Ora e’ il turno
I 20 miliardi che saranno "investiti" dalle autorità USA in azioni privilegiate di Citi rientrano nei 700 miliardi stanziati per il settore bancario e vanno ad aggiungersi ai 25 miliardi già accordati alla banca in questo ambito.
Il piano di salvataggio, annunciato ieri dal Tesoro, Federal Reserve e Federal Deposit Insurance Corporation (l'organo di sorveglianza del settore bancario), prevede che Washington garantisca "protezione contro la possibilità di inusuali grandi perdite" fornendo 306 miliardi di dollari di attivo in cambio di un'assunzione di partecipazione nelle azioni di Citigroup.
Citigroup infatti emetterà azioni privilegiate per altri 7 miliardi di dollari, a favore di Tesoro e FDIC per remunerarli delle garanzie accordate.
Questo intervento si differenzia dai precedenti in quanto non prevede né la messa sotto completa tutela
Non sono pero’ previsti cambiamenti nel management, ma la banca ha accettato di procedere a "restrizioni" nella remunerazione dei suoi dirigenti e si è impegnata ad attuare le misure prescritte dalla FIDC in materia di prodotti ipotecari strutturati. Inoltre non potrà pagare dividendi superiori a 1 cent per azione per tre anni senza avere il consenso del Tesoro. Attualmente il dividendo trimestrale è di 16 cent ad azione.
Si tratta comunque dell’ennesimo disperato tentativo di calmare le Borse mondiali, Wall Street in primis, ma che non risolve assolutamente nulla.
Anzi, aggrava ulteriormente a lungo termine le condizioni dell’economia reale globale, gia’ allo stremo.
di Michel Chossudovsky – Global Research – 15 Novembre 2008
Traduzione a cura di JJULES per www.comedonchisciotte.org
La crisi finanziaria si sta aggravando, con il rischio di scompaginare seriamente il sistema dei pagamenti internazionali. Questa crisi è molto più grave della Grande Depressione. Ne sono interessati tutti i principali settori dell’economia globale. Le ultime voci riferiscono che il sistema delle Lettere di Credito e
Il “salvataggio” bancario proposto nel cosiddetto Programma di Aiuto dei Beni in Difficoltà (TARP) non è una “soluzione” alla crisi ma la “causa” di un ulteriore crollo.
Il “salvataggio” contribuisce ad un ulteriore processo di destabilizzazione dell’architettura finanziaria. Trasferisce grandi quantità di denaro pubblico, a spese
A turno, questa concentrazione senza precedenti di potere finanziario conduce al fallimento interi settori industriali e dell’economia dei servizi, portando al licenziamento di decine di migliaia di lavoratori. Le alte sfere
Il crollo della domanda dei consumatori
L’economia reale è in crisi. L’aumento risultante della disoccupazione sta causando una drastica diminuzione della spesa dei consumatori che, a sua
Le imprese non riescono a vendere i loro prodotti perché i lavoratori sono stati licenziati. I consumatori, vale a dire la gente che lavora, sono stati privati
La sovraproduzione genera una serie di fallimenti
Le giacenze di merci invendute si accumulano. Alla fine, la produzione crolla; l’offerta di commodities diminuisce fino alla chiusura degli impianti produttivi, compresi gli stabilimenti di montaggio.
Nella fase di chiusura degli stabilimenti, i lavoratori diventano disoccupati. Migliaia di imprese fallite sono estromesse dal panorama economico, portando ad una caduta della produzione.
Povertà di
La crisi attuale estende i contorni geografici dell’economia della manodopera a basso costo, portando all’impoverimento di ampi settori della popolazione nei cosiddetti paesi sviluppati (tra cui la classe media).
Negli Stati Uniti, in
Abbiamo a che fare con un processo di ristrutturazione economica e finanziaria a lungo termine. Nella sua prima fase, iniziata negli anni ‘80 durante l’epoca reaganiana e thatcheriana, le imprese di livello regionale e locale, le aziende agricole a conduzione famigliare e le piccole imprese furono soppiantate e distrutte. A turno, il boom di fusioni e acquisizioni degli anni ‘90 condusse al consolidamento simultaneo di grandi entità societarie sia nell’economia reale che nei servizi finanziari e bancari.
Negli ultimi sviluppi, comunque, la concentrazione
I fallimenti stanno avvenendo in tutti i principali settori di attività: manufatturiero, telecomunicazioni, rivendite al dettaglio, centri commerciali, compagnie aeree, hotel e turismo, per non parlare
General Motors ha confermato che potrebbe “rimanere all’asciutto entro pochi mesi, il che potrebbe portare alla più grande dichiarazione di fallimento della storia
Gli ordinativi industriali americani sono diminuiti drasticamente. La società di ricerche Autodata ha reso noto che in ottobre “le vendite di automobili e piccoli autocarri è scesa
Disoccupazione
Secondo l’Ufficio Statistico
“Il livello di occupazione dei lavoratori dipendenti è sceso di 240.000 unità in ottobre, e il tasso di disoccupazione è salito dal 6,1 al 6,5 per cento, ha riferito oggi l’Ufficio Statistico
“Tra i disoccupati, il numero di persone che hanno perso il proprio posto di lavoro e non si aspettano di essere richiamati è salito di 615.000 unità fino a 4,4 milioni in ottobre. Negli ultimi 12 mesi, la dimensione di questo gruppo è aumentata di 1,7 milioni.” ( Ufficio Statistico del Dipartimento del Lavoro, novembre 2008)
Le cifre ufficiali non descrivono la gravità della crisi e il suo impatto devastante sul mercato
La situazione nell’Unione Europea è ugualmente inquietante. Un recente rapporto britannico mette in evidenza il rischio potenziale di una disoccupazione di
Tagli occupazionali sono stati annunciati anche negli stabilimenti General Motors e Nissan-Renault in Spagna. Le vendite di nuove auto in Spagna sono diminuite
Fallimenti e pignoramenti: un’operazione che porta denaro ai giganti finanziari
Tra le società sull’orlo
I fallimenti e i pignoramenti sono un’operazione che porta denaro. Con il crollo dei valori azionari, le società quotate subiscono una forte diminuzione
Provocano il crollo delle società quotate attraverso vendite short e altre operazioni speculative e poi approfittano dei loro guadagni speculativi su vasta scala.
Secondo un articolo pubblicato sul Financial Times, c’è la prova che il crollo dell’industria automobilistica americana sia stato in parte il risultato di una manipolazione: “General Motors e Ford hanno perso il 31 per cento a 3,01 dollari e il 10,9 per cento a 1,80 dollari nonostante le speranze che Washington potesse trarre in salvo l’industria dall’orlo dell’abisso. La caduta è arrivata dopo che Deutsche Bank ha stabilito un prezzo base pari a zero su General Motors.” (Financial Times, 14 novembre 2008, corsivo aggiunto)
I finanzieri stanno facendo shopping sfrenato. I 400 miliardari americani di Forbes stanno aspettando nel limbo. Una volta consolidata la loro posizione nell’industria bancaria, i giganti finanziari tra cui JP Morgan Chase, Bank of America ed altri utilizzeranno i profitti del denaro della manna dal cielo e del denaro del salvataggio del programma TARP per estendere ulteriormente il loro controllo sull’economia reale.
Il passo successivo consisterà nel trasformare i beni liquidi, vale a dire la ricchezza di cartamoneta, nell’acquisizione di beni dell’economia reale.
A questo proposito, la Berkshire Hathaway Inc. di Warren Buffett è un importante azionista di General Motors. Di recente, in seguito al crollo dei valori azionari a ottobre e novembre, Buffett ha aumentato la propria partecipazione nel produttore petrolifero ConocoPhillips, per non parlare di Eaton Corp, il cui prezzo alla Borsa di
L’obiettivo di queste acquisizioni sono le numerose imprese altamente produttive
I gestori
La proprietà dell’economia reale
Come risultato di questi sviluppi, che sono direttamente collegati al crollo finanziario, l’intera struttura della proprietà dei beni dell’economia reale è in agitazione.
La ricchezza di carta accumulata attraverso l’insider trading e la manipolazione dei mercati azionari viene utilizzata per acquisire il controllo sui beni dell’economia reale, subentrando alle strutture di proprietà pre-esistenti.
Abbiamo a che fare con una ripugnante relazione tra economia reale e settore finanziario. I conglomerati finanziari non producono commodities ma, sostanzialmente, fanno soldi attraverso la gestione di transazioni finanziarie. Utilizzano i proventi di queste transazioni per acquisire delle autentiche società per azioni dell’economia reale che producono beni e servizi per i consumi delle famiglie.
Per un amaro scherzo
Nessuna riforma è possibile sotto il Consenso di Washington e
Agli artefici del disastro finanziario sotto la legge Gramm-Leach-Bliley del 1999 di Modernizzazione dei Servizi Finanziari è stato affidato il compito di attenuare la crisi, che loro stessi hanno creato. Sono loro la causa
Una soluzione a questa crisi può venire solamente attraverso un processo di “disarmo finanziario”, che sfida con forza l’egemonia degli istituti finanziari di Wall Street, compreso il loro controllo sulla politica monetaria. Il “disarmo finanziario” richiederebbe anche il congelamento degli strumenti di negoziazioni speculative, smantellando gli hedge fund e democratizzando la politica monetaria. Il termine “disarmo finanziario” fu coniato per primo da John Maynard Keynes negli anni ’40.
Obama appoggia la deregolamentazione finanziaria
Barack Obama ha abbracciato il consenso di Washington e Wall Street. Per un amaro scherzo del destino, l’ex parlamentare Jim Leach, il Repubblicano che aveva presentato nel 1999 alla Camera dei Rappresentanti la legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari, ora consiglierà Obama nel formulare una soluzione provvidenziale alla crisi. Jim Leach, Madeleine Albright e l’ex Segretario al Tesoro Larry Summers, che ebbe anch’egli un ruolo fondamentale nell’approvazione della legge di Modernizzazione dei Servizi Finanziari, hanno partecipato il 15 novembre al Summit Finanziario dei G20, come parte della squadra di consulenti del presidente eletto Barack Obama.
“Il presidente eletto Barack Obama e il vicepresidente eletto Joe Biden hanno annunciato che l’ex Segretario di Stato Madeleine Albright e l’ex parlamentare Repubblicano Jim Leach saranno disponibili ad incontrare le delegazioni al Summit dei G20 a loro nome. Leach e Albright terranno questi incontri non ufficiali alla ricerca di indicazioni dalle delegazioni ospiti per conto