mercoledì 2 marzo 2011

Cose dell'altro mondo...

Qualche articolo sulle dimissioni del ministro tedesco della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg, accusato - UDITE UDITE - di aver copiato gran parte della sua tesi di dottorato.

Ieri durante la conferenza stampa l'ex ministro della Difesa ha precisato comunque che non si è dimesso per la vicenda in sé ma "perché il peso dello scandalo ricade ora su tutti i militari [...] Tutti i media focalizzano l'attenzione sulla mia persona e sulla mia tesi di dottorato, invece di concentrarsi sui soldati feriti o uccisi in Afghanistan."

Qualche giorno fa invece s'era dimesso il ministro degli Esteri francese, Michèle Alliot-Marie, in seguito alle polemiche scoppiate per il suo viaggio di fine anno in Tunisia, mentre si stavano svolgendo le proteste contro l'ex presidente Ben Alì.

Gesti di responsabilità e dignità tipici dei Paesi civili e avanzati, ma dileggiati come cose dell'altro mondo in Italia.

Non è vero, La Russa, Frattini e Silvio?...
O Bondi, che invece di dimettersi - e doveva già farlo da almeno 3 mesi -, annuncia semplicemente "Sono pronto a dimettermi"...ennesimo esempio del tipico italiota col culo attaccato alla poltrona, così tanto disprezzato all'estero.


Von und zu Berlusconi
di Ines Tabusso - Il Fatto Quotidiano - 2 Marzo 2011

tg24.sky.it, 1 marzo 2010:
Karl Theodor von und zu Guttenberg ha deciso di rassegnare le sue dimissioni da ministro della Difesa tedesco. Il politico della Csu, il partner bavarese della coalizione che sostiene Angela Merkel, era stato accusato di aver copiato ampie parti della sua tesi di dottorato all’Università di Bayreuth.

Dopo che, anche in rete, erano stati documentati tutti i presunti plagi nel suo testo, il ministro si era difeso al Bundestag ammettendo di aver lavorato superficialmente e di essersi dimenticato di segnare tutte le citazioni nella sua tesi.

Una linea difensiva che però non era bastata. Dopo le proteste del mondo accademico e dopo aver perso il titolo di dottore, Guttenberg ha deciso di lasciare il dicastero.

Guttenberg ha informato con una lettera la Cancelliera della propria decisione, spiegando di aver deciso di “assumersi la responsabilità che di solito pretende dagli altri“. Nel testo l’ormai ex ministro ha espresso tutta la sua preoccupazione che lo scandalo possa avere effetti negativi e di immagine anche sulla Bundeswehr, l’esercito federale.

Proprio la scorsa settimana tre soldati tedeschi sono morti in Afghanistan e, ha sottolineato il ministro, si è parlato più della sua tesi che di loro.

Adnkronos/Dpa, 1 marzo 2010:
Oltre a rassegnare le dimissioni dall’incarico di ministro, il titolare della Difesa del governo di Berlino, Karl-Theodor zu Guttenberg, ha comunicato al Bundestag l’intenzione di rinunciare al suo mandato di parlamentare.

Laura Salvetti, moglie del Professor Luigi Firpo, L’Unità, 27 marzo 2006:
Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo, quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell’Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un’edizione privata, in pochi esemplari, riservata all’entourage del Cavaliere. Ma lui, tramite l’associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione.

La sfogliò e sbottò: ‘Non è un plagio, è peggio! Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!’. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi.


Berlusconi incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già stampate e regalate ad amici e collaboratori.

Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria.E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l’avrebbe rovinato.


Passava intere mezz’ore al telefono col Cavaliere. E alla fine correva a raccontarmele, fra l’indignato e il divertito: ‘Sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. È un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita’.

Firpo seguitava a fare l’offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati. Un giorno lo invitarono a Canale5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, ‘per il suo disturbo e l’onore che ci fa’. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco: dentro c’era una valigetta ventiquattr’ore in coccodrillo con le cifre LF in oro.

Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: ‘Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi’… Non lo sentimmo mai più”.


Il modello tedesco
di Emanuela Pessina - Altrenotizie - 2 Marzo 2011

Alla luce delle recenti e vigorose accuse di plagio che hanno messo in discussione il suo dottorato, il ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg (CSU) ha presentato ieri le dimissioni ufficiali alla Cancelliera Angela Merkel (CDU).

Zu Guttenberg è stato accusato di aver copiato gran parte dello scritto che gli ha garantito il titolo di dottore ed è stato al centro dell’attenzione mediatica per oltre due settimane. Nel frattempo, l’università di Bayreuth, presso la quale l’ex-ministro ha compiuto gli studi, gli ha tolto il titolo e ora, a quanto pare, si è arrivati alla resa dei conti.

La comunicazione è stata data in tarda mattinata, durante conferenza stampa straordinaria. “Ho chiesto le dimissioni”, ha introdotto zu Guttenberg, per poi affrettarsi a spiegare di avere già informato preventivamente la Cancelliera del suo passo. “So che è una frase inconsueta per un politico, e io del resto sono sempre stato pronto a combattere - ha continuato zu Guttenberg- ma ora sono arrivato al limite delle forze”.

In particolare, l’ex-ministro ha detto di non sopportare che lo scandalo del plagio vada a pesare sull’immagine delle forze armate federali: lo scandalo, ha articolato zu Guttenberg, ha fatto passare in secondo piano la recente morte di tre soldati tedeschi in Afganistan. Con le sue dimissioni, zu Guttenberg spera di limitare il riverbero della pressione mediatica alla sua persona e salvare le istituzioni.

L’ex ministro ha parlato delle difficoltà di lasciare una carica, quella di ministro, per cui ha dato l’anima, eppure non ha esitato a prendersi le stesse responsabilità che avrebbe preteso da altri: deve rispondere delle sue debolezze e dei suoi errori, ha giustificato, perché un incarico come quello di ministro ha bisogno di una mente libera.

Parole severe ma che, in fondo, rispecchiano una sacrosanta verità e un rispetto della res politica in certi altri Paesi ormai dimenticato.

E ora i cristiano-democratici della Merkel e la consorella bavarese, i cristiano-sociali della CSU, piangono le sorti del beneamato barone zu Guttenberg e cominciano a pensare a chi mettere al suo posto. Con la moglie Stephanie, zu Guttenberg era considerato la stella nascente delle scuderie della Cancelliera.

In passato, la coppia era stata addirittura paragonata ai Kennedy per fascino e popolarità. La fine dell’ascesa del giovane barone bello (e adorato dalle masse) della politica tedesca ha quasi dell’incredibile e va mettere ancora più in discussione una coalizione, quella della Cancelliera, già tesa in vista delle prossime elezioni regionali, ben sei nei prossimi mesi.

Per quel che riguarda la successione, i vertici CSU non si sono ancora espressi. La questione verrà discussa venerdì, ma la soluzione più semplice sembra essere la sostituzione di zu Guttenberg da parte del segretario alla Difesa Christian Schmidt.

Anche se, a ben guardare, la parabola discendente di zu Guttenberg era già cominciata prima delle accuse di plagio, e cioè con gli scandali della cadetta morta sulla nave di addestramento della marina federale, la Gorch Fork, a gennaio, e del soldato morto in Afghanistan lo scorso dicembre.

Due situazioni in cui l’ex-ministro della Difesa non ha saputo gestire la situazione con determinazione, nascondendosi dietro improbabili “non sapevo”, e che sono immancabilmente andati a scalfire la sua carriera impeccabile agli occhi di cittadini, stampa e colleghi.

Per quel che riguarda la Gorch Fork, l’opposizione aveva accusato il ministero della Difesa di tentato insabbiamento, mentre in Afghanistan lo aveva sospettato di aver controllato la posta dei soldati per evitare la fuoriuscita d'informazioni scomode, un metodo ritenuto poco ortodosso di mantenere i segreti di Stato.

E ora, rinvigorita anche dai recenti risultati alle elezioni della città stato di Amburgo, l’SPD non si perde certo l’occasione per dare il colpo di grazia al ministro dimissionario e per infierire, per quanto possibile, sulla coalizione Merkel.

Secondo i socialdemocratici, zu Guttenberg si è ritirato troppo tardi. Il rappresentante parlamentare Thomas Oppermann (SPD) ha definito le dimissioni di zu Guttenberg tanto “inevitabili” quanto “tardive”: la faccenda avrebbe già danneggiato la credibilità della Merkel e la sua reputazione, così come l’essere della politica tedesca in generale.

E ora, l’ultima parola spetta ai cittadini, che saranno chiamati alle urne in Sassonia-Anhalt il penultimo fine settimana di marzo e potreanno già esprimere una prima opinione al riguardo.


Dimissioni e trasmissioni
di Marco Bracconi - http://bracconi.blogautore.repubblica.it - 1 Marzo 2011

In Germania il ministro Karl-Theodor zu Guttenberg è diventato un ex-ministro. Ha copiato la tesi di dottorato, e lo scandalo lo ha portato inevitabilmente alle dimissioni.

Per qualche giorno, come è ovvio, ha provato a resistere. Poi la pressione dei media, dell’opinione pubblica e dei suoi stessi colleghi di partito lo ha costretto a mollare la presa.

Inutile dire che da noi Karl-Theodor sarebbe ancora bellamente al suo posto. Però a parziale risarcimento avremmo avuto a una bella puntata di Porta a porta sul simpatico costume del copiare il compito a scuola, con altrettanto simpatici racconti di attori ministri e showgirl ai tempi del liceo.

Ogni paese è fatto a suo modo. C’è chi ha le dimissioni, e chi le trasmissioni.