martedì 25 marzo 2008

L’ennesima elemosina

La scampagnata elettorale continua e dopo la barzelletta di Berlusconi sulla cordata di imprenditori italiani intenzionati ad acquistare Alitalia al grido di “qui si fa Alitalia o si muore”, ecco che in giornata durante il suo tour in Sicilia Veltroni risponde con una promessa di aumento delle pensioni a partire dal Luglio prossimo.

Benissimo, nulla da obiettare. L’aumento delle pensioni – e dei salari, aggiungo – legato all’aumento del costo della vita è una questione cruciale per qualsiasi governo verrà fuori dalle urne del 13 e 14 Aprile.
Ma entriamo nel concreto. Veltroni ha dichiarato: “L'intervento riguarda i pensionati di oltre 65 anni e determina, a partire dal 1 luglio 2008, un incremento medio di quasi 400 euro l'anno per le pensioni fino a 25 mila euro l'anno (fino a circa 2 mila euro al mese) e un incremento fra i 250 e i 100 euro l'anno per le pensioni di importo compreso tra 25 mila e 55 mila euro l'anno”.

In soldoni, l’aumento di cui parla Veltroni andrebbe da un minimo di 8,33 euro a un massimo di 33 euro circa al mese. Spiccioli quindi, l’ennesima elemosina che comunque costerebbe intorno ai 2,5 miliardi di euro l’anno.

La proposta punta a innalzare le detrazioni previste per i redditi da pensione in funzione dell'età anagrafica, in modo da incrementare maggiormente "per ogni dato livello di pensione, le pensioni più vecchie, ossia le pensioni più distanti dalla data del pensionamento e quindi maggiormente erose dalla perdita di potere d'acquisto; modificando le regole con cui il montante contributivo viene trasformato in vitalizio, al fine di migliorare l’indicizzazione delle pensioni e legare l’indicizzazione ‘reale’ delle pensioni calcolate con il metodo contributivo all’andamento di un indice di sostenibilità dato dal rapporto tra spesa pensionistica e monte dei redditi da lavoro. Il fine è quello di permettere ai pensionati di partecipare ai frutti della crescita economica del Paese".

Ottimo, la crescita per quest’anno è prevista intorno allo 0,6% e i pensionati avranno di che rallegrarsi…

Naturalmente si è subito levata la voce di Silvio che ha banalmente replicato: "Il problema numero uno è quello di adeguare le pensioni ai prezzi, al caro vita, a partire dalle basse. Si tratta di un fatto di giustizia perchè i prezzi sono aumentati nell’ultimo anno del 4% in media e del 12 e 14% per i beni di prima necessità come pane e pasta mentre le pensioni dell’1,6%".
Non ha però avuto il coraggio di quantificare l'adeguamento, per non scadere anche lui nel ridicolo. Ma d’altronde non ne ha bisogno…

La proposta di Veltroni per essere seria e connessa con la realtà tragica dell’aumento indiscriminato del costo della vita avrebbe dovuto prevedere la parola ‘mese’ al posto della parola ‘anno’.
Infatti gli aumenti indicati da Veltroni, per non diventare elemosine, dovrebbero invece essere compresi tra i 100 e i 400 euro al mese e non all’anno.

E’ ovvio che ciò comporti una spesa notevole per lo Stato, ma volendo le risorse si trovano. Eliminando ad esempio enti di Stato obsoleti e costosi, a partire dalle Province, tagliando gli sprechi nella spesa pubblica e proseguendo con determinazione nella lotta all’evasione fiscale.
Così, solo per cominciare.

Ma tanto che lo dico a fare……