giovedì 9 ottobre 2008

1991: gli USA e la loro bomba atomica sull’Iraq

Oggi andrà in onda su Rainews24 alle ore 20 il documentario a cura di Maurizio Torrealta intitolato “Le accuse del Veterano: la terza bomba nucleare”. Ma anche domani si potra’ vederlo su RaiTre alle ore 5:30 di mattina.

Come al solito il servizio pubblico della RAI quando deve mandare in onda sull’analogico - e non sul satellite - qualcosa di veramente interessante sceglie sempre degli orari impossibili, se non ridicoli.


Le accuse di un veterano americano: nel 1991 sganciammo una bomba atomica in Iraq
di Alessio Marri – Megachip – 9 Ottobre 2008

Mancherebbe la “pistola fumante”, ma le prove sembrano supportare le sue gravissime accuse. Jim Brown, veterano della prima Guerra del Golfo, non ha dubbi: negli ultimi giorni del febbraio 1991, l'aviazione americana, proprio al termine del conflitto che non sovvertì forse volutamente il regime del Raìs Saddam Hussein, sganciò tra Bassora e i confini dell'Iran una bomba atomica della potenza di cinque kilotoni.

A raccogliere le sconvolgenti dichiarazioni Maurizio Torrealta, giornalista responsabile del settore inchieste per Rainews24 e autore di straordinari documentari tra i quali “Falluja, la strage nascosta” dove si denunciò per primi l'impiego da parte dell'esercito statunitense di armi chimiche ai danni della popolazione irachena. “Non possiamo da soli verificare definitivamente l'autenticità delle dichiarazioni, vista la complessità delle indagini – ha chiarito all'inizio della conferenza stampa svoltasi presso la sede nazionale dell'Fnsi, la federazione nazionale dei giornalisti italiani – ma le ricerche, che auspichiamo vengano approfondite dagli organismi internazionali predisposti, si muovono in questa direzione”. Diversi sono infatti gli elementi che comprovano le agghiaccianti affermazioni dell'ex soldato Brown, ingegnere degradato per la sindrome del Golfo dal rango di quarto livello al terzo e, infine, congedato con onore per l'impossibilità di svolgere le sue funzioni. Un dato su tutti: le rilevazioni effettuate dal Centro sismologico internazionale proprio in quell'arco temporale durante il quale secondo Brown si sarebbe svolto l'attacco. Infatti il 27 febbraio alle ore 13:39 nella zona circostante Bassora ai confini con l'Iran, una scossa sismica pari ai 4,2 gradi della Scala Richter è stata registrata dai sismografi del Csi. Esattamente lo stesso livello di magnitudo causato da l'innesco e l'esplosione di una bomba atomica di quella potenza.

Contemporaneamente i casi di tumori, malformazioni e leucemie nella zona sarebbero cresciute esponenzialmente. Jawad Al Alì, responsabile del Reparto oncologico dell'ospedale di Bassora, intervistato da Torrealta, mostra durante il documentario i dati frutto delle ricerche: dai 34 casi di tumori del 1989 si è passati agli oltre 600 degli ultimi anni. Moltissimi all'interno delle stesse famiglie, un fenomeno assolutamente fuori dal comune. “Abbiamo assistito a una rarissima forma di slittamento dell'età legata a particolari tumori, bambini sotto i dieci anni affetti da malattie e malformazioni inspiegabili”. In scena, mentre Torrealta lo intervista, decine di immagini strazianti di donne e bambini vittime delle radiazioni. L'utilizzo, in più sedi accertato, di proiettili all'uranio impoverito, dal comprovato contagio radioattivo del suolo e delle risorse idriche, non mina comunque l'impianto accusatorio. Secondo Brown infatti piccole testate nucleari sarebbero state impiegate anche nei primi giorni di marzo del 2002 in Afghanistan.

Facendo un passo indietro e ricontestualizzando le strategie militari ai primi anni Novanta torna alla mente la celeberrima “dottrina dell'ambiguità calcolata” varata dal segretario di stato americano James Baker e fortemente appoggiata dall'amministrazione repubblicana capeggiata da Bush padre.

Durante “Desert Storm” l'impiego di bombe atomiche non era affatto scartato a priori: “Il presidente non esclude l'impiego di armi nucleari – disse Baker in un'infuocata conferenza stampa - ma la considera semmai un'opzione credibile”.

Forti dubbi invece sorgono sulle motivazioni plausibili che possano giustificare un tale atto di barbarie. Rainews24 prova a suggerirne una: mancano pochi giorni al ritiro definitivo delle truppe americane quando un missile Scude iracheno colpisce una base americana uccidendo una ventina di soldati ferendone una ottantina. In seguito a quell'incursione, in un'ottica da mera e semplice vendetta, ebbe luogo una delle stragi più cruente e spietate degli ultimi venti anni: “l'autostrada della morte”. Sull'Highway 80, che unisce il Kuwait alla provincia irachena di Basra, vennero rinvenute le carcasse di migliaia di veicoli carbonizzati. Tra le migliaia di morti soldati in ritirata ma soprattutto civili sfollati inermi alla ricerca di un rifugio sicuro. Forse l'attacco nucleare potrebbe rientrare nella stessa malsana logica di morte.

Di fronte alla tesi che si trattasse in realtà di bombe “Blue-82”, la cosiddetta madre di tutte le bombe, simile ad una piccola testata nucleare, il veterano Brown ha ribattuto energicamente: “A differenza dell'attacco svoltosi nel '91 che colpì il sottosuolo, le blue-82 necessitano di ossigeno per causare l'esplosione”. Le rilevazioni del Csi confermano quest'ipotesi, l'impatto avvenne tra 0 e 33 km sottoterra. Di fronte a un certo grado di diffidenza Brown conclude svelando la propria fonte: “Ho fondato un associazione che conta circa trecento veterani, la “GulfWacth IW”, da lì ho tratto queste informazioni, da lì ne ho ricevuto conferma”.

Un'altra Hiroshima?
di Christian Elia – Peacereporter – 8 Ottobre 2008

''Di giornali italiani ce n'erano pochissimi, ma c'erano colleghi iraniani, russi, giapponesi, spagnoli. Fa riflettere''. Maurizio Torrealta di RaiNews24 ha presentato oggi, in anteprima, l'ultima inchiesta che apre uno scenario inquietante. Gli Stati Uniti, durante la guerra del Golfo nel 1991, per la precisione l'ultimo giorno del conflitto, avrebbero sganciato nei pressi di Bassora, nell'Iraq meridionale, una testata atomica della potenza di cinque kilotoni.

Un fantasma ingombrante. Per intenderci, quella sganciata su Nagasaki nel 1945 era di una potenza di ventidue chilotoni, quindi si tratta di una 'testata nucleare piccola'. Ma questo non rende meno grave quello che sarebbe accaduto. ''Un intervento su sito canadese di un veterano statunitense, trovato in internet, ha dato avvio all'inchiesta'', racconta Torrealta. ''Raccontava di un ordigno atomico sganciato nei pressi di Bassora, vicino al confine con l'Iran, durante l'operazione chiamata Desert Storm (l'attacco all'Iraq guidato dagli Usa nel 1991, dopo l'invasione del Kuwait da parte delle truppe di Saddam ndr).

Da quel momento ci siamo attivati e siamo riusciti a entrare in contatto con il veterano Usa. Abbiamo lavorato un anno per convincerlo a farsi intervistare in video e a raccontare la sua storia, cha ha confermato punto per punto. Allora abbiamo incrociato le sue dichiarazioni con le rilevazioni del Seismological International Center (struttura non governativa tedesca che monitora gli eventi sismici del mondo ndr). Potrebbe essere solo una coincidenza, ma nello stesso giorno i sismografi hanno registrato un'attività pari a quella che potrebbe scatenare una bomba del genere nella stessa zona della denuncia del veterano Usa''.

Questo potrebbe risolvere ogni dubbio? ''La prova definitiva sarebbe data dalla registrazione delle onde dell'evento sismico, per capire se sono di superficie o di profondità'', risponde il giornalista di RaiNews24, ''perché in quel caso il dubbio si risolverebbe, in quanto se fossero di superficie è ovvio che non si sarebbe trattato di un terremoto''. Sembrerebbe un fatto semplice, ma non è così. ''Per fare questa verifica serve la collaborazione di diversi centri sismici, nove in tutto il mondo, che hanno registrato l'evento sismico. L'argomento è delicato, e scatena fantasmi particolari. Noi apriamo il nostro lavoro a tutti, invitando chiunque abbia informazioni in questo senso a collaborare con noi, per accertare la verità''.

Un'altra rappresaglia? Un altro elemento importante che supporterebbe questa tesi è che, come spiega il giornalista, ''il tasso di mortalità annua, a Bassora, è passato da 32 nel 1989 a più di 600 nel 2002''.
Pare un lavoro complesso, ma che con la buona volontà necessaria si potrebbe realizzare. ''Si, anche perché oggi abbiamo presentato solo un'anteprima di un'intervista molto più lunga. Il militare Usa racconta un sacco di cose che vanno verificate'', spiega Torrealta, ''ma che non devono essere ignorate. Lui, ad esempio, sostiene che tra il 1 e il 3 marzo 2002, in Afghanistan, è stato utilizzato un ordigno simile. Una dichiarazione che non può restare senza una verifica e che chiama tutti a indagini accurate, a lavorare insieme, con le competenze necessarie. Sarebbe gravissimo se, nel silenzio più assoluto, fosse stata utilizzata un'arma atomica. La radioattività lascia traccia''.
Un dubbio pesante come un macigno, ma perché da un punto di vista tattico o strategico gli Usa avrebbero sganciato una bomba atomica l'ultimo giorno del conflitto, ormai vinto? Perché lo avrebbero fatto contro quegli sciiti che, prima di essere abbandonati a loro stessi, si erano sollevati contro Saddam aiutando le truppe della Coalizione?

''Per noi la priorità era verificare se quello che il militare raccontava fosse vero'', risponde Torrealta, ''poi sul perché una scelta di questo tipo possa essere stata fatta non mi pronuncio. Abbiamo fatto solo delle ipotesi. Due giorni prima della fine del conflitto, un missile Scud aveva colpito una base Usa uccidendo ventotto militari statunitensi. L'amministrazione di Bush padre aveva da sempre dichiarato che avrebbero utilizzato l'atomica se fossero stati attaccati con armi chimiche o batteriologiche. Ma tutta la questione dell'uso dell'atomica, in quel conflitto, era ambigua. L'allora Segretario di Stato Usa James Baker III, sulla questione, aveva coniato la 'dottrina dell'ambiguità calcolata': non si negava e non si confermava l'eventuale uso di armi atomiche. Non sarebbe neanche l'unica rappresaglia per l'attacco alla base Usa, visto che il giorno dopo venne attaccato un convoglio in fuga dal Kuwait. E fu una strage''.