sabato 24 gennaio 2009

Bolivia: un referendum storico

Domani si svolgera' in Bolivia lo storico referendum per approvare o meno la nuova Costituzione "indigenista" che, una volta in vigore, cambiera' notevolmente il corso della storia di questo sfortunato Paese, teatro in passato di numerosi e cruenti golpi militari e violente repressioni dei movimenti politici di sinistra e indigenisti.


Bolivia, referendum ultimo atto

di Alessandro Grandi

Giornata decisiva domenica per l'approvazione della nuova Costituzione fortemente voluta dal presidente Evo Morales.

"Niente fermerà la trasformazione profonda e democratica. Milioni e milioni di cittadini boliviani garantiranno la rifondazione del Paese" ha detto il presidente Morales davanti alla folla radunata nella Plaza Murillo, davanti alla sede del governo durante il discorso di chiusura della campagna a sostegno del referendum sulla nuova Costituzione. Ora la parola spetta agli elettori che in massa hanno sostenuto quella che da tre anni è considerata la "rivoluzione indigenista boliviana". La nuova Costituzione darà maggiori poteri alla maggioranza indigena e definisce una nuova serie di autonomie e etniche e regionali, e conferma la nazionalizzazione delle risorse del paese. Non sono mancate le stilettate nei confronti dell'opposizione, le cui posizioni sulla nuova Carta magna sono scettiche. Il presidente boliviano, infatti, accusa l'opposizione di voler "vendere il Paese" e soprattutto di essere "fascista e razzista" accuse già uscite dalla bocca del presidente nel corso degli ultimi anni. E ha anche rimandato al mittente le accuse che lo vedrebbero interessato alla nuova costituzione solo ed esclusivamente per poter essere rieletto in modo perpetuo, senza blocchi.

Nel frattempo anche l'opposizione si è data da fare. "Dobbiamo votare tutti no al referendum di domenica" ha detto Ruben Costas, governatore di Santa Cruz, regione simbolo della lotta anti Morales. Ma anche da altri governatori della mezzaluna fertile, la regione ricca del paese, sono arrivati attacchi a Morales. Secondo Mario Cossio, governatore di Tarija, Morales "porta avanti un progetto di totalitarismo alla Fidel Castro. Provo disgusto a vederlo innalzare la bandiera delle autonomie". Fra il botta e risposta della chiusura della campagna Evo Morales ha approfittato per fare un bilancio dei primi tre anni del suo governo. E non ha tralasciato nulla, nemmeno gli insuccessi. Perchè se è vero che con lui al governo l'analfabetismo è stato sconfitto, l'inflazione è rimasta sotto controllo e il paese è cresciuto economicamente del 6,5 percento, non sono però state sconfitte tutte le ingiustizie che vanno dalla corruzione "che con il nepotismo ha bloccato una serie di riforme e progetti". Solo i dati ufficiali che emergeranno dalla votazione di domenica consentiranno di capire che ne sarà del futuro del Paese.