domenica 16 novembre 2008

G20: una minestra riscaldata?

Si e' concluso nelle scorse ore il G20. Tutti ovviamente parlano di "un successo da replicare", di "avvenimento storico".

Nel lungo comunicato finale del vertice, frutto di una ovvia complicatissima limatura, emergono fra le cose riaffermate e quelle tralasciate (come la proposta del collegio di supervisori bancari avanzata dal premier inglese Gordon Brown), due punti fermi: la volontà di mantenere e rafforzare il format degli incontri a venti e l'intenzione di conservare la fiducia nel libero mercato respingendo le tentazioni protezionistiche. "Puntiamo ad un accordo quest'anno sul Doha Round", si legge nel comunicato in cui si prende l'impegno di non creare barriere nel commercio e negli investimenti nei prossimi 12 mesi. E se una tensione è emersa con forza durante il summit di Washington è proprio quella sul protezionismo con le accuse di Gordon Brown all'ipotizzato piano Usa di sostegno dell'auto rilanciato dal nuovo presidente Barack Obama.

Sulla riforma finanziaria i Venti si sono detti d'accordo che "Occorre un piano d'azione concreto e preciso per ristabilire la fiducia" dandosi tempo fino al 31 marzo per elaborare "una lista iniziale delle specifiche misure da prendere, incluse le azioni prioritarie per stabilizzare i mercati e rilanciare la crescita". Fra queste "le misure di politica economica e di bilancio tese a stimolare la domanda nazionale e stabilizzare i mercati".

Insomma, la solita aria fritta e le solite ricette che sono risultate fallimentari finora e che hanno appunto condotto al disastro globale di queste settimane, non ancora terminato.
Anzi, lo stesso Governatore di Bankitalia Mario Draghi ha affermato che l'economia mondiale e' destinata "ad un ulteriore rallentamento, forse anche più accentuato di quello realizzato finora".
Chiaro, no?
E se lo dice Draghi...che ha anche aggiunto "Il sistema finanziario del futuro dovrà avere più capitale, meno debito, più trasparenza e più regole".
Mah, staremo a vedere questi fantomatici cambiamenti e le azioni prioritarie di riforma del sistema finanziario.
Ma la frase di Draghi, se presa alla lettera, si riferisce comunque ad un sistema completamente diverso da quello attuale fallimentare e da quello che si prospetta nel prossimo futuro.

C'è comunque gia' un appuntamento per un prossimo vertice che dovrebbe svolgersi tra marzo ed aprile quando Barack Obama si sarà insediato alla Casa Bianca e si svolgerà a Londra. Per Sarkozy ci sarebbe anche l'accordo per un "terzo summit" che dovrebbe svolgersi in Italia in luglio.

Il G20 ha inoltre accolto la proposta del Financial Stability Forum presieduto da Draghi di allargamento ai maggiori Paesi emergenti, come i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) che anche a Washington hanno ovviamente chiesto un ruolo più significativo negli organismi internazionali.

E nel frattempo l'Italia che fa? Palazzo Chigi si e' svegliato dal profondo letargo in cui e' caduto da almeno due mesi?
Tremonti dopo il G20 ha detto "Il nostro piano per fronteggiare la crisi prevederà investimenti di stimolo all'economia per complessivi 80 miliardi di euro. Pensiamo a un decreto...saranno 16 (14 di fondi pubblici e 4 di project financing) i miliardi di euro messi in campo per le infrastrutture. Puntiamo ad un accordo con le società autostradali — per modernizzare la rete ed evitare che vengano fatti dei dividendi senza fare investimenti — che in tutto mobiliti 10 miliardi di euro. Saranno sbloccati fondi, destinati ad ambiente, sviluppo e ricerca, in due o tre anni, pari a 40 miliardi di euro. Pensiamo poi ad un uso diverso del Cipe, ad un provvedimento per evitare la restrizione del credito, ad interventi sulla fiscalità delle imprese. Ci sarà infine una somma non piccola per le famiglie che sono stressate dalla crisi...in tutto 5 punti del PIL".

Et voila', il menu e' servito e va tutto bene, madama la marchesa.

Ah, se fosse cosi' facile....



G20, grandi attese ma poche prospettive
di Carlo Benedetti - Altrenotizie - 16 Novembre 2008

Non è certo un ritorno a Bretton Woods, a quella conferenza che si tenne dal 1 al 22 luglio del 1944 nella piccola cittadina statunitense del New Hampshire (dove si stabilirono regole e linee fondanti per le relazioni commerciali e finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo), ma è certo che ora, a Washington, dove i leader del G20 (un club di Paesi che insieme determinano l'82 per cento dell'economia mondiale e oltre il 60 per cento della popolazione del pianeta) si sono riuniti per ricercare quella cosiddetta “via d’uscita” da una crisi violenta - vero tsunami generale - si scopre che l’avventura non è finita pur se si notano all’orizzonte alcuni progressi. Washington, quindi, come sede di nuovi mercanteggiamenti e di nuove fasi di studio?

La cronaca, in tal senso, (mentre Mosca segue con pragmatica preoccupazione gli eventi) ci riferisce che i leader mondiali riuniti in terra americana (e precisamente nella sede del famoso National Building Museum della capitale) si sono impegnati nel “capire” le ragioni e i motivi della crisi monetaria contemporanea. E, in tal senso, si sono dati un nuovo appuntamento da organizzare entro il 31 marzo 2009 (una sorta di idi di marzo, con sede probabile a Londra quando la presidenza di turno del G20 passerà nelle mani del premier britannico Gordon Brown) con l’obiettivo di attuare, in concreto, un piano anticrisi capace di garantire una maggiore e diversa trasparenza nel campo dei mercati globali. Senza cedere a tentazioni protezionistiche e a colpi di coda che potrebbero destabilizzare le strutture sociopolitiche. In pratica si andrà verso la data di marzo promuovendo compromessi che dovrebbero mettere in cantina eventuali lotte per l’egemonia.

Il piano d’azione attuale prevede, in linea di massima, misure a lungo termine come quelle che si riferiscono al completamento dei negoziati del Doha Round da concludere entro il 2008 e l'invito, successivo, a non cedere a pressioni protezionistiche. I leader del G20 (da Medvedev a Bush - Barak Obama non si è presentato - “non sono ancora il presidente” - da Sarkozy sino a Berlusconi) si sarebbero poi accordati anche per chiedere una migliore cooperazione internazionale nel monitorare i mercati: un obiettivo questo che dovrebbe essere raggiunto con la creazione di meccanismi di “early warning”.

Successo parziale, quindi, per questo vertice che, fortemente voluto dal presidente di turno dell'Unione europea Nicolas Sarkozy, dovrebbe far uscire dalle secche quella crisi che dai mercati mondiali della globalizzazione sta entrando con violenza nelle imprese e nell’economia del “capitalismo reale”, con conseguenze che al momento sono inimmaginabili. Sempre in margine a questo consesso in terra americana va rilevato - lo notano anche molti osservatori russi - che prima o poi bisognerà giungere al giro di boa. E cioè che si dovrà attuare un nuovo equilibrio tra mercato e Stato.

E soprattutto che il dollaro, che dalla seconda guerra mondiale è stata l’unica valuta nel mondo, non potrà più a lungo essere l´unico riferimento valutario. Perché ciò che era vero nel 1945 non può esserlo oggi. E non è un caso se i cosiddetti paesi Bric - Brasile, Russia, India e Cina - proprio nel corso del meeting di San Paolo, in Brasile, hanno detto di volere maggiore voce nelle decisioni politiche globali per soppiantare il dominio del gruppo dei sette maggiori Paesi industrializzati.

Quanto a Mosca, gli insegnamenti che vengono dai summit economici trovano ampia eco negli istituti di politologia. Dove si studiano, ad esempio, quei risultati ottenuti in seguito allo sfascio del Comecon o sulla base del neoliberismo selvaggio. Una sola cosa appare certa a Washington: il neoliberismo non potrà più essere spacciato come la dottrina economica unica. Sotto le macerie di Wall Street, insieme ai manager, c’è finita anche la presunta superiorità dell’economia virtuale.



Il piano segreto per la dittatura mondiale del Fondo monetario internazionale
di Webster Tarpley - Rense - 10 Novembre 2008
Traduzione a cura di WARLOCK per www.comedonchisciotte.org

Trattasi di un documento confidenziale strategico per l'incontro del G-20 che si terra' a Washington il 15 Novembre. L'incontro non e' da considerarsi in nessun modo una nuova Bretton Woods (conferenza tenutasi nell'omonima cittadina nel 1944 che portò alla creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. ndt) ma un tentativo guidato dagli Inglesi per imporre con un'unica manovra la dittatura del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sull'intero pianeta, spazzando via ogni speranza di ripresa economica, modernizzazione dei paesi in via di sviluppo, e la sovranita' nazionale.

In accordo a questo programma, il Fondo Monetario Internazionale dettera' le politiche economiche per tutti gli stati. L'ortodossia del Fondo Monetario Internazionale si puo' riassumere con austerita', sacrificio, privatizzazioni, depotenziamento dei sindacati, libero commercio, sfruttamento intensivo e l'impedimento per le nuove tecnologie. Queste politiche strangoleranno l'umanita'.

Secondo resoconti, Il blocco Brasile-Cina-Russia-India e' alquanto critico nel mettere un potere cosi' ampio nelle mani del Fondo Monetario Internazionale, che e' dominato dagli Stati Unuiti e dalla Gran Bretagna, con il Primo Ministro Gordon Brown e il Segretario del Tesoro Paulson della Goldman Sachs impegnati nel dettare le regole.

I nuovi piani di ripresa economica cinese sono all'opposto del salvataggio dei banchieri imposto fino ad ora nei paesi piu' ricchi. I cinesi spenderanno 585 miliardi di dollari in infrastrutture, trasporti, edilizia e produzione alimentare, con un occhio di riguardo per ferrovie, areoporti e strade. Il pacchetto economico cinese si basa sullo spirito del New Deal del presidente Franklin D. Roosevelt, e rinforzera' lo sviluppo ed il progresso per la Cina. Al contrario, il salvataggio da 700 miliardi USA, ed i similari interventi di Gran Bretagna ed UE sono solo un futile tentativo di sostenere la bolla di un quadrilione di dollari di derivati.
Una sensibile politica economica comincia solo spazzando via il cancro degli strumenti derivati.

Gli interessi dell'umanita' possono essere serviti solamente prevenendo i partecipanti alla conferenza di Washington di portare avanti il piano piu sotto evidenziato. Se la Russia, Cina, e i paesi in via di sviluppo possono costituire una efficace opposizione, il mondo si dividera' in due blocchi contrapposti; un blocco a favore degli strumenti finanziari derivati, di stampo Malthusiano-monetario favorevole alla finanziarizzazione dell'economia, il quale tendera' per sua natura politica a rimanere indietro; e, dall'altra parte, un blocco contrario agli strumenti derivati, che aggreghi nazioni favorevoli allo sviluppo delle politiche produttive, avvalendosi dei piu' moderni ed efficaci ritrovati scientifici ed economici. Tutte le persone di buona volonta' in ogni nazione sono incoraggiate a mobilitarsi per essere sicuri che la propria nazione possa unirsi al blocco progressita.

I preparativi per il summit economico del 15 Novembre a Washington sono gia' allo stadio avanzato. Qui ci sono i 5 punti che sono correntemente in agenda per essere recepiti dai capi di stato invitati. A grandi linee, la filosofia e' quella di continuare il percorso di globalizzazione rinforzando i liberi scambi e creare un governo economico globale sotto l'egida del Fondo Monetario Internazionale.

Il programma del Fondo Monetario Internazionale prevede i seguenti punti:

1) Richiesta che le agenzie di valutazione siano registrate presso un'autorita' centrale, monitorate e operanti sotto precise direttive.

2) bloccare l'adozione del "convergence of accounting standards",(*) riesaminando le regole dell "fair market value"(**) nel campo finanziario, inquadrandole nell'ottica della prudenza e del conservatorismo.

3) Fare in modo che nessun segmento di mercato, territorio o istituzione finanziaria possa esimersi da una proporzionata ed adeguata regolamentazione o al limite alla sorveglianza.

4) la messa a punto di un codice di condotta per evitare l'assunzione di rischi eccessivi per l'industria finanziaria, includendo anche le aree di compensazione. I supervisori dovranno attenersi a questo codice, durante la valutazione del profilo di rischio delle istituzioni finanziarie.

5) Affidare al Fondo Monetario Internazionale la responsabilita' primaria, congiuntamente con il FSF ( Forum della stabilita' finanziaria - Basilea ) nel raccomandare le misure necessarie a ricostruire la fiducia e la stabilita'.

Il Fondo Monetario Internazionale deve essere dotato delle risorse essenziali e degli strumenti adeguati per supportare i paesi in difficolta', in modo da esercitare il suo ruolo di sorvegliante macroeconomico nel modo piu' efficace.


NOTE DEL TRADUTTORE

* In pratica, la necessita' per gli USA di aderire ad uno standard internazionale relativo alle modalita' di stesura dei bilanci, passando da un sistema basato su regole ad un sistema basato su principi. A detta di molti, il sistema attualmente vigente in USA, fortemente regolamentato puo' permettere a commercialisti e contabili in malafede di aggirare le regole, operando formalmente in maniera legale, ma in pratica agendo in maniera fraudolenta. Esperti ritengono che tale sistema contabile sia una delle cause dei recenti scandali finanziari USA.

**Con "fair market value" si puo' intendere un criterio capace di esprimere il potenziale valore di un elemento patrimoniale, in maniera indipendente ed oggettiva, tenendo in considerazione sia le condizioni di mercato sia le specifiche peculiarità dell'elemento oggetto di valutazione - da Wikipedia