La guerra al terrorismo è un mito
Intervista a Webster Tarpley - www.reopen911.info - 13 Luglio 2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Marina Gerenzani
Webster Tarpley, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.
“Non si può capire la politica attuale degli Stati Uniti se si sottovaluta la portata reale dell'11 settembre. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un colpo di Stato. La guerra contro il terrorismo si basa su un mito e a partire da questi eventi è diventata una religione di stato obbligatoria. Il solo modo di combattere i neoconservatori è di distruggere questo mito. L'apertura di una commissione di verità come quella di Russell-Sartre al momento della guerra del Vietnam, potrebbe contribuire a distruggerlo".
Non si può negare che Tarpley sia un esperto di geopolitica e la sua conoscenza dei meccanismi complessi della situazione attuale ci ha naturalmente spinti a chiederne il parere sulla situazione presente. Le domande sono state co-redatte da ReOpen911 e il sito GeoPolIntel che ha realizzato un'analisi estensiva dello scudo ABM (Anti Missili Balistici).
Prima di affrontare l'intervista vera e propria, Webster G. Tarpley, autore di diversi libri, tra cui la straordinaria opera "9/11 Synthetic Terror: Made in USA", ci ha chiesto di completare l'intervista con il paragrafo seguente.
“Il principale progetto americano-britannico del momento è di balcanizzare il Pakistan, in modo che non possa diventare un corridoio energetico per la Cina, l'Iran e il Medio Oriente, come possiamo vedere con la posizione del porto di Gwadar. La folle escalation di violenza in Afghanistan, che porta il segno di Obama, ha senso solo se capiamo che lo scopo è di distruggere il governo centrale del Pakistan e provocare l'esplosione di questo paese in cinque fasi, secondo il prolungamento del piano di Bernard Lewis.
Il Pakistan è un obiettivo molto più importante dell'Iran. Esiste addirittura un piano americano-britannico per distruggere la catena dei paesi pro-cinesi lungo l'Oceano Indiano. Ma lo Sri Lanka ha evacuato l'esercito del terrore (sostenuto dagli Stati Uniti e il Regno Unito): terroristi che avevano i loro quartieri generali a Londra e conosciuti con il nome di Tigri Tamil. Era davvero grottesco vedere Kouchner e Milliband (Ministri degli Esteri francese e britannico) cercare disperatamente di salvare le Tigri Tamil, affinché i macellai potessero combattere ancora!
I posti come lo Zimbabwe, il Sudan, la Thailandia, la Cambogia, il Bangladesh e diversi gruppi di isole, sono oggi un campo di battaglia tra la Cina (quest'ultima fa pressioni in favore di un commercio e uno sviluppo pacifico), e l'alleanza Stati Uniti e Gran Bretagna che cerca di mandarli in rovina e di mantenere il consenso screditato di Washington contro il consenso di Pechino, che respinge l'intimidazione imperialista del tipo FMI-Banca Mondiale-WTO".
ReOpen911 : La lettera di Obama a Medvedev, nella quale chiede ai Russi di negoziare l'abbandono del nucleare iraniano, non sarebbe un mezzo per rinfocolare una nuova guerra in Medio Oriente?
Webster G. Tarpley: Come ho scritto in Obama, The Postmodern Coup, la politica generale dell'amministrazione Obama è di fomentare i conflitti tra l'Iran e la Russia. Lo chiamano il gioco della patata bollente – mettono uno Stato nemico contro un altro, sperando che entrambi vengano danneggiati o distrutti durante il processo. Il regime Obama vorrebbe spingere la Russia in una posizione di ostilità verso l'Iran, giocando sulla paura della Russia di ciò che alla fin fine l'Iran potrebbe fare con le armi nucleari nel caso ne avesse qualcuna. Con persone come Putin e Lavrov, i Russi non sono pronti a cadere in un trabocchetto del genere. La recente esperienza delle sommosse e della mobilitazione in Iran è incoraggiata da persone della CIA, una rivoluzione colorata, una rivoluzione di velluto che non sembra particolarmente riuscita.
Se una marionetta anglo-americana prendesse il potere in Iran, una delle prime cose che farebbe sarebbe tagliare l'approvvigionamento di petrolio in Cina, dato che, di questi tempi, è lì che si trova il maggior interesse degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in Medio oriente. Il discorso di Obama al Cairo non è nient'altro che un tentativo di usare il mondo arabo-islamico del Medio oriente contro la Russia e la Cina.
Anche l'India è uno dei principali candidati a diventare la seconda arma eurasiatica degli Stati Uniti e del Regno Unito, ma anche qui, gli Indiani possono rivelarsi troppo intelligenti per cadere nella trappola. Tutti sanno che il Congresso americano ha adottato delle leggi ricorrenti che chiedono un cambio di regime in Iran, con il finanziamento di 400 milioni di dollari, e da cinque anni e passa, Seymour Hersh ha descritto nel New Yorker il ruolo attivo delle squadre di spionaggio e di destabilizzazione statunitensi in Iran, che tentano di fomentare le ribellioni con gli Arabi, gli Azeri, i Kurdi, i Baloutches, i Pashtun e altri, con lo scopo finale di dividere e balcanizzare l'Iran, nello stesso modo in cui lo furono la Jugoslavia, l'Iraq, e come potrebbe esserlo ben presto il Sudan.
Il colore della rivoluzione in Iran è in gran parte l'opera del gruppo “soft power" (NdT: che sostiene una politica esterna di “bassa intensità") ispirato dagli scritti di Joseph Nye, e che include le cerchie di Brzezinski alla Rand Corporation, così come l'International Crisis Group e altri operatori che per raggiungere i propri scopi usano la sinistra come copertura, gli slogan umanitari, i diritti dell'uomo.
Se ho ben capito Jacques Sapir, egli sembra dire che gli slogan umanitari sono stati così bistrattati dagli imperialisti occidentali al servizio dei propri scopi predatori, che questi slogan sono stati completamente screditati in virtù dell'ipocrisia e del loro effetto “due pesi, due misure". Se sono proprio questi i propositi di Sapir, sono completamente giustificati. Direi che è tempo di sottolineare i diritti economici dei paesi in via di sviluppo, a cominciare dall'industrializzazione, il pieno impiego, e eliminando la povertà, la malattia, l'analfabetismo, e una situazione in cui vediamo un miliardo di persone che patiscono la fame o che rischiano la carestia, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, e forse 2 miliardi di persone ridotte a un'esistenza miserabile, con meno di un dollaro al giorno. Queste sono le vere domande che oggi l'umanità deve affrontare.
ReOpen911: Il piano Gates-Brzezinski prevede un nuovo approccio con l'Iran. Se questo piano non funzionasse, gli Stati Uniti potrebbero colpire l'Iran con l'arma atomica, come diceva Schneider JR?
Webster G. Tarpley: Tutta la base del regime di Obama, tra le cerchie imperialiste statunitensi, è sempre più cosciente del fatto che gli Stati Uniti sono troppo deboli, troppo odiati, troppo in fallimento per intraprendere ora nuove avventure in Medio oriente. Ecco perché si tirano indietro addossando la responsabilità ad altri, facendo la guerra con l'uso di mandatari o marionette kamikaze, come avvenne con l'Etiopia, usata contro la Somalia qualche anno fa.
ReOpen911: Se gli Stati Uniti e la Russia falliscono nel tentativo di far accettare all'Iran la fine del suo programma nucleare, Israele può colpirlo come colpì l'Iraq di Saddam Hussein?
Webster G. Tarpley: In seguito Gates, Panetta, Biden e Obama stesso hanno ordinato a Israele di lasciar perdere, di abbandonare qualsiasi idea di attaccare da solo l'Iran, cosa che l’avrebbe staccato dai propri alleati. Ne parlo nel libro Obama: The Unauthorized Biography. Credo che gli Inglesi siano sulla stessa linea. Il senatore Kerry e Obama hanno anche detto che l'Iran ha diritto ad un programma nucleare pacifico. Tutto questo rinforza l'idea che gli Stati Uniti vogliano fare dell'Iran una marionetta kamikaze contro la Russia e/o la Cina. Chi continua ad ignorare questa tendenza vive nel mondo com'era prima del dicembre 2007, quando le valutazioni ufficiali dei servizi segreti statunitensi dicevano che non c'era nessun programma d'armi nucleari iraniano. Dubito che gli Israeliani avviino un tale attacco. Se lo facessero, si tratterebbe di una vera e propria catastrofe mondiale. I nostri amici del Quai d'Orsay (Ministero degli Esteri francese, Ndt) dovrebbero fare tutto il possibile per dissuadere Netanyahu & co.
ReOpen911: Dato che i servizi segreti statunitensi hanno detto che l'Iran ha fermato il proprio programma nucleare militare dal 2003, dobbiamo accettare un Iran con un nucleare civile?
Webster G. Tarpley: Certo, nonostante la demagogia bellicistica di Sarkozy e di Kouchner su quest'argomento quando tentarono di andare al fronte. Ogni paese ha un diritto inalienabile alla scienza, alla tecnologia, all'industria e alla produzione di energia moderna, e nel mondo d'oggi, questo può significare solo lo sfruttamento pacifico dell'energia nucleare. Questa era la base della politica estera americana durante la maggior parte della guerra fredda, l'iniziativa “Atomi per la pace" di Eisenhower.
Tutti i paesi del mondo che vogliono affermare la propria sovranità e il diritto allo sviluppo considerano seriamente l'esame di un'applicazione importante dell'energia nucleare, a cominciare dalla Cina, l'India, la Russia, la Giordania e molti altri. In questo seguono il ben riuscito esempio francese, molto più eloquente dei discorsi di Sarkozy. Dopo le violazioni massicce del regime di non proliferazione, suggellato da Stati Uniti e India sul nucleare, gli Stati Uniti non si fanno scrupoli quando si tratta di intimidire o tormentare gli altri su questo aspetto.
ReOpen911: La colonna vertebrale della politica estera americana in Europa è il Trattato ABM e l'allargamento della NATO. Cosa ne pensate di questa provocazione verso la Russia e del rischio di vedere affrontarsi alleati europei?
Webster G. Tarpley: Nella migliore delle ipotesi, l'allargamento della NATO è inutile e assai pericoloso nella maggior parte degli scenari probabili. Quale persona di buon senso si impegnerebbe a battersi e a morire per un demente come Saakashvili, dopo che quest'ultimo ha mostrato la propria instabilità mentale con l'attacco kamikaze contro la Russia nell'agosto 2008? Che persona di buon senso vorrebbe essere impegnata nell'ultima avventura di questi cleptocrati dell'FMI a Kiev? Quando la Germania dell'Est è stata reintegrata nella Germania dell'Ovest, gli Stati Uniti hanno preso degli impegni seri con la Russia: le forze della NATO non sarebbero entrate nell'ex Germania dell'Est. Ora, sono andate molto più lontane. È il momento di invertire questa tendenza. Invito la Francia a riconsiderare l'idea di reintegrare la struttura di comando della NATO.
Tenendo conto dell'impegno americano nei regimi instabili e aggressivi non lontani dalla Russia, la Francia corre il rischio di essere trascinata in una guerra catastrofica sulla scia anglo-americana. Questo non è il futuro di una grande nazione come la Francia. Possiamo vedere anche una seconda serie di paesi provocatori composta da Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Ucraina e altri paesi, che possono essere buttati nella lotta contro la Russia per questioni come l'interruzione della distribuzione di gas naturale in Europa dell'Ovest quasi ogni inverno.
ReOpen911: Riguardo al trattato ABM, cosa ne pensate dell'impianto dello scudo spaziale in paesi dell'Europa dell'Est come la Repubblica Ceca, senza previo accordo con il Parlamento europeo? Cfr http://fr.rian.ru/world/20081110/118227844.html
Webster G. Tarpley: Ho richiamato diverse volte Obama in pubblico affinché prendesse degli impegni precisi, se vuole provare di essere davvero l'angelo della pace che dice di essere. Il primo è annunciare che non ci sarà nessun schieramento di sistemi ABM in Polonia, poiché possono essere facilmente messi in atto in un primo attacco nucleare preventivo strategico contro la Russia, ributtando così il mondo nel contesto esplosivo della vecchia guerra fredda. Obama potrebbe semplicemente annunciare: “La crisi dei missili poloni non avverrà". L'altro impegno che Obama potrebbe prendere sarebbe quello di ritirare tutto il sostegno degli USA all'allargamento della NATO. È quello che qualsiasi Europeo con un po’ di buon senso esigerebbe che facesse. Invece, l'estate scorsa abbiamo avuto 200.000 fans raggirati da Obama alla porta di Brandeburgo.
ReOpen911 : In questo contesto, cosa ne pensa dell'integrazione della Francia alla NATO, e la sua partecipazione alla guerra contro il terrorismo?
Webster G. Tarpley : Raccomanderei alla Francia di non sottomettersi al comando della NATO. Il presidente de Gaulle aveva completamente ragione quando espulse da Versailles i quartieri generali della NATO e ritirò la Francia dalla struttura di comando della NATO. Questo non ha offuscato le relazioni franco-americane, ma ha impedito che gli elementi anarchici presenti nell'organizzazione causassero seri problemi alla Francia. In particolar modo penso al generale Lyman Lemnitzer, sostenitore dell'operazione Northwood (NdT: piano concepito da alti dirigenti del Dipartimento della Difesa USA allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro) quand'era Presidente del Pentagono e stava per diventare il Comandante della NATO, e che fece di tutto per installare Gladio in Italia e nella maggior parte dei paesi della NATO (NdT: organizzazione paramilitare del secondo dopoguerra, legata ai servizi segreti occidentali promossa dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Europa occidentale). Riassumendo, De Gaulle aveva ragione, l'Occidente ha bisogno che la Francia mantenga la propria indipendenza intellettuale e l'attitudine a sviluppare una critica responsabile e realista sugli eccessi degli Anglo-americani. Ciò che fece De Gaulle, è ciò che ci si aspetta dai futuri leader francesi.
ReOpen911 : Riguardo all'11 settembre, pensa che possa nascere un'inchiesta indipendente? E in caso affermativo, sarebbe per volere della giustizia americana o di un'azione internazionale come i "Politics for 9/11 Truth" (NdT: Dirigenti politici per la verità sull'11 settembre)
Webster G. Tarpley: L'importanza del movimento per la verità sull'11 settembre, sviluppatosi nella società americana tra il 2006 e il 2007, si è ampiamente disgregata fino a diventare impotente. Mentre la campagna delle primarie cominciava a riunire le energie nel 2007, molti vecchi attivisti dell'11/9 han commesso il grave errore di sacrificare la propria attività a politici professionisti che avevano promesso di fare qualcosa per indagare sulla questione. Dennis Kucinich, candidato di sinistra al partito liberal-democratico, promise pubblicamente che avrebbe indagato sull'11/9, così come sull'affaire del B-52 “canaglia" (NdT: Bombardiere strategico a largo raggio prodotto dalla Boeing) avvenuta tra l'agosto e il settembre 2007, poco dopo che un gruppo di attivisti di cui facevo parte emise l'avvertimento di Kennebunkport, col quale dicemmo che Cheney stava facendo un ultimo tentativo per avviare la guerra contro l'Iran. Questo succedeva nel momento in cui gli Israeliani lanciavano il raid aereo contro la Siria.
Ma Kucinich non mantenne la promessa. Una parte ancor più grande dell' 11/9 Truth Movement venne inghiottita da Ron Paul, il deputato del Texas e candidato libertario repubblicano. Non fece promesse in pubblico come Kucinich, ma in privato disse agli attivisti dell'11/9 Truth Movement che condivideva il loro punto di vista e che l'avrebbe detto pubblicamente al momento opportuno. Con queste certezze, molti attivisti diedero il proprio tempo, denaro e sostegno alla campagna presidenziale di Ron Paul.
Ma quando, durante un dibattito nazionale sulla televisione via cavo a cui assisteva tutta la stampa nazionale, Ron Paul venne interrogato, affermò con forza che riteneva assurde le idee dell'11/9 Truth Movement e che queste lo imbarazzavano; aggiunse inoltre che gli attivisti avrebbero dovuto abbandonare i loro sforzi. Disse anche che il suo scetticismo riguardo al rapporto della Commissione dell'11 settembre era uguale al suo scetticismo per i documenti del governo, né più né meno. Alla fine, quando fu chiaro che Obama aveva una reale possibilità di diventare Presidente, il resto dei liberali di sinistra rinunciò all'attivismo e si unì alla quête messianica e utopica proposta da Obama.
Di conseguenza, il movimento per la Pace, il movimento per la destituzione (NdT: e il processo di Bush) e l'11/9 Truth Movement vennero letteralmente spazzati via. Tutto questo mostra il ruolo importante svolto da Obama nella soppressione delle proteste e la protezione dell'Establishment di Wall Street contro l'agitazione popolare. Ora ci vorrebbe l'implicazione decisiva di uno o più leader mondiali fuori dagli Stati Uniti per realizzare l'indispensabile inchiesta internazionale indipendente dalla Commissione per la verità sull'11/9.
ReOpen911 : Molti cittadini hanno scoperto la geopolitica e i retroscena dei conflitti cercando di saperne di più sugli attentati dell'11 settembre 2001. Cosa direbbe a queste persone che scoprono, spesso con orrore, che un buon numero di guerre e attentati sono fatti dagli Stati Uniti e/o da gruppi di interesse contro gli interessi delle popolazioni?
Webster G. Tarpley: Il problema della politica straniera statunitense non si trova essenzialmente all'interno del governo federale, ma viene dal fatto che la politica straniera statunitense è ampiamente prodotta dagli interessi bancari della potentissima Wall Street, che opera attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il gruppo Bildeberg e l'insidiosa Mont Pelerin Society che si occupa di economia. Obama, Biden, Holbrook e molti altri sono i servi di questi banchieri di Wall Street. Queste forze non seguono una politica americana nazionale che imporrebbe, per esempio, buone relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, come erano mantenute durante la Rivoluzione Americana nel momento della Guerra Civile americana e durante l'amministrazione di F.D. Roosevelt.
Invece di una politica nazionale americana, abbiamo una politica favorevole ai finanzieri e agli imperialisti. È la stessa mentalità della City di Londra e di una parte della Commissione Europea e della Banca Centrale. Viviamo un'epoca di preponderanza oligarchica su tutto il globo. Il solo modo di cambiare questa situazione è aumentare la politicizzazione e l'attivismo di una parte della società moderna che si limita solitamente a uno stupore passivo, all'apatia, a un'alienazione attraverso la cultura popolare.
ReOpen911 : Internet gioca un ruolo importante nel mettere a disposizione le informazioni e quindi a ciò che potremmo chiamare un' “educazione delle masse"; secondo lei, un'azione concertata che sfoci su una censura su questa rete è all'ordine del giorno?
Webster G. Tarpley: Uno degli aspetti positivi del sistema statunitense è stata la forte protezione della libertà d'espressione incarnata dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Potete confrontarla con la terribile situazione di un paese come la Gran Bretagna. I liberali totalitari del regime Obama sono ostili al proseguimento della tradizione di libertà d'espressione. Vorrebbero ridurre l'ambito della libertà d'espressione usando il pretesto della legislazione del crimine destinata a dichiarare illegale non atti criminali, ma le opinioni sostenute da coloro che hanno commesso tali atti criminali – dichiarare illegali le opinioni è un'idea alquanto strana in giurisprudenza.
Il Partito Democratico sembra anche voler ridurre al silenzio o intimidire l'ala destra o i commentatori radio reazionari più in vista nel paese, e che rappresentano una delle forze principali che criticano il regime Obama. Con il pretesto d'obbligare i diffusori che usano le onde pubbliche, quest'ultimo è tentato di offrire un'ampia varietà di opinioni politiche, o di rappresentare gruppi di comunità locali. Sarebbe stato meglio vietare a una corporation il possesso totale dei mass media in una data città e lasciare così che il discorso evolvesse.
ReOpen911 : Lei che è spesso pessimista riguardo al futuro (basta pensare la suo ultimo libro nel quale spiega perché nutre poca speranza in Obama) ha qualche speranza per un futuro più pacifico?
Webster G. Terpley: Non credere alla demagogia delle marionette di Wall Street come Obama non fa di me un pessimista, ma un realista. Obama ha superato il proprio apogeo; si trova ora sulla discesa, sebbene il pericolo di nuove operazioni false flag che mirano alla Russia, alla Cina, al Sudan, al Pakistan o ad altri nuovi bersagli aumenti senza dubbio in questo momento. Avendo studiato Platone, Leibniz e Machiavelli, sono ottimista per ciò che riguarda le prospettive d'azione in questo mondo. Su questi punti sono con Leibniz e contro Voltaire. Approverei anche ciò che dice Dante sul punto essenziale della Divina Commedia nel Canto di Marco Lombardo, dove l'accento è messo sul fatto che lo stato del mondo non dipende da Dio, dalla predestinazione o dalla cattiva sorte, ma che si tratta invece di un compito dato agli esseri umani che devono esercitare il loro libero arbitrio.
Le persone devono capire che l'azione storica mondiale è più realizzabile al presente che in qualsiasi altro momento della storia; è il momento di trarre vantaggio da queste possibilità prima che la porta delle opportunità si chiuda, cosa che può succedere in qualsiasi momento.
ReOpen911 : Lei che conosce bene gli ingranaggi dei Macchiavelli del nostro tempo, cosa possono fare i nostri lettori e i cittadini per aiutare il mondo a essere migliore e più in pace?
Webster G. Tarpley: Non c'è nessuna ragione di subire una depressione economica mondiale, né una guerra mondiale che potrebbe seguire la stessa sequenza di eventi che abbiamo conosciuto negli anni 1930.
Innanzitutto, le leggi dell'economia non sono affatto un mistero. Le spiego nel mio ultimo libro Surviving the Cataclysm (Sopravvivere al Cataclisma). Per uscire dalla depressione in primis bisogna fare tutto ciò che è necessario per ridurre il fardello del capitale fittizio e delle entrate speculative dell'economia mondiale.
Questo significa fare cose come vietare la bolla dei derivati di 1,5 milioni di miliardi di dollari, o tassare i derivati fino alla loro scomparsa, vietare i prestiti ipotecari a tasso aggistabile, dichiarare illegali i “fondi di copertura" altamente speculativi (hedge funds), fermare i pignoramenti delle case, delle fattorie, delle fabbriche, tassare gli speculatori con la tassa Tobin dell'1%, regolare di nuovo i mercati petrolieri, pignorare e chiudere le banche zombie in bancarotta che dominano Wall Street e la City di Londra.
Dobbiamo sequestrare la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, le banche centrali controllate da privati e nazionalizzarle. Dovrebbero cominciare col fare prestiti allo 0% per le attività produttive, ossia la creazione di beni fisici tangibili sotto forma di industria, agricoltura, costruzione, trasporti, edilizia, miniere, ricerca scientifica, attrezzature sanitarie e altri preamboli dell'esistenza umana.
Tutto questo è particolarmente necessario qui negli Stati Uniti, poiché tutta l'economia si avvicina al punto del crollo fisico e termodinamico. In questo paese dovremmo costruire un migliaio di ospedali, cento reattori nucleari ad alta temperatura di quarta generazione, costruire 170.000 km di rotaie Maglev (NdT: treno a levitazione magnetica), ricostruire il sistema autostradale interstatale, e ricostruire tutte le infrastrutture d'acqua e di depurazione. Abbiamo bisogno di un programma convincente in fisica di alta energia per risolvere i problemi attuali della fusione dell'energia termonucleare. Abbiamo bisogno di un programma persuasivo nella ricerca biomedica per trovare rimedi alle malattie che colpiscono l'umanità. Sono sforzi che per definizione dovrebbero essere internazionali.
Certo, dobbiamo finanziare e restaurare la rete di previdenza sociale, che sarà fondamentale per le vittime della depressione nei prossimi due o tre anni. E per finire, avremo bisogno di una nuova conferenza monetaria mondiale per creare un sistema monetario mondiale vivibile per rimettere in moto il commercio mondiale e promuovere lo sviluppo economico e tecnologico dell'Africa, dell'Asia meridionale, della maggior parte dei paesi dell'America Latina, dell'Europa dell'Est e di altre zone il cui sviluppo economico è stato impedito.
Bisogna interessarsi ai grandi progetti d'infrastruttura mondiale come il Maglev di Dakar a Dubai, il Maglev da Cap Town al Cairo, i ponti e i tunnel lungo il Mediterraneo a Gibilterra e tra la Sicilia e la Tunisia, un sistema Maglev eurasiatico, un ponte-tunnel sullo stretto di Bering, un nuovo Canale Thai (NdT: l'istmo di Kra in Malesia), una “Tennessee Valley Authority" per il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, l'Amazzonia e altri sistemi fluviali nel mondo (NdT: Tennessee Valley Authority: impresa americana incaricata della navigazione, del controllo delle piene, della produzione di elettricità e dello sviluppo economico della valle del Tennessee), e lo sviluppo del trasporto fluviale in Africa con un sistema di chiuse e di canali tra l'alto Nilo e l'alto Congo.
Dovremmo fare tutto questo con la piena coscienza che se non realizziamo queste tappe progressive necessarie finché viviamo, la civiltà mondiale potrebbe sprofondare in un periodo di caos, di orrori che al momento è difficile concepire, ma che dovrebbero essere sufficientemente chiari. La mia litania preferita è quella di un minatore spagnolo di una regione settentrionale della Spagna, le Asturie, che mi diceva che il suo credo personale era: “La tua scelta nel mondo moderno è chiara. Sii attivo prima di diventare radioattivo. Allora scegli". Quest'alternativa non è cambiata molto. La mia speranza è che sempre più persone scelgano di essere attive.
11 Settembre e cyberterrorismo
di James Corbett - Global Research - 17 Luglio 2009
Il vero "cyber-11 settembre" è accaduto l’11 settembre?
Le fonti governative hanno subito iniziato a dare la colpa alla Corea del Nord per i recenti attacchi di cyberterrorismo alla Corea del Sud e agli Stati Uniti, nonostante non ci fossero prove a sostegno di tali affermazioni. [1] Ora, dall’esame delle prove condotto da periti informatici indipendenti, sembrerebbe che l’attacco fosse stato coordinato dall’Inghilterra. [2] Comunque, l’isterica copertura mediatica all’alba dell’attacco, sulla scia della linea governativa che lo vedeva come opera della Corea del Nord, è servita a scolpire nelle menti di molti l’idea che si fosse trattato di un atto di “cyberwarfare”.
L’idea che questo attacco sorprendentemente semplice [3] potesse aver avuto origine in uno stato nemico e ben organizzato ovvero in un gruppo terroristico giunge come una benedizione sotto mentite spoglie per quei gruppi, enti e consulenti che invocano da tempo la necessità di un sempre maggiore potere di controllo invisibile da parte dello stato nel nome di un intervento finalizzato a fermare l’avvento di un “cyber-11 settembre”.
Il concetto di "cyber-11 settembre" risale indietro nel tempo fino all’11 settembre stesso. Se torniamo al 2003, Mike McConnell, l’ex dirigente della Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA), aveva messo in allerta dalle possibilità di un cyberattacco "equivalente a quello al World Trade Center" se non fosse stata creata una nuova istituzione per sovrintendere alle questioni di sicurezza cybernetica. [4]
Da allora, resoconto[5] dopo resoconto[6], ha continuato a puntare sull’orrore dell’11 settembre come modo per sollevare una paura incontrollata del pubblico sul “cyberterrorismo”, una materia spesso associata a giovani hacker e isolati malfattori piuttosto che a organizzazioni terroriste radicali. Le ragioni reali che stanno alla base di quest’invocazione dell’11 settembre nel contesto del “cyberterrorismo” sono state svelate lo scorso anno da un professore di diritto all’Università di Harvard, Lawrence Lessing. Egli ha detto, durante una conferenza in materia di tecnologia, che l’ex re dell’antiterrorismo Richard Clarke ha ammesso che esiste un equivalente informatico del Patriot Act, distruttore della Costituzione, pronto per essere trasformato in legge; c’è solo bisogno che un “cyber-11-settembre” renda tale scelta legislativa politicamente percorribile. [7]
In effetti, l’establishment che si occupa della sicurezza – i consiglieri, gli agenti e gli esperti di questa neonata industria da milioni di dollari della sicurezza informatica– sono in attesa di uno spettacolare attacco cyberterroristico per procedere con i loro piani di “gestione dell’identità”, quali riconoscimento tramite impronte digitali per l’accesso a internet, che porrebbero fine ad un Internet libero come l’abbiamo finora conosciuto.[9]
Quello che l’establishment della sicurezza informatica non vuole riconoscere è che la più incredibile storia di cyberterrorismo di tutti i tempi ha avuto inizio 15 anni fa. E si incentra sull’11 settembre. I dirigenti hanno interesse a fare fuori questa storia perché dimostra che gli organi investigativi, che stanno domandando più potere sulla base della pretesa isteria da “cyberterrorismo”, sono in realtà gli stessi organi che hanno commesso errori nello svolgere indagini sui documentabili collegamenti tra i terroristi designati dal governo e le aziende di software con accesso diretto ad alcuni dei più delicati sistemi di computer negli Stati Uniti. Gli agenti dell’FBI, le cui investigazioni su questa storia sono state fatte sparire, sono arrivati a dire che tali investigazioni avrebbero potuto prevenire l’11 settembre.
E’ una storia di timore internazionale e di terroristi finanziari. Si estende dal New England all’Arabia Saudita e coinvolge uomini d’affari, politici e reti del terrorismo. E inizia nel più insolito dei luoghi: l’ufficio di un’azienda che costruisce software per la gestione d’impresa a Quincy, Massachusetts.
Gestione d’Impresa: l’Occhio Divino di Sistemi e Infrastrutture
Il "Software per la gestione d’impresa" fa riferimento a un programma per computer che consente di vedere in tempo reale tutti i dati che vengono prodotti attraverso la struttura di un’azienda. Effettivamente, ciò dona a chi utilizza il programma una specie di occhio divino sull’impresa, consentendo la mappatura, la visualizzazione e l’analisi di tutte le transazioni, interazioni, sistemi, processi e dello staff di un business o di un’azienda nella sua totalità. Questo tipo di software potrebbe, ad esempio, essere utilizzato in caso di cambiamenti radicali del business, consentendo una proiezione estremamente dettagliata e accurata di come un cambiamento nella struttura o nei processi aziendali possa influenzare la linea di fondo dell’attività. Cosa potrebbe succedere, ad esempio, a seguito della fusione di due dipartimenti, o se un’azienda dovesse dare in outsourcing una delle sue funzioni interne.
Mentre questo software iniziava a maturare, negli anni ‘90, esso è passato dall’essere uno strumento puramente utile a qualcosa di davvero incredibile. I software per la gestione d’impresa più sofisticati potrebbero, ad esempio, prendere in esame tutte le transazioni di una istituzione finanziaria in tempo reale ed esaminare i dati relativi a eventuali operazioni di riciclaggio o di rogue traders.
Questo software avrebbe in teoria anche potuto scoprire e identificare le attività di insider trading che hanno portato all’11 settembre.[10] Associato ad abilità basilari nel campo dell’intelligenza artificiale, tale programma sarebbe in grado non solo di avvisare le persone incaricate in merito a tali transazioni, ma addirittura di fermarle mentre stanno accadendo. Se il software fosse abbastanza sofisticato, potrebbe addirittura essere in grado di individuare le possibilità di tali transazioni prima che accadano.
L’utilità di un simile software per organizzazioni di tutti i tipi è abbastanza ovvia. Non sorprende quindi che numerose agenzie governative e potenti aziende fossero affamate di questo software negli anni ’90. Un folto numero di esse, tra cui DARPA [1*] , FBI, Servizi Segreti, Casa Bianca, Marina Militare, Air Force, FAA [2*] , NATO, IBM, Booz Allen Hamilton e Price Waterhouse Coopers (tra le tante) si sono rivolte a un’azienda di software del New England chiamata Ptech.[11]
Ptech: Non la Solita Azienda di Software
Ptech è stata fondata a Quincy (Massachussets) nel 1994 e già nel 1996 aveva già sottoscritto un contratto con DARPA per favorire il trasferimento delle metodologie dei software commerciali al settore della difesa.[12] Nel 1997 ha ottenuto l’approvazione di sicurezza per partecipare ad appalti in tema di delicati contratti militari e di una serie di lavori per altre agenzie governative.[13] Nel giro di quattro anni, Ptech è riuscita a crearsi una lista stabile di clienti che farebbe diventare verde d’invidia qualunque altra casa di software. Dal santuario della Casa Bianca al quartier generale dell’FBI, dai sotterranei della FAA alla sala riunioni dell’IBM, alcune delle organizzazioni più sicure al mondo che utilizzano alcuni dei server più protetti che contengono dati altamente sensibili hanno accolto Ptech al loro interno. A Ptech vennero date le chiavi del regno informatico per creare un ritratto dettagliato di queste organizzazioni, delle loro debolezze e vulnerabilità e per mostrare come i loro problemi avrebbero potuto essere sfruttati da soggetti malintenzionati. Comunque, questo successo incredibile era legato a investitori e impiegati dell’azienda, gran parte dei quali erano uomini con un background che avrebbe dovuto mettere in allerta tutti i livelli del governo.
L’azienda è stata fondata con un investimento iniziale di 20 milioni di dollari, 5 dei quali furono elargiti da Yassin al-Qadi [14], un ricco uomo d’affari arabo con le mani in pasta al quale piaceva vantarsi della sua conoscenza con Dick Cheney.[15] Aveva inoltre dei legami con diverse organizzazioni di beneficenza musulmane sospettate di finanziare il terrorismo internazionale.[16] All’alba dell’11 settembre egli fu dichiarato ufficialmente come ‘Specially Designated Global Terrorist’ dal Governo americano e i suoi beni furono congelati.[17]
All’epoca, i proprietari e il management di Ptech negarono che al-Qadi avesse alcun legame con la compagnia oltre all’investimento iniziale, ma ora l’FBI sostiene che stessero mentendo e che di fatto al-Qadi continuò a investire milioni di dollari in quell’azienda su diversi fronti e con diversi mezzi.[18] Alcuni membri dell’azienda comunicarono agli ufficiali dell’FBI che furono mandati in Arabia Saudita per un incontro con gli investitori di Ptech nel 1999 e che al-Qadi fu loro presentato come uno degli azionisti.[19] E’ stato anche detto che Hussein Ibrahim, la mente principale di Ptech, era il rappresentante di al-Qadi in Ptech [20] e i legali di al-Qadi hanno ammesso che i suoi rappresentanti potrebbero aver continuato a partecipare alle riunioni dei vertici di Ptech anche dopo l’11 settembre.[21]
Lo stesso Ibrahim è stato presidente della BMI, un’azienda di investimenti immobiliari con sede nel New Jersey che fu tra gli investitori iniziali di Ptech e si occupò dei finanziamenti per il prestito iniziale di Ptech. Ptech prese in affitto gli spazi commerciali e i computer da BMI.[22] BMI condivideva gli uffici nel New Jersey con la Kadi International, posseduta e gestita da nessun altro se non l’amorevole investitore di Ptech nonché Specially Designated Global Terrorist, Yassin al-Qadi.[23]
Ne 2003, il re dell’antiterrorismo Richard Clarke ha detto: "BMI ha affermato apertamente di essere un provider di servizi finanziari per i musulmani negli Stati Uniti, e la sua lista di investitori suggerisce la possibilità che si trattasse solo di una copertura per nascondere il sostegno al terrorismo”.[24]
Suheil Laheir è stato la mente principale di Ptech. Quando non era intento a scrivere il software che avrebbe dato a Ptech dettagliati progetti operativi dei più delicati enti americani, era dedito alla stesura di articoli a favore della guerra sacra dell’Islam. Era altresì molto appassionato di citazioni di Abdullah Azzam, il mentore di Osama Bin Laden e cervello di Maktab al-Khidamat, precursore di Al-Qaeda.[25]
E’ abbastanza sconvolgente che a un simile improbabile gruppo di personaggi sia stato dato accesso ad alcuni degli enti più delicati del governo federale d’America. Ed è altrettanto sconvolgente che essi si occupassero di un software che consentiva loro di individuare, analizzare e accedere a qualsiasi processo e operazione all’interno di quegli enti con lo scopo di individuare debolezze sistemiche. Ma la cosa più inquietante rimane il collegamento tra Ptech e quegli enti che in modo così notevole hanno fallito nel loro compito di proteggere gli americani l’11 settembre 2001.
Ptech e l’11 settembre: Gli Scantinati dell’FAA
Nei due anni precedenti all’11 settembre, Ptech ha lavorato per identificare i potenziali problemi o le debolezze nei piani di reazione della FAA a eventi quali dirottamenti di aerei con finalità terroristiche nello spazio aereo americano. Secondo il loro personale piano d’azione per il contratto con FAA, Ptech ha avuto accesso a ciascun processo e sistema della FAA che avesse a che fare con i protocolli di reazione alla crisi. Ciò includeva l’esame di sistemi chiave e di infrastrutture per analizzare la “gestione del network, la sicurezza del network, la configurazione della gestione, i difetti della gestione, la gestione delle performance, l’amministrazione delle richieste, la gestione del network e le operazioni di help desk per gli utenti." [26]
In poche parole, Ptech ha ottenuto carta bianca per esaminare ogni sistema e processo della FAA al fine di esaminare esattamente lo stesso tipo di evento che è accaduto l’11 settembre. Ancora più incredibile è il fatto, sottolineato dalla ricercatrice Indira Singh, che Ptech stava nello specifico analizzando i potenziali problemi di interoperabilità tra FAA, NORAD [3*] e il Pentagono nel caso di un’emergenza nello spazio aereo americano.[27]
Ptech presumibilmente aveva anche informazioni di carattere operativo sui sistemi utilizzati da FAA, NORAD e altri enti impiegati durante le esercitazioni per rispondere alle emergenze, come ad esempio il Vigilant Guardian[28], l’esercitazione di NORAD che era stata effettuata l’11 settembre e che comprendeva la simulazione di jet dirottati su New York [29] e di altri jet pilotati contro edifici governativi.[30] Questo è molto significativo, perché tutti i segnali indicano che proprio tali esercitazioni stavano mettendo in confusione la reazione di NORAD ai veri dirottamenti che stavano accadendo in quello stesso giorno.
Come sottolinea il ricercatore Michael Ruppert, un agente poco corretto con accesso alla porta di servizio di Ptech nel sistema di FAA potrebbe aver deliberatamente inserito falsi segnali nei radar di FAA, l’11 settembre [31]. Questo scenario spiegherebbe l’origine del volo fantasma Flight 11, che la FAA ha segnalato a NORAD alle 9:24 di mattina (molto dopo che il Flight 11 si era scontrato con il World Trade Center)[32], segnalazione la cui fonte la Commissione sull’11 settembre dice di non essere riuscita a trovare.[33]
In breve, il software di Ptech stava lavorando, proprio il giorno 11 settembre, sui sistemi cruciali di risposta agli attacchi dell’11 settembre. Il software è stato disegnato per il proposito esplicito di dare agli utenti una visuale completa di tutti i dati che passano attraverso un’organizzazione in tempo reale. Lo stesso padre dell’architettura d’impresa, John Zachman, ha spiegato che con un software tipo Ptech installato su un server sensibile “Si riesce a sapere dove sono i punti d’accesso, come riuscire ad entrare, quali sono le debolezze, come riuscire a distruggerlo”.[34]
Investigazione Ostacolata
Sul finire degli anni ‘90, Robert Wright- un agente speciale dell’FBI nell’ufficio di Chicago- stava svolgendo un’ investigazione sul finanziamento al terrorismo, denominata Vulgar Betrayal.[35] Fin dall’inizio, tale indagine fu ostacolata dai superiori; non furono nemmeno messi a disposizione dei computer adeguati per il tipo di lavoro da potare a termine.[36] Comunque, grazie alla lungimiranza e alla perseveranza di Wright, l’indagine riuscì a portare a casa alcune vittorie, compreso il sequestro di 1,4 milioni di dollari in fondi americani riconducibili a Yassin al-Qadi.[37] Wright fu contento quando gli vene affiancato un agente anziano per aiutarlo a investigare “il fondatore e finanziatore di Ptech”, ma l’agente non lavorò e si limitò a fare da passacarte durante tutto il tempo che spese lavorando al caso.[38]
Poco dopo gli attentati alle ambasciate USA in Africa nel 1998, Vulgar Betrayal iniziò a scoprire una pista di soldi che collegava al-Qadi all’attacco.[39] Secondo Wright, quando propose di iniziare un’investigazione penale su questo collegamento, il suo supervisore andò su tutte le furie, dicendo “Tu non inizierai nessuna indagine. Te lo impedisco. Non aprirai nessuna indagine su nessuna di queste cose di intelligence”. Wright fu tolto dall’investigazione Vulgar Betrayal un anno dopo e l’indagine fu abbandonata l’anno successivo.
Nel periodo successivo all’11 settembre Indira Singh -una consulente di risk management per JP Morgan – si stava informando sui software per la gestione d’impresa per dare vita alla prossima generazione di gestione ai colossi della finanza. Impressionata dalla loro lista di clienti, Singh invitò Ptech per una dimostrazione del loro software. Non ci mise molto a scoprire le correlazioni tra Ptech e il finanziamento del terrorismo internazionale. Lavorò duramente per documentare e scoprire questi legami nello sforzo di convincere l’FBI di Boston ad aprire una loro indagine su Ptech, ma le fu detto da un agente che lei si trovava in una posizione migliore per investigare su questa cosa rispetto a qualcuno dentro l’FBI.[40] Nonostante gli sforzi di Singh e la testimonianza di impiegati dell’azienda, l’FBI non informò nessuna delle aziende contraenti con Ptech delle preoccupazioni sull’azienda o sul suo software.
Nel tardo 2002, la Operation Green Quest [4*] – un’agenzia del Customs Department americano– ha condotto un’investigazione con più agenzie all’interno degli uffici finanziatori di terrorismo di Ptech a causa dei legami tra Ptech, al-Qadi e altri. [41] Proprio nello stesso giorno del raid, il segretario stampa della Casa Bianca, Ari Fleischer, ha dichiarato sicuri l’azienda e il suo software.[42] Comunque, dopo questa storia molti articoli sulla stampa tradizionale in difesa di Ptech ammettevano con nonchalance che l’azienda era stata informata dei controlli settimane prima, forse sperando che i lettori non avrebbero notato che ciò va apertamente contro il proposito di questi raid o che comunque ne mette in discussione i risultati.[43] Alla fine Michael Chertoff ha fatto uno sforzo per dare all’FBI controllo totale su Green Quest, finendo con l’essere accusato di sabotaggio delle indagini dagli ufficiali del Customs Department.[44] Subito dopo il raid in Ptech non venne formulata nessuna accusa formale contro al-Qadi o altre persone legate all’azienda. Chertoff ha fatto carriera diventando il capo del dipartimento di Homeland Security.
La Commissione sull’11 settembre, com’è ovvio, non fa menzione di Ptech. Viste le incredibili informazioni su questa azienda e sui suoi legami con lo ‘Specially Designated Global Terrorist’ Yassin al-Qadi, questo lascia perplessi. Questa sorprendente omissione diventa ancor più sinistra quando si ha in mente che il co-presidente della Commissione sull’11 settembre, Thomas Kean, ha realizzato 24 milioni di dollari da un accordo con al-Qadi connesso all’organizzazione BMI.[45]
Per più di dieci anni, le investigazioni su Ptech, i suoi addetti e investitori sono state soffocate, soppresse o fatte deragliare da persone che rivestivano posizioni chiave. Ma tutto è cambiato questa settimana.
Una Svolta nel Caso
Mercoledì il Boston Field Office dell’FBI ha reso pubblica un’imputazione del 2007 di Oussama Ziade, ex CEO di Ptech, e di Buford George Peterson, ex CFO e COO.[46] L’imputazione accusa la coppia di aver volutamente mentito agli investigatori in merito alla misura dell’investimento di al-Qadi e dei suoi legami con Ptech. Un’altra accusa svelata, questa risalente al 2005, sostiene che Ziade ha tentato di dar vita a delle transazioni che avevano ad oggetto le proprietà di al-Qadi, un crimine federale visto che all’epoca al-Qadi era ‘Specially Designated Global Terrorist’.
Se i due saranno condannati, andranno incontro a 30 anni di reclusione e una multa di 1 miliardo di dollari. Se ciò rappresenti una scoperta significativa in questo caso e l’inizio ufficiale del dipanarsi della storia di Ptech dipenderà probabilmente dalla pressione politica che sarà portata da un pubblico informato preoccupato per questa storia. Visto che il pubblico è stato aizzato alla cyber-isteria dall’invenzione del governo sulla Corea del Nord, servirà che i media la smettano di imitare gli argomenti del governo e inizino ad informare il pubblico sui veri e documentabili collegamenti tra i finanziatori dei terroristi e la capacità tecnologica di passare sopra i sistemi chiave di risposta alle emergenze sull’11 settembre.
Due sono le domande rimaste senza risposta: Il vero “cyber 11 settembre” è accaduto l’11 settembre? La gente si preoccuperà abbastanza da richiedere una risposta a questa domanda? Se la risposta a entrambe le domande è ‘sì’, si consiglia ai lettori interessati di scaricare il file mp3 dell’Episodio 45 del The Corbett Report in podcast, “Ptech e il software dell’11 settembre” e di farlo conoscere ad altri per promuovere la consapevolezza di questa incredibile storia.[47]
NOTE DEL TRADUTTORE
[1*] Defense Advanced Research Projects Agency (nome che tradotto letteralmente significa "agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa"), , è un'agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare. (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Defense_Advanced_Research_Projects_Agency)
[2*] Federal Aviation Administration.
[3*] Il NORAD, acronimo inglese di North American Aerospace Defense Command (Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America) è una organizzazione congiunta del Canada e degli Stati Uniti che fornisce un quadro di insieme sulla situazione (natura, posizione, direzione e velocità) di ogni aviogetto oppure oggetto spaziale nell'ambito aerospaziale del Nord America, organizzando il controllo e la sorveglianza sul comportamento di ogni oggetto o veicolo che esca dai canoni stabiliti per l'aviazione commerciale, civile e militare. Inoltre, organizza l'allerta e la reazione di intercettazione, identificazione ed eventuale abbattimento di ogni aviogetto e missile sconosciuto e/o potenzialmente ostile, inclusi gli UFO. Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/NORAD
[4*] http://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Green_Quest
Note
[1] http://antifascist-calling.blogspot.com/2009/07/behind-cyberattacks-on-america-and.html
[2] http://blog.bkis.com/?p=718
[3] http://www.wired.com/threatlevel/2009/07/mydoom/
[4] http://www.smh.com.au/cgi-bin/common/popupPrintArticle.pl?path=/articles/2003/04/21/1050777200225.html
[5] http://www.nationalterroralert.com/updates/2008/04/10/michael-chertoff-cyber-terror-threats-on-par-with-911/
[6] http://voices.washingtonpost.com/securityfix/2009/04/digital_pearl_harbor_cyber_911.html
[7] http://www.infowars.net/articles/august2008/050808i911.htm
[8] http://www.nytimes.com/2009/05/31/us/31cyber.html?_r=1
[9] http://www.csmonitor.com/2005/0602/p01s04-ussc.htm
[10] http://www.business.uiuc.edu/poteshma/research/poteshman2006.pdf
[11] http://en.wikipedia.org/wiki/Ptech
[12] http://www.govexec.com/archdoc/rrg96/0996rrg5.htm
[13] http://www.islamicsupremecouncil.org/CMS/Topics/insideUS/1218159502002.htm
[14] http://www.boston.com/news/daily/03/ptech.htm
[15] http://www.saudia-online.com/newsoct01/news30.shtml
[16] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a91qlimoney#a91qlimoney
[17] http://ustreas.gov/press/releases/po689.htm
[18] http://boston.fbi.gov/dojpressrel/pressrel09/bs071509.htm
[19] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a99alqadiptech#a99alqadiptech
[20] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a94ptechbmi#a94ptechbmi
[21] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a99alqadiptech#a99alqadiptech
[22] http://www.boston.com/news/daily/03/ptech.htm
[23] http://www.investigativeproject.org/documents/case_docs/81.pdf
[24] http://www.investigativeproject.org/documents/testimony/77.pdf
[25] http://www.frontpagemag.com/readArticle.aspx?ARTID=8245
[26] http://www.fromthewilderness.com/free/ww3/012705_ptech_pt2.shtml
[27] ibid.
[28] http://www.911readingroom.org/whole_document.php?article_id=278
[29] http://hcgroups.wordpress.com/2009/06/14/two-days-before-911-military-exercise-simulated-suicide-hijack-targeting-new-york/
[30] http://www.boston.com/news/packages/sept11/anniversary/wire_stories/0903_plane_exercise.htm
[31] http://www.fromthewilderness.com/free/ww3/012705_ptech_pt2.shtml
[32] http://www.911blogger.com/node/19181
[33] http://www.msnbc.msn.com/id/5233007
[34] http://www.nationalcorruptionindex.org/pages/profile.php?profile_id=6
[35] http://www.laweekly.com/2004-08-26/news/a-vulgar-betrayal
[36] http://www.foxnews.com/story/0,2933,54070,00.html
[37] http://www.apfn.org/apfn/Wtc_whistleblower3.htm
[38] http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a0498nowork#a0498nowork
[39] http://web.archive.org/web/20021220054102/http://www.abcnews.go.com/sections/primetime/DailyNews/FBI_whistleblowers021219.html
[40] http://www.911blogger.com/2005/07/indira-singh-ptech-researcher.html
[41] http://archives.cnn.com/2002/US/Northeast/12/06/ptech.raid/
[42] http://www.forbes.com/2002/12/06/cx_ah_1206raid.html
[43] http://www.boston.com/news/daily/03/ptech.htm
[44] http://www.newsweek.com/id/58250/output/print
[45] http://www.insider-magazine.com/911Kean.pdf
[46] http://boston.fbi.gov/dojpressrel/pressrel09/bs071509.htm
[47] http://www.corbettreport.com/index.php?ii=88&i=Documentation
Il comico più popolare di Francia ridicolizza le versioni ufficiali sull'11/9
di Thierry Meyssan - Réseau Voltaire - 3 Agosto 2009
Traduzione a cura di Eurasia, Rivista di studi geopolitici
Mentre i grandi mezzi di comunicazione dei Paesi aderenti alla NATO hanno santificato il rapporto della commissione presidenziale Kean-Hamilton relativo agli attentati del’11 Settembre, il comico Jean-Marie Bigard si fa beffe di questa assurda storia in un clamoroso successo.
Infatti, non più possibile sostenere la versione del governo, senza provocare ilarità.
Mentre la contestazione alla versione governativa sugli attentati dell’11 settembre 2001 continua a crescere in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, la "cortina di ferro" dei media occidentali continua a svilupparsi.
Una "cappa di piombo" ha colpito i paesi della NATO ed i suoi alleati. Tutti gli interrogativi su questi fatti sono immediatamente classificati come "deliri cospirazionisti" e i loro autori screditati ed emarginati.
Tuttavia, il più sorprendente, in questa era di globalizzazione delle informazioni non è il monolitismo degli USA, ma la loro capacità di nascondere al proprio pubblico l’entità del movimento per la verità sul 9 / 11 nel resto del mondo.
Neanche una parola sulle migliaia di personalità straniere, tra cui premi Nobel o capi di Stato, che hanno dichiarato pubblicamente di non credere alla versione delle amministrazioni Bush e Obama. Mentre ci avviciniamo all’ottavo anniversario di questo atto criminale, i media occidentali preparano un certo numero di "dossiers" per screditare gli scettici. Secondo un copione ben recitato, questi "dossiers" confrontano la riflessione critica sugli attentati alla negazione della "soluzione finale" nazista. Inoltre, si fanno intervenire esperti di scienze sociali per dissertare sul bisogno che la gente ha di immaginare segreti dietro avvenimenti che ne sono lontani.
A tal proposito, intervistano - come rappresentanti della contestazione alla versione ufficiale - alcuni illuminati che esprimono versioni incoerenti. Infine, si interrogano sulla inaffidabilità delle informazioni diffuse tramite Internet, dove chiunque può scrivere qualsiasi cosa. Ma mai, mai, questi media illustrano le argomentazioni dei critici e non le confutano. Fin dai primi giorni, ho criticato la versione governativa e ho innalzato questa critica al livello di un dibattito mondiale. Ho percorso tutto il Pianeta, ho incontrato numerosi capi di Stato e di governo; ho espresso le mie opinioni davanti a molte reti televisive, raggiungendo in tutto, cumulandolo, un pubblico di oltre un miliardo di telespettatori. Ho pagato a caro prezzo la mia impudenza. Sono stato insultato, derubato, minacciato, pedinato. Ma io vedo oggi, ovunque, levarsi voci libere che rifiutano la menzogna ed esigono la verità.
Nel mio paese, la Francia, ove i dibattiti intellettuali una volta erano esemplari, ai mezzi di informazione audiovisivi è stato vietato di darmi di nuovo la parola sull’11 settembre Coloro che hanno avuto il coraggio di parlare di questo argomento sono stati duramente rimessi riga e ridotti al silenzio. L’ordine atlantista regna nelle redazioni dei media parigini. Eppure, ci sono ancora spiriti ribelli e coraggiosi.
L’anno scorso, il più popolare dei comici francesi, il mio amico Jean-Marie Bigard, ha espresso il suo scetticismo in una trasmissione televisiva. Gli è stata immediatamente lanciata contro una campagna di stampa per sabotare la promozione di uno dei suoi spettacoli. Ha visto passare la tempesta, ma non ha abbassato la testa. Adesso è tornato.
Da un mese, trasmette un video settimanale sul suo sito web.
Con l’unica arma dell’umorismo rabelaisiano [1], Bigard sottolinea l’irrazionalità del rapporto della Commissione presidenziale Kean-Hamilton e la mette in ridicolo. La stoccata è forte. La satira è grottesca. Neanche il neoconservatore più fanatico potrà resistere. Ecco i video. Guardateli. L’imperatore è nudo [2].
*Thierry Meyssan, giornalista e scrittore, presidente del Réseau Voltaire.
[1] François Rabelais (1494 - 1553) viene considerato come uno dei padri della lingua francese; tutti i bambini francesi leggono a scuola le sue opere, dove egli narra le burlesche avventure dei giganti. In un genere letterario tipicamente gallico, egli raffigura situazioni pornografiche e escatologiche collegandole a profonde riflessioni sulla libertà e sulla tolleranza.
[2] Allusione alla fiaba "I vestiti nuovi dell’imperatore" di Hans Christian Andersen: due imbroglioni fingono di fare dei vestiti con una stoffa che aveva lo strano potere di essere visibile solo alle persone intelligenti. Per paura di sembrare stupido, nessuno, nemmeno l’imperatore, osa ammettere di non vedere la stoffa. Durante una sfilata dell’imperatore, fatta nella capitale per mostrare il suo nuovo "vestito", solo un bambino, senza timori, grida: "Ma è nudo!"