venerdì 27 giugno 2008

Afghanistan: La NATO e’ sempre piu’ odiata

Aumenta costantemente l’odio degli afghani verso le truppe occidentali, e non c’e’ da stupirsi di certo.

Un odio che continuera’ a crescere in maniera esponenziale fino a quando non saranno costrette a ritirarsi, come e’ gia’ successo agli inglesi nel XIX secolo e ai russi 20 anni fa.

Nel frattempo la NATO chiede rinforzi.


Afghanistan: sempre più forte il risentimento popolare verso le truppe occidentali
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 25 Giugno 2008

Amir, un ragazzo pashtun di 25 anni, usa Internet per tenersi informato su quel che accade nel suo Paese. Ogni giorno legge sui siti in lingua locale di decine di afgani, talebani o civili, uccisi dalle forze Nato. “La gente dei nostri villaggi è ignorante e dopo tutti questi anni di guerra considera ogni occidentale un ‘bastardo americano’ da far fuori. Tra la popolazione c’è un crescente sentimento di ribellione e di odio verso gli stranieri e un sempre maggiore sostegno per i talebani”.

L’ostilità degli afgani verso le truppe occidentali è sempre più forte e sempre più spesso esplode in rabbiose proteste. Come è accaduto lunedì mattina a Khogyani, nella provincia orientale di Nangarhar, dove centinaia di persone sono scese in strada al grido di ‘Morte all’America’ dopo che un missile lanciato da un elicottero Apache aveva distrutto una casa uccidendo due civili: un bambino e suo padre. La Nato ha negato l’accaduto.

Civili vittime di bombardamenti e gravi abusi. A fomentare l’odio della popolazione afgana verso le truppe straniere non sono solo i tanti civili uccisi dalle bombe e dai missili della Nato – spesso vere e proprie stragi, come i 33 civili uccisi in un bombardamento aereo lo scorso 10 giugno nel villaggio di Ebrahim Kariz, nella provincia di Paktika.
A gettare benzina sul fuoco sono anche le violenze commesse dai soldati governativi afgani che operano a fianco delle truppe occidentali, le quali si guardano bene dal contrastare e denunciare le aberranti malefatte dei soldati locali.
E’ di pochi giorni fa la notizia che i comandi canadesi hanno dato ordine ai propri soldati di “ignorare” i casi di stupri di bambini commessi da militari afgani. Casi che pare siano così frequenti da aver causato traumi psicologici a molti reduci canadesi.

La Nato in difficoltà chiede ancora rinforzi. Intanto la guerra continua sempre più violenta, sia sul terreno militare che su quello della propaganda.
Ogni giorno i portavoce alleati annunciano l’uccisione di decine di ‘insorti’ in seguito a combattimenti e raid aerei: i talebani negano, ammettendo pochissime perdite o dicendo che i morti sono in realtà civili. Dal canto loro, i portavoce talebani annunciano quotidianamente di aver ucciso molti soldati occidentali in scontri a fuoco, agguati e abbattimenti di elicotteri: i comandi Nato non commentano o smentiscono regolarmente.

Intanto però chiedono continuamente nuovi rinforzi per far fronte a una situazione oggettivamente sempre più difficile: lunedì il comandante delle forze Usa Michael Mullen ha detto di aver bisogno di almeno altri 10mila soldati per combattere i talebani. Il mese di giugno è stato per la Nato il più sanguinoso dall’inizio della guerra, con trentadue soldati caduti, secondo i dati ufficiali.