martedì 30 novembre 2010

Due Coree: la Cina ne vuole una

Un paio di giorni fa sono cominciate le manovre navali congiunte fra Stati Uniti e Corea del Sud nel Mar Giallo, facendo naturalmente aumentare ulteriormente una tensione già alta dopo i colpi d'artiglieria norcoreani esplosi contro l'isola di Yeonpyeong in Sud Corea che hanno provocato 4 morti.

A queste esercitazioni congiunte vi partecipa anche la portaerei Usa George Washington a propulsione nucleare.

Ovvia l'immediata protesta della Corea del Nord, "Risponderemo senza pietà a qualsiasi provocazione", che ha infatti piazzato missili sulle rampe di lancio sulle coste del Mar Giallo pronti a colpire le forze navali sudcoreane in caso di sconfinamento.

Inoltre il ministero della difesa sudcoreano ha già "invitato" i giornalisti che si trovano sull'isola di Yeonpeyong ad abbandonarla perchè la situazione "è brutta".

Ma la diplomazia è in pieno movimento. La Cina infatti aveva subito proposto consultazioni di emergenza a Pechino tra i capi delle delegazioni dei sei Paesi del gruppo sulla denuclearizzazione della penisola coreana (le due Coree, gli Usa, la Cina, il Giappone e la Russia). Proposta però respinta dalla presidenza sudcoreana.

Tuttavia la Cina ha già avviato dei colloqui con la Corea del Sud, dichiarandosi d'accordo con Seul nel definire "preoccupante" la situazione che si è creata in seguito all'attacco nordcoreano di martedì scorso.

E il massimo responsabile cinese per la Corea, Dai Bingguo, due giorni fa era a Seul dove ha incontrato il presidente Lee Myung-bak. E secondo l'agenzia Nuova Cina, Cina e Corea del Sud sono d'accordo anche sul fatto che siano necessarie "iniziative volte a salvaguardare la pace".

E non va dimenticato poi che tra gli oltre 250.000 file pubblicati l'altroieri da Wikileaks, ce n'è anche uno che sostiene che la Cina è pronta a voltare le spalle al regime di Pyongyang - che si comporta come "un bambino viziato" - e ad accettare la riunificazione delle due Coree, sotto il controllo di Seul.

Una riunificazione che i businessmen cinesi attendono da anni...


Corea, la battaglia di Yeonpyeong
di Gabriele Battaglia - Peacereporter - 23 Novembre 2010

Pyongyang esplode colpi d'artiglieria verso le isole contese: tre morti e numerosi feriti

Millesettecento abitanti e mille soldati di guarnigione, nel Mar Giallo, a soli dodici chilometri dalla costa nordcoreana. Sono le due isole Yeonpyeong, dove stamane almeno due soldati di Seul sono morti nel cannoneggiamento messo in atto dalla Corea del Nord.

Si parla di sessanta-settanta colpi di artiglieria. Gli ultimi aggiornamenti riportano anche un totale di quindici militari e tre civili feriti, parecchi edifici sono in fiamme.

La Corea del Sud ha risposto con un'ottantina di cannonate sparate oltre il 38° parallelo e con una squadriglia di F-16 inviata nella zona.
Il generale Lee Hong-ki, dello stato maggiore di Seul, ha dichiarato che i nordcoreani hanno subito "un danno significativo" nel contrattacco lanciato dalle forze militari sudcoreane.

Tuttavia Seul non vuole alzare la tensione nell'area, dove il gioco delle parti si è fatto più complicato negli ultimi giorni, dopo la scoperta di un nuovo impianto di arricchimento dell'uranio nordcoreano, capace di circa duemila turbine (in realtà una vera e propria rivelazione da parte di Pyongyang, che ha scelto di mostrare la centrale a uno scienziato usa).

Al momento dell'attacco, nell'area era in corso un'esercitazione navale della marina sudcoreana, particolare sottolineato dall'agenzia di Stato cinese, Xinhua, che ha però riportato anche un appello del governo di Pechino alle due parti per un abbassamento della tensione. Anche la Russia si è allineata.

Difficile al momento spiegare i motivi dell'attacco. La Corea del Nord non ha mai riconosciuto il "limite nord" sudcoreano e le Yeonpyeong sono già state teatro di almeno due scontri armati, nel 1999 e nel 2002.

Per alcuni analisti, si tratta di un messaggio di Pyongyang in concomitanza con il viaggio in Asia del principale inviato Usa in Nord Corea, Stephen Bosworth, che ha definito "inaccettabile" il nuovo impianto di arricchimento dell'uranio.

Pyongyang - in linea con Pechino - sarebbe disposta a tornare ai colloqui a sei sulla denuclearizzazione della penisola coreana trattando alla pari con gli Usa, condizione sempre rifiutata da Washington, che chiede prima alla Corea del Nord un "commitment through action", cioè di fatto un'interruzione del proprio programma nucleare.

Da parte sua, la Corea del Nord ha accusato Seul di aver sparato per prima. Lo si legge in un comunicato del comando delle forze armate sudcoreane, pubblicato dall'agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang: "Il nemico sudcoreano - è scritto nella nota - malgrado i nostri avvertimenti ripetuti, ha commesso provocazioni militari procedendo a tiri di artiglieria contro il nostro territorio marittimo nei pressi dell'isola di Yeonpyeong, a partire dalle 13 (le 5 in Italia ndr)".

Per questo, prosegue il comunicato l'esercito nordcoreano "continuerà senza esitazioni i suoi attacchi militari se il nemico sudcoreano osa invadere il nostro territorio".


Ritorna la paura nordcoreana
di Antonio Marafioti - Peacereporter - 22 Novembre 2010

Lo scienziato Siegfried Hecker rivela una crescita esponenziale delle centrali nucleari in Corea del Nord. Washington chiama gli indecisi a una tattica di isolamento di Pyongyang

Neanche il tempo di essere ottimisti per i colloqui informali, e pare positivi, con la Russia, tenuti a margine del vertice Nato di Lisbona, che una nuova preoccupazione nucleare entra nell'agenda degli Stati Uniti: quella dei progressi della Corea del Nord sull'ampliamento del proprio programma nucleare.

"Sbalorditivo": Così lo ha definito Siegfried Hecker, professore della Stanford University ed ex direttore del Los Alamos National Laboratory. Lo scienziato era stato invitato all'inizio di questo mese dal governo di Pyongyang a visitare il complesso nucleare di Yongbyon, la maggiore installazione nucleare nel nord del Paese.

Dopo il sopralluogo le parole di Hecker sono state chiare: "È un complesso ultramoderno per l'arricchimento dell'uranio con oltre 2000 centrifughe".

Hecker ha fatto sapere che i reattori presenti nell'impianto, capaci di sprigionare dai 25 ai 30 megawatt, "sembrerebbero essere stati disegnati prevalentemente per generare energia nucleare civile, non per accrescere la potenza militare coreana" ma che, ha aggiunto lo scienziato, "potrebbero essere facilmente convertiti per produrre uranio altamente arricchito o carburante per bombe".

Le dichiarazioni che arrivano da Washington sembrerebbero essere quelle di chi è ben consapevole di giocare una partita a scacchi con un avversario piuttosto ermetico. Dalla Bolivia, dove è ospite a una conferenza regionale sulla difesa, il titolare del Pentagono, Robert Gates, ha sostenuto: "La Corea del Nord ha ignorato una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Tentano continuamente di esportare armi. Quindi la notizia di un loro ulteriore sviluppo nucleare è ovviamente una preoccupazione". Gates ha poi aggiunto: "Se è vero che il reattore è per uso civile, allora il governo nordcoreano dovrebbe dare il benvenuto agli ispettori dell'Aiea".

Molto meno caustico di Gates è stato Stephen Bosworth, inviato speciale di Washington in Corea del Nord, per il quale le rivelazioni di oggi sui progressi nucleari di Pyongyang pongono un "difficile problema nonché l'ultimo atto di una serie di mosse provocatorie".

Tuttavia, ha detto Bosworth, "questa non è una crisi e noi non siamo sorpresi. Abbiamo osservato e analizzato le aspirazioni della Corea del Nord nella produzione dell'uranio, e le sue politiche non sono utili agli obiettivi di comune accordo che abbiamo sottoscritto in termini di pace, prosperità e stabilità nella penisola coreana e nel nord-est asiatico".

Per il capo di Stato maggiore Usa, l'ammiraglio Mike Mullen, "questa notizia convalida una preoccupazione di lunga data che abbiamo avuto per quanto riguarda la Corea del Nord e il suo programma di arricchimento dell'uranio. È un Paese molto pericoloso e tutto questo è coerente con un comportamento belligerante e la creazione di un'instabilità politica in una parte del mondo già di per se pericolosa".

Dalla Casa Bianca, intanto, il presidente Barack Obama cerca di sfruttare al massimo il malcontento politico di nazioni vicine alla Corea del Nord e fortemente contrariate dall'annuncio: Russia, Giappone e Corea del Sud.

Nella tattica volta all'isolamento di Pyongyang, il presidente statunitense cerca, soprattutto, l'appoggio della Cina, principale finanziatrice della Corea del Nord. Gli emissari di Washington cercheranno in settimana un accordo in virtù del quale Pechino si renda disponibile a tagliare le risorse per dissuadere il governo della Repubblica socialista a proseguire le sue politiche di proliferazione nucleare.

Intanto, l'amministrazione Obama ha reso noto che non considererà alcuna richiesta della Corea del Nord di riavviare in negoziati a sei - fra le due Coree, gli Stati Uniti, il Giappone, la Russia e la Cina - senza che Pyongyang si impegni concretamente a onorare i precedenti impegni dell'aprile 2009, volti a smantellare il suo programma di arricchimento di materiale nucleare.

Secondo gli ultimi dati, in mano agli Usa, la Corea del Nord ha abbastanza materiale fissile da poter costruire fino a dodici bombe nucleari.


Corea, tensione a stelle e striscie
di Michele Paris - Altrenotizie - 29 Novembre 2010

A pochi giorni dallo scontro a fuoco tra Seoul e Pyongyang, la tensione tra le due Coree non sembra essere scesa di molto. L’appoggio incondizionato offerto all’alleato meridionale da parte di Washington ha contribuito anzi ad inasprire un’escalation fatta di minacce e dichiarazioni incendiarie da entrambi i lati del trentottesimo parallelo.

L’invito degli Stati Uniti alla Cina per intercedere sul regime nordcoreano, assieme all’invio di navi da guerra nella regione, appare poi l’ennesima provocazione all’interno di una ormai consolidata strategia dell’amministrazione Obama per contrastare il peso sempre crescente esercitato da Pechino in Asia e altrove.

L’ennesima disputa tra la Corea del Nord e quella del Sud, com’è noto, era andato in scena martedì scorso, quando un bombardamento delle forze di Pyongyang aveva colpito l’isola di Yeonpyeong, nel Mar Giallo, causando la morte di quattro sudcoreani (due militari e due civili). Secondo fonti nordcoreane, il fuoco sarebbe giunto in risposta a colpi sparati dal sud e caduti a poca distanza dalle coste settentrionali.

L’episodio ha subito scatenato il panico tra la popolazione sudcoreana e profonde divisioni all’interno del gabinetto del presidente conservatore Lee Myung-bak.

Ad alimentare le preoccupazioni per una situazione che sembra a molti la più delicata dalla fine della guerra tra le due Coree, suggellata dall’armistizio del 1953, ci si è messa anche l’immediata presa di posizione americana.

Per tutta risposta, gli Stati Uniti hanno inviato nel Mar Giallo la nave da guerra George Washington, che trasporta velivoli equipaggiati con ordigni nucleari, per dare inizio ad esercitazioni congiunte con la marina sudcoreana. Washington continua ad avere quasi trentamila soldati sul suolo sudcoreano e considera Seoul un alleato fondamentale nel continente asiatico.

All’iniziativa americana, da Pyongyang si è risposto con sdegno, avvertendo che “la situazione nella penisola coreana si sta avviando verso un nuovo conflitto”. Contemporaneamente, a Seoul il ministro della Difesa sudcoreano ha finito per dimettersi in seguito alle critiche dei falchi del proprio partito per l’impreparazione all’attacco nordcoreano e la risposta troppo debole. Sull’isola di Yeonpyeong sono poi giunti rinforzi e armamenti pesanti, pronti ad una durissima reazione contro eventuali nuove incursioni dei vicini settentrionali.

Lo stesso presidente Lee Myung-bak, eletto nel 2008 grazie anche alla linea dura promessa verso la Corea del Nord, è finito sotto accusa per essersi mostrato fin troppo tenero con il regime di Kim Jong-il.

In realtà, il taglio drastico agli aiuti verso il nord e la fine della politica di riconciliazione promossa dal suo predecessore, Roh Moo-hyun, hanno contribuito in questi anni a riaccendere le tensioni nella penisola coreana. A ciò va aggiunto il fatto che Pyongyang non ha mai riconosciuto la linea di demarcazione nelle acque del Mar Giallo stabilita dagli USA nel 1953.

La Corea del Nord, anzi, fissò il proprio spartiacque nel 1999, in seguito al quale si verificarono una serie di scontri. Nel 2002 una scaramuccia tra le due marine costò la vita a quattro militari sudcoreani e a trenta nordcoreani. Più recentemente, nel novembre 2009, una nave di Seoul entrò in contatto con un’imbarcazione del Nord proprio alla vigilia della visita di Obama in Asia.

L’apice della tensione è stato poi raggiunto a marzo di quest’anno in seguito all’affondamento della nave da guerra sudcoreana Cheonan proprio nel Mar Giallo, nella quale morirono 46 marinai. Per l’affondamento, USA e Corea del Sud hanno accusato Pyongyang, da dove si è negata invece ogni responsabilità.

Le ostilità nella penisola coreana sono dunque state subito sfruttate da Washington per intensificare le pressioni sulla Cina, di fatto il più importante alleato – anzi, l’unico - della Corea di Kim Jong-il.

In una serie di dichiarazioni, i vertici dell’amministrazione Obama hanno chiesto a Pechino di intercedere nei confronti di Pyongyang per desistere da ulteriori provocazioni.

Lo stesso presidente americano pare abbia parlato direttamente con il suo omologo cinese, Hu Jintao, mentre un inviato di Pechino ha incontrato il presidente sudcoreano, in attesa della visita di un alto esponente della Corea del Nord.

L’invio della nave da guerra George Washington nel Mar Giallo, per stessa ammissione statunitense, è rivolta proprio a persuadere la Cina. Le esercitazioni congiunte americano-sudcoreane nelle acque al largo della Cina, secondo quanto dichiarato da anonimi membri dell’amministrazione Obama alla stampa d’oltreoceano, servirebbero a mettere di fronte Pechino alla realtà di una maggiore presenza americana nella regione nell’eventualità di un aumento dell’aggressività della Corea del Nord.

Ciò che nell’ottica di Washington la Cina dovrebbe fare nei confronti di Pyongyang è verosimilmente minacciare la fine dei massicci aiuti che garantisce ad un paese che soffre di una estrema povertà, anche a causa di decenni di dure sanzioni imposte dagli USA e dall’Occidente.

I cinesi, da parte loro, se da un lato desidererebbero aprire la Corea del Nord alle proprie aziende alla ricerca di manodopera a bassissimo costo, dall’altro dispongono di limitati mezzi di persuasione nei confronti di un regime che si sente continuamente sotto assedio.

La destabilizzazione della Nord Corea potrebbe provocare, infatti, non solo un massiccio afflusso di disperati verso la Cina ma significherebbe per quest’ultima ritrovarsi appunto una maggiore presenza americana alle porte.

La dimostrazione della potenza militare americana a due passi dalla Cina rappresenta solo la più recente offensiva di Washington in estremo Oriente. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno ad esempio sostenuto fermamente le ragioni dei paesi dell’Asia sud-orientale nelle loro dispute territoriali con la Cina. Agli stessi governi, inoltre, l’amministrazione Obama si sta riavvicinando costruendo partnership strategiche sempre in funzione anti-cinese.

Un rilancio della propria presenza in Asia quello americano che accresce il pericolo di una nuova guerra tra le due Coree e che l’inevitabile coinvolgimento cinese renderebbe ancora più rovinosa per l’intero pianeta.


Corea del Nord, cannonate per attirare l'attenzione

di Gabriele Battaglia - Peacereporter - 24 Novembre 2010

Rosella Ideo, coreanista: chi paga è la popolazione in stato di indigenza

Mentre l'annuncio di nuove esercitazioni militari congiunte Stati Uniti-Corea del Sud rischia di esasperare ancor più le tensioni nell'area, ci si chiede perché la Corea del Nord abbia aggredito, o "provocato" che dir si voglia, quella del Sud. Cerchiamo di capirlo con Rosella Ideo, coreanista e storica dell’Asia orientale.

"Alla base c'è l'esasperazione di Pyongyang perché gli Usa mantengono un atteggiamento di marginalizzazione del problema nordcoreano. Inoltre, Washington dice 'no' al tavolo a sei se Pyongyang non dimostra prima una volontà politica e pratica di denuclearizzare unilateralmente. Questo è il modo eccessivo, perché colpisce anche le popolazioni civili, con cui Pyongyang fa valere le proprie ragioni".

Quindi si tratta di un bombardamento per "attirare l'attenzione"?
La Corea del Nord vuole presentarsi al tavolo di eventuali trattative con armi forti. Le uniche di cui dispone sono il deterrente nucleare e la guerra convenzionale. In questa strategia rientrano anche le recenti rivelazioni sul nuovo impianto di arricchimento dell'uranio.

Esistono anche ragioni di politica interna?
Sì. Si tratta di dimostrare al Paese e ai militari, che hanno appoggiato la successione di Kim Jong-un, che ci sarà una continuità. E' la riaffermazione del "Songun", cioè il fatto che le armi, i militari, siano al primo posto.

Qual è lo sfondo geopolitico degli ultimi eventi?
La Cina è stata molto cauta e ha richiamato entrambe le Coree, dicendo di mantenere la calma. Dietro al problema nordcoreano c'è il braccio di ferro tra Cina e Usa. Usa e Corea del Sud vorrebbero fare implodere il regime. Washington vorrebbe che Pechino facesse più pressioni e puntano ad aumentare le sanzioni che stanno strangolando il Paese, non il regime.

Da parte loro i cinesi sanno benissimo che stanno buttando i loro soldi in un 'secchio bucato', però sono contrari all'implosione del 'regno' dei Kim. In tutta quell'area la situazione è fluida, Cina e Usa si confrontano anche nel Mar Cinese Orientale e altrove.
La Corea del Nord si sente assediata e sfrutta al massimo questa situazione fluida.

Con la fine dei colloqui a sei, gli Usa volevano di fatto esautorare la Cina, cioè il negoziatore naturale quando si tratta di Corea del Nord. Ma questo non va bene agli Usa. Quindi, se l'attacco nordcoreano è un modo per ritornare ai colloqui, anche la Cina potrebbe avvantaggiarsene.

Certo, se non si riaprono le trattative che sono ferme da due anni, c'è sempre il rischio di un errore che faccia precipitare la situazione.

Personalmente credo che il lato più drammatico sia il gioco delle grandi potenze, come nell'Ottocento, che ricade di fatto sulla popolazione nordcoreana, degli innocenti che vivono in uno stato di totale indigenza. Nel contesto internazionale non si tiene conto di questa gente.


11 ragioni per cui la Corea del Nord è la nazione più bizzarra al mondo
da http://theeconomiccollapseblog.com - 25 Novembre 2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Micaela Marri

Propaganda o realtà?

Gli Stati Uniti stanno per entrare in guerra con la più bizzarra nazione al mondo? Molti americani effettivamente accoglierebbero di buon grado la “guerra coreana parte seconda”, ma prima che la gente si entusiasmi troppo è importante ricordare che non siamo mai stati in guerra con una nazione che possiede davvero armi nucleari.

A questo stadio non è chiaro esattamente quanto potenti siano le armi nucleari della Corea del Nord, ma sono quasi tutti d’accordo che sono abbastanza pazzi da usarli. Stando ai resoconti la Corea del Nord avrebbe migliaia di batterie missilistiche che sono capaci di colpire i 10 milioni di persone che vivono a Seoul.

La morte e la devastazione che potrebbero potenzialmente essere provocate da un attacco totale contro Seoul sono quasi inimmaginabili. In effetti, i 24,5 milioni di abitanti che vivono a Seoul o intorno a Seoul ne fanno la seconda area metropolitana per grandezza al mondo. Il prossimo conflitto sulla penisola coreana sarà estremamente sanguinoso. Nessuno dovrebbe augurarselo.

Sfortunatamente, la prossima guerra coreana sembra più vicina che mai. Le tensioni sulla penisola sono altissime. Oggi, la Corea del Nord ha uno degli eserciti più grandi al mondo. Secondo alcuni resoconti avrebbero oltre 1 milione di soldati in servizio attivo. Ma anche la Corea del Sud è estremamente militarizzata, e ci sono 28000 truppe stazionate in Corea del Sud con cui si dovrebbero misurare i Nordcoreani.

Adesso il resto del mondo è in stato di forte agitazione, perché un conflitto tra poteri nucleari potrebbe sfuggire di mano molto facilmente. Se la Corea del Nord colpisse la Corea del Sud con armi nucleari, sembra quasi certo che gli USA attaccherebbero la Corea del Nord con delle bombe. La morte e la distruzione che ne deriverebbero sarebbero senza precedenti.

E cosa pensa la Cina di tutto ciò? La Corea del Nord non si comporterebbe in modo così belligerante adesso se non avesse il permesso della Cina. Forse la Cina sta cercando di mandare un messaggio all’occidente.

D’altra parte, altre persone credono che potrebbe essere una questione ben più profonda. Il regime nella Corea del Nord è sull’orlo di crollare su se stesso. Persino i Cinesi si stanno stancando di appoggiare il loro governo e di avere a che fare con le loro sciocchezze. La verità è che una nuova guerra coreana potrebbe giovare ai Cinesi in svariati modi.

Innanzitutto, la Corea del Sud (il più grande alleato dell’America nella regione) sarebbe assolutamente devastata persino se “vincesse” la guerra. Ciò paralizzerebbe un pezzo incredibilmente importante della scacchiera geopolitica.

In secondo luogo, gli USA rimarrebbero coinvolti in un ennesimo costoso conflitto e subirebbe senza dubbio anche costose perdite. L’opinione del resto del mondo sugli Stati Uniti si inasprirebbe ancora di più – specialmente se venissero usate le armi nucleari.

In terzo luogo, la Cina guadagnerebbe un massiccio “vantaggio” pugnalando alle spalle la Corea del Nord dopo l'inizio di un conflitto. In cambio per aver sostenuto una coalizione americana/sudcoreana, la Cina potrebbe chiedere moltissime cose che adesso non si sognerebbe nemmeno di ottenere.

Infatti, non è impensabile di immaginare che la Cina si possa accaparrare una significativa fetta della Corea del Nord al termine della guerra. Il governo cinese è regolarmente coinvolto in “dispute sui confini” (basta cercare su Google), e la Cina non avrebbe mai la possibilità di aggiudicarsi una grossa fetta di nuovi territori.

Infine, il “vincitore” di qualsiasi nuova guerra sulla penisola coreana sarebbe probabilmente la Cina. Gli USA si libererebbero del “problema nordcoreano”, ma lo farebbero pagando un prezzo molto alto. È difficile immaginare qualunque scenario che finirebbe con il giovare molto agli Stati Uniti.

Speriamo che non scoppi un nuovo conflitto totale in Corea. La Corea del Nord è governata da leader abbastanza pazzi da usare davvero le armi nucleari. Se non ci credete, considerate i seguenti 11 fatti…

#1 il primo “Grande Leader” della Corea del Nord, Kim II-Sung, è profondamente riverito nella Corea del Nord. Infatti ci sono oltre 500 statue di Kim II-sung sparse in tutto il paese. Molti Coreani a quanto pare credono che Kim II-Sung abbia in effetti creato il mondo.

#2 Si dice che sia obbligatorio appendere immagini di Kim II-Sung in tutte le case della Corea del Nord.

#3 Milioni di cittadini nordcoreani sono letteralmente morti per denutrizione negli ultimi 10 anni.

#4 La Costituzione nordcoreana effettivamente garantisce la libertà di parola e di stampa.

#5 È stato riferito che durante i periodi di fame estrema in Corea del Nord, il cannibalismo fosse piuttosto comune. Diversi anni fa, il Washngton Post ha pubblicato le parole di una disertrice di 29 anni su quanto avveniva nel paese…

“Quando si ha fame, si può impazzire. Una donna nella mia città ha ucciso il suo bambino di 7 mesi e l’ha mangiato insieme ad un’altra donna”.

La cosa triste è che la disertrice di 29 anni non ha nemmeno considerato sbagliato ciò che ha visto…

“Non posso condannare il cannibalismo. Non è che voglia mangiare carne umana, ma abbiamo avuto così tanta fame. Era consueto che la gente si recasse presso la tomba di una persona morta di recente per riesumarne il corpo e mangiarlo. Ho visto una donna accusata di cannibalismo. Ha detto che aveva un buon sapore.”

#6 Nel 1987 la Corea del Nord ha iniziato la costruzione del Ryugyong Hotel, che sarebbe stato il più alto hotel del mondo se fosse stato terminato secondo il programma nel 1989. Al contrario, la costruzione dello strano grattacielo di 105 piani somigliante ad una piramide è stata sospesa nel 1992, e la struttura non finita è rimasta per i 16 anni a seguire solo un’enorme corazza di cemento completamente vuota dentro, che incombeva su Pyongyang. Il lavoro al progetto è ripreso nel 2008 e si stima che verrà finalmente completato nel 2012.

#7 Una delle maggiori “attrazioni turistiche” della Corea del Nord è il Pueblo – una nave americana che i Nordcoreani hanno catturato dagli “imperialisti americani” nel 1968.

#8 Secondo i media nordcoreani, Kim Jong-il è un fenomeno praticamente in tutto. Si dice che abbia fatto 38 colpi sotto il par (compresi 11 “hole in one”) la prima volta che avesse mai giocato a golf.

# 9 i cristiani vengono massacrati in alcuni dei modi più brutali immaginabili in Corea del Nord. Questo che segue è solo un esempio...

“Mentre l'intervistato 17 era nell'esercito nordcoreano, la sua unità è stata inviata ad ampliare l'autostrada tra Pyongyang e la vicina città portuale di Nampo. Stavano demolendo una casa disabitata nella contea di Yongkang, distretto della città di Yongkang, quando in un seminterrato tra due mattoni hanno trovato una Bibbia e un piccolo taccuino che conteneva 25 nomi, uno identificato come un Pastore, due come dei chon-do-sa (aiutanti-pastori), due come anziani, e 20 altri nomi, apparentemente membri di una parrocchia, identificati mediante la loro occupazione.

I soldati hanno consegnato la Bibbia e il taccuino alla divisione locale del Reparto 15 del Partito Coreano dei Lavoratori (KWP), ma i funzionari del partito hanno detto che l'investigazione spettava all'unità della polizia militare, Bowisaryungbu gigwanwon.

Rintracciate al loro posto di lavoro attraverso l'elenco di occupazioni nel taccuino, le 25 persone sono state catturate senza un formale arresto dai militari bowibu. L'intervistato non era al corrente di alcuna procedura giudiziaria [intrapresa] nei confronti delle persone catturate.

Nel novembre 1996, le 25 persone sono state condotte sul posto dove veniva costruita la strada. Sono state formate quattro file rettangolari concentriche di spettatori per assistere all'esecuzione.

L'intervistato 17 era in prima fila. I cinque leader da essere uccisi – il Pastore, i due aiutanti pastori, e i due anziani – sono stati legati mani e piedi e gli è stato ordinato di stendersi di fronte ad un rullo compressore a vapore. Il rullo compressore era un grosso veicolo da costruzione importato dal Giappone con un pesante, enorme, ed ampio rullo di acciaio montato sulla parte anteriore per schiacciare e livellare la strada prima di gettarci il cemento sopra.

Le altre venti persone sono state tenute al lato. I condannati sono stati accusati di essere spie dei Kiddokyo (Cristiani Protestanti) che cospiravano di intraprendere azioni sovversive. Ciononostante, gli è stato detto: “se abbandonate la religione e servite solo Kim II Sung e Kim Jong II non sarete uccisi”.

Nessuno dei cinque ha detto una parola. Alcuni dei parrocchiani riuniti ad assistere l'esecuzione piangevano, urlavano o sono svenuti quando si è sentito il rumore dei cranei che venivano schiacciati sotto il rullo compressore.

L'intervistato 17 ha pensato, in quel momento, che questi religiosi fossero pazzi. Pensava che la religione fosse un “opiato” e che era stupido che rinunciassero a vivere per la religione. Ha sentito dire dagli altri militari che hanno portato via gli altri venti prigionieri che stavano per essere inviati in un campo prigionieri”.


#10 Alcuni anni fa quando la Cina inviava aiuti umanitari in Corea del Nord, i Nordcoreani hanno deciso che avrebbero iniziato a tenersi anche i treni [che trasportavano gli aiuti]. Le squadre di Cinesi sono state rimandate indietro oltre il confine a piedi.

#11 Una canzone intitolata “No Motherland Without You” [“Nessuna Patria Senza Te”] è stata scritta specificamente per Kim Jong-il ed è una delle canzoni più popolari in Corea del Nord. Viene cantata regolarmente dai militari nordcoreani.

Siete convinti allora? La verità è che la Corea del Nord è molto, molto pericolosa e non deve essere sottovalutata. Speriamo che gli Stati Uniti non debbano più combattere un'altra guerra contro la Corea del Nord.