lunedì 7 luglio 2008

Afghanistan: guerra a 360 gradi

In Afghanistan la guerra prosegue incessantemente.
Oggi a Kabul un kamikaze ha fatto strage all'ambasciata indiana, 41 morti e oltre 150 feriti il bilancio provvisorio dell’attentato.
Sempre oggi sono stati compiuti due attentati contro convogli della polizia nel sud dell'Afghanistan. Quattro persone sono morte e sette ferite a causa dell'esplosione di un ordigno collocato sul ciglio di una strada, nella provincia di Uruzgan. Altri tre morti e tre feriti sono il bilancio di un attentato avvenuto nei pressi di Kandahar.

Ieri invece il presidente Karzai ha ordinato l'apertura di un'inchiesta sull'uccisione di 15 civili e il ferimento di altri sette nel bombardamento americano a Waigal, nella provincia orientale del Nuristan. Ovviamente un portavoce delle forze Usa ha invece affermato che nell'attacco sono morti solo una quindicina di guerriglieri.
Ma altre accuse alle forze Usa sono arrivate anche dal governatore di Deh Bala, che ha denunciato la morte di tre uomini e 19 donne, tutti civili, colpiti da un raid degli aerei statunitensi mentre partecipavano a un corteo nuziale.

In sintesi, niente di nuovo dal fronte afghano...


Kabul, attacco all'India
di Enrico Piovesana – Peacereporter – 7 Luglio 2008

Sono almeno quarantuno i morti e centoquaranta le persone ferite nel gravissimo attentato avvenuto stamane all’alba a Shahre Nau, nel pieno centro di Kabul, dove un kamikaze alla guida di un’autobomba si è lanciato contro i cancelli dell’ambasciata indiana.

Kabul accusa i servizi pachistani. “Non siamo stati noi a fare questo”, si è affrettato a dichiarare il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.
“Riteniamo che l’attentato sia stato realizzato in coordinamento e consultazione con un servizio di intelligence della regione”, si legge in una nota del ministero degli Interni afgano.

Vista la scelta dell’obiettivo, dietro questa strage potrebbero effettivamente esserci militanti legati al Pakistan. I settori più integralisti e nazionalisti dell’esercito pachistano e della sua intelligence (l’Isi) sono infatti molto irritati dalla crescente influenza politica, economica, culturale e ora anche militare che il suo nemico storico, l’India, sta esercitando sull’Afghanistan. Si tratta di quegli stessi ambienti politici e militari che fin dagli anni ’90 hanno sostenuto la necessità che il Pakistan prendesse saldamente il controllo dell’Afghanistan per mezzo di un regime ‘amico’ (i talebani) al fine di scongiurare l’alternativa che a farlo fosse l’India. L’incubo dell’accerchiamento indiano è sempre stata un’ossessione per i generali pachistani, e oggi pare sul punto di avverarsi.

La crescente influenza indiana in Afghanistan. L’amicizia tra il governo afgano di Hamid Karzai e quello indiano non è una novità. L’India è stata fin dal 2002 la potenza regionale che maggiormente ha sostenuto il nuovo regime di Kabul e finanziato la ricostruzione del Paese, cooperando in ogni settore e favorendo un lungimirante processo di ‘colonizzazione culturale’: le nuove generazioni afgane oggi ascoltano musica indiana, si nutrono di film di Bollywood, vestono alla moda indiana. L’India è il loro modello di riferimento, come ‘l’America’ lo era per l’Italia del dopoguerra.

Tutto questo si è combinato con un sentimento antipachistano diffusissimo tra gli afgani, ben consapevoli delle mire espansionistiche e destabilizzatici del ‘Fukistan’ – come spesso lo chiamano – nei confronti del loro Paese.
La crescente tensione militare sul confine afgano-pachistano, con Karzai che ha appena minacciato di inviare i suoi soldati in Pakistan per inseguire i talebani, completano un quadro che agli occhi dell’intelligence pachistana non è certo rassicurante. Soprattutto alla luce del recente accordo tra Kabul e Nuova Delhi per l’addestramento militare dei soldati afgani.