Il 28 Giugno scorso si e’ insediata a Mitrovica l’Assemblea serba del Kosovo. Un miniparlamento in aperto contrasto con l’altro di etnia albanese, sancendo cosi’ la chiara divisione in due del neo-staterello autoproclamatosi indipendente nel Febbraio scorso.
Contemporaneamente sta per nascere anche il nuovo governo serbo, che si profila piu’ filoeuropeista del precedente, ma che comunque dovra’ fare sempre i conti con quella parte del proprio popolo che non ha ancora rinunciato all’idea di recuperare quantomeno il Kosovo serbo.
Il Kosovo è sempre più lontano
di Christian Elia – Peacereporter – 30 Giugno 2008
Le date, nei Balcani, non vengono mai scelte a caso. Il 28 giugno, ad esempio, è il giorno di vidovdan, la festa di San Vito, anniversario della battaglia di Kosovo Poljie, avvenuta nel 1389 tra l'esercito serbo e le truppe ottomane. Proprio il 28 giugno si è insediata l'Assemblea serba della provincia autonoma del Kosovo, a Mitrovica.
L'Assemblea della discordia. La compongono i delegati eletti con le amministrative, tenutesi in Serbia nel maggio scorso. Ma mentre i moderati di Tadic hanno vinto in tutto il Paese, qui in Kosovo la lontananza da Belgrado è profonda e hanno vinto i nazionalisti guidati dal leader locale Marko Jaksic, che ha dichiarato, in tono tutt'altro che distensivo: ''Ci batteremo contro la creazione di un altro stato albanese nei Balcani''. Insomma i serbi l'indipendenza unilaterale del Kosovo, sancita nel febbraio scorso, non l'hanno mandata giù e tengono duro, nonostante Pristina apra ambasciate all'estero, vari la sua Costituzione, si doti di inno e bandiera.
''Il Parlamento dei serbi del Kosovo avrà solo un ruolo simbolico'', ha chiosato Lamberto Zannier, nuovo capo della missione Nato in Kosovo (Unmik), ma all'Onu e alla Nato sanno che la situazione resta molto tesa e c'è poco da scherzare. Non a caso i vertici dell'Alleanza Atlantica, nei giorni scorsi, hanno frenato l'attivismo del Kosovo rispetto alla costituzione di un esercito, ricordando a Pristina che per il momento l'unica forza armata autorizzata è quella della Nato. Forza che è stata dispiegata attorno al monastero ortodosso di Gracanica, dove San Vito è stato festeggiato con una veglia di preghiera per il ritorno del Kosovo sotto la sovranità serba.
''L'assemblea serba di Mitrovica è illegale ed ha un effetto destabilizzante nella regione, ma invito la popolazione a mantenere la calma e a non reagire alle provocazioni'', ha dichiarato Fatmir Sejdiu, presidente del Kosovo, in una sorta di ribaltamento di ruoli, per il quale adesso sono gli albanesi kosovari a lottare contro una forma di secessionismo.
Nasce il governo serbo. A Belgrado, intanto, dopo mesi di stallo, il presidente Tadic ha conferito l'incarico di primo ministro a Mirko Cvetkovic, fedelissimo ministro delle Finanze uscente e architetto delle privatizzazioni in Serbia. Era dall'11 maggio scorso, dopo la vittoria dello schieramento europeista di Tadic alle elezioni, che si attendeva la nomina del governo. La nascita del nuovo esecutivo è prevista per la prossima settimana. Il Partito socialista serbo (Sps), dell'ex presidente Slobodan Milosevic, e la coalizione pro-Europa si sono messi d'accordo all'inizio della settimana per formare il nuovo governo, mettendo fine alla crisi politica post-elettorale. L'accordo è stato ottenuto dopo il fallimento dei negoziati del Sps con i nazionalisti del partito democratico di Serbia (Dss) del primo ministro uscente Vojislav Kostunica e del Partito radicale (Srs), a causa di divergenze sul riavvicinamento della Serbia all'Unione europea. La nomina di Cvetkovic, quasi un tecnico, sembra l'ennesima apertura a Bruxelles in chiave adesione, in quanto pare l'uomo giusto per adempiere a quelle riforme che l'Ue si aspetta da Belgrado. Il Kosovo, assemblee a parte, è sempre più lontano dagli interessi economici della Serbia.