mercoledì 9 aprile 2008

Per un’astensione civica

Qui di seguito il documento firmato da Franco Cardini e Alessandro Bedini a favore dell’astensione alle prossime elezioni del 13-14 Aprile.
Un’astensione che, soprattutto a causa di questa legge elettorale, è quanto di più lontano dal cosiddetto qualunquismo e menefreghismo.

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I firmatari del presente documento confermano anzitutto di ritenere il voto un diritto e un dovere inalienabile del cittadino. Ciò premesso, è con profondo dolore, ma in piena coscienza, ch’essi ritengono di dovere, nelle prossime elezioni politiche del 13-14 aprile del 2008, esercitare eccezionalmente il loro diritto-dovere astenendosi dal voto.

Tale astensione non ha affatto carattere di rinunzia e tantomeno di qualunquistico disinteresse. Al contrario, essa nasce da una piena e profonda assunzione della responsabilità di un così grave gesto, nel nome e al servizio di una più alta coscienza civica.
Molti, e tutti fondamentali, sono i motivi che hanno condotto i firmatari a questa necessaria scelta, il fine ultimo della quale è la denunzia non solo dell’inadeguatezza, ma anche della sostanziale illegittimità della classe politica e parlamentare che uscirà dalle urne del 13-14 aprile, e pertanto della sostanziale illegittimità della maggioranza e del governo che sulla base di tale responso elettorale saranno espressi.

Pregiudiziale motivo, che rende obiettivamente impossibile il partecipare come parte dell’elettorato attivo alle prossime elezioni, è il fatto che le liste presentate sono frutto dell’insindacato arbitrio delle singole segreterie di partito le quali – attraverso lo strumento della negata possibilità di esprimere preferenze – hanno già fin d’ora disegnato la composizione delle due Camere e designato coloro che come senatori o deputati dovranno sedervi. Ciò riduce il ruolo dell’elettorato attivo a quello di semplice sanzionatore di decisioni prese senza il suo minimo contributo, sulla sua testa e in sua assenza.

Si tratta nella pratica – come hanno già notato i componenti della Commissione Episcopale Italiana – di un colpo di mano di natura oligarchica, già messo in atto nelle precedenti elezioni. Ad esso si sarebbe potuto rimediare con un’opportuna riforma elettorale, che avrebbe dovuto precedere le prossime elezioni. Le segreterie dei vari partiti hanno concordemente scelto di perseverare nella pessima e forse addirittuta incostituzionale legge elettorale ancora vigente.
Ora, poiché errare humanum est, sed perseverare diabolicum, anche quelli di noi che alle precedenti elezioni scelsero di votare nel nome del principio del “male minore” sono costretti ad arrendersi all’evidenza che esso è nell’attuale fattispecie inapplicabile. Da un Parlamento nominato dall’attuale vertice politico, espresso dalle segreterie, non può uscire che sempre e comunque un male di cui noi non vogliamo comunque e in alcun modo renderci complici.

Al di là della pregiudiziale ragione ora esposta, altre rendono impraticabile la via della partecipazione al voto. Nell’ordine:

1. La presenza in tutte le liste, accanto a personaggi degni e decorosi, di altri che non solo non sono né l’una né l’altra cosa, ma che sono assolutamente impresentabili sotto il profilo tanto politico quanto morale, e la presenza dei quali getta un’ombra su quegli stessi che, pur non condividendo la loro indegnità, ne accettano la presenza nel loro medesimo schieramento;

2. La presenza, in tutte le liste, di personaggi politici già troppo compromessi con un passato rispetto al quale si dovrebbe opporre una linea di deciso cambiamento, e che invece rappresentano una garanzia di improponibile continuità;

3. La presenza, in tutte le liste, di candidati spacciati surrettiziamente per homines novi, anche a causa della loro più o meno relativa giovinezza anagrafica, i quali però sono già inveterati gregari di partito, maturati all’interno del burocratismo e del carrierismo delle loro rispettive formazioni, parte integrante dello staff politico di bassa qualità morale e culturale ch’è purtroppo uno dei peggiori mali che affliggono il nostro paese;

4. La sostanziale somiglianza ed omogeneità dei programmi elettorali la quale – con qualche eccezione che tuttavia rappresenta un salto nell’utopìa intraducibile in termini politici reali, e giudicabile quindi come pura demagogia – rappresentano tutti un allineamento sia pur diversamente atteggiato e accentuato su posizioni ultraliberiste in politica interna che portano povertà e precarietà nel lavoro e “occidentaliste” in politica estera;

5. La mancanza – giustificata peraltro da quanto già detto al punto 4 – di qualunque apprezzabile impegno nel campo della politica estera, che sottintende un’acquiescenza generale rispetto alle direttive della superpotenza statunitense. Si pensi in particolare alla situazione vicino- orientale e allo stato dell’Unione Europea, al processo di disgregazione politica e di subordinazione miliare alla NATO che, voluto dalla dirigenza degli USA, è ormai giunto a un livello molto vicino all’azzeramento.

Premesse tutte queste ragioni, i firmatari del presente documento

1. Dichiarano che si asterranno dal voto e chiedono a tutti i cittadini italiani coscienti e responsabili di fare altrettanto, in modo che il Parlamento che uscirà dalla competizione del 13-14.Aprile .p.v. si presenti, già dall’inizio, come delegittimato dal popolo italiano;

2. Segnalano al Presidente della Repubblica e alla Corte Costituzionale la probabilità che l’attuale legge elettorale, oltre che oligarchica e antidemocratica nella sostanza, sia incostituzionale nella forma contraddicendo al principio della libertà di espressione del cittadino e vanificando il principio rappresentativo, sostituito con una prassi fondata sulla cooptazione all’interno di un gruppo chiuso e autoreferenziale;

3. S’impegnano, all’indomani delle elezioni, a trarre le dovute conseguenze dall’entità del fenomeno astensionistico, a farne conoscere le ragioni, a proseguire il loro impegno affinché il paese, qualunque sia il governo che uscirà da una competizione elettorale così gravemente compromessa e adulterata, riprenda il suo cammino sulla via della legalità democratica, dell’integrazione europea e del conseguimento di un’autentica autonomia da potenze straniere (autonomia oggi inesistente, come dimostrano le centinaia di basi militari di una potenza extraeuropea presenti sul suolo europeo, delle quali molte decine, equipaggiate anche con armi nucleari, sono insediate nel nostro paese).

23 marzo 2008

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