Strategie per uscire dalla crisi
di Peter Morici – Counterpunch – 23 Ottobre 2008
Traduzione di Alcenero per www.comedonchisciotte.org
I prezzi dei beni e delle azioni sui mercati globali continuano a cadere, mentre aleggia la minaccia di una lunga recessione. La paura getta un'ombra cheminaccia la sopravvivenza
I mutui convenzionali e i prestiti commerciali rimangono scarsi, 4 milioni di proprietari di casa sono minacciati di pignoramento da qui al 2010, e il crollo della domanda per beni e servizi in tutta l'economia sta distruggendo più di 100.000 posti di lavoro al mese. I lavori nel campo delle costruzioni e nella manifattura stanno scomparendo a un ritmo allarmante.
Gli sforzi di salvataggio delle banche da parte del Tesoro, della Federal Reserve e delle loro controparti straniere stanno fallendo perché affrontano i sintomi e non le malattie sistemiche che hanno causato la crisi
I funzionari nazionali hanno fornito liquidità alle banche, iniettato capitale e garantito i prestiti overnight e a breve termine. Però le banche che sono grandi centri di valuta non sono interessate ad usare i massicci fondi forniti loro per fare solidi prestiti a consumatori e imprese sulla scala necessaria a far andare avanti l'economia. Queste banche raccoglitrici di valuta non sono più interessate a fornire liquidità alle banche regionali raccogliendo i loro prestiti in obbligazioni da vendere a compagnie assicurative, fondi pensione e altri investitori a reddito fisso che siedono su grandi montagne di capitale.
Il sistema dei bonus e le strutture di retribuzione nelle grandi banche permettono ai dirigenti di guadagnare somme di denaro molto maggiori facendo altre cose: con la gestione di fusioni o col commercio di valuta e di derivati o cose simili. Le grandi banche, negli ultimi 25 anni, sono diventate parte di più grandi conglomerati finanziari. Questi sono gestiti da dirigenti che credono di
Le restrizioni sui compensi stabilite dal Tesoro quando ha iniettato capitale nelle maggiori banche si applicano solo a pochi alti funzionari e vengono facilmente aggirate. Semplicemente cambiano poco in ciò che c'è di sbagliato con gli incentivi dirigenziali nelle grandi banche che gestiscono il denaro.
Oltre a ciò la richiesta di beni e servizi negli Stati Uniti e in Europa viene fatta diminuire dalla moneta sottovalutata e dai massicci acquisti di dollari ed euro da parte della Cina, di esportatori di petrolio come l'Arabia Saudita e di altre economie emergenti. I loro grandi surplus commerciali si traducono in deficit commerciali negli Stati Uniti e in Europa e nella necessità di massicci prestiti per mantenere alta la domanda di beni e servizi nelle economie occidentali. Ciò ha causato, in primo luogo, la bolla immobiliare e l'eccessiva quantità di prestiti, e senza una politica per riallineare le valute, in modo da riequilibrare squilibri commerciali, non possiamo superare l'attuale crisi del credito senza rovinosi deficit governativi, prestiti spericolati ai consumatori e senza impegnare la vita dei nostri figli ai creditori stranieri.
Il Congresso sta discutendo un altro pacchetto di stimoli economici ma diminuzioni della tasse darebbero all'economia solo una spinta temporanea. Come abbiamo visto la scorsa primavera ed estate, ciò diede al consumo una spinta che si esaurì dopo pochi mesi. Diede euforia alla crescita
Una spesa nelle infrastrutture che facesse decollare progetti già in fase di studio darebbe un'eredità più duratura rispetto a facilitare qualche
In parallelo abbiamo bisogno di programmi aggressivi per rinforzare la gestione delle grandi banche e di iniziative decise per correggere un cattivo allineamento valutario con
di Lino Rossi – Soldi online – 22 Ottobre 2008
Di opere da fare ce n’è un’infinità, sia devastanti come le centrali nucleari (2) ed il ponte sullo stretto di Messina, sia rispettose dell’ambiente come la generazione distribuita dell’energia elettrica (1), la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio (3), i trasporti pubblici, la viabilità, la drastica riduzione del fabbisogno energetico dei fabbricati (4), ecc...
Ce n’è per far lavorare sia le grandi imprese che quelle medie e piccole. Quel che manca è solo la politica monetaria (5).
La prima domanda da porci è la seguente: è possibile che coloro che hanno portato la società a questo punto possano guidare la nuova politica?
Personaggi come Paulson, Trichet, Barroso, Almunia, Padoa-Schioppa, Draghi, ecc., saranno capaci di fare il contrario di ciò che hanno fatto negli ultimi decenni?
Qualche dubbio appare legittimo.
Si tratta di rispolverare il buon Keynes, magari senza interpretarlo malignamente col banale deficit spending, alzando drasticamente la base monetaria ed abbassando nel contempo il moltiplicatore bancario, per contenere M3 e conseguentemente l’inflazione. In questa maniera ci sarebbe un certo superamento temporaneo
Gli Stati disporrebbero così di una certa liquidità più che sufficiente per ravvivare il malato, anche grazie al moltiplicatore keynesiano. Il fenomeno dello spiazzamento (7) si prenderà in considerazione, assai volentieri, quando sarà sciolta la prognosi riservata; lo Stato dovrà allora ritirarsi ritornando alla politica monetaria più confacente ai momenti “normali”.
2· Scajola e la soluzione sovietica
3· Le centrali termoelettriche a biomassa
4· 9 centrali in meno di 5 anni
5· Come dovrebbe funzionare la politica monetaria
Le politiche monetaria e fiscale devono essere coordinate
6· per altro già atteso dalla Commissione Europea (per aiutare le banche)
7· Crowding out
di Lino Rossi – Soldi Online – 24 Ottobre 2008
Le grandi attese determinate dai suoi ultimi due libri e dagli annunci della primavera e dell’estate scorsa sembrano sbiadire. Adesso difende Maastricht, che in un momento come questo bisognerebbe invece superare
Diceva Giulio Tremonti pochi mesi fa (1): “Sappiamo anche che nel tempo presente ed in Europa - non in altri paesi nel mondo - i governi non hanno più il potere necessario per modellare la società o per fare parti importanti dell'economia.”
Questo passaggio significa che la politica monetaria è sottoposta al patto di stabilità e quindi i governi, singolarmente, non hanno la possibilità di manovrarla a piacimento. È corretto.
Nei governi ’01-’06 Giulio Tremonti, per dare un impulso alla nostra economia, ha superato il parametro
Questo lasciava intendere che:
- il ministro aveva ben chiaro il funzionamento della Politica Monetaria;
- una volta create le condizioni avrebbe dato il suo contributo positivo alla risoluzione
Pochi giorni fa ha detto (4): “non ci saranno variazioni nel Patto di stabilità e crescita, …
Viceversa, per superare la crisi, sarebbe necessario dare un impulso all’economia, un impulso (5) perlomeno europeo, ancora meglio se mondiale. Il patto di stabilità e
(2) Le politiche monetaria e fiscale devono essere coordinate
”
(3) Come dovrebbe funzionare la politica monetaria
(4) Tremonti: la politica non entrerà nelle banche
(5) Crisi, la soluzione ci sarebbe
(6) senza fantasmagoriche diavolerie finanziarie.