solo un leggero sbarramento - con la possibilità di sceglierci il candidato per Camera e Senato. Mettete in soffitta per sempre le attuali pseudo elezioni dirette del presidente del Consiglio, abolendo anche l’uso della parola premier perché non siamo in Inghilterra.


Ridateci la normalità e la tranquillità di una politica non urlata, seria e possibilmente efficace nel cercare di risolvere con concretezza i tanti problemi di una società complessa come quella italiana.


Insomma, riportate indietro il calendario al 1992 e ridateci la Prima Repubblica.