giovedì 23 aprile 2009

Conferenza ONU sul razzismo: i diktat d'Israele e l'ipocrisia dell'Occidente

Alla conferenza ONU sul razzismo tenutasi a Ginevra, non ha destato alcuna sorpresa l'ennesimo esempio di ipocrita pregiudizio adottato da alcuni Paesi - USA, Canada, Italia, Germania, Olanda, Svezia, Australia e ovviamente Israele - che hanno disertato la conferenza perchè contrari alla presenza del presidente iraniano Ahmadinejad e alla bozza del documento finale.

Ma il documento finale è stato comunque approvato da tutti i Paesi membri ONU tranne nove, riprendendo le conclusioni della prima conferenza internazionale sul razzismo di Durban nel 2001. Senza però l'esplicita condanna a Israele per l’occupazione dei territori palestinesi, il motivo vero che aveva determinato la diserzione degli otto Paesi citati prima.

Questo è il paragrafo 63 presente nel testo del documento finale di Durban 2001, il paragrafo "incriminato" che ha provocato la penosa diserzione :"We are concerned about the plight of the Palestinian people under foreign occupation. We recognize the inalienable right of the Palestinian people to self-determination and to the establishment of an independent State and we recognize the right to security for all States in the region, including Israel, and call upon all States to support the peace process and bring it to an early conclusion".

E questa è la sua traduzione :"Siamo preoccupati per la difficile situazione del popolo Palestinese sotto occupazione straniera. Riconosciamo il diritto inalienabile del popolo Palestinese all'autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente e riconosciamo il diritto alla sicurezza per tutti gli Stati della regione, compreso Israele, e invitiamo tutti gli Stati a sostenere il processo di pace e portarlo a una rapida conclusione".

Ora questo paragrafo nel documento finale adottato ieri non c'è più, ma rimane invece il supino e meschino comportamento di quei Paesi che ancora una volta si sono piegati ai diktat di uno Stato arrogante, razzista e guerrafondaio come Israele.

A ciò si aggiunga il ridicolo spettacolo offerto da quei diplomatici europei che sono usciti dalla sala non appena ha preso la parola il presidente iraniano Ahmadinejad, facendovi ritorno subito dopo la fine del suo discorso.

Qui di seguito è riportata la traduzione in italiano del testo integrale del discorso di Ahmadinejad, a conferma della palese malafede di quei governi e mainstream media che l'hanno condannato a priori senza neanche ascoltarlo o leggerlo.



Ahmadinejad: "Leggete il labiale"

di Gilad Atzmon - Palestinethinktank.com - 21 Aprile 2009
Traduzione a cura Manuela Vittorelli membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica.

Ancora una volta mi trovo a plaudire al Presidente iraniano Ahmadinejad e ad appoggiare completamente le sue parole. Nessuno meglio di lui avrebbe saputo portare alla luce i sentimenti discriminatori europei.


Quello che abbiamo visto ieri al Forum delle Nazioni Unite contro il razzismo è stato un esempio di razzismo islamofobico rozzo, collettivo e istituzionale in azione, uno spettacolo coordinato del rabbioso sciovinismo occidentale. Una banda di diplomatici europei che si sono comportati come un branco di pecore, esibendo la negazione totale del principio di libertà d'espressione e della cultura del dibattito.

In maniera eloquente e profonda, il Presidente Ahmadinejad ha detto l'assoluta verità e ha espresso alcuni fatti universalmente riconosciuti.
Israele è proprio uno Stato razzista!
Israele si definisce “Stato ebraico”. Anche se gli ebrei non costituiscono un continuum razziale, la legislazione del loro Stato nazionale ha un orientamento razziale. Il sistema legale israeliano è discriminatorio nei confronti di coloro che non hanno la fortuna di essere ebrei. E come se non bastasse l'esercito israeliano si rivela omicida nei confronti degli abitanti indigeni del territorio.

Considerando che Israele è uno Stato d'apartheid a causa di questa discriminazione istituzionalizzata, ci si aspetterebbe che il Forum di Ginevra contro il razzismo serva principalmente a occuparsi di paesi come Israele. Ma la verità è tragica: nell'attuale stato degli affari mondiali Israele è la sola e unica nazione etnicamente orientata. E come abbiamo potuto vedere ieri, l'“Occidente” ancora una volta non è riuscito a confrontarsi con l'invito all'azione più evidentemente umanista.

Inutile dire che anche la descrizione fatta da Ahmadinejad delle circostanze storiche che hanno portato alla tragica nascita di Israele era assolutamente corretta.
È stata proprio la sofferenza ebraica a portare alla creazione dello Stato ebraico. È vero anche che lo Stato ebraico venne fondato a scapito dei palestinesi, che di fatto sono le ultime vittime a soffrire dell'era nazista.

Il nodo del problema è molto semplice. I diplomatici europei hanno dimostrato ieri di non riuscire ad accettare la verità quando viene espressa da un musulmano. Dunque sarebbe corretto affermare che in primo luogo questo gregge di diplomatici europei non avrebbe dovuto partecipare a un “forum contro il razzismo”. Il fatto che abbiano avuto una reazione intollerante dimostra che loro e i governi che hanno alle spalle sono la causa prima del razzismo di oggi, cioè l'islamofobia.

Quegli europei che non riescono ad accettare la verità quando esce dalla bocca di un musulmano, per non dire un capo di Stato musulmano, farebbero molto meglio a riunirsi in una conferenza che celebri la supremazia occidentale. Sono certo che Tel Aviv e Gerusalemme ospitano ogni anno varie conferenze di questo tipo.

Infine, se il governo britannico insiste a voler mandare dei delegati a questo genere di conferenze, farà meglio ad assicurarsi che le persone designate siano in grado di presentare argomentazioni eloquenti sostenibili dal punto di vista intellettuale. Peter Gooderham, l'ambasciatore del Regno Unito a Ginevra, evidentemente non è adatto a questo compito. L'ambasciatore ha dichiarato pubblicamente che “Simili dichiarazioni antisemite non dovrebbero trovare posto in un forum delle Nazioni Unite contro il razzismo”.

L'ambasciatore Gooderham a questo punto dovrebbe spiegarci dove sta esattamente l'“antisemitismo”.

Il Presidente Ahmadinejad non ha fatto riferimento alla razza ebraica, né all'ebraismo. Non ha fatto riferimento al popolo ebraico, ma semmai alla sua sofferenza.

Ambasciatore Gooderham, nel caso fosse riuscito a perdere completamente il senso del discorso mentre era impegnato a comportarsi come una pecora in un gregge, il Presidente Ahmadinejad stava dicendo il vero riferendosi ad alcuni fatti universalmente accettati.

Si potrebbero evitare motivi di imbarazzo, in futuro, se ai diplomatici britannici venisse convenientemente insegnato a capire la complessità degli affari mondiali e delle ideologie sottese all'elaborazione di questi affari. Ci verrebber risparmiato lo spettacolo di questi strani diplomatici buffoni in grado di emettere solo suoni senza senso che non sono del tutto chiari neanche a loro.




Testo del discorso pronunciato dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla conferenza sul razzismo della Durban Review, tenutasi il 20 Aprile a Ginevra.
da Presstv.ir - 20 Aprile 2009
Traduzione a cura di Iononstoconoriana

Signor Presidente, onorevole segretario generale delle Nazioni Unite, onorevole Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, signore e signori.

Ci siamo riuniti a seguito della conferenza di Durban contro il razzismo e la discriminazione razziale per cercare di agire concretamente in nome della nostra causa, che è sacra e umanitaria.

Nel corso degli ultimi secoli l'umanità ha attraversato grandi dolori e grandi sofferenze. Durante il Medio Evo, pensatori e scienziati sono stati mandati a morte. A quell'epoca è seguita l'era della schiavitù e della tratta. Persone innocenti sono state prese prigioniere a milioni, separate dalle loro famiglie e dai loro cari e deportati in Europa ed in America nelle peggiori condizioni di vita che si possano immaginare. Un periodo oscuro, cui non furono ignote le occupazioni, i saccheggi ed i massacri di persone innocenti.

Sono passati molti anni prima che le nazioni insorgessero e combattessero per la loro libertà e per la loro autodeterminazione: hanno pagato un prezzo molto alto nel farlo. Milioni di persone hanno perso la vita per cacciare le potenze occupanti e per stabilire governi indipendenti e nazionali. Tuttavia non trascorse molto tempo prima che le potenze rapaci imponessero due guerre all'Europa, due guerre che hanno afflitto anche parte dell'Asia e dell'Africa. Queste guerre terribili sono costate la vita a cento milioni di persone ed hanno lasciato il retaggio di devastazioni imponenti. Il fare tesoro della lezione impartita dalle occupazioni, dagli orrori e dai crimini di quelle guerre avrebbe senz'altro rappresentato una luce di speranza per le epoche a venire.

Ma le potenze vincitrici si sono autonominate conquistatrici del mondo, ignorando o minacciando i diritti delle altre nazioni con l'imposizione di leggi ed accordi internazionali oppressivi.

Signore e signori, prendiamo un momento in esame il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che è uno dei retaggi della prima e della seconda guerra mondiale. Quale logica regola un organismo i cui partecipanti hanno diritto al veto incrociato? Una logica simile come può non confliggere con i valori spirituali o umanitari? Non contrasta con i principi accettati di giustizia, uguaglianza davanti alla legge, amore e dignità umana? Non rappresenta una discriminazione, un'ingiustizia, una violazione ai diritti umani, un'umiliazione che colpisce la maggioranza delle nazionalità e dei paesi sovrani?

Per quanto riguarda la salvaguardia della pace e della sicurezza internazionali, il Consiglio di Sicurezza è l'organo decisionale più importante del mondo. Come possiamo aspettarci una giustizia ed una pace effettive, quando di fatto le discriminazioni sono legalizzate e gli stessi organi legislativi sono in preda alla coercizione e alla forza, piuttosto che avere come guida la giustizia e i diritti?

La coercizione e l'arroganza sono all'orgine dell'oppressione e della guerra. Anche se oggi molti sostenitori di fatto del razzismo condannano con parole e slogan la discriminazione razziale, un gruppo ristretto di potenze può ancora decidere per tutte le altre nazioni tenendo conto dei propri interessi ed a propria discrezione, e può facilmente violare tutte le leggi e tutti i valori umani, cosa già verificatasi.

Dopo la seconda guerra mondiale si è fatto ricorso all'aggressione militare per privare un popolo intero della propria terra, col pretesto delle sofferenze patite dagli ebrei, e sono stati inviati migranti dall'Europa, dagli Stati Uniti e da altre parti del mondo al fine di istituire un governo assolutamente razzista nella Palestina occupata. In concreto, nel tentativo di porre rimedio alle conseguenze del razzismo in Europa, si è aiutata la costruzione in Palestina della più crudele, repressiva e razzista forma di governo.

Il Consiglio di Sicurezza ha contribuito a consolidare il regime di occupazione e lo ha sostenuto per sessant'anni, consentendo agli occupanti di commettere ogni sorta di atrocità. Ancora più deplorevole è il fatto che molti governi occidentali e quello degli Stati Uniti si siano impegnati a difendere questi razzisti intenti a perpetrare un genocidio, mentre le coscienze risvegliate e le menti più libere del mondo condannano l'aggressione, le brutalità ed i bombardamenti contro i civili perpetrati a Gaza. I sostenitori di Israele, a fronte di questi crimini, o approvano o tacciono.

Cari amici, illustri delegati, signore e signori. Quali sono le cause prime delle guerre statunitensi contro l'Iraq, o dell'invasione dell'Afghanistan?

Quali motivazioni hanno sostenuto l'invasione dell'Iraq, se non l'arroganza del governo statunitense, le crescenti pressioni esercitate dai ricchi e dai potenti per espandere la propria sfera di influenza per perseguire gli interessi di gigantesche aziende produttrici di armi a scapito di una nobile cultura con migliaia di anni di storia alle spalle, la volontà di eliminare tutte le minacce, potenziali o pratiche che fossero, dei paesi arabi contro il regime sionista, e quella di controllare e saccheggiare le risorse energetiche del popolo iracheno?

Per quale motivo quasi un milione di persone sono state uccise o ferite, ed altri milioni sono state strappate alla loro terra? Per quale motivo il popolo iracheno ha avuto danni per centinaia di miliardi di dollari? E perché il popolo americano è stato tassato per miliardi come risultato di queste azioni militari? L'aggressione all'Iraq non è stata forse progettata dai sionisti e dai loro uomini nel governo statunitense di allora, insieme ai paesi produttori di armi e ai detentori delle ricchezze? L'invasione dell'Afghanistan ha forse riportato la pace, la sicurezza e la prosperità economica nel paese?

Gli Stati Uniti e i loro alleati non si sono limitati a fallire, nel loro intento di limitare la produzione di stupefacenti in Afghanistan; negli anni della loro presenza in Afghanistan le colture si sono perfino moltiplicate. La questione essenziale è: quali sono le responsabilità e le colpe del governo statunitense che decise l'invasione, e dei suoi alleati?

[Gli statunitensi ed i loro alleati] rappresentano forse tutti i paesi del mondo? Hanno ricevuto un mandato? Sono stati autorizzati dai popoli del mondo ad intromettersi ovunque, ed in modo particolare nella nostra regione? Questi comportamenti non sono forse un chiaro esempio di egocentrismo, di razzismo, di discriminazione, di prevaricazione nei confronti della dignità e dell'indipendenza delle nazioni?

Signore e signori, chi è responsabile per la crisi economica mondiale attualmente in atto? Da dov'è cominciata la crisi? Dall'Africa, dall'Asia o dagli Stati Uniti, paese dal quale si è diffusa in Europa e nei paesi alleati?

Per molto tempo il loro potere politico ha imposto all'economia internazionale regolamentazioni economiche inique. Hanno imposto un sistema finanziario e monetario privo di autentici meccanismi di supervisione internazionali a nazioni e governanti che non avevano alcun ruolo nelle campagne o nelle politiche repressive. Non permettevano neppure ai loro cittadini di supervisionare o controllare le politiche finanziarie messe in atto. Hanno introdotto una quantità di leggi e di regolamenti contrari a tutti i valori morali, al solo scopo di proteggere gli interessi dei detentori di ricchezze e di potere.

Gli Stati Uniti, inoltre, hanno imposto una visione dell'economia di mercato e della concorrenza che negava molte opportunità economiche cui invece sarebbe giusto accedessero anche gli altri paesi del mondo. Hanno scaricato i loro problemi sugli altri, mentre l'ondata della crisi imperversava infliggendo alla loro economia migliaia di miliardi di dollari di perdite.

In questi stessi giorni, stanno iniettando centinaia di miliardi di dollari di denaro liquido preso dalle tasche dei loro cittadini e da quelli di altre nazioni in banche, compagnie ed istituzioni finanziarie sulla via del fallimento, complicando ulteriorimente la situazione per la loro economia e per il loro popolo. Stanno semplicemente pensando a come mantenere il loro potere e la loro ricchezza. Non potrebbe importargliene meno dei popoli del mondo; non si interessano neppure del loro.

Signor Presidente, signore e signori, l'origine del razzismo sta nell'ignorare che l'essenza dell'esistenza umana è data dal fatto che l'uomo è la creatura prediletta di Dio. Il razzismo è anche il risultato dell'allontanamento dall'autentico percorso della vita umana e dagli obblighi che, nel mondo creato, spettano al genere umano; un allontanamento che impedisce una consapevole devozione verso Dio rendendo incapaci di pensare al significato profondo della vita o al percorso verso la perfezione che sono i principali testimoni della presenza divina, e di valori immanenti che hanno ristretto l'orizzonte delle prospettive umane ad interessi effimeri e limitati, divenuti l'unico campo di azione. Ecco perché il potere del Male ha preso forma ed ha esteso il suo dominio, togliendo a tutti la possibilità di accedere ad opportunità di sviluppo eque e giuste.

Il risultato di tutto questo è stato lo scatenarsi di un razzismo che rappresenta ora una serissima minaccia per la pace tra le nazioni e che ha disseminato di ostacoli ovunque, nel mondo, il cammino verso la costruzione di una convivenza pacifica. Senza dubbio il razzismo simboleggia un'ignoranza profondamente radicata nella storia ed è segno indubitabile di frustrazione nello sviluppo della società umana.

Per questo è importantissimo identificare le manifestazioni del razzismo nelle situazioni o nelle società afflitte dall'ignoranza deliberata o dalla mancanza di conoscenza. Questa crescente consapevolezza generale, insieme alla comprensione del significato profondo dell'esistenza umana, è il principale strumento per combattere le manifestazioni razziste, e testimonia sia la centralità del genere umano nel creato, sia il fatto che la soluzione del problema del razzismo passa dalla riscoperta dei valori morali e spirituali ed in definitiva dalla propensione alla devozione verso un Dio onnipotente.

La comunità internazionale deve cominciare a muoversi collettivamente per stimolare questa consapevolezza nelle società più depresse, laddove l'ignoranza data dal razzismo ancora prevale, in modo da fermare la diffusione di questo malevolo contagio.

Cari amici, il razzismo che la comunità universale si trova ad affrontare oggi sta offuscando, in questo inizio del terzo millennio, l'immagine dell'umanità.

Il sionismo mondiale impersona un tipo di razzismo che falsamente si richiama alla religione, e che abusa dei sentimenti religiosi per mascherare il proprio odioso ed orribile volto. E' molto importante dunque mettere in luce gli obiettivi politici di alcune tra le potenze mondiali e di coloro che controllano enormi ricchezze ed enormi interessi in tutto il mondo. Costoro mobilitano tutte le loro risorse, la loro influenza economica e politica e tutti i media del mondo per sostenere, invano, il regime sionista e per diminuirne in piena malafede l'indegnità e la vergogna.

Qui non si tratta di una semplice questione di ignoranza, e questo brutto modo di agire non può essere contrastato semplicemente con l'azione dei consolati. Occorre fare sforzi concreti perché gli abusi dei sionisti e dei loro sostenitori politici ed internazionali arrivino alla fine, nel rispetto della volontà e delle aspirazioni dei popoli. I governi devono ricevere incoraggiamento e sostegno nella loro lotta vòlta a sradicare questo razzismo barbaro ed a promuovere una riforma globale nei meccanismi che regolano le relazioni internazionali.

Non c'è dubbio che tutti voialtri siate consapevoli delle cospirazioni intessute da alcune potenze e dalle conventicole sioniste contro i traguardi e contro gli obiettivi di questa conferenza. Purtroppo esistono una vasta opera letteraria e molte prese di posizione in sostegno dei sionisti e dei loro crimini. Ed è vostro compito, onorevoli rappresentanti delle nazioni, svelare queste macchinazioni che vanno contro ogni valore ed ogni principio umano.

Deve essere chiaro che boicottare quest'assemblea, che ha un'enorme importanza internazionale, significa sostenere nei fatti questo palese esempio di razzismo. Difendere i diritti umani significa innanzitutto difendere il diritto di tutti i popoli di partecipare alla pari in tutti i processi decisionali internazionali di una qualche importanza, senza subire l'influenza di questa o di quella potenza mondiale.

In secondo luogo, è necessario ripensare le organizzazioni internazionali esistenti ed i regolamenti che le fanno funzionare. Questa conferenza è una specie di esperimento e l'opinione pubblica mondiale di oggi e di domani trarrà precise conclusioni sulle nostre decisioni e sulle nostre azioni.

Signor Presidente, signore e signori, il mondo sta attraversando mutamenti rapidi ed epocali. Le relazioni di potere sono diventate deboli e fragili. Possiamo sentire scricchiolare i pilastri del sistema mondiale. Le istituzioni politiche ed economiche più importanti sono sull'orlo del collasso.

Si sta avvicinando una crisi mondiale per la politica e per la sicurezza. Il peggiorare della crisi economica mondiale, per la quale non si intravedono prospettive di miglioramento, dimostra la montante ondata di cambiamenti globali di portata molto ampia. Ho spesso sottolineato l'importanza di correggere la rotta sulla quale il mondo viene a tutt'oggi mantenuto ed ho anche messo in guardia sulle conseguenze che qualunque ritardo nell'affrontare questo compito di fondamentale responsabilità potrebbe portare con sé.

Oggi, in questa preziosa occasione, vorrei ribadire a tutti i leader politici, a tutti i pensatori e a tutti i popoli del mondo rappresentati in questo incontro, a tutti coloro che desiderano la pace e la prosperità economica che le politiche economiche mondiali basate sull'ingiustizia sono giunte alla fine del loro cammino. Lo stallo cui si è giunti era inevitabile, a causa della logica vessatoria che sta alla base di queste politiche.

Alla base del controllo condiviso degli affari mondiali ci sono invece aspirazioni nobili, incentrate sugli esseri umani e sul primato d'Iddio Onnipotente, che rendono vano ogni politica ed ogni piano che vada contro la volontà vera dei popoli. La vittoria del giusto sull'ingiusto e l'instaurazione di un sistema globale basato sulla giustizia costituisce la promessa d'Iddio Onnipotente e dei suoi profeti, ed ha rappresentato un obiettivo comune per tutti gli esseri umani nelle diverse società e nelle diverse generazioni che si sono succedute nella storia. La realizzazione di un futuro come questo dipende dalla consapevolezza della creazione e dalla fede dei credenti.

La costruzione di una società globale rappresenta infatti il raggiungimento di un nobile obiettivo, rappresentato dall'instaurazione di un sistema comune globale che dovrà funzionare con la partecipazione di tutti i popoli del mondo ai processi decisionali più importanti; la costruzione di una società globale è anche la radice stessa di questo sublime obiettivo.

Le competenze scientifiche e tecniche e le tecnologie di comunicazione hanno prodotto una capacità di comprensione comune e diffusa ovunque nella società mondiale, e hanno anche fornito il terreno necessario all'edificazione di un sistema comune. Adesso tocca agli intellettuali, ai pensatori ed ai politici del mondo farsi carico delle proprie responsabilità storiche, credendo fermamente nella base di cui dispongono.

Voglio anche porre l'accento sul fatto che il liberalismo occidentale ed il capitalismo sono arrivati alla fine, perché non sono riusciti a percepire la vera essenza del mondo e degli esseri umani.
Hanno imposto i loro obiettivi e le loro direttive agli esseri umani. Non esiste in essi alcun riguardo per i valori umani e per quelli divini, per la giustizia, la libertà, l'amore e la fratellanza; hanno basato la vita sulla competizione estrema, ponendo avanti a tutto gli interessi materiali individuali e di gruppo.

Adesso dobbiamo fare tesoro del passato sforzandoci tutti insieme di affrontare le sfide del presente, e a questo proposito, in conclusione, vorrei guidare la vostra gentile attenzione su due questioni importanti.

In primo luogo, è assolutamente possibile cambiare in meglio la situazione mondiale presente. Sarà possibile farlo soltanto attraverso la cooperazione di tutti i paesi, che permetterà di ottenere il meglio dalle competenze e dalle risorse esistenti. Partecipo a questa conferenza perché sono convinto dell'importanza delle questioni affrontate, del fatto che è nostra comune responsabilità difendere i diritti dei popoli a fronte del sinistro fenomeno del razzismo, e perché è importante che io stia con voi, i responsabili del mondo.

In secondo luogo, tenendo conto dell'inefficienza del sistema politico, economico e di sicurezza internazionale, è necessario non perdere di vista i valori divini ed umani, facendo costante riferimento ad un'autentica definizione di essere umano basata sulla giustizia e sul rispetto dei diritti di tutti i popoli in ogni parte del mondo e riconoscendo gli errori commessi in passato da chi controllava il pianeta. Occorre intraprendere azioni comuni per la riforma dei sistemi esistenti.

Sotto questo aspetto è fondamentale riformare rapidamente il funzionamento del Consiglio di Sicurezza, eliminando l'istituto discriminatorio rappresentato dal diritto di veto, e cambiare il sistema finanziario e monetario mondiale.
E' evidente che il non comprendere quanto questi cambiamenti siano urgenti significherà affrontare ritardi a caro prezzo.

Cari amici, fate attenzione al fatto che muoversi in direzione favorevole alla giustizia e alla dignità umane è come seguire la corrente rapida di un fiume. Non dimentichiamo l'essenza dell'amore e degli affetti. La prospettiva del futuro promesso all'umanità rappresenta una grande risorsa che può tenerci uniti nella costruzione di un mondo nuovo.

Per fare del mondo un posto migliore, pieno di amore e di benedizioni, un mondo privo di povertà e di odio, che raccolga la crescenti benedizioni d'Iddio Onnipotente e la retta gestione operata da esseri umani nella loro completezza, stringiamoci tutti le mani, per l'amicizia e per la costruzione di un mondo nuovo.

La ringrazio signor Presidente, ringrazio il Segretario Generale e tutti i signori partecipanti per aver avuto la pazienza di starmi ad ascoltare. Molte grazie.