Non è una novità che nel nord della Thailandia, in particolare nella provincia di Chiang Mai, capiti spesso che ad aprile si formi una cappa di smog dovuta ai numerosi incendi nelle foreste circostanti e all’annosa pratica degli abitanti dei villaggi di bruciare qualsiasi tipo di rifiuto nel giardino di casa. Inoltre aprile è l’ultimo mese della stagione secca prima dell’arrivo delle piogge, quindi il concentrato di inquinamento e fumi da incendi è talmente alto da provocare puntualmente da anni questa foschia stagnante.
Il governo thailandese, per cercare di porvi rimedio, già da qualche tempo ha deciso di utilizzare alcuni aerei della King Air che sorvolano la zona interessata rilasciando nell’aria una mistura di sale, ioduro di argento e ghiaccio secco con l’obiettivo di “inseminare” le nuvole aumentandovi la quantità delle particelle di acqua o ghiaccio e far quindi piovere.
I “rainmakers” sono certi di avere un qualche successo, ma ammettono il limite principale. E’ basilare la presenza di nuvole nel cielo da “inseminare”.
Comunque gli abitanti della zona confidano speranzosi nel successo dei “rainmakers” anche perché con questa cappa di smog stanno naturalmente aumentando i casi di asma, mal di gola e prurito agli occhi.
Ma, più in generale, è nell’intero Paese che la situazione sul fronte dell’inquinamento sta peggiorando, grazie anche al fatto che sono tollerati livelli ben più elevati di quelli accettati nell’Unione Europea, per esempio.
Sembra però evidente che il lavoro dei rainmakers continuerà anche in futuro ma finora nel Paese non è mai stato sfiorato l’argomento di un eventuale ulteriore peggioramento della qualità dell’aria causato proprio dalle sostanze irrorate dagli aerei dei rainmakers.
In tal caso però anche i thailandesi dovrebbero affrontare la questione delle “scie chimiche”. Forse tra 50 anni…forse.