Il 27 Giugno si terrà in Zimbabwe il ballottaggio per le elezioni presidenziali tra Robert Mugabe e Morgan Tsvangirai, a tre mesi dalle elezioni che hanno visto il partito di Mugabe - lo Zanu-Pf - perdere per la prima volta dopo quasi 30 anni di dominio assoluto in Parlamento e Tsvangirai prevalere di poco su Mugabe al primo turno.
Ma qualche giorno fa Mugabe aveva dichiarato che mai e poi mai il partito dell'Mdc, guidato da Tsvangirai, sarebbe andato al potere e che se perderà la presidenza i suoi supporter, soprattutto i veterani della guerra d’indipendenza, avrebbero combattuto fino alla morte pur di non consegnare il Paese nelle mani dell'opposizione e delle potenze occidentali.
Il clima pre-ballottaggio si fa quindi sempre più pesante e solo oggi sono stati ritrovati i cadaveri di 4 membri del movimento giovanile dell'Mdc, portando a circa 70 il numero dei militanti del partito d’opposizione uccisi negli ultimi tre mesi.
A ciò si aggiungono poi i numerosi arresti effettuati tra le fila dell’Mdc, a cominciare dallo stesso Tsvangirai che è già stato arrestato e rilasciato varie volte nelle ultime settimane. Infine, la TV di Stato Zbc non sarà più accessibile all’Mdc per la sua campagna elettorale.
Si sta perciò stringendo il cerchio intorno all’Mdc e al suo leader Tsvangirai, anche se oggi il presidente sudafricano Mbeki ha chiesto a Mugabe di annullare il secondo turno delle elezioni presidenziali e di formare un governo di coalizione con l’Mdc.
Ma Mugabe non accetterà mai questa proposta, giunta ormai troppo tardi, avendo già deciso di mantenere il potere a tutti i costi.
Zimbabwe, campagna insanguinata
di Luca Galassi – Peacereporter – 19 Giugno 2008
Infuria in Zimbabwe la campagna di intimidazione, violenza e repressione ai danni del partito di opposizione Movement for Democratic Change (Mdc), il cui leader, Morgan Tsvangirai sfiderà l'attuale presidente Robert Mugabe al ballottaggio del 27 giugno. I corpi di quattro attivisti del Mdc sono stati trovati nei pressi della capitale dopo che erano stati rapiti la settimana scorsa.
Settanta persone uccise. Il portavoce del movimento di opposizione Mdc, Nelson Chamisa, ha spiegato: "Quattro membri del nostro movimento giovanile sono stati sequestrati da giovani della Zanu-Pf (il partito di Mugabe) armati di bastoni e fruste. I loro corpi sono stati ritrovati oggi a circa 25 chilometri dalla capitale. Pensiamo che siano stati picchiati a morte". Anche il cadavere della moglie del sindaco di Harare, membro dell'opposizione, sarebbe stato rinvenuto carbonizzato. L'Mdc ha denunciato che almeno 70 dei suoi sostenitori sono stati uccisi e 25 mila sfollati dalle loro case. E' di oggi la notizia che all'opposizione verrà vietata la propaganda elettorale sulla televisione di Stato, la Zbc. Il ministro della Giustizia, Patrick Chinamasa, ha detto che la decisione è stata presa perchè la copertura internazionale delle elezioni favorisce l'Mdc a danno del partito di governo, lo Zanu-PF.
Governo di coalizione? Il clima di violenza è stato denunciato con decisione dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, mentre si sta sfaldando anche il fronte dei vecchi alleati di Mugabe: durissimi contro di lui, tra gli altri, il leader dell'Anc, il partito leader sudafricano, Jacob Zuma, il premier kenyano Raila Odinga ed il capo degli osservatori del parlamento panafricano Marwik Khumaio. Intanto, il presidente sudafricano Thabo Mkeki continua a cercare una mediazione. Mbeki ha lanciato un appello a Mugabe perchè il secondo turno delle elezioni presidenziali venga annullato, invitandolo a formare un governo di coalizione con Tsvangirai. Secondo la stampa sudafricana Mbeki "è convinto che il secondo turno non risolverà la crisi dello Zimbabwe" ma anzi, se possibile, la aggraverà. Una fonte vicina al presidente sudafricano ha detto ai giornali che Mbeki "preferirebbe piuttosto un accordo di spartizione del potere come in Kenya, piuttosto che andare al ballottaggio". Oggi il segretario di stato Usa presiederà a New York una riunione informale del Consiglio di sicurezza dell'Onu sullo Zimbabwe, in seguito alla quale tuttavia non è previsto alcun documento finale.
Il segretario generale dell'Mdc, Tendai Biti, arrestato la scorta settimana di ritorno dal Sudafrica, dovrà comparire nuovamente in corte, dopo l'udienza di ieri nella quale è stato condotto di fronte ai magistrati con le manette ai piedi, per rispondere dell'accusa di tradimento. L'Mdc sostiene che il suo arresto sia un'ulteriore intimidazione politica e ha annunciato che ne richiederà il rilascio su cauzione.