giovedì 2 ottobre 2008

L'inutile piano Paulson

Il Senato Usa ha approvato oggi il cosiddetto piano di salvataggio messo a punto dal Ministro del Tesoro Paulson, mentre venerdi' tocchera' di nuovo alla Camera votare il piano, dopo averlo bocciato lunedi' scorso.

Ma anche se questa volta passera' alla Camera, si trattera' dell'ennesimo inutile provvedimento tampone che non risolve assolutamente nulla ma anzi aggrava ancor piu' il peso che i contribuenti americani dovranno sopportare sulle proprie spalle, ridotte gia' allo stremo.

Non hanno ancora capito - o meglio, fingono di non aver capito - che il gioco e' finito.

Wall Street al tappeto
di Tito Pulsinelli - 2 Ottobre 2008 - Carmilla on line

Wall Street ha infilato una china inarrestabile: dopo svariati "lunedì neri" siamo ormai passati al settembre più "nero" del 2008, e questo sarà l'anno più nero del secolo. Quello che segnerà la fine dell'egemonismo degli Stati Uniti e del capitalismo finanziario, ovvero del gioco d'azzardo globalizzato nelle Borse. Nonostante le ingenti trasfusioni operate nel corso di quest'anno dalla Banca centrale europea e dal Giappone, il sistema della gang finanziaria anglosassone non dà segni di vita, boccheggia. E' ormai assuefatto alle numerose "iniezioni", con elevato contenuto di ricchezza reale, prelevato dagli erari pubblici del resto del mondo. Dopo il KO del dollaro, ora sono inservibili anche le fiches di Wall Street e di Londra.

Il galoppante trionfalismo li aveva spinti a coniare motu proprio una quantità di valori cartacei insostenibile, equivalente a venti volte la produzione mondiale. L'arroganza totalitaria aveva istaurato una utopia feudale: per far soldi non è più necessaro sporcarsi le mani e passare attraverso la merce. Secondo costoro, la vecchia formula "denaro-merce-denaro" era un feticcio obsoleto, inventato da un ebreo pazzo e comunista. Ora è finito il sogno di potersi arricchire all’infinito e dominare il genere umano maneggiando la pietra filosofale del "denaro che crea denaro".

Bisogna tornare con i piedi per terra, cioè ad una economia che poggia sulla materialità della merci e dei servizi necessari al vivere degli umani. Questa era diventata un semplice "derivato", cioè meno di una variabile, succube della libera fabbrica di valori cartecei. "I sogni della cartiera" sono finiti. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno reagito con una tardiva statizzazione del sistema bancario, cioè disponendo liberamente dei beni pubblici per andare in soccorso dell'iniziativa ultra-privata e ultra-minoritaria dei banchieri. Che fine ha fatto la salvifica mano del mercato?A loro non importa contraddirsi o gettare nella spazzatura il credo ideologico liberista: i tempi sono gravissimi, fanno quadrato, ed espropriano le riserve monetarie dei loro Paesi. Mors tua vita mea. Privatizzare i guadagni, socializzare le perdite: possibilmente in democrazia, altrimenti con regimi autoritari.

Adesso Bush tenta l'ultimo colpaccio: espropriare 700 miliardi di dollari dall'erario per una terapia d'urgenza ai suoi accoliti e affini. Non ai 400 mila che hanno perso la casa o ai disoccupati. Quelli che oggi invocano la teoria del male minore, sono gli stessi apologeti che fino a qualche giorno fa ribadivano il dogma dello Stato che non deve mai intromettersi nell’economia.Bush assalta direttamente i depositi dove sono custoditi i beni per salute, istruzione, pensione e la sicurezza di 300 milioni di persone. E’ una mazzata di cui si sentiranno gli effetti per una generazione, perchè il debito nazionale complessivo aumenta di un terzo. C’è da dubitare che la Cina continui ancora a comperare i titoli e i buoni governativi di Washington.Perché Bush non interrompe almeno una delle due guerre che sta perdendo? No, d'un sol colpo, intima di consegnare il mega-malloppo di 700 miliardi al suo uomo della Riserva Federale. Poi si laverà le mani e uscirà di scena come il più grande nazionalizzatore di tutti i tempi. Ma un tribunale di Norimberga andrebbe stretto al criminale texano.

Finalmente dal Congresso si oppongono e dicono di no. Era ora. Comincia a venire a galla la prima linea di resistenza o divisione dentro l'élite nordamericana. Dalla tribuna dell'ONU, i capi di Stato del resto del mondo avevano criticato apertamente, accusato, preso le distanza o profferito invettive contro il capitalismo modello-USA.

Tra gli europei, solo la Francia ha detto in modo chiaro che ci vogliono regole, etica, controllo e che la banca non può pretendere nessun welfare, men che mai senza condizioni. Tutti gli altri, invece, sembrano come quegli italici che si accorsero della caduta dell'impero romano solo di fronte ai saccheggi e agli incendi della... decima invasione barbarica. E’ l’inizio del fine partita, un punto di svolta che manda in pensione Bretton Woods, la finzione del dollaro sganciato dall’oro, ma anche dalle materie prime e dagli idrocarburi. Dietro il dollaro e i “prodotti finanziari” di Wall Street non c’è nemmeno una economia reale in espansione: solo potenza bellica e mediatica.

Tramonta un modello, travolto da una realtà in cui la Cina e l’India sono ormai le fabbriche del mondo, l’America Latina esporta minerali, idrocarburi e cibo, mentre la partecipazione degli Stati Uniti è basata sull’esportazione finanziaria. E sul consumo. Non si torna agli Stati-nazione, si va verso quattro-cinque grandi blocchi regionali in cui gli scambi saranno prioritariamente quelli interni. Anche su questo terreno, gli Stati Uniti hanno fatto fiasco nel creare un unico blocco continentale. Devono accontentarsi del trattato con il Messico e il Canada, più un settore del Centroamerica.


Grosso guaio a Banktopia: il sistema finanziario sta esplodendo
di Mike Whitney – Global Research – 28 Settembre 2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da JJULES

Il sistema finanziario sta esplodendo. Non date ascolto agli esperti, guardate solamente le cifre. Secondo la Reuters, la scorsa settimana “le banche americane hanno preso a prestito una quantità record di denaro dalla Federal Reserve per quasi 188 miliardi di dollari al giorno di media, rivelando che la banca centrale è ricorsa a rimedi estremi per mantenere a galla il sistema bancario nel bel mezzo della più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione.” La Fed ha aperto le varie “auction facilities”1 per dare l’apparenza che le banche insolventi se la passassero bene ma le cose non stanno così. Sono morte, le loro passività superano i loro beni.

Ora la Fed è disperata perché le centinaia di miliardi di dollari di securities garantite da mutui che si trovano nei caveaux delle banche hanno fatto fallire l’intero sistema e il bilancio della Fed sta aumentando ogni giorno che passa. Il mercato delle securities garantite da mutui non si riprenderà in un immediato futuro e le banche non sono in grado di rinviare il pagamento dei loro debiti a breve termine. Il gioco è finito. La Federal Reserve stessa è in pericolo. Quindi, si è passati al piano B, vale a dire scaricare tutto il liquame tossico sul contribuente prima che questi si renda conto che l’intero sistema si sta distruggendo e che la sua vita cambierà per sempre. Viene chiamato “Piano Paulson”, un’impresa irrealizzabile da 700 miliardi di dollari che è già stata screditata da tutti gli economisti di un certo prestigio del paese.

Dalla Reuters: “I prestiti dagli operatori principali tramite la Primary Dealer Credit Facility e tramite un’altra facility creata domenica per Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch, e le loro filiali londinesi, sono ammontati a 105,66 miliardi di dollari a partire mercoledì, ha comunicato la Fed.”Capite quello che intendo dire? Sono tutti in bolletta. I prestiti a rotazione della Fed sono solamente un modo per perpetuare il mito che tutte le banche non si trovino già distese su un tavolo a mani giunte. Bernanke ha annodato un pezzo di spago alle varie parti del corpo e ogni tanto le strattona per farle sembrare ancora vive.

Ma il modello di Wall Street è fallito e il salvataggio è inutile. La scorsa settimana c’è stata una corsa digitale alle banche della quale la maggior parte della gente non ha saputo nulla; un crollo “in tempo reale”. Un articolo di Michael Gray sul New York Post ha fornito una descrizione minuto per minuto di come si sono svolti gli eventi. Ecco un estratto dal “Quasi Armageddon” di Gray:“Giovedì il mercato si trovava ad un passo dall’Armageddon... se quella mattina il Tesoro e la Fed non si fossero gettati nella mischia iniettando rapidamente 105 miliardi di dollari di liquidità, il Dow sarebbe precipitato a 8.300 punti – un crollo del 22 per cento! – mentre risuonava ancora il tintinnio metallico della campanella di apertura nella cavernosa sala delle contrattazioni.

Secondo gli operatori, che hanno voluto rimanere anonimi, i fondi del mercato monetario sono stati inondati con 500 miliardi di dollari in ordini di vendita poco prima dell’apertura. Quella mattina la capitalizzazione complessiva del mercato monetario è stata di circa 4.000 miliardi di dollari.

Le vendite in panico erano legate direttamente al congelamento dei mercati del credito – compresa una contrazione di 52 miliardi di carta commerciale – e le voci secondo le quali ulteriori finanziamenti sui mercati monetari “avrebbero spaccato il dollaro”2, scendendo sotto il valore netto di un dollaro.”La drammatica iniezione di liquidità operata giovedì (pre-mercato) dalla Fed è stata sufficiente per permettere agli accordi di brokeraggio di portare avanti gli ordini di vendita ed iniziare un assalto al denaro contante che avrebbe arrestato ampie distese dell’economia americana.” (New York Post)La carta commerciale è il lubrificante che consente il funzionamento dei mercati finanziari. Quando svanisce la fiducia (perché gli amministratori del sistema a Washington sono dei pagliacci), gli investitori ritirano i propri soldi, le normali operazioni d’affari diventano impossibili e i mercati crollano. Fine della storia.

Quindi, piuttosto che recuperare la fiducia dell’opinione pubblica con una leadership forte e un comportamento consono per tranquillizzare gli investitori, il Presidente Bush ha deciso di tenere un discorso in prima serata dichiarando che se il pacchetto di salvataggio di Paulson non fosse stato approvato immediatamente, l’economia del paese sarebbe evaporata. Pensate un po’!La scorsa settimana, il mercato della carta commerciale (la maggior parte del quale è sostenuto da securities garantite da mutui) si è ridotto di ben 61 miliardi di dollari fino a raggiungere 1.702.000 miliardi di dollari, il livello più basso dall’inizio del 2006. Quindi, il salvataggio di Paulson svaluterà in effetti la carta commerciale come pure l’accozzaglia di derivati garantiti dai mutui per i quali, al momento, non c’è mercato.

Il contribuente americano non solo è coinvolto nel crollo del mercato immobiliare, ma sta anche sostenendo l’intero sistema finanziario comprese le securities insolventi sui prestiti per le auto, le securities in ribasso sui prestiti agli studenti, le securities flagellate sui prestiti equity e le securities vacillanti sulle carte di credito. La pila colossale di debito-sterco è pronta per essere accatastata alle spalle dell’esausto contribuente e del biglietto verde perennemente raggrinzito. Paulson ci assicura che si tratta di “un buon accordo”. Buuu!

L’IMPRESA IRREALIZZABILE DI PAULSON

Come ha fatto il Segretario al Tesoro Paulson a capire che la ricapitalizzazione del sistema bancario sarebbe costata 700 miliardi di dollari? Oppure ha solamente stimato la quantità di denaro che potrebbe essere caricata sul retro del camion del Tesoro quando inonda di biglietti verdi freschi di stampa i suoi amiconi alla Goldman Sachs? Il punto è che i calcoli di Paulson non sono stati coadiuvati da nessun economista, e non ci possiamo fidare. Sono cifre puramente arbitrarie, calcolate “a spanne”.

Secondo Bloomberg, l’investitore svizzero Marc Faber, conosciuto per un lungo ruolino di marcia di buone call option, crede che il danno potrebbe arrivare a 5.000 miliardi: “Marc Faber, amministratore delegato della Marc Faber Ltd. ad Hong Kong ha detto che il pacchetto di salvataggio del governo americano per il sistema finanziario potrebbe richiedere fino a 5.000 miliardi di dollari, sette volte la somma richiesta dal Segretario al Tesoro Henry Paulson. “I 700 miliardi di dollari non sono assolutamente nulla”, ha dichiarato Faber in un’intervista televisiva. "Il Tesoro sta diffondendo questa cifra quando il totale potrebbe essere di 5.000 miliardi." (Bloomberg News)

La maggior parte delle persone che seguono queste vicende si fiderebbero molto di più di quanto detto da Faber piuttosto che da Paulson. Nel suo ultimo commento sul suo blog, l’economista Nouriel Roubini ha detto che “nessun economista di professione è stato consultato dal Congresso oppure è stato invitato per esprimere la propria opinione durante le sedute del Congresso in merito al piano di salvataggio del Tesoro”. Roubini ha aggiunto: “Il piano del Tesoro è una vergogna: un salvataggio di banchieri spericolati, prestatori di denaro e investitori che dà pochissimo sollievo diretto ai mutuatari e ai proprietari di casa finanziariamente in difficoltà e che verrà pagato a caro prezzo dal contribuente americano. Il piano non fa nulla per risolvere la grave tensione presente nei mercati monetari e nei mercati interbancari che sono ora vicini ad un crollo sistemico.”

Roubini ha ragione su tutti i fronti. Finora, oltre 190 importanti economisti hanno esortato il Congresso a non approvare il disegno di legge sul salvataggio da 700 miliardi di dollari. C’è un consenso crescente che il cosiddetto “pacchetto di salvataggio” non si rivolga alle questioni economiche principali e che abbia il potenziale per far peggiorare ancor di più la situazione.

COLPO DI STATO DEI BANCHIERI?

Il rappresentate dell’industria finanziaria Paulson è il capobanda del colpo di stato dei banchieri i cui risultati decideranno il futuro economico e politico degli Stati Uniti negli anni a venire. I golpisti hanno prosciugato decine di miliardi di dollari di liquidità dal sistema bancario già indebolito per provocare un congelamento dei prestiti interbancari e accelerare un crollo del mercato azionario. Questo, secondo loro, obbligherà il Congresso ad approvare senza alcun resistenza il pacchetto di salvataggio di Paulson da 700 miliardi di dollari. Si tratta di un ricatto.

Finora nessuno sa se i fautori del colpo di stato avranno successo e se consolideranno ulteriormente il loro potere politico attraverso una forte scossa economica sul sistema, ma il loro piano continua ad evolversi in modo disinvolto mentre l’economia scivola inesorabilmente verso il disastro.

Il salvataggio ha galvanizzato i movimenti di base che hanno inondato il Congresso di fax e intasato le linee telefoniche. Chi chiama è fortemente contrario a qualunque salvataggio per le banche che stanno soccombendo sotto il peso dei propri beni tossici garantiti da mutui. Un analista ha detto che le chiamate al Congresso sono al 50 per cento per il “No!” e per un 50 per cento “Cavolo, no!”. Non c’è praticamente alcun sostegno popolare al disegno di legge. Da Bloomberg News: “Erik Brynjolfsson, della Sloan School del Massachusetts Institute of Technology, ha detto che l’obiezione principale è “è la stupefacente discrezionalità incontrollata che viene concessa al Segretario al Tesoro. Non ha precedenti nella democrazia moderna.”“Sospetto che una parte di quello che stiamo vedendo nel congelamento dei mercati dei prestiti sia un comporamento strategico da parte dei grossi giocatori della finanza che attendono di trarre profitto dal salvataggio”, ha detto David K. Levine, un economista presso la Washington University di St. Louis, che studia restrizioni di liquidità e teoria dei giochi.” (L’analisi della tendenza economica globale di Mish http://globaleconomicanalysis.blogspot.com/2008/09/take-back-america.html)

I sospetti di Brynjolfsson sono fondati. Karl Denninger nel suo “Market Ticker” conferma che la Fed sta prosciugando di liquidità il sistema bancario per ricattare il Congresso sull’approvazione della nuova legge. Ecco cosa scrive Denninger: “Il tasso reale dei fondi federali è stato contrattato ad oltre 50 punti base sotto l’obiettivo del 2% per cinque giorni consecutivi e, negli ultimi due giorni, è stato contrattato 75 punti base sotto. L’IRX3 sta richiedendo un immediato taglio dei tassi.

La liquidità è stata prosciugata di proposito di oltre 125 miliardi di dollari nell’ultima settimana e l’abbassamento dell’acqua della palude ha messo alla luce un cadavere – la Washington Mutual – che è stata immediatamente presa d’assalto, senza preavviso, da JP Morgan. Neppure l’amministratore delegato di Washington Mutual era a conoscenza della scalata finché questa non è stata portata a termine. La Fed sostiene di essere “una banca centrale indipendente”. Ma non è affatto così e ora si stanno comportando come dei piromani. La Fed e il Tesoro hanno dichiarato che questa è una “crisi di liquidità” ma in realtà non lo è. Si tratta di una crisi di insolvenza che la Fed, il Tesoro e gli altri organi regolatori del nostro governo hanno intenzionalmente lasciato che scoppiasse.”

Tombola. Questo è un colpo di stato bancario architettato e agevolato da individui che operano furtivamene dietro le quinte della politica. L’unico momento in cui emergono dalla loro fogna è quando sono spazzati via da un crisi che minaccia la loro continua predominanza. La resistenza di base, capeggiata dai blogger di Internet (come Mish, Roubini e Denninger) sta dimostrando come si possano mobilitare decine di migliaia di “contadini con i forconi” ed essere un elemento importante nelle decisioni politiche. Aiuta anche avere dei dirigenti eletti al Congresso, come il Senatore Richard Shelby, che rimangono saldi sui loro princìpi e non perdono i sensi alle prime raffiche di mitraglietta (come i loro indecisi omologhi Democratici).

Shelby si è accollato il peso delle pressioni dirigenziali che è piombato su di lui come una frana degli Appalachi. Come risultato, c’è ancora un tenue possibilità che il disegno di legge possa essere accantonato e che i rappresentati dell’industria debbano ricominciare da zero. Market Ticker ha fornito della tabelle della Federal Reserve che dimostrano come Bernanke abbia ritirato dal sistema bancario 125 miliardi di dollari solamente negli ultimi quattro giorni per creare una situazione di crisi per spingere alla confusione nel mercato del credito e per aumentare le possibilità che il disegno di legge venga approvato.
Questa è corcizione della peggior specie. http://market-ticker.denninger.net/archives/2008/09/24.html

La brutta situazione economica del paese si sta gradualmente deteriorando. Gli ordinativi per i beni durevoli dell’industria manifatturiera sono scesi del 4,5 per cento il mese scorso mentre le giacenze di magazzino hanno continuato ad aumentare. La disoccupazione sta salendo alle stelle e il crollo del mercato immobiliare continua ad accelerare. Credit Suisse si aspetta un totale di 10,3 milioni di pignoramenti nei prossimi anni. Cifre del genere non sono casuali, ma fanno parte di un programma più ampio per utilizzare la politica monetaria come mezzo per trasferire la ricchezza da una classe sociale all’altra, mentre si diminuisce il benessere economico complessivo della nazione.

La cosa più allarmante è che ora i creditori più importanti del paese stanno preparando una rivolta che probabilmente ridurrà il flusso di capitali verso i mercati americani facendo precipitare il dollaro e innescando un crollo deflazionistico del credito. Questo è quanto scrive la Reuters:“I regolatori cinesi hanno chiesto alle banche nazionali di cessare i prestiti di denaro alle istituzioni finanziarie degli Stati Uniti nei mercati monetari interbancari per impedire possibili perdite durante la crisi finanziaria, ha riferito giovedì il South Chine Morning Post. La messa al bando di tutto il prestito interbancario da parte della Commissione cinese sui regolamenti bancari si applica solamente alle banche americane e non ai prestatori di altri paesi, ha aggiunto il rapporto.”Bloomberg News riporta che il Presidente della Federal Reserve Bank di Dallas Richard Fisher ha rotto la tradizione e ha stroncato la proposta di salvataggio affermando che "affosserebbe ancor di più il governo degli Stati Uniti."

Da Bloomberg: “Il piano del Segretario al Tesoro Henry Paulson di acquistare i beni in difficoltà delle istituzioni finanziarie sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso di un governo già così spaventosamente indebitato”, ha detto oggi Fisher in un discorso tenuto a New York. “Siamo immersi in un profondo abisso fiscale... Le crisi e gli sconvolgimenti che abbiamo subito nei mercati equity e del debito sono stati la conseguenza di un’orgia prolungata di eccessi e comportamenti sconsiderati, non di una rigida politica monetaria”, ha detto Fisher al New York University Money Marketeers Club." (Bloomberg)

Di certo, la cura per l’iperbolico “eccesso di credito e il comportamento sconsiderato” non può essere della stessa natura. In effetti, il salvataggio di Paulson non affronta minimamente i problemi principali che sono stati oscurati da demagogia e minacce. I beni senza valore devono essere liquidati, le banche insolventi devono essere lasciate fallire e gli imbroglioni e i delinquenti che hanno architettato questo blitz finanziario sulle riserve nazionali devono essere chiamati a rispondere.

Il massacro dei bassi tassi di interesse di Greenspan, l’abbuffata di “denaro facile”, è ora visibile ovunque. I valori gonfiati delle case e delle azioni stanno crollando mentre la benzina continua a sfuggire all’enorme bolla delle equity. La FDIC5 dovrà essere ricapitalizzata – forse di 500 miliardi di dollari – per giustificare la perdita anticipata di depositi dalle banche fallite che si sono trovati nei reticoli della deflazione dei beni e della graduale contrazione del credito. La recessione sta arrivando ma il crollo economico può ancora essere evitato se il maldestro piano di Paulson viene abbandonato e viene intrapresa un’azione correttiva per collocare il paese su una solida base finanziaria.
Market Ticker delinea un quadro per una soluzione attuabile, ma si deve agire rapidamente per far ritornare la fiducia sul fatto che siano in corso dei cambiamenti nel sistema.

1- Obbligare tutti i “beni” fuori bilancio ad essere in bilancio, ed obbligare a spostare tutti i modelli di valutazione ed identificazione dei beni individuali dal Livello 3 ai moduli 10-Q e 10-K5 (in altre parole, niente più contabilità senza senso stile-Enron e più nessuna concessione alle banche che autocertificano il “valore” dei propri beni sospetti).

2- Obbligare tutti i derivati OTC in uno scambio regolamentato simile a quello utilizzato per le opzioni elencate nei mercati equity. Tutto questo disinnesca in modo permanente la bomba a tempo dei derivati. Concedete 90 giorni ai partecipanti al mercato; alla scadenza chi non è presente nell’elenco viene dichiarato fuori dai giochi; permettete ai partecipanti di denunciarsi l’un l’altro se non possono dimostrare un’adeguatezza di capitale (se le contrattazioni di contratti derivati può danneggiare il sistema “regolamentato”, allora quelle contrattazioni devono avvenire sotto rigide regole governative).

3- Obbligare la leva di tutte le istituzioni a non superare il rapporto di 12:1. La SEC ha abbassato di proposito i limiti di leva broker/dealer nel 2004; prima di quella data il limite era un rapporto di 12:1. Ogni azienda che era fallita aveva una leva che era il doppio o anche più rispetto a quel precedente limite di 12:1. Approvare questa misura con un limite temporale di sei mesi e richiedere un sesto delle eccedenze tirato giù ogni mese (il crollo del modello della “finanza strutturata” è in buona parte dovuto alla troppa leva. Ad esempio, Fannie Mae e Freddie Mac avevano un debito di 80 dollari per ogni dollaro di riserve di capitale quando sono entrate in amministrazione controllata).

Se ci deve essere un salvataggio, che sia fatto bene. Il disegno di legge di Paulson da 700 miliardi di dollari non fa nulla per risolvere i profondi problemi strutturali dei mercati finanziari; rimanda ulteriormente la resa dei conti mentre si sposta sul contribuente l’onere del pagamento di questi beni tossici. E’ un buco nell’acqua. L’intero sistema ha bisogno di una trasformazione in modo che le attività di Wall Street si adattino agli obiettivi più ampi della società di cui, si suppone, sia al servizio. Il modello di business di Paulson si è sfasciato; non serve a nessuno tentare di ripararlo.


NOTE DEL TRADUTTORE

1 La “Term Auction Facility” è uno strumento di politica monetaria introdotto dalla Federal Reserve per aumentare la liquidità nei mercati finanziari americani. Con i TAF, la Federal Reserve mette all’asta dei quantitativi definiti di prestiti a breve termine garantiti da collaterali alle istituzioni di deposito che si ritiene siano in buone condizioni finanziarie
2 Letteralmente “break the buck”, l’espressione si riferisce alla situazione (estremamente rara e spiacevole) in cui un fondo monetario scende sotto il valore netto di un dollaro per azione
3 L’IRX è l’indicatore del costo dei prestiti a 13 settimane tra banche commerciali e governo americano
4 La FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) è un ente governativo americano che garantisce l’integrità e la salvaguardia dei conti correnti delle banche membre
5 Il modulo 10-Q è una relazione dei risultati aziendali che deve essere presentata obbligatoriamente ogni tre mesi da tutte le società pubbliche. Il modulo 10-K viene invece presentato ogni anno