giovedì 17 luglio 2008

Cuba: un’altra Rivoluzione in corso

Da quando nel Febbraio scorso Raul Castro e’ stato nominato nuovo presidente del Consiglio di Stato, i cubani hanno subito visto i primi cambiamenti nel sistema economico, come ad esempio la liberalizzazione delle licenze dei taxi, le terre redistribuite, l’aumento di salari.
E appena due settimane dopo la sua nomina Raul aveva gia’ tolto il bando alla vendita di personal computer, dvd, videoriproduttori e telefoni cellulari.

Ma i cambiamenti vanno fatti nei tempi giusti e vanno ponderati per bene perche’, come lo stesso Raul ha sostenuto fin dal primo giorno da presidente, "Cuba dovrà affrontare il problema di una riforma monetaria che tenga conto del sistema dei salari e dei prezzi controllati".

E non e’ affatto una cosa facile, se si vuole evitare un salto nel vuoto del libero mercato con il conseguente risultato di un manipolo di persone ben inserite negli alti livelli della societa’ che si arricchisce a dismisura alle spese del resto della popolazione, che si ritrova invece impreparata e schiantata a terra senza paracadute.
Un film gia’ visto nei Paesi dell’ex URSS, Russia in primis, e nei paesi satelliti dell’est europeo.

L'isola sta gia’ cambiando rapidamente, la popolazione e’ soddisfatta ma ovviamente chiede sempre di piu’. Con calma pero’, per il suo bene, visto anche cio' che sta succendendo all'economia globale di mercato.


Cuba, rivoluzioni in vista
di Alessandro Grandi – Peacereporter – 15 Luglio 2008

I fatti. “Liberalizzare le licenze per condurre taxi, per noi è una cosa importante della quale ringraziamo il presidente Castro. Ma il problema di fondo è un altro: liberalizzare va bene ma si deve fare qualcosa per la popolazione che ha la necessità di essere proprietaria di un'auto per i propri spostamenti. Oltre ovviamente a molte altre misure in materia economica”. Queste le parole di Leon, cittadino dell'Havana, capitale di Cuba, da 12 anni tassista “particular”. Raul vorrebbe liberalizzare il settore rendendolo più efficiente e alla portata di tutti. C'è dell'altro. Nel complesso delle riforme che Raul sta seriamente pensando di formalizzare c'è anche quella che riguarda la redistribuzione di alcuni appezzamenti di terreno a contadini in grado di lavorarlo. Inoltre, fra poco tempo a Cuba ci sarà anche la rivoluzione dei salari: più alti per chi lavora di più e meglio. Altra novità: sarà possibile avere più di un lavoro.

Troppe novità? Cuba è il Paese della Rivoluzione. Su questo non si discute. E rivoluzionarie sono le misure economico-sociali volute da Raul. Sembrano passati anni luce da quando l'isola era in mano al fratello Fidel che ne tarpava (forse) le ali. E sembra prospettarsi all'orizzonte una sorta di avvicinamento economico al modello cinese, tanto apprezzato da Raul. Ma una cosa è certa: qualsiasi cambiamento nel sistema cubano avverrà esclusivamente per migliorare le condizioni della popolazione. Dunque, l'imperativo è: scordarsi che le misure volute da Raul siano in qualche modo state prese per ammorbidire le posizioni della comunità internazionale nei confronti dell'isola. Lo stesso Raul ha fatto sapere che Cuba “non accetterà pressioni da Paesi o da interi continenti”. Chiarissimo il riferimento a Washington e all'Unione europea.

Oltre confine. Alina Fernandez, figlia di Fidel Castro, però, non accetta di buon grado l'entusiasmo del popolo cubano dopo i cambiamenti proposti da Raul. “La vera scommessa – dice Alina – è vedere se a Cuba esista davvero una società civile e se c'è ancora qualcosa che si possa salvare. Un vero cambio sarà effettivo solo quando si prenderanno in considerazione sia la questione pubblica che quella privata”. Dello stesso avviso Raul Rivero, uno dei dissidenti più famosi dell'isola. “Se oggi la Cuba che sognamo ha più consistenza e fa più rumore che mai è grazie alla resistenza pacifica dei democratici”.