In speranzosa attesa delle fantomatiche "new towns"...
Cassandra all'Aquila - previsioni e cultura del rischio
di Corrado Poli - 6 Aprile 2009
I maggiori esperti italiani – l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – sostengono che i terremoti non si possono prevedere. Lo dicono anche ora che è successo davvero e qualcuno l’aveva previsto. Ma la previsione della scienza ufficiale non era scientifica quindi s’è preferito (1) non dare peso alla cosa, (2) perdere tempo e denaro per denunciare chi sfidava le autorità e (3) rinunciare a impiegare risorse per prepararsi nel caso, persino remoto, che l’ultimo e il più emarginato dei ricercatori avesse ragione .
Gli altri ricercatori, che forse sapevano le stesse cose, non hanno parlato per non contraddire i superiori dai quali dipende la loro carriera. Per “procurato allarme” ho subito un processo e sono stato assolto “perché il fatto non sussiste” e ho scritto (ma soprattutto letto) alcuni saggi sul rischio ambientale. Per la prima e la seconda cosa posso essere considerato persona informata, se non dei fatti, per lo meno della mentalità corrente. Vi sono due problemi. Il primo è la scadente cultura della valutazione razionale del rischio. Si sintetizza nella frase: “poiché non è scientificamente provato che si possono prevedere i terremoti, non prevediamoli!”.
Il secondo è che se un ricercatore non appartenente alla casta della scienza ufficiale fa una previsione, non viene preso in considerazione, anzi viene accusato di lesa maestà ed emarginato.Se viene denunciato (anche se sarà sempre impossibile condannarlo) per procurato allarme, la prossima volta starà zitto e non disturberà i capi. Quanto al primo problema va da sé che la valutazione del rischio è un problema etico e psicologico prima che tecnico. Se lo lasciamo nelle mani dei geofisici e degli ingegneri costoro si esporranno solo nel momento in cui hanno la cosiddetta certezza della validità dei loro strumenti. Non parliamo poi della possibilità che uno strumento anziché l’altro venga scelto sulla base del potere della ditta venditrice piuttosto che della reale efficacia.
Chi produce cose diverse, non ha ancora un rapporto con gli enti che gliele commissionano. Quanto al secondo problema, la questione si pone sulla qualità dei nostri tecnici. Abbiamo letto centinaia di articoli sui metodi familistici e clientelari di assegnazione di posti nelle Università e nelle amministrazioni. Una conseguenza sulla qualità e l’onestà dei tecnici “ufficiali” ci sarà pure.
E il caso del mancato ascolto di chi avrebbe potuto prevedere, sia pure con incertezza, il terremoto dimostra che la corruzione e la chiusura mentale degli accademici quotidianamente crea piccole ingiustizie e inefficienze, ma di tanto in tanto causa dei morti. Per evitare la morte di molte persone sarebbe bastato che gli scienziati ufficiali avessero avuto un po’ di apertura mentale e di umiltà per “credere” allo scalzacane che aveva messo in guardia dal rischio. Pur rischiando che fosse tutta una precauzione infondata, ci si sarebbe potuti organizzare in anticipo.
Ma il vero rischio per alcuni era perdere la propria autorità e prestigio di fronte a strumenti non ufficiali. E magari vedersi costretti a investire soldi pubblici in strumenti non più forniti dai soliti noti. Le televisioni stanno dando pochissimo rilievo a questo caso, ma sicuramente presto nascerà una polemica. Se non si discuterà di questo, vorrà dire che non abbiamo più libertà di stampa.
Prevedere i terremoti o adeguare gli edifici?
di Marco Cattaneo - http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it - 6 Aprile 2009
Non sono un geologo (e nemmeno un geofisico, aggiunta a posteriori dovuta alle corrette precisazioni di molti lettori). Ed è una premessa fondamentale per dire che la mia opinione in materia non è quella di un esperto. Però da giornalista scientifico sento il dovere di dare qualche informazione e qualche precisazione a proposito delle polemiche che in queste ore stanno montando sul sisma di questa notte. E sul fatto che secondo qualcuno sarebbe stato “una tragedia annunciata”.
La prima informazione, doverosa, è che secondo la comunità mondiale dei sismologi, al momento attuale non è possibile prevedere i terremoti.
Però nella scienza le parole sono importanti. “Prevedere”, in questo contesto, significa dare una ragionevole finestra temporale e una finestra di magnitudo, perché si possano prevenire danni alla popolazione, nei limiti del possibile. (Che probabilmente ci sarà un forte sisma in California entro questo secolo posso dirlo anch’io, senza essere Nostradamus…)
In questo senso, non mi risulta che ci sia alcun metodo accreditato per prevedere i terremoti.
Come avrete appreso dalle cronache, la polemica nasce dalla denuncia per “procurato allarme” che ha colpito in settimana Gioacchino Giampiero Giuliani, un tecnico dell’Istituto nazionale di astrofisica che lavora come collaboratore presso i Laboratori del Gran Sasso dell’INFN. La cronaca, e i riferimenti alla vicenda, li trovate facilmente in rete.
Ma è bene metterli in ordine.
In ordine cronologico, a quel che ho potuto ricostruire , il primo tra i recenti interventi di Gioacchino Giuliani è stato questo, su Donne Democratiche, il 24 marzo. Qui Giuliani dice: “Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini, in quanto lo sciame sismico andrà scemando con la fine di marzo.”
Eppure pochi giorni dopo, domenica 29 marzo, lo stesso Giuliani (secondo la ricostruzione del “Corriere”), annuncia al sindaco di Sulmona che di lì a poche ore la città sarà colpita da un sisma devastante. Il sindaco, dal Congresso del PDL, è comprensibilmente turbato. Nella città abruzzese, raccontano i cronisti, la gente è in strada con coperte e materassi. E in effetti la notte di domenica 29 marzo un sisma c’è, ma è di magnitudo 4, e si inserisce normalmente nel contesto dello sciame sismico di bassa intensità che sta colpendo la regione ormai da mesi.
Pochi giorni dopo Guido Bertolaso denuncia l’accaduto, con parole forti, e Giuliani viene denunciato per “procurato allarme”.
Ieri notte, alle 3.32 ora italiana, il sisma di magnitudo 6,3 che sconvolge la parte appenninica dell’Abruzzo. E, nel giro di poche ore, la polemica in cui Bertolaso viene messo sotto accusa anche da alcune autorità (alle 14.26 la presidente della provincia dell’Aquila dichiarava: “Era una tragedia annunciata. L’allarme dei giorni scorsi è stato sottovalutato”).
E il diretto interessato, Giuliani, chiede le scuse di Bertolaso e immediatamente viene indicato da mezzo web come una specie di eroe nazionale inascoltato.
Io, che geologo non sono e fino a ieri ero convinto che non si potessero prevedere i terremoti, mi pongo un sacco di domande.
Come si spiega che il terremoto devastante previsto per domenica 29 marzo non sia avvenuto?
Come si spiega che per il terremoto violento di questa notte non sia stato lanciato l’allarme dallo stesso Giuliani o dai suoi collaboratori? Giuliani spiega nelle interviste di oggi che il sisma era prevedibile, e che ieri sera lo vedeva anche dai sismografi. Perché non ha nuovamente lanciato l’allarme?
Si può dire “prevedere i terremoti”, se lo annuncio una settimana prima in un posto e invece succede una settimana dopo in un altro? Intendo dire: se si fosse dato retta al primo allarme si sarebbe evacuata Sulmona per un paio di giorni, immagino. Poi, tutti a casa. Il terremoto invece ha colpito più a nord, e una settimana dopo. Come si fa a dire che era una tragedia annunciata?
Lo sciame sismico in corso in Abruzzo è lì da mesi. Ma un episodio violento avrebbe potuto esserci oppure non esserci. Il 24 marzo, secondo lo stesso Giuliani, tutto si sarebbe esaurito entro pochi giorni…
Dalla cronaca, francamente, mi pare di capire che hanno ragione i geologi: non si possono prevedere i terremoti. Non con quel grado di certezza che permette di dire quanto saranno violenti e quando accadranno entro un ragionevole margine di approssimazione.
Peraltro le misure del radon, considerato un importante precursore sismico, sono allo studio da decenni. Su google scholar, il primo articolo che parla anche di radon tra i precursori sismici si intitola così: Earthquake prediction: a physical basis. Ha 270 citazioni, ed è uscito su “Science” nel 1973. Dunque non è che i geologi di tutto il mondo sono degli sprovveduti. Piuttosto non ritengono di avere ancora abbastanza informazioni dai precursori sismici per dire di poter prevedere i terremoti.
Davanti al disastro che ha colpito l’Abruzzo, però, a uno come me sono venute in mente anche altre domande, che invece non mi sembrano emergere con chiarezza. Come si è detto, il sisma abruzzese è stato di magnitudo 6,3. Lo scorso anno, a metà giugno, un forte sisma in Giappone ha provocato 13 morti, più di 350 feriti e circa 2000 persone hanno perso la casa. Ma era di magnitudo 7,2. Un confronto con i più recenti sismi italiani può dare un’idea: in Friuli, nel 1976, un sisma di magnitudo 6,4 ha provocato 989 morti; il terremoto dell’Irpinia del 1980, di magnitudo 6,9, ha provocato 2735 morti, 9000 feriti e 280.000 sfollati.
Paragonato al sisma dell’Abruzzo, quello di Iwate-Miyagi dello scorso anno ha liberato 30 volte più energia: com’è possibile che un terremoto molto più debole in Italia provochi molte più vittime e molti più senzatetto?
Credo che ce ne sia abbastanza per porsi domande serie sullo stato del patrimonio abitativo nazionale, sul grado di sicurezza dell’edilizia residenziale anche in zone notoriamente sismiche, quale è tutta la dorsale appenninica. E per chiedersi se non sia il caso di avviare un imponente intervento strutturale sul patrimonio edilizio del paese, prima di pensare a concedere l’ampliamento delle villette “fai-da-te”. Ho il dubbio, però, che queste domande non se le farà nessuno.
N.B. È peraltro singolare che in un paese a rischio sismico come l’Italia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sia nella situazione denunciata da Leonardo Coen nel suo blog o dallo stesso presidente dell’INGV, Enzo Boschi, in questa lettera al Governo del 1° ottobre scorso.
da AGI - 6 Aprile 2009
Conosco bene Giuliani perche' ho lavorato quattro anni con lui. Negli ultimi tempi ci siamo scambiati dati sulla possibile correlazione terremoti-emissioni di gas Radon. Nei laboratori del Gran Sasso c'e' un interferometro laser che registra gli spostamenti della roccia perche' il laboratorio e' attraversato da una faglia sismica: questa e' una cosa nota. Lo afferma Michelangelo Ambrosio, Dirigente Ricerca Infn (Istituto Fisica Nucleare) di Napoli, in una lettera all'associazione 'Giuseppe Dossetti' in cui nota "trascurare con superficialita' le applicazioni di nuove tecnologie solo perche' proposte da ricercatori non appartenenti allo establishment preposto a tale funzione e' una negligenza criminale di cui oggi paghiamo le conseguenze".
Insomma, una conferma della teoria di previsione del terremoto di Giampaolo Giuliani. "Le tragiche sequenze di queste ore del terremoto in Abruzzo rendono piu' che mai attuali le indicazioni degli scienziati - si aggiunge nella nota - che compiono studi di vulcanologia come il Dott. Giuliani tecnico e ricercatore del laboratorio di fisica del Gran Sasso". Quindi a supporto della tesi Giuliani c'e' l'intervento ora di Ambrosio dell'Infn di Napoli e del responsabile dell'Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell'Associazione, "Giuseppe Dossetti", Corrado Stillo. "Chiediamo che quanto prima si apra un serio dibattito sul perche' studi di previsione di ricercatori italiani sulla possibile previsione di terremoti non sono presi in considerazione. Non e' l'ora delle polemiche ma e' opportuno che in un Paese sismico come il nostro - sostiene Stillo - gli studi sulle previsioni basate sull'emissione di gas radon siano valutate come avviene in altri Paesi, tra cui il Giappone, dove da tempo i dati sul radon vengono presi ed analizzati dagli esperti".
Terremoto in Abruzzo, catastrofismo e tranquillismo
di Marco Pagani - ecoalfabeta.blogosfere.it - 6 Aprile 2009
Come dice Marco Travaglio, carta canta. Riporto senza commentare, perchè si commenta da sè.
Se il sensore prevede il terremoto, Sole 24 ore , 10 giugno 2005
«Un giorno dell'ottobre 2002, poco prima del drammatico terremoto di San Giuliano di Puglia, Gioacchino Giuliani osserva segnali intensi e anomali: convinto che si tratti di un evento eccezionale, avverte i colleghi che invece pensano a un guasto e consigliano di spegnere la macchina.
Ma Giuliani non spegne, e anzi registra picchi sempre più rapidi e violenti. Quando infine arriva il terremoto, i quattro si guardano negli occhi, spaventati e confusi sul da farsi: questa esperienza convince la società Caen — leader nella produzione di dispositivi elettronici per i maggiori esperimenti di fisica del mondo - a investire uomini e mezzi nell'impresa, che sembra aprire nuove prospettive nella difficile sfìda dalla previsione dei terremoti.»
Qui c'è aria di terremoto, Club 3, ottobre 2008
«Giuliani e il suo staff previdero anche il terremoto del Molise del 2002, dove persero la vita 27 bambini: fu comunicato l’allarme alla Protezione civile, ma allora tutto il sistema era ancora in fase sperimentale. [...]
«Abbiamo investito tutto in questo progetto», conclude il tecnico. «Adesso il mio sogno è che venga potenziato, migliorato e utilizzato su vasta scala nelle zone sismiche, per poter salvare quante più vite umane possibili»
Lettera della società SCS alla protezione civile del 15 maggio 2006
«Egregio dr. G. Bertolaso,
desidero portare alla Sua attenzione un progetto costituito da una rete di sensori del tipo PM-4 e PM-2 che si propone come obiettivo principale la rivelazione di precursori sismici, ottenuti dal monitoraggio di gas Radon, nonché il controllo sull’ inquinamento ambientale prodotto dallo stesso Radon, su vaste aree.[...]
L’intero sistema, la metodologia di rivelazione e l’algoritmo di analisi dati, è protetto da brevetto depositato dall’autore di questa nuova procedura, Sig. Gioacchino Giuliani.
Risultato test: dal 27 Dicembre 2003 al 8 Gennaio 2004, sono stati generati 12 Allarmi ed osservati 9 terremoti, pari ad una efficienza del 75 %, poichè tre ripetute dopo scosse principali, non calcolate.»
Niente allarmismo i terremoti non sono prevedibili, Abruzzo 24 ore, 1 aprile 2009 (purtroppo non è un pesce d'aprile)
Intorno al tavolo c'erano i massimi esperti italiani in materia di terremoti, che hanno rassicurato: lo sciame sismico che interessa l'Aquila da circa tre mesi è un fenomeno geologico tutto sommato normale, che non è il preludio ad eventi sismici parossistici, anzi il lento e continuo scarico di energia, statistiche alla mano, fa prevedere un lento diradarsi dello sciame con piccole scosse non pericolose. Rassicurazioni che fanno davvero bene a tutti gli aquilani, sull'orlo di una crisi di nervi, e al sindaco Massimo Cialente.
Sottolineano poi gli esperti: uno specifico evento sismico non può essere previsto, chi lo fa procura solo ingiustificato allarme. Il riferimento è ovviamente allo studioso aquilano Gioacchino Giuliani, che grazie ad un sensore afferma poter prevedere di 24 ore gli eventi sismici studiando i raggi gamma del Radon emesso dalla crosta terrestre. Giuliani è stato denunciato ieri per procurato allarme, perchè ha telefonato al sindaco di Sulmona, per avvertirlo che era in arrivo un forte terremoto nel pomeriggio di domenica.»
L'uomo che dice di prevedere i terremoti ora rischia una denuncia, Abruzzo 24 ore , 31 marzo 2009
«Dice infatti di aver previsto una scossa domenica a Sulmona, dopo quella della mattina, per il pomeriggio; scossa che in realtà non c'è mai stata. Telefonò subito alla polizia municipale, poi al sindaco Federico per annunciarla, prevista con più intensità della precedente.
"Non è possibile che si vada in giro a creare allarmismi", evidenzia il sindaco Federico, "domenica ho passato la giornata più brutta della mia vita perché dopo aver parlato con quel signore, che mi aveva annunciato un sisma devastante, molto più forte di quello che c’era stato in mattinata, mi sono trovato in una situazione difficilissima. [...] trovando rassicurazioni solo dopo aver parlato con il Centro nazionale di sismologia di Roma, dove hanno ribadito che le possibilità che si verificasse un terremoto a Sulmona erano le stesse di un altro territorio a rischio sismico in giro per il mondo. [grassetto nell'originale]»
Il terremoto è avvenuto 8 giorni dopo, un centinaio di km a nord di Sulmona, ma è avvenuto. Qui leggete l'intervista rilasciata oggi da Giuliani. Per il tranquillismo vedi qui. A proposito di tranquillismo, potete leggere qui .
I rischi dimenticati
di Mario Tozzi - www.la stampa.it - 7 Aprile 2009
E’ sempre spiacevole riflettere sulle catastrofi quando ci sono ancora persone da tirare fuori dalle macerie, ma bisogna farlo se si vuole evitare di trovarci ancora nel dolore e nella rabbia.
E rabbia è la parola giusta, quando sono anni che si classifica meticolosamente il territorio nazionale, mettendo in luce quanto sia esposto ai rischi naturali, e sono anni che non se ne tiene alcun conto. Agli italiani sembra di poter vivere in Scandinavia, ma il terremoto dell’Aquila ci ricorda brutalmente che non è così, che da noi ci sono alluvioni, frane ed eruzioni vulcaniche, che in buona misura possono essere previste, e terremoti di cui, invece, non si sa né l’ora o il giorno né tanto meno il mese o l’anno in cui si scateneranno.
È pero certo che lo faranno e ormai si sa bene dove: in Friuli, in Garfagnana, nella dorsale appenninica umbro-marchigiana-abruzzese, in Irpinia, in Calabria, nel Gargano e nella Sicilia orientale. E anche con che tipo di danno: veramente catastrofici nello Stretto di Messina, in Irpinia e nel Catanese.
Eppure non viene speso un centesimo nel risanamento antisismico degli edifici pubblici, anzi si progettano faraoniche grandi opere che stornano denari dall’unico uso sensato che se ne dovrebbe fare in un contesto come il nostro. E si ipotizzano «piani edilizi» che permetterebbero la sopraelevazione degli edifici, proprio una delle cause più frequenti di crollo da terremoto, come insegna la storia dei nostri sismi, da quello di Messina e Reggio Calabria del 1908, aggravato dall’aver ignorato - già allora! - le norme antisismiche borboniche che vietavano di innalzarsi a più di 10 metri di altezza e di sovraccaricare gli edifici.
Sarà bene ricordare che non solo le città italiane sono il frutto di ricostruzioni dopo innumerevoli terremoti, ma anche il paesaggio è un paesaggio sismico, prodotto cioè da successivi eventi, come è normale in un paese geologicamente attivo, in cui si può convivere con il rischio solo usando scienza e intelligenza. Non uccide il terremoto, ma la casa mal costruita o mal posta. Sarebbe bene ricordarlo sempre. Dovremmo infine farla finita di parlare di ipotetiche catastrofi naturali, che in realtà non esistono: esiste solo la nostra incapacità, ignoranza o malafede nel rapportarci con il rischio e una delittuosa propensione a perdere la memoria degli eventi passati. Ma in Italia nessun posto è immune dal rischio e la Terra non smetterà di ricordarcelo.
Piano casa
di Marco Travaglio - L'Unità - 7 Aprile 2009
La natura è stata più svelta del governo e ha presentato il suo piano casa. È una fortuna che gli edifici crollati non fossero stati ancora ingranditi del 20-30 per cento, secondo i dettami del Cavaliere e dei suoi corifei, altrimenti il bilancio dei morti sarebbe più cospicuo. E non osiamo immaginare il bilancio dei danni se, nel paese più sismico d’Europa, fossero già in piedi le cinque centrali nucleari e il Ponte di Messina (una delle zone più martoriate da terremoti) minacciati dal governo.
Per capire in che mani siamo, ecco un comunicato della Protezione civile (1° aprile 2009): «Ieri si è riunita all’Aquila, nella sede della Regione Abruzzo, la Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi… per fornire ai cittadini tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull’attività sismica delle ultime settimane in Abruzzo: attività che viene costantemente monitorata, pur non essendoci nessun allarme in corso». Il vicecapo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, filosofeggiava: «Bisogna saper convivere con le caratteristiche dei territori». La «comunità scientifica» confermava «che non c’è pericolo perché il continuo scarico di energia riduce la possibilità di eventi particolarmente intensi».
Quanto all’allarme di Giampaolo Giuliani, tecnico dei laboratori del Gran Sasso, su un imminente «terremoto disastroso», Guido Bertolaso si scagliava contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedeva una punizione esemplare e denunciava Giuliani per «procurato allarme». Ecco, siamo in buone mani.
L'intervista al fisico Giampaolo Giuliani prima del terremoto.
Qui invece l'intervista video del Corriere della Sera a Giuliani dopo il terremoto.