In Afghanistan, come e’ noto, la situazione sul campo e’ in continuo peggioramento per la coalizione a guida NATO.
Oggi poi un'operatrice umanitaria britannica è stata assassinata nella parte sud di Kabul, dove due persone a bordo di una moto le hanno sparato a bruciapelo. Mentre a Khunduz, nel nord, un'esplosione innescata da un attentatore suicida ha ucciso 2 militari tedeschi e 5 bambini al momento del passaggio di un convoglio.
E negli ultimi giorni i militari italiani sono stati vittime di due attacchi nel corso dei quali 5 soldati sono stati feriti.
Tutto cio’ testimonia quanto sia sempre piu’ forte la presenza talebana in tutto il Paese ormai.
Ma l’Italia di fronte a questo tragico quadro che fa?
Frattini oggi ha dichiarato mentre era in volo verso il Pakistan "Con i talebani nessun colloquio" - mentre il governo di Kabul lo ha gia’ avviato - e ha concluso col solito cerchiobottismo italiota “E’ un errore legittimare politicamente i talebani, ma e’ giusto includerli nei colloqui”. Fenomenale veramente il nostro mancato tennista finito per caso alla Farnesina...
E’ comunque tutto da verificare se i talebani a questo punto abbiano ancora interesse a negoziare con chi sta perdendo la guerra.
Ma non basta. Il governo italiano e’ anche diviso al suo interno sulle strategie future da intraprendere.
Mentre infatti Frattini esclude l'invio di nuovo soldati italiani in Afghanistan "Non penso sia la soluzione giusta", La Russa lega invece le possibilità di arrivare alla pace ad una maggiore presenza militare sul territorio. Insomma, grande unita’ di intenti…
Evidentemente nel governo nessuno ha ancora letto il rapporto dell’Aise (l’Agenzia di informazioni di sicurezza esterna) del primo semestre 2008.
Ma si sa, in Italia c’e’ ben altro di piu’ importante a cui pensare, come ad esempio chi eleggere alla Consulta e alla Commissione di Vigilanza RAI.
Nulla di nuovo comunque, e’ sempre il solito Paese peracottaro.
L'avanzata dei talebani
di Enrico Piovesana – Peacereporter – 20 Ottobre 2008
I talebani stanno rapidamente avanzando in tutto l'Afghanistan. A ovest, dove le truppe d'occupazione italiane sono costantemente sotto attacco. A sud, dove i guerriglieri assediano da giorni la città di Lashkargah. E soprattutto a est, dove la resistenza islamica sta chiudendo il cerchio attorno alla capitale Kabul.
Ovest. I sempre più frequenti attacchi contro le forze italiane nelle province occidentali - tre solo negli ultimi dieci giorni - dimostrano che i talebani sono ormai all'offensiva anche sul fronte occidentale. Lo conferma anche l'ultimo rapporto dei servizi segreti italiani (Aise) sulla guerra in Afghanistan, dove si sottolinea "la tendenza del fronte islamico radicale e antigovernativo a estendere il fronte offensivo alle regioni occidentali del Paese, in particolare alle province di Farah ed Herat dove sono presenti assetti nazionali".
Sud. La città meridionale di Lashkargah, nella provincia di Helmand, è sotto assedio talebano da una decina di giorni. La guerriglia, che controlla ormai tutti i villaggi e le zone rurali attorno al centro abitato, ha già tentato alcune incursioni in città, bersagliando i palazzi governativi con lanciarazzi e artiglieria leggera. L'esercito afgano ha inviato rinforzi per difendere la città, mentre l'aviazione Nato cerca di 'alleggerire la pressione' bombardando le zone rurali controllate dalla guerriglia. Come Nad Alì, dove pochi giorni fa le bombe alleate hanno ucciso ventisette civili, tra cui tredici bambini e tre donne.
Est. I talebani hanno ormai il pieno controllo delle zone rurali a sud, a est e ovest della capitale afgana. In due terzi dei distretti delle province di Wardak e Lowgar, a soli 30-40 chilometri da Kabul, i barbuti comandano alla luce del sole, gestendo la sicurezza, la giustizia e l'educazione scolastica. La polizia afgana si tiene alla larga e la popolazione locale si sente sicura. I talebani controllano con posti di blocco tre delle quattro strade d'accesso a Kabul: passa solo chi non è sospetto di lavorare per il governo o per la Nato. Solo la Shomali Road, verso nord, è ancora sotto controllo governativo. Per adesso.