domenica 15 febbraio 2009

11 Settembre 2001, uno spiraglio di luce?

Forse sta lentamente arrivando il momento in cui, attraverso un'azione coordinata e collettiva a tutti i livelli, si riuscira' finalmente a fare luce su tutte le menzogne che ci sono state raccontate sugli eventi dell'11 Settembre 2001.

Ma l'obiettivo finale rimane sempre quello di far marcire dietro le sbarre i veri responsabili e mandanti di un crimine che ha cambiato il corso del XXI secolo.



Una coalizione internazionale di politici vuole la verità sull’11/9
di Pino Cabras - Megachip - 15 Febbraio 2009

Nel mondo pochi parlamentari hanno tenuto ferma una visione critica nei confronti delle versioni ufficiali sui fatti dell’11 settembre 2001. Queste personalità politiche, di diverse provenienze partitiche e nazionali, hanno trovato però il modo di coordinarsi per rafforzare la loro azione e riaprire le inchieste sui mega-attentati dell’11/9, la pietra angolare del nuovo secolo e delle sue guerre.

Le assemblee elettive – misurandosi con lo stragismo degli anni duemila - non hanno tentato indagini paragonabili a quelle sperimentate in Italia per lo stragismo di qualche decennio fa. Allora si comprendeva la complessità dei fenomeni e perciò si cercava di scavare nelle complicità di Stato condizionate dalla “strategia della tensione”.

Le commissioni parlamentari italiane, per quanto non fossero tribunali in grado di portare a una verità giudiziaria sufficiente a rendere giustizia, erano tuttavia capaci di frustrare il tentativo del potere di dar la colpa a un qualche capro espiatorio. Grandi movimenti, molti giornali e autorevoli politici creavano una consapevolezza collettiva molto forte. La ricerca della verità sul terrorismo era un terreno etico e politico di fondamentale importanza, sentito come tale da larghe porzioni dell’opinione pubblica, dei media e della politica.

In questi anni invece ha vinto la linea Rumsfeld. I parlamenti si sono rifugiati nelle parole d’ordine che imponevano l’interpretazione corrente dell’11/9, che poi era quella dell’Amministrazione Bush-Cheney e delle sue officine della propaganda.

Eppure, in molte aule e in molte tribune, diverse importanti voci ostinate hanno difeso con forza la necessità di una nuova inchiesta. Il network in cui ora queste voci si coordinano si chiama “Political Leaders for 9/11 Truth”, ossia “Leader politici per la Verità sull’11/9”.

Il primo nucleo di parlamentari ed ex parlamentari della coalizione comprende fra i fondatori le seguenti personalità:
Berit Ås, ex parlamentare, Norvegia
Andreas von Bülow, ex ministro della difesa, Germania
Giulietto Chiesa, europarlamentare, Italia
Yukihisa Fujita, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone
Dan Hamburg, ex deputato californiano della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA)
Tadashi Inuzuka, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone.
Karen S. Johnson, ex senatrice, Stato dell’Arizona, USA
Paul Lannoye, ex europarlamentare, Belgio
Cynthia McKinney, ex deputata georgiana della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA)
Michael Meacher, ex ministro dell’ambiente, Regno Unito
Jesse Ventura, ex governatore dello Stato del Minnesota, USA

È imminente l’apertura di un sito che esporrà gli obiettivi del network. Intanto potete leggere di seguito la sua carta d’intenti e la petizione per una nuova inchiesta.

Political Leaders for 9/11 Truth,
indirizzo e-mail: pl911truth@frontiernet.net

Studiosi e professionisti con vari tipi di competenze - tra cui architetti, chimici, ingegneri, vigili del fuoco, agenti di intelligence, avvocati, ufficiali militari, filosofi, fisici, e piloti - hanno parlato apertamente in merito alle radicali differenze tra la versione ufficiale degli attentati dell’11/9 e quel hanno invece imparato in qualità di ricercatori indipendenti.

Hanno stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio che la versione ufficiale dell’11/9 è falsa e che, pertanto, le “inchieste” ufficiali sono davvero state operazioni di insabbiamento.

Finora, tuttavia, non vi è stata alcuna risposta da parte dei leader politici a Washington né, se è per questo, in altre capitali in tutto il mondo. La nostra organizzazione, Political Leaders for 9/11 Truth (Leader politici per la Verità sull’11/9, ndt), è stata costituita per contribuire a far scaturire una tale risposta.

Noi crediamo che la verità sul sull’11/9 abbia bisogno di essere svelata adesso - non fra 50 anni come una nota a piè di pagina nei libri di storia – in modo che possano essere cambiate le politiche fondatesi sull’interpretazione degli attacchi dell’11/9 da parte dell’amministrazione Bush-Cheney.

Pertanto, facciamo appello a una nuova inchiesta indipendente sull’11/9, che tenga conto degli elementi di prova che sono stati documentati da ricercatori indipendenti, ma finora ignorati dai governi e dai media mainstream.

Un’inchiesta "indipendente" significa, in particolare, indipendente dalle amministrazioni statunitensi che erano al potere, prima e al momento degli attentati dell’11/9, che potrebbero avere cose da nascondere.

Come dimostrato dallo scrittore del New York Times Philip Shenon nel suo libro del 2008, The Commission, la Commissione sull’11/9 era guidata dal suo direttore esecutivo, Philip Zelikow, il quale era associato molto strettamente all'amministrazione Bush.

Il National Institute of Standards and Technology (NIST), che ha rilasciato i rapporti ufficiali sulla distruzione del World Trade Center, è un’agenzia del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il che significa che, durante la scrittura di queste relazioni, era una agenzia dell’amministrazione Bush-Cheney.

Se ricoprite o avete ricoperto una carica politica negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese, siete invitati a firmare la petizione sotto riportata. (Partecipare a Political Leaders for 9/11 Truth non richiede in qualsiasi momento nient’altro che firmare la petizione, anche se ulteriori attività volte a diffondere la verità sull’11/9 saranno naturalmente incoraggiate.)

Potete indicare la vostra disponibilità a firmare la petizione sia scrivendo un’email all’indirizzo pl911truth@frontiernet.net sia per iscritto inviando una lettera a Political Leaders for 9/11 Truth, P.O. Box 2289, Show Low, AZ 85902 U.S.A.
Si prega di indicare esattamente come si desidera che il nome sia scritto, quali incarichi politici avete ricoperto, e qualsiasi altra cosa che eventualmente desideriate dire).

PETIZIONE:
CONSIDERANDO che la pubblica interpretazione degli attentati dell’11/9 da parte dell'amministrazione Bush-Cheney ha avuto conseguenze radicali, in gran parte negative, per gli Stati Uniti d'America e il mondo intero;
CONSIDERANDO che le indagini ufficiali su questi attacchi effettuate finora sono state guidate da persone strettamente allineate all’amministrazione Bush-Cheney, o perfino da essa assunte;
CONSIDERANDO che le conclusioni di tali indagini differiscono radicalmente da quelle raggiunte da ricercatori indipendenti con vari tipi di esperienza professionale;
CONSIDERANDO che le organizzazioni dei ricercatori - Firefighters for 9/11 Truth, Lawyers for 9/11 Truth, Pilots for 9/11 Truth, Scholars for 9/11 Truth and Justice, and Veterans for 9/11 Truth - hanno fatto appello a un’indagine nuova, veramente indipendente;
CONSIDERATO che riteniamo che sia passato molto tempo per i leader politici affinché prestassero attenzione a questi appelli;
PER TUTTE QUESTE RAGIONI, i sottoscritti membri di Political Leaders for 9/11 Truth, chiedono che il governo degli Stati Uniti d'America autorizzi un’indagine nuova, veramente indipendente, volta a determinare quel che è accaduto l’11/9.


Sull'11/9 il coraggio del PD. Quello giapponese
di Pino Cabras - Megachip - 28 Ottobre 2008

È un politico molto determinato, il giapponese Yukihisa Fujita. Quest'anno ha portato in parlamento per ben tre volte la sua forte critica alle versioni ufficiali dell'11 settembre 2001, con crescente solennità e consenso. Il suo discorso del 22 ottobre 2008 ha fatto spellare le mani dei colleghi parlamentari, specie quelli del Minshutō, il Partito Democratico del Giappone.

Questo partito è la principale forza di opposizione all'eterno Partito Liberaldemocratico, la Balena Bianca nipponica. Come il Partito Democratico nostrano, il Minshutō è nato dalla fusione di diverse formazioni socialiste e moderate. Diversamente dall'omologo italiano, tuttavia, ha una politica estera molto coraggiosa e molto ferma contro la guerra.

La leadership del partito ha capito che smontare l'11/9 è la chiave di volta di una qualsiasi questione di pace. Perciò Fujita non è solo. Si badi, è importante. Il Minshutō non è un partitello dello zerovirgola. Ha perfino la maggioranza relativa (109 seggi su 242) alla camera alta (la Camera dei Consiglieri, o Sangiin), e da molti osservatori è ritenuto in grado di diventare alle prossime elezioni, per la prima volta, la forza trainante di un governo alternativo.

Il fatto che un partito con queste concrete ambizioni di governo non consideri la critica all'11/9 un argomento tabù, ma un tema da approfondire perentoriamente, deve fare riflettere.

Intorno a Fujita c'è molta attenzione e rispetto, anche da parte dei parlamentari di altri gruppi.

In questo clima, Fujita ha buon gioco per chiedere al governo di fermare il sostegno alle operazioni militari a guida statunitense nelle quali è coinvolta anche Tokyo. Nel suo discorso, dopo aver presentato precisi dettagli sulle gravi perdite civili e militari in Iraq e Afghanistan, Fujita va a descrivere il dibattito sollevato al Congresso USA dalla richiesta di impeachment di Bush formulata dal democratico Dennis Kucinich, sostenuta nell'estate 2008 da una maggioranza di rappresentanti. Il parlamentare nipponico ha inoltre riferito delle richieste espresse dal repubblicano Ron Paul, favorevoli all'impeachment e a nuove indagini sull'11/9.

Fujita ha dapprima sottolineato che non c'è mai stata un'indagine di polizia sulla morte di 24 cittadini giapponesi uccisi nei mega-attentati di New York, e ha quindi parlato delle domande sollevate dai familiari delle vittime dell'11/9 al cospetto del governo, rimaste senza risposta.

La richiesta di aprire una nuova inchiesta è ampiamente sostenuta dal Partito Democratico ed è stata presentata ai membri di altri partiti.

Yukihisa Fujita è fortemente impegnato a formare una coalizione internazionale intesa a chiedere un'inchiesta indipendente e internazionale sull'11/9 ed è in contatto con esponenti politici in Europa e negli Stati Uniti.

Ecco il testo dell’intervento di Fujita, [tradotto da «Luogocomune» (QUI)]:

“Nel novembre dello scorso anno ho chiesto alla Camera Superiore se il terrorismo fosse un crimine o uno strumento di guerra.

Il primo ministro Fukuda ha dichiarato che un tipico caso di terrorismo non costituisce un crimine. Riguardo all’11 settembre, il Primo Ministro ha detto che gli attacchi mostravano un grande livello di capacità professionale e di pianificazione intenzionale.

Se prendiamo questo assunto per buono, e l’11 settembre mostra le caratteristiche di essere stato ben organizzato e pianificato, dobbiamo capire chi ha organizzato l’11 settembre per riuscire a capire come rapportarci con la guerra al terrorismo.

Voglio anche chiedere per chi e contro chi sta avendo luogo questa guerra. Per favore rispondete a queste domande con chiarezza.

Sono passati sette anni dell’11 settembre, e il Ministero di Giustizia americano non ha ancora incriminato bin Lāden.

Sulla pagina [web] internazionale dell’FBI dei terroristi più ricercati al mondo, bbin Lāden appare ricercato solo come sospettato negli attentati alle ambasciate americane in Tanzania e Kenya, ma non in relazione agli attacchi terroristici dell’11 settembre.

Dopo l’11 settembre, il governo americano ha identificato i 19 principali sospettati, ma si è poi saputo che otto di loro vivevano come normali cittadini in Medio Oriente.

Queste contraddizioni sono state rese note dalla BBC, il servizio di informazione statale inglese.

Nel 2002 è stato riconosciuto dal capo dell’FBI che non vi fossero valide prove, che reggessero in un tribunale, contro i 19 sospettati dell’11 settembre.

Tutto questo però è stato il punto di inizio della guerra al terrorismo. Non dovrebbe il governo giapponese pretendere risposte su questi fatti fondamentali da parte del governo americano?

Se non fosse possibile verificare questi fatti, diventa evidente che non vi siano le basi per cooperare in queste attività navali, che sono al centro del nostro dibattito.

Non dovremmo quindi interrompere immediatamente la nostra collaborazione [con gli Stati Uniti]?

Il governo parte dal presupposto che vi sia una giustificazione per il nostro coinvolgimento nella guerra al terrorismo, poichè 24 giapponesi sono rimasti uccisi [negli attentati].

La guerra al terrorismo non è soltanto un problema di altri, ma è anche un problema per il popolo giapponese. Voi questo lo avete espresso ripetutamente.

Ma in realtà il governo giapponese non ha quasi mai avuto contatti con le disperate famiglie di quelle 24 vittime degli attacchi dell’11 settembre.

In aprile il Vice Ministro della nazione Kimura ha dichiarato davanti alla Commissione della Difesa che non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte dei familiari delle vittime su questa materia.

Ma io vi dico che ciascuna di quelle disgraziate famiglie che ho incontrato vuole che sia data una risposta a queste domande. Non è forse la responsabilità del governo giapponese di assicurarsi che queste disgraziate famiglie possono porre le loro domande e ricevere le loro risposte? Vi è ora la volontà di costituire una commissione di indagine?

Voi sapete che la seguente risoluzione è stata approvata e consegnata alla Commissione dei Servizi Legali della Camera dei Deputati americana l’11 di giugno di quest’anno?

L’articolo numero 2 della risoluzione dice: per giustificare una invasione illegale sono state create delle false minacce da parte dell’Iraq. Intenzionalmente, con intenti criminali, l’11 di settembre è stato usato a questo fine. I motivi per questa guerra erano falsi e artificiali.

Il punto numero 2 della risoluzione dice: agli americani e al parlamento è stato fatto credere che l’Iraq avesse armi di distruzione di massa. Al punto numero 8 la risoluzione dice: in violazione del trattato delle Nazioni Unite la nazione sovrana dell’Iraq è stata invasa.

Al punto 33 la risoluzione dice: prima dell’11 settembre furono ignorati avvisi ad alto livello sui terroristi, e le comunicazioni furono bloccate.

Al punto 35 la risoluzione dice: vi è stata un’ostruzione nell’indagine sugli attacchi dell’11 settembre 2001. Tutto questo fa parte della richiesta di impeachment contro il presidente Bush. La risoluzione è stata presentata dal deputato Kuchinic del partito democratico. E’ stata approvata con 251 voti, compresi 24 repubblicani, contro un totale di 156 voti.

L’ex-candidato presidenziale repubblicano Ron Paul era a favore della risoluzione.

Questa risoluzione non sembra aver avuto risultati ulteriori, ma nel frattempo è già avvenuto un importante cambiamento negli Stati Uniti. Io penso che le politiche di guerra della presidenza Bush dovranno avere fine.

Da oggi in poi il futuro richiederà dei grandi cambiamenti negli Stati Uniti. Sono segnali che la gente sente in ogni parte del mondo.

Io voglio chiedere al primo ministro che cosa pensa di tutto questo.

Io pretenderò di sapere esattamente quello che i familiari delle vittime dell’11 settembre, e l’innocente popolo afghano, vogliono sapere.

Io chiederò ai tre ministri di rispondere per favore con parole loro, e non in modo burocratico.

Qui terminano le mie domande.” (La traduzione è dai sottotitoli in inglese del filmato).