Mentre i russi si stanno ritirando dalla Georgia la tensione tra Mosca e Tbilisi resta però alta. La Russia ha infatti parzialmente chiuso il confine con la Georgia per impedire a "terroristi stranieri" di entrare nel suo territorio. La frontiera russa con la Georgia, come con l'Azerbaijan, resterà chiusa per tutti coloro che non sono cittadini della CSI – la Comunita’ degli Stati Indipendenti, il gruppo di Stati ex sovietici guidato dalla Russia - in base a un decreto firmato dal premier Putin e pubblicato oggi.
Inoltre il capo del Servizio di sicurezza federale russo, Alexander Bortnikov, ha sottolineato che “Ci sono giunte informazioni sulla preparazione di atti terroristici da parte dei servizi segreti georgiani e sull’intenzione di leader miliziani di intensificare la loro attività. Per questo, ho ordinato contro-misure per assicurare protezione a strutture pubbliche, trasporti, industrie, infrastrutture energetiche e aree densamente popolate in primo luogo nei distretti federali meridionali”.
Mentre il gen Anatoli Nogovitsin, vice comandante dello stato maggiore russo, ha dichiarato che entro la fine di agosto navi da guerra Usa, canadesi e polacche entreranno nel Mar Nero, ma Mosca non ha intenzione di dotare di armi nucleari la sua flotta del Baltico, come invece la stampa Britannica aveva riportato al fine di disinformare.
Sempre oggi si e’ tenuto il consiglio straordinario dei ministri degli Esteri dei Paesi Nato e al termine della seduta il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, citando una frase contenuta nel documento finale, ha dichiarato “Con la Russia non può più essere business as usual. Questo meeting straordinario lo dimostra. Le relazioni future con la Russia dipenderanno dalle azioni concrete che Mosca intraprenderà per dare seguito all'attuazione del piano di pace. Non intendiamo chiudere tutte le porte di comunicazione con la Russia”.
La Nato ha infine deciso anche di istituire una speciale commissione per relazioni più strette con la Georgia.
Ma e’ l’accordo firmato pochi giorni fa tra Polonia e USA a porre inquietanti interrogativi sulle future relazioni dell’Occidente con la Russia.
E sembra proprio che una nuova Guerra Fredda sia all’orizzonte.
Difesa missilistica: Washington e la Polonia portano il mondo verso la guerra
di F. William Engdahl - Global Research – 15 Agosto 2008
tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
La firma il 14 agosto di un accordo tra i governi degli Stati Uniti e della Polonia per lo spiegamento sul suolo polacco di ‘missili intercettori’ Usa è la più pericolosa mossa verso una guerra nucleare che il mondo abbia visto dalla crisi cubana dei missili del 1962. Lungi dall’essere una mossa difensiva per proteggere gli Stati europei della Nato da un attacco nucleare russo, come hanno fatto notare gli strateghi militari i missili Usa in Polonia pongono una minaccia esistenziale totale alla futura esistenza della nazione russa.
Il governo russo ha rilasciato ripetuti avvertimenti su questo fatto a partire dal momento in cui per la prima volta i piani Usa vennero svelati all’inizio del 2007. Oggi, nonostante ripetuti tentativi diplomatici da parte della Russia di raggiungere un accordo con Washington, l’amministrazione Bush, in seguito all’umiliante sconfitta Usa in Georgia, ha esercitato pressioni sul governo polacco perché infine firmasse l’accordo. Le conseguenze potrebbero essere impensabili per l’Europa e per il pianeta.
L’accordo preliminare per posizionare gli elementi dello scudo di difesa missilistica globale Usa è stato firmato dal viceministro degli esteri polacco Andrzej Kremer e dal capo dei negoziatori Usa John Rood il 14 agosto. In base ai suoi termini Washington prevede di posizionare 10 missili intercettori in Polonia accoppiati con il sistema radar della Repubblica ceca che afferma risibilmente essere volto a contrastare attacchi da quelli che definisce “Stati canaglia”, compreso l’Iran. Per raggiungere l’accordo Washington ha acconsentito a rinforzare le difese aeree polacche.
L’accordo deve essere ancora approvato dai governi dei due paesi e dal Parlamento polacco. Il primo ministro polacco Donald Tusk, durante un commento televisivo, ha affermato che “gli eventi nel Caucaso mostrano chiaramente che tali garanzie di sicurezza sono indispensabili”. Le discussioni tra Polonia e Stati Uniti riguardanti i missili si sono trascinate per mesi prima delle recenti ostilità in Georgia. Il portavoce stampa della Casa Bianca di Bush, Dona Perino, ha affermato ufficialmente: “crediamo che la difesa missilistica sia un contributo sostanziale alla sicurezza collettiva della Nato”.
Funzionari affermano che la base di intercettori in Polonia verrà aperta nel 2012. L ’otto luglio la Repubblica ceca aveva firmato un accordo per ospitare un radar Usa. La firma assicura ora un’escalation di tensioni tra la Russia e la Nato e una nuova corsa agli armamenti da guerra fredda in piena potenza. È importante che i lettori comprendano, come descrivo in modo estremamente dettagliato nel mio libro che uscirà in autunno Full Spectrum Dominance: The National Security State and the Spread of Democracy [“Dominio ad ampio spettro: lo stato di sicurezza nazionale e la diffusione della democrazia”], che la capacità da parte di una delle due fazioni opposte di mettere dei missili antimissile entro 90 miglia dal territorio dell’altra, anche solo con una batteria di missili antimissile primitiva di prima generazione, fornisce a tale fazione una virtuale vittoria in un equilibrio nucleare e costringe l’altra parte a prendere in considerazione una resa incondizionata o a reagire preventivamente lanciando un suo attacco nucleare prima del 2012.
Anziani legislatori russi hanno affermato venerdì che l’accordo danneggerebbe la sicurezza in Europa, e hanno ripetuto che la Russia dovrà intraprendere passi per assicurare la sua sicurezza. Andrei Klimov, vice presidente del comitato affari internazionali della Duma russa, ha affermato che l’accordo è pensato per dimostrare “la lealtà di Varsavia agli Usa e ricevere benefici materiali. Per gli americani è un’opportunità per espandere la loro presenza militare nel mondo, anche in vicinanza della Russia. Per la Nato si tratta di un rischio aggiuntivo… Molti paesi Nato non ne sono contenti, tra cui Germania e Francia”.
Klimov ha definito l’accordo un “passo indietro” verso la guerra fredda.
La risposta russa
I piani USA di costruire un radar nella Repubblica ceca e posizionare i 10 missili intercettori nella Polonia settentrionale come parte di uno scudo missilistico a controllo Usa per l’Europa e il Nordamerica sono stati ufficialmente venduti sotto la risibile spiegazione che fossero volti contro possibili attacchi da “Stati canaglia” tra cui l’Iran.
La scorsa primavera, l’allora presidente russo Vladimir Putin, mostrò la superficialità della propaganda Usa offrendo ad uno sconcertato presidente Bush l’uso da parte della Russia di stabilimenti radar russi in Azerbaijan sul confine iraniano per meglio monitorare possibili lanci di missili da parte dell’Iran. L’amministrazione Bush ha semplicemente ignorato l’offerta, mostrando che il vero obiettivo è la Russia e non “stati canaglia come l’Iran”.
La Russia vede giustamente lo schieramento dello scudo missilistico Usa come una minaccia alla sua sicurezza nazionale. Quest’ultimo accordo con la Polonia anticipa una risposta russa. Funzionari russi hanno precedentemente detto che Mosca avrebbe schierato i suoi missili tattici Iskander e i bombardieri strategici in bielorussia e nella più occidentale provincia russa di Kaliningrad se Washington avesse portato a compimento i suoi piani sullo scudo missilistico in Europa.
Mosca ha anche avvertito che potrebbe prendere come obiettivo i missili sul suolo polacco. Secondo un esperto militare russo, la Russia sta anche discutendo la messa in orbita di un sistema di missili balistici di risposta ai piani di difesa missilistica Usa per l’Europa centrale. Il colonnello generale Viktor Yesin, ex capo di stato maggiore delle Forze Missilistiche Strategiche Russe, attualmente vice presidente dell’Accademia per gli Studi sulla Sicurezza, la Difesa e la Giustizia, ha affermato: “potrebbe essere implementato un programma per creare missili balistici in orbita capaci di raggiungere il territorio Usa tramite il polo sud schivando le basi Usa di difesa aerea”.
L’Unione Sovietica aveva abbandonato tali missili seguendo quanto stabilito dal trattato START I, parte di accordi post guerra fredda con gli Usa, accordi che sono stati “significativamente ignorati da Washington, dal momento che ha spinto i confini della Nato sempre più vicino alle porte di Mosca”.
Anche Obama appoggia la difesa missilistica
L’accordo dividerebbe ulteriormente i paesi europei tra quegli Stati che il consigliere per la politica estera di Barack Obama, Zbigniew Brzezinski, definisce apertamente “vassalli” Usa e stati che cercano politiche più indipendenti.
Qualunque illusione che una presidenza democratica di Obama significherebbe un passo indietro su tali provocatorie mosse militari di questi ultimi anni da parte degli Usa e della Nato dovrebbe essere abbandonata dal momento che la squadra di politica estera di Obama comprende altri pericolosi pensatori in aggiunta a Zbigniew Brzezinski, quali il figlio dello stesso Brzezinski, Ian Brzezinski, attuale Vice Assistente Segretario alla Difesa per gli Affari Europei e la Nato. Ian Brzezinski è un devoto sostenitore della politica di difesa missilistica Usa così come dell’indipendenza del Kosovo e dell’espansione della Nato in Ucraina e Georgia.