In Italia non si parla quasi più di Afghanistan e di quanto succede quotidianamente in quel Paese. Sappiamo però che nei giorni scorsi la Francia ha deciso di aumentare il proprio contingente portandolo a 3000 uomini e tra poche settimane vedremo come risponderà il nuovo governo italiano alle reiterate richieste provenienti da USA e NATO di aumentare l’impegno militare, sia in termini numerici che soprattutto operativi.
Intanto ieri altri due soldati della forza ISAF-NATO sono morti (più altri due feriti) in un’esplosione nel sud del Paese ma non si conoscono ancora le rispettive nazionalità. Dall'inizio dell'anno sono 42 i soldati della ISAF-NATO che hanno perso la vita, contro i 220 del 2007.
Qui di seguito c’è un articolo firmato da Enrico Piovesana di Peacereporter che rivela le conseguenze di un episodio, ignorato ovviamente da tutti i media nostrani; ma forse è stato ignorato proprio perché non fa notizia e non rappresenta una novità di cui meravigliarsi. La NATO commette spesso questo genere di “errori”…e nel frattempo l’annuale offensiva di primavera dei talebani è cominciata.
16.4.2008
Afghanistan, la Nato arma i talebani?
Casse piene di armi paracadutate in territorio talebano
La commissione Sicurezza Interna del parlamento afgano ha formalmente accusato la Nato di armare la guerriglia talebana, dichiarando non veritiera la versione dei fatti fornita dai comandi alleati riguardo un grosso rifornimento di armi caduto “per errore” in mano ai ribelli.
“Un piano Nato per devastare l’Afghanistan”. Secondo Zalmai Mujaddedi, presidente della commissione, nella notte tra il 27 e il 28 marzo scorsi elicotteri kazachi affittati dalla Nato hanno caricato all’aeroporto militare di Kandahar casse contenenti centinaia di kalashnikov, lanciarazzi e mezzo milione di munizioni, per poi paracadutarli in territorio talebano nel distretto di Arghandab, provincia di Zabul. La commissione parlamentare afferma che il comandante talebano locale, mullah Muhammad Alam, aveva predisposto misure di sicurezza nel luogo esatto della consegna, tali da escludere la tesi alleata dell’errore. “E’ stupefacente che il comandante mullah Alam, proprio quella notte, si trovasse in una casa a cento metri dal luogo in cui sono state paracadutate le casse dagli elicotteri. Se si fosse trattato di un errore, allora spiegatemi chi ha avvertito mullah Alam di recarsi esattamente in quel luogo. Non è la prima volta che sentiamo parlare di forniture di armi ai talebani da parte della Nato. Le forze d’occupazione straniere stavano operando per i propri interessi sulla base di piani volti a devastare l’Afghanistan”. L’onorevole Hamidullah Tokhi, parlamentare eletto nella provincia di Zabul, ha confermato le dichiarazioni di Zalmai Mujaddedi.
Versione ufficiale: casse cadute per errore. La commissione parlamentare si è espressa dopo che il portavoce della missione Nato Isaf, il generale Carlos Branco, era stato costretto domenica a commentare le notizie che circolavano da giorni su armi Nato cadute in mano ai talebani, ammettendo che la cosa era effettivamente accaduta, ma per un errore sul quale si sta investigando.
La presa di posizione dell’organo parlamentare afgano ha subito suscitato la reazione degli Stati Uniti. L’assistente del segretario di Stato Usa, Richard Boucher, ha dichiarato che le affermazioni della commissione sono “infondate” e “prive di logica”.
Il direttore dei servizi segreti afgani, Amrullah Saleh, è intervenuto spiegando che le casse di armi erano destinate a una postazione dell’esercito afgano nella zona di Ghazni, molto più a nord, e che durante il viaggio una delle casse è accidentalmente caduta da uno degli elicotteri in territorio talebano.
A proposito di armi per l’esercito afgano. Da mesi la Nato, o meglio gli Stati Uniti, hanno imposto all’esercito afgano di dimettere i fucili kalashnikov, rifornendo tutti i battaglioni di fucili M-16 made in Usa, con annesse munizioni.