Il primo atto del governo Berlusconi che nascerà tra pochi giorni si è già compiuto ieri. E cioè il prestito ponte di 300 milioni di euro che Berlusconi ha chiesto a Prodi per dare ancora qualche settimana di vita ad Alitalia prima del suo quasi certo commissariamento.
Prodi voleva concedere solo 100 milioni ma, dal momento che tra poco Berlusconi sarà a Palazzo Chigi, ha accettato la richiesta dei 300 milioni per scaricare sul nuovo governo tutte le critiche che seguiranno al fallimento della compagnia aerea.
E anche se si tratta di una cifra notevole – l’UE comunque dovrà presto valutare se considerarla o meno come aiuto di Stato - che in teoria dovrà essere restituita entro il 31 Dicembre 2008, Prodi ha fatto bene a mettere Berlusconi con le spalle al muro impedendogli così di accampare qualsiasi scusa se la fantomatica “cordata patriottica” non verrà allo scoperto ed evitando soprattutto di essere additato come unico responsabile del fallimento di Alitalia per non aver concesso la cifra necessaria al nuovo governo atta a garantirsi i tempi tecnici per ricercare un nuovo acquirente.
Infatti Berlusconi, ottenuta la cifra richiesta, ha subito usato toni morbidi verso il governo Prodi scaricando tutte le responsabilità del fallito accordo con Air France sui sindacati dichiarando "I francesi non si sono ritirati perché ci sono state interferenze politiche. Da un lato la situazione si è chiusa perché il governo non ha accettato le condizioni imperative che erano state poste da Air France, tra le quali il prezzo che non era ritenuto congruo e il fatto che si dovesse rinunciare al trasporto delle merci. Ma la prima motivazione per cui Air France ha detto di no è il veto opposto dai sindacati, il grande, deciso, fermo no dei sindacati a ciò che Air France aveva proposto come riduzione del personale. Il governo ha dato i mezzi alla compagnia per sopravvivere per i prossimi mesi, che saranno impiegati da una compagine di imprenditori italiani, banche e compagnie aeree, per guardare i conti di Alitalia. Dopo la due diligence di 3-4-5 settimane questa compagine, coordinata da Bruno Ermolli, dovrà presentare un'offerta impegnativa, che comporterà dolorosi tagli di personale. Ci saranno meccanismi di assistenza da parte dello Stato per chi perderà il lavoro. L'obiettivo è portare la compagnia a chiudere i bilanci positivamente".
Oggi comunque in Borsa il titolo Alitalia ha perso ancora circa il 3% ma il prezzo sarà fissato solo a fine seduta in quanto già da ieri è stato sospeso “in attesa di comunicazioni”.
Quindi Silvio, dopo aver vinto facilmente le elezioni, sta già avendo un assaggio di ciò che lo aspetta quando si sarà insediato a Palazzo Chigi. A questa patata bollente si aggiungerà presto quella dei rifiuti campani, di cui non si sa più nulla dal giorno del verdetto elettorale.
E anche per quanto riguarda la formazione del nuovo governo e l’obiettivo di incastrare tutti i pezzi del puzzle – che adesso sono solo 60 tra ministri, viceministri e sottosegretari – Berlusconi sta già penando per i veti incrociati di Lega e AN, per esempio sul ruolo da affidare a Formigoni che alla fine resterà alla Presidenza della Regione Lombardia per ridurre al minimo il numero degli scontenti.
Lo stesso Berlusconi ha infatti ammesso che "Questi sono stati giorni di afflizione e continueranno fino a quando non si sarà determinata la formazione di questo nuovo governo, perché si accontenta una persona e se ne scontentano tante altre".
Insomma sono passati solo 10 giorni dalla vittoria elettorale e Silvio ha già numerose gatte da pelare, e altre ben peggiori lo attendono nei prossimi mesi a partire dalla grave situazione economica del Paese con i salari e le pensioni che continuano a perdere potere d’acquisto e con il prezzo del petrolio e dei prodotti agricoli primari alle stelle.
Così, solo per cominciare con il lungo elenco dei problemi che si ritroverà sulla sua scrivania di Palazzo Chigi e che dovrà affrontare al più presto.
Quindi è proprio il caso che Silvio si stampi bene in mente il vecchio adagio “Hai voluto la bicicletta? E ora pedala!”.
E di corsa.