venerdì 26 settembre 2008

Scontri a fuoco tra USA e Pakistan in costante aumento

Il caos continua a imperversare in Pakistan e con sempre maggior intensita'.
Oggi due militanti islamici a Karachi si sono uccisi facendo esplodere 5 granate all'arrivo della polizia, ma senza causare feriti tra gli agenti.

Sempre oggi l'esercito pakistano si è scontrato con i miliziani taleb nel nord del Waziristan, nella zona di Bajor. Secondo quanto riporta al Jazeera, i miliziani islamici tengono ancora sotto stretto controllo le due valli della zona, dove si registrano gli scontri. Dall'inizio dell'offensiva militare lanciata lo scorso agosto dall'esercito pakistano nelle zone tribali del paese, i combattenti islamici uccisi sarebbero stati più di mille, secondo quanto riferisce un responsabile delle forze armate di Islamabad, Tariq Khan.
Fonti dell'Onu parlano invece di almeno 260mila civili costretti a fuggire a causa delle operazioni militari.

Inoltre e' sempre notizia di oggi che almeno sei persone sono morte e altre 15 sono rimaste ferite nel deragliamento di un treno a Bahawalpur, nella parte orientale del Pakistan, a causa dell'esplosione di un ordigno piazzato sotto ai binari.

Ma la novita' piu' interessante della giornata e' che i soldati pakistani hanno di nuovo sparato contro due elicotteri USA che erano sconfinati in territorio pakistano. E' molto probabile che tali scontri si intensificheranno nel prossimo futuro.

Un altro obbiettivo raggiunto dalla cricca neocon di Washington...


Non passa lo straniero
di Enrico Piovesana – Peacereporter – 26 Settembre 2008

Ieri i soldati di Islamabad hanno nuovamente sparato contro due elicotteri Usa che stavano sconfinando in territorio pachistano dalla provincia afgana di Khost. I militari statunitensi, a differenza di quanto avvenuto la scorsa settimana, stavolta hanno risposto al fuoco pachistano, scatenando una sparatoria durata diversi minuti. Il giorno prima, mercoledì, il premier pachistano Yousuf Raza Gilani aveva avvertito gli Stati Uniti: "Noi non tollereremo violazioni della nostra sovranità commesse in nome della guerra al terrorismo".

L'ordine è chiaro: aprire il fuoco. Lunedì, lo stesso neo-presidente pachistano Ali Asif Zardari aveva dichiarato che "le nostre forze armate hanno l'ordine di impedire qualsiasi intrusione nel nostro territorio". Anche sparando. La scorsa settimana il portavoce dell'esercito pachistano, generale Athar Abbas, aveva detto: "In caso di intrusione gli ordini sono chiari: aprire il fuoco". A dare questi ordini, pochi giorni prima, era stato il comandante delle forze armate pachistane, generale Ashfaq Parvez Kayani, che il 10 settembre, in una delle sue rare interviste, aveva chiarito che "la sovranità del Pakistan sarà difesa a tutti i costi e a nessuna forza esterna verrà permesso di condurre operazioni sul nostro territorio".

Gli Usa speravano nell'effetto Mariott. A Washington tutti erano certi che, dopo la strage del 20 settembre all'Hotel Mariott di Islamabad, il governo e l'esercito pachistano avrebbero smesso di opporre resistenza alle operazioni militari Usa nelle Aree Tribali. Invece la reazione pachistana è stata un ulteriore irrigidimento rispetto al prepotente atteggiamento dell'amministrazione Bush, decisa a intervenire contro i talebani in Pakistan, con o senza la collaborazione e il consenso del governo di Islamabad.