E questo a 24 ore dai pesanti attacchi coordinati dei taleban contro vari palazzi governativi a Kabul, con un bilancio finale di 26 morti.
Per la NATO il futuro in Afghanistan sara' sempre piu' duro, mentre il contingente italiano, libero dai caveat, si appresta a raggiungere il fronte incandescente di una guerra gia' persa dall'Occidente.
Le bare con il tricolore sono destinate inevitabilmente ad aumentare.
Italiani al fronte
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 12 Febbraio 2009
Afghanistan, ora si fa sul serio
"Obama ha chiesto a gli alleati di dare una mano agli Stati Uniti in Afghanistan e noi non ci tireremo indietro", ha dichiarato oggi Berlusconi spiegando di aver confermato al presidente Usa il rispetto degli impegni presi con il suo predecessore Bush. Alcuni giornali, riprendendo una notizia diffusa dal quotidiano britannico The Guardian, hanno parlato di altri 800 soldati, e il ministro degli Esteri Frattini ha confermato la rimozione completa dei caveat che limitano l'impiego dei nostri soldati.
Rinforzi in arrivo. L'aumento del contingente da 2.300 a 2.800 era già stato autorizzato con un decreto legge lo scorso 18 dicembre (dopo la visita a Roma del capo del Comando centrale Usa, generale David Petraeus), consentendo l'invio di rinforzi (500 alpini della Brigata 'Julia') per la creazione, già prevista da mesi, di un secondo Battle Group da dislocare sul fronte di guerra sud-occidentale di Farah. Le nuove truppe da combattimento stanno affluendo in questi giorni nella nuova base italiana 'Tobruk' di Bala Buluk (inaugurata pochi giorni fa) e ancora più a sud, nell'avamposto di Delaram (che già ospitava le nostre forze speciali della Task Force 45).
Il contingente italiano potrebbe effettivamente crescere di ulteriori 300 uomini rispetto alla quota di 2.800 autorizzata a dicembre quando tra due mesi arriveranno i paracadutisti della Brigata 'Folgore' a dare il cambio agli alpini e almeno altri sei elicotteri da guerra con i rispettivi piloti e tecnici.
Mani libere. Per quanto riguarda invece la rimozione completa delle limitazioni che finora impedivano ai soldati italiani di compiere azioni offensive - decisa anch'essa a dicembre durante l'incontro romano tra il premier Berlusconi e il generale Usa Petraeus - non è altro che la conseguenza logica dell'invio dell'invio al fronte delle nostre truppe, che d'ora in avanti non spareranno più solo per difendersi ma condurranno anche attacchi. Il limite potrebbe cadere anche per i quattro caccia-bombardieri italiani Tornado schierati in Afghanistan, che finora ha sparato 'solo' con i doppi cannoni mitragliatori Mauser Bk-27 (da cinquanta proiettili 27mm al secondo) e che d'ora in poi potrebbero anche sganciare bombe.
Fonti talebane affermano: attacchi di ieri a Kabul ordinati dal Mullah Omar
da Peacereporter - 12 Febbraio 2009
Nelle ultime ore, in diversi forum jihadisti su internet, si sono moltiplicati i racconti, firmati da portavoce talebani, sulla serie di attentati che si sono susseguiti ieri a Kabul, che hanno causato la morte di ameno venti persone, ferendone gravemente altre cinquanta.
Il più recente di questi aggiornamenti afferma che: "L'operazione di Kabul è stata eseguita dalla brigata 'al-Hamza' composta da 16 mujahidin kamikaze su ordine del Mullah Omar". Gli attacchi, che hanno colpito alcune sedi governative e delle forze di sicurezza, e che rappresentano una delle operazioni più eclatanti effettuate dai guerriglieri talebani negli ultimi anni, sarebbero stati parte di "un'operazione condotta per vendicare l'uccisione dei detenuti nel carcere di Pul-i-Sharkhi per mano dei crociati e dei loro servi, avvenuta in occasione dell'ultima Festa del Sacrificio: per questo i nostri mujahidin hanno condotto un ampio attacco kamikaze contro chi li ha uccisi".
L'offensiva terroristica sarebbe iniziata quando "il martire Mullah Abdullah ha fatto saltare in aria la sua cintura esplosiva alle porte del palazzo dell'amministrazione carceraria che si trova in piazza Lab Jar nella periferia nord di Kabul". Poco dopo questa prima esplosione, sarebbe entrato in azione il "martire Hafith Omar che è penetrato nel palazzo e ha compiuto un attacco kamikaze contro i generali che si trovavano al suo interno al terzo piano".
In seguito, inoltre "il martire Abdel Fattah ha aperto il fuoco contro gli uomini della sicurezza che stazionavano davanti alla porta del ministero della Giustizia che si trova vicino al palazzo presidenziale e ha eseguito un attacco kamikaze".
Guerra a Kabul
di Enrico Piovesana - Peacereporter - 11 Febbraio 2009
Questa mattina - alla vigilia della visita a Kabul di Richard Holbrooke, inviato speciale del presidente Usa Barack Obama - un numero imprecisato di uomini armati di kalashnikov, bombe a mano e giubbotti esplosivi ha attaccato i principali palazzi governativi nel centro di Kabul. I primi bilanci provvisori parlano di una ventina di morti e oltre cinquanta feriti.
"La città è bloccata e le informazioni sono ancora frammentarie e confuse", riferiscono a PeaceReporter dall'ospedale di Emergency a Kabul. "Per quel che sappiamo, due kamikaze si sono fatti esplodere al Dipartimento Servizi Penitenziari (4 morti e 16 feriti), quattro al ministero della Giustizia (7 morti e 8 feriti) e un altro è stato ucciso dalla polizia prima che si facesse saltare in aria davanti al ministero dell'Educazione. Altri uomini armati hanno fatto irruzione nel Palazzo Presidenziale, dove pare siano ancora in corso sparatorie. Abbiamo già ricevuto tredici feriti, sia civili che poliziotti. Quattro sono morti. Gli altri sono tutti in sala operatoria".
Ad Al-Jazeera, il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahed, ha rivendicato gli attacchi a nome del movimento affermando che sono stati ordinati in risposta al trattamento disumano dei prigionieri talebani nelle prigioni afgane.
E' la prima volta dal 2001 che i talebani portano un attacco del genere al cuore del potere afgano. Ma non è la prima volta che i talebani attaccono nel centro di Kabul: solo nell'ultimo anno c'è stato l'assalto all'Hotel Serena, l'albergo di lusso degli stranieri (gennaio 2008: 6 morti), gli spari contro la tribuna presidenziale durante una parata militare (aprile: 6 morti), l'attentato suicida all'ambasciata indiana (luglio: 58 morti), al ministero della Cultura (ottobre: 5 morti) e all'ambasciata tedesca (gennaio 2009: 5 morti).