domenica 12 settembre 2010

Lo showman in Russia col discorso sbagliato

L'ennesimo show internazionale del più grande showman italiota vivente, che per hobby fa anche il presidente del Consiglio, si è tenuto due giorni fa in Russia davanti a una platea di politici, politologi e giornalisti di mezzo mondo.

Uno show improvvisato presso il Forum su "I parametri della democrazia", organizzato dal governo russo.

Lo showman italiota ha in effetti ravvivato una giornata piuttosto noiosa, presentandosi già nel più comico dei modi: con i fogli di un discorso completamente sballato, incentrato evidentemente su argomenti estranei al tema del Forum.

Lui stesso l'ha tranquillamente confessato alla platea (vedi il video relativo qui di seguito, a partire dal min. 7 e 20 sec.) e ha quindi consegnato quei fogli, improvvisando poi il suo discorso da par suo.

Insomma, spettacolo puro!!!

Che dire allora?
Gli hanno fatto uno scherzetto? O lo showman e i suoi collaboratori sono così superficiali e irresponsabili da presentarsi ad un Forum senza neanche conoscerne il tema centrale, il titolo?

In entrambi i casi Berlusconi ne esce come una persona che va in Russia ad un convegno internazionale senza sapere di cosa si parlerà, dimostrando per l'ennesima volta quanto sia "professionale" nel ruolo che ricopre, e saltando per questo anche un impegno ben più importante: la Fiera del Levante di Bari.

Ma a Bari in effetti non c'è la stessa movida notturna di Mosca, non c'è il GQ - uno dei locali più di tendenza della capitale russa, di proprietà dell'oligarca Arkadij Novikov - dove Berlusconi ha trascorso la serata, dopo la faticaccia del Forum.

E poi le escort russe sono di un'altro livello rispetto a quelle baresi....



"Putin un dono del Signore". Gelo in platea per lo show di Silvio
di Nicola Lombardozzi - La Repubblica - 11 Settembre 2010

Tre ore dopo, alla festa di chiusura in piazza Sovetskaja, tra ballerini in costume e matrjoske viventi, l'intervento di Silvio Berlusconi restava l'argomento di conversazione di un Forum noioso e un po' scontato.

Politici, politologi, giornalisti di mezzo mondo, si raccontavano l'uno con l'altro i momenti di imbarazzo vissuti poco prima quando seduti in platea con tanto di auricolare per la traduzione, avevano cominciato a scambiarsi sguardi sbalorditi e sorrisi di complicità.

Nikolaj Zurbin, accademico russo di nascita e americano di passaporto, si è addirittura esibito in una risata squillante e incontenibile inquadrata a lungo dalle telecamere a circuito chiuso riservate alla stampa.

"Non riuscivo proprio a trattenermi - spiega ridendo ancora - il suo è stato un vero colpo da maestro. Stavamo ancora sbadigliando per il discorso così serioso del presidente coreano quando Berlusconi ci ha svegliato di colpo con quelle cose che non c'entravano niente, con quelle sparate su Putin dono di Dio, con quei riferimenti incomprensibili all'Italia. Politicamente, un livello basso, non adeguato a un premier di un paese importante. Però ci siamo divertiti. Secondo me voleva proprio questo e ci è riuscito perfettamente. Tempi e pause da vero showman".

Ma non sono state solo risate. Il gelo, gli sguardi rivolti al soffitto, sono cominciati subito, appena Silvio Berlusconi ha preso la parola. A cominciare dal presidente russo Dmitri Medvedev che tanto ci tiene a questo Forum globale della politica concepito e organizzato come una creatura personale.

L'aria professorale del presidente si è trasformata in una maschera di stupore quando Berlusconi ha svelato il segreto che tutti conoscono ma che tutti fanno finta di ignorare: "Ho un bel discorso preparato dai miei collaboratori". E subito dopo la doccia fredda: "Ma siamo stati male informati e l'argomento è fuori tema".

Imperscrutabile il sorriso forzato di Vladislav Surkov, la mente del Cremlino, consigliere politico del tandem Medvedev-Putin e sostenitore dello scivoloso tema del Forum: "I parametri della democrazia".

Poi il discorso "a braccio" con Medvedev più volte sorpreso a guardarsi la punta delle scarpe. Il ricordo dell'amicizia con Eltsin, il merito della riconciliazione con la Casa Bianca, tutto attribuito a "quella volta che vi mi misi a braccetto e vi dissi di andare d'accordo".

Fino ai riferimenti tutti italiani ai "professionisti della politica in difesa delle loro aziendine" e alla "oppressione della magistratura comunista". Su quel passo in particolare molti sguardi complici sono andati verso Massimo D'Alema, che ha cominciato a scuotere nervosamente la testa prima di esplodere a fine seduta con le dure dichiarazioni sull'"intervento vergognoso per l'Italia".

E mentre l'economista di Harvard Ian Shapiro fissava il vuoto aspettando la fine, e il leader populista russo Zhirinovskij si sfregava le mani in segno di approvazione, il più amareggiato sembrava Sergej Mitrokhin, presidente del partito di opposizione Yabloko che non nascondeva un gesto di stizza davanti alla frase più a effetto di Berlusconi sulla politica russa: "Medvedev e Putin sono un dono di Dio per il vostro Paese". Passaggio che naturalmente è tanto piaciuto a Putin che in serata, a Mosca, ha fatto i complimenti al suo amico Silvio: "Molto bello, un grande discorso seppur improvvisato".

Al leader di Yabloko ha fatto invece un altro effetto. "Sappiamo che Berlusconi è il migliore amico della nostra coppia di potere - spiegava dopo con l'aria delusa - ma stavolta ha proprio esagerato. Credo che lui abbia un concetto oligarchico dello Stato, esattamente come loro. Per questo lo hanno invitato. Per farsi dare una patente di democrazia. Ma un tono così entusiastico è stato proprio fuori luogo. Almeno il Cremlino ha salvato le forme. Mi ha invitato, mi ha lasciato dire che la democrazia da noi non esiste. Medvedev ha pure fatto qualche accenno di autocritica, ha parlato di fase ancora immatura... Ma ora sui giornali che contano vedrete solo la frase a effetto del vostro premier".

E sui giornali russi in effetti lo spazio dedicato a Berlusconi non sarà poco. Almeno a giudicare dall'interesse dei tanti inviati locali per l'unico intervento che ha scosso la platea. Un giornalista di "Novaja Gazeta", la testata di opposizione che fu della reporter assassinata Anna Politovskaja diceva ai colleghi italiani con tono di rimprovero: "Ogni critica al governo ci costa fatica e pericoli, contestare è diventato impossibile, e poi dobbiamo sentirci dire che è tutto un dono di Dio".


Pasticcio internazionale: il caso del discorso sbagliato di Silvio
di Serena Baldini - Megachip - 11 Settembre 2010

Dev'essersi liberato un posto di rilievo al Ministero degli Esteri o nello staff del Presidente del Consiglio. I media italiani non ne hanno parlato. A quel che vedo Repubblica "la butta in caciara".

Ma quanto è acccaduto al Forum politico internazionale di Jaroslavl, in Russia, in occasione del discorso di Berlusconi, è grave. Delle due l'una. O è un atto di sabotaggio inquietante, o una caduta grave dei nostri funzionari.

La tv di Stato russa (vedi http://www.1tv.ru/news/other/160908, dal min. 7' 20") ha dato risalto all'incidente occorso a Berlusconi. Salito sul palco del Forum di Jaroslavl per parlare, ha avuto un attimo di esitazione, ha passato bruscamente a qualcuno con malcelata sorpresa i fogli e ha dichiarato al microfono di essere stato male informato sul tema del Forum e che l'uffico responsabile per la preparazione dei discorsi del presidente del Consiglio gli aveva redatto una relazione che verteva su tutto un altro argomento.

Ha quindi dichiarato che avrebbe parlato a braccio, e così ha fatto. Mettendoci certo del suo con certe bordate in tema di politica italiana davvero poco consone con quel parterre. Tuttavia la notizia in Italia circola solo nella chiave che consente di sbertucciare Berlusconi, ma non nell'aspetto importante della valutazione degli interessi nazionali in questa fase storica e diplomatica.

Per quanto vogliamo liberarci del Caimano, e lo vorremmo con tutto il cuore, i distinguo e le domande su un contesto che va oltre la sua persona sono necessari, con senso critico.

Non si può tacere la notizia che il capo del nostro governo, in un contesto internazionale, ospite di un Paese dal quale dipendono interessi energetici e geopolitici vitali per l'Italia - vitali, non lo si dimentichi mai - cominci a leggere una cosa che non c'entra nulla.

Mi sembra un incidente assai più importante delle solite battute sulle solite uscite di B. (ad esempio quella sul fatto che "Putin e Medvedev sono un dono di Dio" - che guarda un po' è anche quello che pensa la maggioranza dei russi).

Cosa è successo? Cosa c'era scritto nell'altro documento? Chi l'ha scritto?

Le polemiche sulla politichetta italiana non dovrebbero oscurare un'analisi critica dei rapporti internazionali in cui si colloca ora il nostro Paese.

Fassino, per dire, preferisce la sudditanza all'America, ma invece di fornire ragioni, l'argomento è che Putin è cattivo e - cosa assai peggiore - è amico di B.

Sarà anche questa colpa del personaggio, ma mi sembra che si sia superata di gran lunga ogni misura di buon senso.


Gita fuori porta
di Marco Travaglio - www.ilfattoquotidiano.it - 11 Settembre 2010

Che Mr B. desse il meglio di sé nelle missioni internazionali, era cosa nota. Appena varca la cinta daziaria, forse perché sprovvisto di Gianni Letta e delle altre badanti che hanno il compito di sedarlo nelle circostanze ad alto rischio, esce al naturale.

Ma l’idea di andare a Mosca per rammentare davanti agli ex comunisti sovietici Putin e Medvedev i finanziamenti occulti dei comunisti sovietici al Pci, ecco, quella non gli era ancora venuta.

Quando poi il nostro ha attaccato la geremiade contro Fini e le toghe rosse, le delegazioni giunte da tutto il mondo han preso a picchiare sugli auricolari della traduzione simultanea, pensando a un’interferenza in cuffia. Invece era proprio lui che, tanto per cambiare, badava ai cazzi suoi.

Così la sua collezione di trionfi mondiali s’è arricchita di un altro capitolo memorabile. Anche perché negli altri Paesi il ricambio della classe politica è così rapido che, a ogni vertice internazionale, c’è sempre qualcuno appena arrivato che non conosce ancora Mr B. Dunque, si meraviglia.

Ma lui, va detto, è sempre lui. Il fine diplomatico che salutò l’elezione di Obama dandogli dell’“abbronzato” e definì “clown” il presidente Chirac.

L’elegantone che, al G8 di Caceres, si levò le scarpe davanti a tutti e fece le corna alle spalle di un ministro francese.

Il gentiluomo che, inaugurando nel 2003 la presidenza italiana dell’Ue, apostrofò il socialista Shulz: “Girano un film sui lager nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò”.

Il poliglotta che salutò i ministri delle Finanze a Bruxelles a nome di Ciampi in perfetto inglese: “I give you the salutation of my president of the Republic”. Il cosmopolita che, atterrato in Estonia, elogiò le bellezze dell’“Estuania”.

Il vero signore che, ricevendo a Roma il premier danese Rasmussen, si complimentò: “Lei è molto più bello di Cacciari, la presenterò a mia moglie, eh eh…”.

Il latrin lover che si fece conoscere anche in Finlandia: “Per portare a Parma anziché a Helsinki l’Agenzia europea dell’alimentazione ho dovuto rispolverare le mie doti di play boy e fare la corte alla presidente Tarija Halonen”.

La poveretta fu crocifissa dall’opposizione, scandalizzata all’idea che la presidente avesse ceduto un’istituzione all’Italia dopo una storia d’amore con un tipo del genere. Lei tentò di spiegare il livello di attendibilità del nostro premier agl’ignari connazionali.

Lui intanto rimediava alla gaffe peggiorandola: prima ironizzava sulle specialità gastronomiche finlandesi (“mangiano prosciutto di renna affumicata”), provocando l’embargo delle importazioni alimentari italiane in Finlandia; poi mostrava una gigantografia della Halonen (non proprio bellissima) a una convention forzista: “Ma davvero pensate che io abbia fatto la corte a una con quella faccia?”.

Poi sistemò anche la Turchia: invitato alle nozze del figlio del presidente Erdogan, tentò di dare una toccatina alla sposa tutta fasciata di veli e, per il rito islamico, assolutamente inavvicinabile. Subito dopo, in piena tempesta ormonale, fece arrossire il premier tedesco Schroeder: “Parliamo di donne: tu te ne intendi, ne hai cambiate tante, eh eh”.

Resta però ineguagliata la performance del Cavaliere di Hardcore allo stabilimento Merloni in Russia, dove nel 2004 tentò di trascinare l’amico Putin in un concorso di bellezza improvvisato fra le operaie della fabbrica, dandogli di gomito: “Voglio baciare la lavoratrice più bella”. Il cronista del Kommersant riferì allibito: “Il premier italiano aveva già individuato la sua vittima.

Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto tipico dei teppisti che importunano le ragazze negli androni bui. Lei s’è scansata, ma il signor Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne anche più rapide: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in faccia.

Poi l’ha scossa ridendo, quasi volesse buttarla a terra. L’unica cosa che la donna ha potuto fare è stato rifiutarsi di ricambiare i baci. Putin assisteva alla scena immobile e gelido”. Poi gli regalò un lettone matrimoniale, formato extralarge.