Ieri il presidente afghano Hamid Karzai aveva rilasciato un’intervista al New York Times con dure critiche per gli arresti compiuti dalle Forze USA e GB di presunti taleban e loro simpatizzanti in quanto impediscono a questi gruppi di deporre le armi, così come per la scelta di concentrare la guerra nei villaggi afghani mentre la vera minaccia si annida nelle roccaforti islamiste del Pakistan dicendo chiaro e tondo “La lotta al terrorismo non è in Afghanistan. La lotta al terrorismo va fatta ovunque. Non ci sono alternative al chiudere quei santuari. Il Pakistan altrimenti non avra' pace, il progresso del Pakistan ne risentira', e cosi' vale per la pace ed il progresso dell'Afghanistan e del mondo intero. Perche' la guerra al terrorismo non si consuma nei villaggi afgani, ma altrove, ed e' li' che la guerra dovrebbe trasferirsi”.
Karzai aveva poi insistito anche sull’opportunità che il governo di Kabul gestisca in proprio il potere in Afghanistan chiudendo l’intervista con un appello per “la fine di tutte le vittime civili” nel suo Paese.
Ma a sole 24 ore da questa forte critica della gestione della guerra al terrorismo da parte di USA e GB, ecco che puntuale arriva un fallito attentato alla sua persona mentre stava assistendo a Kabul a una parata militare organizzata per celebrare il 16esimo anniversario della liberazione della capitale da parte dei muhjaddin.
Un attentato rivendicato subito da un portavoce dei taleban, tale Zabihullah Muhjahid e avvenuto non solo a 24 ore da quell’intervista ma anche dopo la morte di almeno 24 persone tra venerdì e sabato in una serie di attacchi in varie province del Paese. Naturalmente queste sono solo le cifre “ufficiali”.
Tutto ciò rappresenta il segno inequivocabile del “successo” delle Forze NATO in Afghanistan...
Il video dell’attentato