giovedì 8 maggio 2008

Paura…eh?

E’ noto a tutti come la sicurezza sia il vero problema dell’Italia, così come lo è il traffico per la Sicilia…

Nelle settimane finali dell’ultima campagna elettorale questo tema della sicurezza ha riempito i telegiornali, le pagine dei quotidiani in un crescendo a dir poco vomitevole, dal momento che tutte le statistiche indicano che gli omicidi, gli stupri, le rapine e i furti sono in costante calo.
Eppure aumenta nella “gente” la percezione della paura e non può essere altrimenti se tutti i mainstream media continuano ad alimentarla scientemente e in maniera scellerata.
Ma questa situazione non è nuova e si ripete ciclicamente ad ogni tornata elettorale; per esempio nel 2001 a tenere banco sui media erano “i crudeli albanesi” incolpati di ogni crimine e malefatta.

Mentre ora a spadroneggiare sono “i terribili rumeni e rom”, “gli immigrati” e le paroline magiche ora sono diventate “CLANDESTINI” ed “EXTRACOMUNITARI”, quest’ultima usata poi totalmente a sproposito anche nei confronti dei rumeni che fanno parte dell’Unione Europea come noi italiani “PIZZA, MAFIA E MANDOLINO”.
Comunque nel 2001, appena la destra si era insediata al governo, il problema della sicurezza è sparito d’incanto dai telegiornali e quotidiani. Ed è sicuro che l’incantesimo si ripeterà anche adesso che il centrodestra è ritornato al governo.

Però al nuovo governo rimane sempre il vero grosso problema da risolvere….il traffico in Sicilia.


SICURI DI ESSERE INSICURI?
di Stefano Cicchetti – Rekombinant – 1 Maggio 2008

Fra ordine senza legge e legge senza ordine Abbiamo più agenti di tutti, ma ne vogliamo ancora L’immigrazione è appena iniziata, ma siamo già terrorizzati E nessuno fa niente per i processi più lenti del mondo Dei rifiuti di Napoli, dopo le elezioni politiche non si parla più. Chissà se, passate anche le amministrative, scomparirà dalle prime pagine pure la sicurezza. Improbabile, visto che la mondezza è sempre là, dunque basterà ignorarla come si è fatto negli ultimi quindici anni. Mentre della sicurezza si parlerà certamente ancora; magari per dire che il problema è risolto, dati alla mano. E pazienza se i dati c’erano già.

Un’emergenza che gli americani ci invidiano Infatti, cosa dicono le cifre? Per esempio a Roma, dove il neo sindaco Alemanno aveva denunciato la “situazione terribile” di “una città fuori controllo”? Dicono (fonte: Questura di Roma) che dal 2006 a oggi gli omicidi sono passati da 9 a 6, le violenze sessuali da 53 a 35 (tre quarti fra le mura domestiche), le rapine sono calate del 35 per cento, in ribasso anche i furti ed i reati di droga. Tutto ciò in barba ad ogni “invasione” di immigrati. Insomma la società italiana sarà anche “percepita” meno sicura, ma nella realtà è all’opposto. E tale viene “percepita” all’estero.

Non ci credete? Eppure la pensa così il New York Times, una volta paragonata la loro situazione alla nostra: nella Grande Mela, 8,5 milioni di abitanti, 500 morti ammazzati nel 2006; in Italia 593 su 59 milioni (nel 1991 erano ancora più di 1900). Solo nelle zone più insanguinate del nostro Paese si tocca la media americana di 5 uccisi per 100 mila: così a Catanzaro, (5,4) e Reggio Calabria (4,4). Ma la nostra media nazionale è, udite udite, 1 assassinato ogni 100 mila abitanti. Si ammazzano molto di più i Finlandesi dalle candide dentature (quella troupe di un noto dentifricio dovrà fare attenzione ad aggirarsi nei boschi sparacchiando con il fucile ad aghi) con il 2,6 sempre ogni 100 mila.

Lo Stato è assente ?

Gli Italiani si sentono però “abbandonati” e “lo Stato è assente”: questo il ritornello di ogni tg. Sarà vero almeno questo? Anche qui, parlino i numeri. Nel 2000 (Fonte: Censis) avevamo un agente delle forze dell’ordine ogni 201 abitanti, record europeo che ci collocava ben davanti a Spagna (1 a 225), Francia (1 a 252), Regno Unito (1 a 375). Fra il ’92 e il ’98 gli agenti erano cresciuti mediamente di oltre il 9%. Da allora saranno diminuiti? Macchè. Oggi (fonte: Associazione italiana dei familiari di vittime della strada) abbiamo un agente ogni 173 cittadini, per un totale di 440 mila divise. Record dei record, poi, quello dei corpi con compiti di polizia: solo nei mari italiani, per esempio, incrociano natanti della Guardia Costiera, ma anche di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale e perfino Guardia Forestale!

Se ne rendevano ben conto già nel 2002 anche i Circoli della Libertà di Mestre, che, come altri di ogni schieramento prima e dopo di loro – e altrettanto inutilmente -, proponevano una gestione più razionale di cotante risorse, chiedendo “di poter impiegare effettivamente gli oltre 200 mila uomini oggi adibiti in mansioni che nulla hanno a che vedere con i servizi operativi sul territorio”, “l’eliminazione di organi duplici, triplici o quadruplici che svolgono le stesse funzioni”, “la divisione delle competenze fra polizia di Stato e Carabinieri secondo il criterio territoriale”.
Il disastro è nei processi.

Ma allora che cosa non va? Certo, di moltissima insicurezza “percepita” dobbiamo ringraziare l’informazione. In campagna elettorale un quotidiano (il cui direttore uscente è stato eletto nel Pdl) è arrivato a riempire di cronaca nera le sue prime sette pagine nazionali; in un tg Mediaset, 14 servizi su 20 erano di fattacci. Poi c’è la crisi economica a generare la peggiore delle insicurezze. L’immigrazione fa paura, come ogni grande mutamento. La malavita organizzata continua a spadroneggiare in almeno tre regioni. Ma non è tutta macabra propaganda, ne psicologia distorta, sia chiaro. La cosa peggiore è che i colpevoli di solito sono beccati – e ci mancherebbe, visto quello spiegamento – ma è verissimo che troppo spesso se la cavano a ottimo mercato.
Perché la nostra vera emergenza non è nelle strade, ma nei tribunali. L’Italia è al 155° posto nel mondo, su 178, per i tempi della giustizia (fonte: Banca Mondiale). Con costi umani e finanziari inimmaginabili. La magistratura italiana ha insomma ben poco di cui vantarsi e avrebbe molto da riformare, a cominciare dai suoi svariati privilegi e dalla sua mediocre “produttività”. Mai si è udita dai giudici un’idea per snellire i procedimenti. D’altra parte, depenalizzare i reati dei ricchi come il falso in bilancio o minacciare il test di sanità mentale per i pm, non fa altro che creare un’altra tipicità del tutto italiana: una destra che accarezza un ordine senza legge, una sinistra arroccata sulla legge snobbando l’ordine. Risultato: nessuno che sia stato finora capace di darci niente di quel che davvero serve: processi veloci e che sconti davvero la pena chi è condannato.