martedì 27 maggio 2008

Israele, Iran e il nucleare

L’ex presidente USA Jimmy Carter, dopo le dure critiche subite nell’aprile scorso per l’incontro avuto a Damasco con il leader di Hamas Khaled Meshaal, ieri si è tolto un altro sassolino dalle scarpe dichiarando, ad un festival letterario in Galles, che lo stato d’Israele possiede almeno 150 bombe atomiche.

Rispondendo ad una domanda su come il futuro presidente USA dovrebbe comportarsi con l’Iran e il suo programma nucleare, Carter ha detto:”Gli USA hanno più di 12.000 testate nucleari, l’ex Unione Sovietica circa lo stesso numero; Gran Bretagna e Francia ne hanno parecchie centinaia e Israele 150 o più”. Concludendo che gli USA dovrebbero parlare direttamente con l’Iran per convincerlo ad abbandonare le proprie ambizioni nucleari.

Si tratta quindi del primo presidente USA, anche se ex da quasi 30 anni, che riconosce pubblicamente l’esistenza dell’arsenale nucleare israeliano.
Carter comunque ha semplicemente dichiarato in pubblico una verità che in privato è invece sulla bocca di tutti.
Israele poi è sempre restata in assoluto silenzio sull’argomento, non confermando né smentendo mai queste accuse che da anni le sono rivolte.

L’unico israeliano che invece ne aveva parlato, il tecnico nucleare Mordechai Vanunu, è rimasto nelle patrie galere per 18 anni con l’accusa di aver svelato segreti nucleari prima di essere poi rilasciato nel 2004. Anche Vanunu aveva riportato una cifra compresa 100 e 200 testate nucleari possedute da Israele.

Intanto ieri l’AIEA, nel suo ultimo rapporto sul programma nucleare iraniano, ha scritto “Contrariamente alle decisioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’Iran non ha sospeso le sue attività di arricchimento dell’uranio”, accusando poi il Paese di non aver permesso l’accesso ai siti, come richiesto dall’AIEA nell’Aprile scorso, né di aver fornito tutte le informazioni e le documentazioni necessarie per verificare quanto l’Iran ha sempre dichiarato, e cioè che le attività di arricchimento mirano solo a produrre energia elettrica e non armi nucleari.

Il rapporto prosegue poi “L’Agenzia è del parere che l’Iran possa disporre di informazioni ulteriori, in particolare sulla sperimentazione di alti esplosivi e su attività missilistiche, che potrebbero fare maggior luce sulla natura di questi presunti studi e che l’Iran dovrebbe condividere con l’Agenzia. Si richiedono dall’Iran spiegazioni sostanziali”.

Naturalmente le interpretazioni che danno su questo report USA e UE da una parte e Iran dall’altra sono diametralmente opposte.

Comunque sia, mentre l’Iran è oggetto di continue ispezioni, Israele invece non vedrà mai sul suo territorio un solo ispettore dell’AIEA.

E su questo le interpretazioni sono unanimi.