giovedì 16 settembre 2010

Kashmir: un altro esempio di disinformazione

Pochi giorni fa nel Kashmir indiano è stata repressa nel sangue dalla polizia indiana una manifestazione, sfociata poi in vera e propria rivolta popolare, indetta per protestare contro i numerosi crimini commessi dalle truppe indiane ai danni della popolazione locale - in particolar modo da quando le attività dei gruppi separatisti sono diminuite d'intensità.

E' noto che la parte indiana del Kashmir è teatro da vent’anni di una rivolta contro l’amministrazione di Nuova Delhi che ha già provocato circa 50.000 morti.

Ma dopo un periodo di relativa calma, l'11 giugno scorso la polizia ha ucciso uno studente di 17 anni durante una manifestazione anti-indiana, e da allora le violenze sono riprese causando la morte di circa 100 persone, la maggior parte uccise dalla polizia. Proprio come nei giorni scorsi.

Ma nella maggior parte dei media mainstream italioti è stata fatto passare il messaggio che ad essere uccisi erano stati dei cristiani per mano islamica, in risposta al ventilato falò del Corano da parte di quell'idiota del reverendo Jones e a quello effettivamente portato a termine da altri due idioti pastori protestanti che domenica hanno bruciato copie del Corano in un giardinetto del Tennessee.

E invece i 18 morti sono tutti musulmani che erano scesi in piazza per una manifestazione anti-indiana programmata da tempo. Il falò del Corano in Tennessee ha solo contribuito ad aumentare ulteriormente una tensione e una rabbia già presenti in abbondanza.

In sintesi, abbiamo assistito ad un altro esempio di disinformazione, d'ignoranza totale della storia recente del Kashmir e soprattutto di ennesima propaganda spicciola anti-islamica.


Dal Kashmir al Giornale, l'universalismo cialtrone
di Miguel Martinez - http://kelebeklerblog.com - 14 Settembre 2010

Qualche aggiornamento sul rogo virtuale del Corano, che il pastore Terry Jones, dopo essersi fatto conoscere in tutto il pianeta, ha evitato accuratamente di compiere.

A Tangmarg, nel Kashmir, una folla ha preso d’assalto vari edifici governativi e anche un’elitaria scuola gestita dalla Chiesa dell’India Nord – per semplificare, gli anglicani (episcopaliani) dell’India settentrionale.

Un’istituzione lontanissima dall’aggressività di certe chiese-spettacolo evangeliche statunitensi, anche se non si può parlare di un’assoluta innocenza, visto che sulla sua pagina di facebook, il vescovo locale proclama la sua simpatia per l’organizzazione estremista dei Christians United for Israel. Dubitiamo però che gli assaltatori si fossero informati prima.

La scuola era stata fondata da Cecil Tyndale-Biscoe, un missionario inglese, pieno di buone intenzioni sociali ma anche convinto della missione civilizzatrice dell’impero inglese. Invitato dal Maharaja induista del Kashmir, che governava su grandi masse sottomesse di musulmani, Cecil Tyndale-Biscoe aveva costituito una rete di scuole che miravano a promuovere virtù civiche e virili, secondo i principi delle public school inglesi. Scuole comunque rispettose – come è stato in genere l’impero inglese – dei valori religiosi e del diritto locale.

Gli alunni e gli insegnanti della scuola, quasi tutti musulmani, non hanno subito danni; ma l’edificio – costruito tutto in legno – è stato interamente distrutto. La polizia indiana ha sparato sui manifestanti, compiendo una strage: a Tangmarg e in tre altri comuni, ha ucciso almeno sedici persone. Tra i morti, anche una donna e un bambino di sette anni.

Syed Ali Geelani, considerato un terrorista negli Stati Uniti, dirige il Movimento di Liberazione (tahrik-e hurriyat) del Kashmir, il più combattivo dei movimenti non violenti, che ha promosso molte manifestazioni in questi giorni. E’ quindi significativo sapere che abbia dichiarato:

“Condanniamo con forza le persone coinvolte nel rogo della scuola missionaria. Invito i musulmani a proteggere i membri delle comunità minoritarie e i loro siti religiosi. A tutti i costi dobbiamo preservare l’antica armonia comunitaria e fratellanza per cui il Kashmir è noto in tutto il mondo.”

Una dichiarazione conforme alla politica del suo movimento, che vorrebbe cacciare gli occupanti indiani, ma non gli abitanti induisti e buddhisti.

I manifestanti hanno fatto malissimo a confondere il gesto di un evangelico della Florida con gli episcopaliani indiani. Ma siccome l’umanità è uniformemente cialtrona, basta vedere come i lettori del Giornale commentano l’episodio per capire quali fossero i loro ragionamenti.

Sia chiaro, non vanno a commentare sui siti dei missionari cristiani in Kashmir, dove non va a commentare nessuno (invito tutti a scrivere qualche rispettosa nota di solidarietà sul blog Wandering For Love of God).

I lettori del Giornale non sanno ovviamente dove si trovi il Kashmir. E quindi non sanno che sono vent’anni che la più grande democrazia del mondo ha abolito gran parte dei diritti umani in quella regione e ha provocato quasi 50.000 morti nella repressione.

I lettori del Giornale non sanno che negli ultimi mesi, la polizia ha fatto oltre 80 morti nella regione, per cui – dal punto di vista dei kashmiri – l’episodio di Tangmarg non è certo così importante.

I lettori del Giornale sanno meno della Florida di quanto ne sappia il giovane kashmiri medio (che indubbiamente conosce l’inglese meglio di loro).

Eppure, l’incendio della scuola (trasformata miracolosamente in “chiesa”) eccita ugualmente le loro fantasie. Ascoltiamo qualche parere, senza troppo badare al discutibile italiano di certi difensori dell’italianità:

Luix: Se gli islamici,moderati (?) e non,sapessero cosa c’ho fatto io con una copia del Corano acquistato alla bisogna…

Random64; se l’occidente non avesse il cervello bruciato, anzi alcune parti del cervello: comunisti, chiesa(si pure loro, anzi soprattutto loro) intellettuali, la medicina sarebbe semplicissima . FUORI GLI ISLAMICI DALL’EUROPA! pensiamo forse che è democrazia avere paura di attentati nelle nostre città? è democrazia non poter dire fare qualcosa senza che “lor signori” non se la prendano sgozzando o facendosi esplodere? non mi pare con loro la NOSTRA democrazia si è dimezzata, quindi buttandoli fuori sarebbe antidemocratico? ma basterebbe applicare con costanza le nostre leggi e la costituzione che sono l’esatto opposto del loro “fantastico” libro

Highrise: Prendete nota: questa gente fa parte di coloro coi quali, secondo i nostri politici e religiosi, noi dovremmo convivere nel cosiddetto “multiculturalismo” …

franco.brezzi: Accogliamo e tolleriamo le “suorine” in gonnalunga che, a frotte, circolano per le nostre strade. Son contornate da marmocchi e spingono carrozzine: stanno allevando gli affossatori dei nostri figli! E quel giorno che avranno il voto, lo deporranno certamente a sinistra! Gli utili idioti esultano!

Gianni Croce: E’ questo l’Islam. Integralista e violento. Nessuna nuova moschea, anzi chiudiamo anche quelle che ci sono. Fuori gli islamici dall’Italia. L’Italia è un Paese cristiano, no un covo di delinquenti

migpao: che brutta razza di m…. PS: si, sono razzista.

pellini susanna: Ecco la risposta dell’Islam,qualcuno minaccia di bruciare il corano,loro invece non minacciano, bruciano semplicemente i Cristiani.Una linea diretta moderna e non equivoca.A quando qui qualcuno fara’ un arrostino con un islamico?E triste dover scherzare su un fatto tragico come questo,e speriamo che si diano una calmata tutti,altrimenti come aveva previsto MUSSOLINI la prossima guerra sara’ tra razze e tra religioni diverse.

Ascoltiamo invece la voce di John Martin, uno dei dirigenti dell’organizzazione missionaria della Chiesa anglicana, la CMS. Un signore che sa dove sta il Kashmir:

“Tutto ciò ci presenta una finestra molto interessante sulla scena americana. John Chane, il vescovo di Washington ha detto questa settimana che l’America è una nazione che ribolle d’ira per non aver potuto celebrare adeguatamente il lutto per l’11 settembre.

L’America è un luogo molto autoreferenziale. L’America profonda [Middle America ] non sa quasi nulla del proprio impatto su popoli e luogi che non conosce e non capisce.

I cristiani americani non hanno idea del fatto che ci sono cristiani altrove che assegnano agli Stati Uniti lo status di potenza imperiale. Alcuni applicano i riferimenti biblici, indirizzati in origine a Babilonia e a Roma, agli Stati Uniti.

Quando i cristiani americani sentono cose di questo tipo, si sentono feriti e confusi, perché vedono la propria nazione come un bastione della libertà, mentre molti al di fuori degli USA direbbero il contrario.

Un africano mi ha detto tempo fa che uno dei pochi sfoghi rimasti alla gente del suo continente, per esprimere il proprio dolore e rabbia contro gli USA, consiste nell’usare violenza contro qualche bersaglio debole, come la Chiesa episcopaliana.”


La bufala del massacro dei cristiani in Kashmir
di Andrea Franzoni - http://ilpensieroselvaggio.blogspot.com - 15 Settembre 2010

Decontestualizzare per prendersela coi musulmani in Europa?

E' una storia vecchia di qualche giorno, ma non per questo meno istruttiva: i "massacri di cristiani in Kashmir" in "risposta alle minacce del reverendo Jones" (e pure questa cosa è inesatta) che infiammano editorialisti, occidentalisti e commentatori qualunque, non sono mai esistiti: ad essere stati uccisi dalla polizia (indiana) sono stati piuttosto i manifestanti (musulmani).

Lo raccontano in maniera articolata, in due bei post, Miguel Martinez e Lorenzo Declich, ma lo diceva in fondo anche Asia News (che pure è schierata abbondantemente ed organicamente sul versante clericale) nel suo lancio iniziale.

Non che tutto ciò cambi qualcosa nella sostanza: le ire della folla erano effettivamente dirette contro una scuola fondata e gestita da missionari episcopali ma frequentata da musulmani (e già da questo si capisce come ci troviamo di fronte a qualcosa di complesso che non si può certo cogliere da un trafiletto frettoloso e militante di agenzia pescata chissà dove).

E' però forse il caso di fare un pò più attenzione quando si estrapolano notizie gonfie di pregiudizio dai quattro angoli della terra?

Meglio: è forse il caso di smetterla (vigliacchi che non siete altro) di estrapolare accozzaglie di aneddoti provenienti da luoghi che non si conoscono minimamente, specie se poi questo non è altro che un punto di partenza per prendersela coi migranti musulmani in Europa?



Intifada kashmira
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 16 Settembre 2010

La fine della guerriglia separatista, e una legge che premia i soldati che uccidono di più, hanno provocato un'escalation dei crimini commessi dalle truppe indiane contro i civili

Nel Kashmir sotto controllo militare indiano è finita la rivolta armata, ma è esplosa la rivolta popolare. Oltre trenta manifestanti kashmiri sono stati uccisi dalla polizia indiana negli ultimi cinque giorni, più di cento negli ultimi tre mesi.

Nonostante il coprifuoco ininterrotto imposto dalle autorità di Nuova Delhi, le proteste continuano a dilagare e farsi sempre più violente. Più la repressione si fa sanguinosa, più cresce la rabbia popolare.

Il popolo kashmiro continua a invocare giustizia per i crimini commessi dalle truppe indiane nei confronti dei civili, chiedendo al governo di Manmohan Singh la revoca della Legge sui poteri speciali delle forze armate - in vigore dal 1990 nello stato del Jammu-Kashmir - che garantisce l'impunità totale ai militari in servizio nella regione e premi in denaro - i cosiddetti 'gallantry awards', premi al valore - ai soldati che uccidono guerriglieri.

Con il progressivo scemare delle attività dei gruppi guerriglieri indipendentisti sostenuti dal Pakistan, le truppe indiane, per continuare a percepire questi premi, hanno iniziato a inscenare 'falsi combattimenti' con falsi nemici uccisi.

I soldati, in particolare le RR (i Rashtriya Rifles, forze speciali antiterrorismo note per la loro brutalità), rapiscono civili dai villaggi di montagna, li giustiziano nei boschi e poi li spacciano per guerriglieri uccisi in combattimento.

Questo fenomeno, iniziato un paio di anni fa, in coincidenza, appunto, con il declino della violenza separatista, dalla scorsa primavera ha assunto una dimensione impressionante, con decine di civili trucidati dalle RR ogni settimana. Crimini che hanno scatenato crescenti proteste da parte della popolazione locale, sopratutto giovani, sfociate nelle grandi manifestazioni di giugno e luglio, riprese nei giorni scorsi dopo la fine del Ramadan.

Il premier indiano Singh ha dichiarato che nei prossimi giorni discuterà della situazione in Kashmir con tutte le forze politiche nazionali, di governo e opposizione, valutando l'eventualità di una parziale modifica alla contesta Legge sui poteri speciali delle forze armate.

Nel frattempo, in Kashmir, il coprifuoco rimane in vigore a tempo indeterminato, la regione è completamente isolata, e l'esercito presidia città e villaggi fantasma, con la gente costretta a chiudersi in casa.