domenica 28 dicembre 2008

Massacro di Gaza: Israele l'esecutore, l'ANP il mandante

Il bilancio del piu' massiccio bombardamento aereo israeliano dal 1948 sul territorio palestinese si e' aggravato ulteriormente: oggi fonti mediche parlano di 280 morti e piu' di 600 feriti, mentre per Hamas i morti sono 400 e i feriti piu' di 1000.

Non basta. Carri armati israeliani sono schierati al confine con la Striscia di Gaza, segno di un prossimo attacco da terra.

Ma se Israele e' lo spietato esecutore materiale di questo massacro, tra i mandanti invece c'e' l'ANP (l'Autorita' Nazionale Palestinese) e il presidente palestinese Abu Mazen che, con l'aiuto fondamentale di Israele, si stanno vendicando contro Hamas e gli abitanti di Gaza per la sonora sconfitta militare subita nella guerra civile del giugno 2007, quando Hamas ha conquistato il controllo di Gaza.

Oggi infatti l'ANP ha gettato la maschera.
Abu Mazen ha dichiarato "I palestinesi avrebbero potuto evitare i massacri in corso a Gaza". Agghiaccianti parole pronunciate da chi in teoria dovrebbe rappresentare tutto il popolo palestinese.
Mentre un funzionario dell'ANP ha detto al quotidiano israeliano The Jerusalem Post "L'autorità nazionale palestinese (Anp) è pronta a tornare nella Striscia di Gaza e ad assumerne il controllo, se Israele riuscirà a liberarsi del regime di Hamas. Siamo pronti a tornare a Gaza, crediamo che la gente sia stufa di Hamas e voglia vedere un nuovo governo".

E un altro funzionario ha fatto inoltre sapere che il partito Al Fatah di Abu Mazen ha dato istruzione a tutti i suoi membri presenti a Gaza di tenersi pronti a tornare al potere "Abbiamo un numero sufficiente di uomini nella Striscia di Gaza pronti a riempire il vuoto di potere, naturalmente tutto dipende da Israele se riuscirà a liberarsi del regime di Hamas".

Piu' chiaro di cosi'...

Ora, dopo i raid aerei israeliani, al Fatah e l'ANP attendono fiduciosi l'attacco finale terrestre per riprendersi definitivamente il potere a Gaza.



Crimini di guerra a Gaza
da www.infopal.it - 27 Dicembre 2008

Israele ha scelto il momento opportuno per bombardare: l'ora di uscita dei bambini dalle scuole
Gaza - Infopal. Circa 200 morti e 300 feriti: questo è il bilancio attuale (ore 14, ora locale) degli attacchi aerei israeliani in corso contro la Striscia di Gaza.

L'aviazione da guerra israeliana sta bombardando diverse sedi delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza. E' un vero massacro! Sul terreno ci sono già 200 morti e centinaia di feriti, ma il bilancio è destinato a salire tragicamente.

Le ambulanze stanno accorrendo sul luoghi dei bombardamenti per soccorrere i feriti e portare via i cadaveri.

Ci sono decine di cadaveri di membri della polizia sparsi per terra, a seguito del bombardamento delle postazioni 17, Tawam, la sede delle forze preventive, Ansar, la direzione civile, al-Safina, la sede dei passaporti. Sono state bombardate tutte le sedi amministrative e politiche della Striscia di Gaza. Ucciso anche il capo generale della polizia di Gaza il colonello Tawfiq Jaber.

Fonti mediche hanno riferito che ci sono centinaia di feriti.

Gli aerei da guerra israeliani continuano a sorvolare lo spazio della Striscia di Gaza.

Stato criminale. E' una vera guerra: gli attacchi aerei stanno colpendo il nord, il sud e il centro della Striscia. Israele ha scelto il momento opportuno per bombardare: l'ora di uscita dei bambini dalle scuole. E' una tragedia immensa.

I nostri giornali e le nostre tv, le cui direzioni hanno perso completamente il senso della dignità professionale, ci stanno raccontando che ad essere bombardate sono le basi dei "terroristi". Non è così! Sono i civili, i bambini, la dirigenza delle forze dell'ordine, dell'amministrazione pubblica, a essere colpiti.

La propaganda mediatica italiana filo-sionista ha iniziato già da qualche settimana a prepararci alla ineluttabilità di questa guerra a senso unico, vera carneficina di biblica memoria, dando la colpa a Hamas e ai razzetti Qassam, quando la verità è un'altra: Israele ha bisogno di queste stragi di innocenti in funzione elettorale. Hamas era disposta alla tregua a patto di far fermare gli attacchi israeliani mai sospesi, nonostante il cosiddetto "cessate il fuoco" siglato a giugno, e di far riaprire i valichi per far entrare i rifornimenti alimentari e il carburante, necessari alla sopravvivenza di 1,5 milioni di persone.

Questo i nostri sempre più indecenti giornali e tg non ce lo hanno raccontato.

Siamo di fronte alla morte dell'informazione, al Grande Fratello che manipola le menti e le coscienze.


Stanno facendo una strage
www.infopal.it

Infopal in collegamento telefonico con Vittorio Arrigoni, da Gaza: stanno facendo una strage.

Infopal. Ore 13 ora di Gaza. Abbiamo appena parlato al telefono con Vittorio Arrigoni, dell'International Solidarity Mov., rientrato a Gaza con l'ultimo viaggio di Dignity, l'imbarcazione del Free Gaza.

Vittorio, com'è la situazione al momento, a Gaza?

"Gli F16 israeliani stanno bombardando dalle 11,30 di questa mattina. E' una vera carneficina: sono già 200 le vittime. Hanno tirato giù due palazzine di civili, vicino a casa mia, nella zona del porto. Stanno ammazzando poliziotti e cittadini".

Qui i nostri tg e i siti dei nostri quotidiani stanno raccontando che sono in corso bombardamenti contro "basi terroristiche"...

"Balle! Che vergogna! Stanno ammazzando poveri cristi, poliziotti, altro che terroristi! Non ho mai visto tanta violenza contro Gaza come ora....Hanno attaccato con caccia e con la Marina da guerra".

Vi aspettavate questi attacchi?

"A dir il vero, no. Ieri, Israele aveva aperto i valichi lasciando entrare qualche rifornimento alimentare...L'ha fatto apposta, così oggi ha potuto prendere alla sprovvista la popolazione, i bambini che uscivano da scuola, i poliziotti che si stavano addestrando per funzioni di sicurezza interna...".

Mentre Vittorio parla, si sente il suono delle bombe che cadono su Gaza...

"Sto andando all'ospedale ash-Shifa, per vedere se hanno bisogno di sangue...".


Tamburi di guerra, banditori italiani e violenze continue
Da Infopal - 26 Dicembre 2008

Lo stato israeliano ha diramato world wide l'annuncio di guerra contro la Striscia di Gaza affamata da due anni di folle e crudele, oltreché illegale, assedio. Come consueto, i banditori di corte, cioè i nostri media embedded, hanno rimbalzato la decisione del tiranno giustificandola con il "provvidenziale" (per Israele) lancio di razzetti palestinesi. Ovviamente, non avesse avuto questa "scusa", il regime sionista, avrebbe aggredito comunque, perché è parte della natura di un potere impostosi con la forza, il terrorismo e l'inganno, mantenerlo con la violenza e la sopraffazione. Machiavelli insegna.

Passiamo ora a raccontare ciò che i nostri tg e giornali non scrivono mai: in una settimana, le forze di occupazione-invasione israeliane hanno condotto 25 incursioni contro la Cisgiordania - dove, a giustificazione di tali crimini, non ci sono lanci di razzi della resistenza.

La denuncia viene dal PCHR, che sottolinea come gli attacchi israeliani sono diventati "giornalieri", senza per questo attirare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e dei mezzi di informazione, invece molto sensibili a ogni missile artigianale e generalmente innocuo, lanciato dalla Striscia di Gaza su territorio israeliano.

Nell'ultima settimana, inoltre, 18 palestinesi - tra cui 4 minori - sono stati sequestrati dalle forze israeliane, per un totale di 2329 prigionieri rinchiusi dall'inizio dell'anno nelle prigioni di Israele.

A Gaza, l’esercito israeliano bombarda anche alla vigilia di Natale: ucciso un resistente e feriti altri quattro.

Mercoledì sera, vigilia di Natale, le forze di occupazione israeliane hanno bombardano la zona dell’aeroporto internazionale di Gaza, a est di Rafah, nel sud della Striscia.

Fonti mediche palestinesi hanno riferito che all’ospedale di Abu Yusef an-Najjar, a Rafah, è arrivato il cadavere di un giovane combattente, Yahya Zakaria al-Shaer (23 anni), insieme ad altri quattro, feriti nello stesso bombardamento.

Le brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno dichiarato che il resistente ucciso e i feriti appartengono al loro gruppo.

La resistenza palestinese ha lanciato diverse granate contro il passaggio di Karm Abu Salem, prima di essere colpita dall’aviazione israeliana.


I Tg e la fine della libera informazione
da Infopal - 27 Dicembre 2008

Come ti ribalto, deformo e manipolo la verità: i tg e la fine della libera informazione. Un giornalista di punta, comodamente seduto nel suo studio, a Gerusalemme, ha "raccontato" la guerra di Israele contro Gaza. Neanche la briga di "essere sul posto". Nulla. Le notizie, era ben chiaro, arrivavano da media e esercito israeliani. Il giornalista ha parlato di "basi di Hamas distrutte" quando invece si tratta della sede della polizia del ministero degli Interni, che oggi ospitava un corso di addestramento per nuove, giovani, reclute delle forze dell'ordine. Dunque, non c'erano resistenti o combattenti vari, ma ragazzini disoccupati che si erano arruolati in polizia, come fanno molti italiani nel nostro sud economicamente depresso.

Il corrispondente ha parlato di 150 miliziani uccisi e di qualche civile: si tratta, invece, di poliziotti, di bambini che uscivano da scuola e di altre persone prese alla sprovvista dai 30 e oltre attacchi aerei simultanei contro la Striscia.

Ha parlato di "risposta" ai lanci di razzetti Qassam dalla Striscia contro Israele, ma, contraddicendosi, forse senza neanche rendersi conto, ha affermato che il piano di attacco israeliano era in gestazione da mesi...Dalla tregua, dunque, rispettata da Hamas ma quotidianamente violata dalle forze di occupazione. Va ricordato, infatti, che la ripresa del lancio di missiletti artigianali è coincisa con la strage condotta a novembre dall'esercito israeliano. Non prima. Sostenere, come ha riportato il giornalista, che il piano di attacco era in studio da mesi implica necessariamente il fatto che Israele, nonostante la tregua, volesse trovare la scusa per bombardare Gaza e distruggere Hamas.

Il giornalista avrebbe dovuto parlare di crimini di guerra, ma non l'ha fatto, e ha fornito a milioni di telespettatori italiani la versione dell'esercito di Israele, della propaganda sionista.

La TV disinforma e manipola la verità. In Italia la libertà di informazione, la dignità di informare, sono definitivamente defunte. Ormai ci troviamo all'interno di un grande, pericoloso, video-game globale e apocalittico, dove l'Umanità è piegata, torturata, uccisa per mano di bande di criminali, i cui capi controllano le principali corporation mondiali. Media compresi. I colleghi che hanno ancora un po' di coscienza, s'indignino per favore.

Buon Natale e felice anno nuovo a Gaza da Israele
di Vittorio Arrigoni - 28 Dicembre 2008

Un messaggio cordiale di fine anno a tg1 tg2 rete 4 canale 5 italia uno, Claudio Pagliara su tutti, ma anche il tg3: ANDATE A FARE IN CULO.

Siamo sotto le bombe a Gaza, e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia. E amici miei, ci sono rimasti sotto. Siamo a 160 morti sinora, una strage senza precedenti. Terroristi? Hanno spianato il porto, dinnanzi a casa mia e raso al suolo le centrali di polizia. Mi riferiscono che i media italiani tutti in toto danno per buono il comunicato militare israeliano di base terroristiche bombardate. Cazzate. Li ho conosciuti, questi ragazzi, li ho salutati tutti i giorni recandomi al porto per pescare coi pescatori palestinesi, o la sera per recarmi nei caffè del centro. Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia.

Sono giovani, diciotto-vent'anni, per lo più che se ne fottono di Fatah e Hamas, che si sono arruolati nella polizia per poter aver assicurato un lavoro in una Gaza che sotto assedio ha l’80 percento di popolazione disoccupata.

Aprite le orecchie, colletti bianchi della disinformazione occidentale. Queste divise ammazzate oggi (senza contare le decine di civili che si trovavano a passare per caso, molti bambini stavano tornando a casa da scuola) sono i nostri poliziotti di quartiere. Se ne stavano tutti i giorni dell’anno a presidiare la stessa piazza, la stessa strada, li ho presi in giro solo ieri notte per come erano imbacuccati per ripararsi dal freddo, dinnanzi a casa mia. Non hanno mai sparato un colpo verso Israele, ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione. Si occupano della sicurezza interna, e qui al porto siamo ben distanti dai confini israeliani.

Ho una videocamera con me ma sono un pessimo cameraman, perchè non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perchè sto piangendo anche io. Ambulanze e sirene in ogni dove, in cielo continuano a sfrecciare i caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte. Devo correre, all’ospedale AL Shifa necessitano di sangue.

Non sono umani, credo che non lo siano mai stai.


Gaza, l'orrore viene dal cielo
di Giovanni Gnazzi - Altrenotizie - 28 Dicembre 2008

Operazione “piombo fuso”. Così, con un nome niente affatto scelto a caso, Israele ha gettato nel sangue Gaza. Sono già duecentoventisette i morti, centinaia i feriti e decine e decine le case distrutte, le strade divelte dai razzi partiti dagli elicotteri israeliani e il bilancio, purtroppo, é destinato a crescere. Il pretesto, anche quello, è il solito: i razzi Qassam che l’idiozia di Hamas invia più per dare concreta quanto macabra testimonianza della sua esistenza che per tentare di piegare Israele e costringerla a fantomatici negoziati. Errore. Tel Aviv non ha nessuna intenzione, a nessuna condizione, di negoziare alcunché: né il ritiro dai Territori occupati, né la fine degli insediamenti dei coloni, né il rientro della diaspora palestinese, né l’esistenza di due stati. Israele, semplicemente, vuole che la realtà resti quella che è: immutabile. Semmai, coglie ogni occasione per impedire che il negoziato nasca. E dunque, al rituale dei Qassam, si oppone quello, molto più sanguinoso, dei raid aerei. Non è stata la prima volta, non sarà l’ultima.

Tel Aviv ha ormai nella rappresaglia la modalità principale della sua contrapposizione ai palestinesi. La scusa, questa volta, è appunto quella dell’annuncio da parte di Hamas della fine della tregua fino ad ora osservata e dei razzi lanciati verso gli insediamenti dei coloni. Israele non aspettava altro per dispiegare un’operazione militare a base di terrore, bombardando dall’alto e a più ondate la popolazione inerme.

Raccontano ora, i cantori della propaganda occidentale, che l’obiettivo della rappresaglia israeliana era Hamas e non la popolazione palestinese; ma le decine di donne e bambini che in queste ore si tenta di trasferire in Egitto, dove hanno sede le uniche strutture ospedaliere in grado di far fronte alla catastrofe umanitaria, raccontano invece un'altra storia. Quella dell’ennesimo episodio di pulizia etnica che il governo israeliano attua da decenni nei confronti dei palestinesi. Siano essi governati dall’Olp o da Hamas, non c’è differenza: bombe su bombe, embargo su embargo. Un milione e mezzo di palestinesi, ancora una volta, diventano la carne da macello per la sopravvivenza dello stato d’Israele e per il mantenimento del suo complesso militar-industriale.

La "democrazia" israeliana conferma il suo sistema valoriale che fa da sfondo alla sua esistenza: quello che prevede di dominare a ferro e fuoco tutti coloro che ne mettono in discussione l'inviolabilità e l'invincibilità, entrambe ormai categorie presunte. In effetti, a ben vedere, a Israele non risulta l’esistenza di palestinesi innocenti; nelle case o ai posti di blocco, nelle strade o negli ospedali; con bombe lanciate dagli aerei o dai cannoni, con attentati e raid, la fantasia degli Stranamore israeliani non conosce limiti. La politica è chiara: ucciderne quanti più possibile, diffondere terrore e paura, imporre alla comunità internazionale una ritualità di morte che renda ogni strage parte del racconto infinito dell’occupazione israeliana, come il ripetersi stanco di una lotta impari e di un destino ineluttabile, così da far ritenere come inutile ogni possibile intervento.

Dure le prese di posizione del mondo arabo e nette quelle dell’Europa, in particolare per bocca del Presidente francese Sarkozy e persino di Berlusconi, che chiedono a Israele di fermarsi immediatamente. Il Segretario generale dell’ONU ha chiesto l’immediata cessazione dei raid con la stella di David, ma il governo di Tel Aviv non pare disposto all’ascolto. Del resto, il suo principale sponsor, Washington, si è distinta ancora una volta per il sostegno diretto, a tutto campo, ai crimini peggiori ideati e realizzati dallo stato ebraico in terra di Palestina. L’ormai ex-presidente George Bush, consultatosi con l’ormai ex-segretario di Stato Condoleeza Rice, ha fatto spallucce all’ennesima tragedia consumatasi sulla pelle dei palestinesi.

Ma la durezza delle prese di posizioni risulta, nello stanco ripetersi della ritualità, l’emblema più evidente di una sostanziale indifferenza dell’Occidente, che celebra l’ennesima ipocrisia della sua politica: quella dell’indignazione a mezzo comunicato stampa cui segue l’ignavia più totale. Nessuna misura, tanto meno ritorsiva, contro Israele, che può continuare ad essere, nello stesso tempo, il primo violatore del diritto e anche l’unico che la comunità internazionale continua a lasciar libero di non subirne le conseguenze.