Dopo il cosiddetto "editto bulgaro" del 2002, è arrivata un'altra reprimenda per Santoro e la sospensione temporanea per Vauro.
Il nuovo direttore generale della Rai Mauro Masi si è insediato solo da pochi giorni e già si sta facendo notare per spiccato servilismo.
D'altronde fino al giorno prima di assumere questo nuovo incarico era Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nominato da Berlusconi nel maggio 2008.
Che dire quindi? Un altro conato di vomito è sulla rampa di lancio.
Non disturbate il manovratore...
di H.S. - www.comedonchisciotte.org - 16 Aprile 2009
Siete avvertiti: il messaggio che passa con la sanzione comminata a Santoro e Vauro dalla Commissione di Vigilanza della RAI è che non bisogna disturbare il noto manovratore. Una volta di più e mai come adesso, il servizio pubblico radiotelevisivo si arroga ipocritamente il diritto di interpretare emozioni e sentimenti della pubblica opinione e li prende a pretesto per giustificare una decisione che, invece, raccoglie certamente il plauso del nostro Presidente del Consiglio e del nostro Presidente della Camera.
Quel che è accaduto è peggio dell’editto bulgaro, una condizione umiliante per chi vuole comunque fare, con tutti i limiti del caso, un giornalismo di denuncia e vicino alla controinformazione. La puntata “riparatrice”, quindi allineata al potere ufficiale, è un’imposizione inaccettabile per chiunque si ponga come obiettivo costante quello di fare informazione. Tutto fa pensare ad un mero pretesto per sbarazzarsi di una voce scomoda e, comunque, diversa in seno alla RAI. E’ la dimostrazione ulteriore che fare un certo genere di informazione non allineata con i dettati ufficiali non solo non è gradito ma non può essere accettato da chi vuole appiattire e monopolizzare l’informazione e i programmi di contenuto politico e sociale per consolidare la propria posizione.
Poco si può fare al di dentro delle istituzioni e la RAI è la più eminente delle istituzioni che si occupano della comunicazione. Della citata e incriminata vignetta di Vauro, sul suo presunto cattivo gusto non voglio esprimermi ma in quanto a cattivo gusto il vertice si è toccato quando una solerte annunciatrice del TG1 ha snocciolato i dati dello share dei servizi sul terremoto abruzzese in maniera quasi compiaciuta. Insomma, meno male che c’è stato il terremoto per poter apprezzare l’impagabile professionalità dei giornalisti della RAI ! E che professionalità…
Personalmente ho seguito per intero la trasmissione di Santoro sul sisma in Abruzzo e devo ravvisare che, tutto sommato, il talk show “santoriano” si è posto delle domande legittime e ha illustrato una realtà che difficilmente può essere messa in discussione se non con la palese mala fede. Per quanto mi riguarda non sono certo un entusiasta estimatore del giornalista campano al quale non si può non riconoscere la professionalità probabilmente senza pari in ambito televisivo, tuttavia lo stile gridato, piuttosto demagogico e populista delle sue trasmissioni, fin dalla lontana Samarcanda, con una spiccata propensione per l’immersione nelle piazze, non mi convince pienamente.
Il meglio lo ha dato con Sciuscià, prima di AnnoZero, dove limitò lo spazio dedicato al “talk show” per privilegiare il documentario. Probabilmente sul programma dedicato alla tragedia abruzzese e nazionale si possono fare considerazioni circa l’opportunità di mandarlo in onda a pochi giorni dall’accaduto, ma ciò esula dall’ordine di considerazioni di chi si propone di fare quello che viene definito “giornalismo d’assalto”, l’informazione che mette il dito nella piaga. Inoltre è quasi certo che con il procedere del tempo i riflettori verranno puntati su altre Cogne, Garlasco e Novi Ligure e che sulle cause di questa tragedia – a partire dalla mancanza di rispetto per le norme antisismiche fino alla mancata prevenzione – calerà il solito silenzio.
Non disturbate il manovratore, quindi… Ed infatti al di fuori della parentesi di Santoro & c. l’informazione televisiva ha registrato una piattezza che ha pochi precedenti condita com’era di un pietismo falso e artificioso- Così prona ad offrire al nostro Presidente del Consiglio le passerelle adatte alla sua studiata vena populistica. Si riveda – chi può – la cerimonia funebre…
Ma è la vecchia lezione del Piano di Rinascita Democratica che non a caso attribuisce una fondamentale importanza al media televisivo e all’informazione, le quali devono essere assolutamente controllate.
Dagli allora con i primi piani sul “buon” capo di governo, gli elogi sperticati all’efficienza dello Stato, la retorica “buonista” e melensa… Se c’è un modo più esecrabile di sfruttare una tragedia, di fare sciacallaggio sulle vittime è proprio questo, con lo scopo neanche tanto celato di guadagnarsi consensi immeritati, mentre una prospettiva più “critica” delle cose dovrebbe spingerci ad affrontare i gravosi problemi che il sisma avrebbe dovuto porre all’attenzione.
Nel coro unanimista e – riconosciamolo – servile una vocina ha stonato e questa volta si ha l’impressione di essere arrivati alla resa dei conti definitiva. Ammettiamolo una volta di più: quella vocina parla la lingua di Di Pietro e dell’Italia dei Valori, il partito “legalitario” che non è proprio rispettoso del duopolio politico, partitico, informativo e televisivo. Se il PDL si rifugia nel comodo salotto di Vespa e il PD ha trovato in Floris il suo piccolo megafono, perché negare a quella che sempre più si sta imponendo come l’autentica “terza forza” del panorama politico il suo angolo in RAI ? Eppure nella vecchia RAI lottizzata c’era spazio per ciascuno dei tre maggiori partiti…
Il problema è che Santoro fa alti ascolti così come stanno aumentando i cittadini che si riconoscono sempre più con gli enunciati di Di Pietro e del suo partito. E’ una parte sempre più importante di questa Italia, da non trascurare, ma il manovratore e i suoi accoliti vogliono semplicemente relegarla ai margini ed impedire che possa esprimere nella pianezza la sua volontà di denuncia. Fra i punti del Piano di Rinascita colpisce, oltre all’attenzione per il controllo dell’informazione, l’obiettivo di creare un “bipartitismo” controllato. E’ allora logico che chi è “al di fuori” non debba godere di determinati spazi. L’Italia dello “struzzo” poco sopporta chi, quella testa e quel collo li tiene dritti sulla realtà. Può essere Di Pietro… Può essere Santoro… La sostanza non cambia.
Non è quindi difficile scorgere l’intento di sbarazzarsi di Santoro e degli altri che non sono completamente allineati al sistema “duopolistico” evitando le rozzezze “bulgare”. Forse varrebbe la pena di consigliare a Michele e agli altri di rinunciare al mainstream e di accontentarsi della nicchia.
Vista la loro popolarità non mancherà comunque il seguito. Per il resto questa televisione, ora come non mai, merita solo un piccolo gesto… istantaneo movimento del dito che sancisca il definitivo ed irrevocabile spegnimento. Musica di una dipartita che suona come una liberazione.