giovedì 13 marzo 2008

L’ultimo panettone di Berlusconi

28 Ottobre 2007

Non c’è giorno che passa senza che Berlusconi non ricordi agli italiani che il governo è alla frutta, che cadrà presto, che deve gettare la spugna, che gli mancheranno i voti di quei senatori che non sono entrati nel Partito Democratico, che bisogna andare a votare immediatamente, che lui ritornerà sicuramente a Palazzo Chigi, ecc. ecc.
Una litania ossessionante, noiosa e stanca dal momento che è da un anno che la ripete come un automa.

Certo il governo Prodi è quello che è, i suoi numeri al Senato sono quelli che sono e l’immagine di lacerazione interna che spande a piene mani è stupefacente, quasi da Guiness dei Primati del masochismo.
Quindi può effettivamente cadere da un momento all’altro ma che si ritorni subito dopo alle urne è tutt’altro che scontato, anzi.

In primo luogo perché il Presidente della Repubblica Napolitano può legittimamente sondare gli umori del Parlamento e affidare l’incarico di formare un nuovo governo a chiunque ritenga in grado di ottenere la fiducia nelle due Camere, visto che in Italia non c’è l’elezione diretta del premier, neanche indirettamente come Berlusconi pensa quando dichiara: “la legge elettorale vigente ha indicato un leader di coalizione, che poi e' diventato presidente del consiglio dei ministri, non vedo chi possa - contro questa legge - andare a decidere che sia un altro e diverso presidente del consiglio dei ministri”.

Pur di tornare a Palazzo Chigi e mettere in bacheca la Coppa Palazzo Chigi come se fosse la Champions League, Berlusconi stravolge qualsiasi realtà, si sa. Ma bisogna capirlo, ha più di 70 anni e il tempo stringe.

Però il vero motivo fondamentale per cui, anche se dovesse cadere Prodi, non si andrà subito ad elezioni è uno solo: il raggiungimento della pensione a partire dal 29 Ottobre 2008 per quei deputati e senatori di tutti gli schieramenti eletti per la prima volta nella loro vita. Eletti poi è una parola grossa, in quanto sono finiti in Parlamento solo grazie al fatto di essere stati nominati dalle rispettive segreterie di partito e posizionati ad hoc nelle varie liste elettorali.

Quindi per tutti costoro, che molto probabilmente mai e poi mai sarebbero entrati in Parlamento con una qualsiasi altra legge elettorale, rinunciare alla ricca pensione parlamentare a soli pochi mesi dal suo raggiungimento e solo per fare un favore a Berlusconi sarebbe veramente una beneficenza imbecille.

Perciò, dato per scontato che l’obiettivo di arrivare alla ricca pensione a vita è in cima a tutto, automaticamente ne consegue che, anche dopo un Prodi dimissionato, nascerebbe un governo qualsiasi che magari porterà ad elezioni nel 2009, ma mai prima. Forse neanche nel 2009.
E ciò significa che Berlusconi mangerà quest’anno il suo ultimo panettone da leader incontrastato del centrodestra e perenne candidato a Palazzo Chigi da quasi 14 anni.

Infatti mentre si è registrata la nascita del Partito Democratico con Prodi presidente e Veltroni segretario, nella CDL si assiste invece allo sterile tentativo di Berlusconi di formare un partito unico e alle sue solite dichiarazioni: “Il sogno del partito unico del centrodestra, un sogno che è ormai alla nostra portata e che regalerà al nostro Paese un bipolarismo maturo e consolidato”, a cui Fini risponde con: “Smettiamola con le ipocrisie: il partito unico non è all'ordine del giorno perchè con questa legge elettorale proporzionale, che qualcuno ha preteso, il partito unico non può essere roba di domani. Spero lo sia per dopodomani, ma con il proporzionale si esaltano le diverse identità e figuriamoci se si va a un grande e indistinto contenitore unico”.

Quindi è solo un sogno della mente di Berlusconi mentre tutti i suoi alleati ormai già pensano alle rispettive carriere future senza di lui, ma soprattutto a come sottrargli l’elettorato.

Non finisce qua però. Insieme a questo palese insuccesso Berlusconi ne ha inanellato un altro, che ben presto verrà alla luce in toto, rappresentato dalla scelta della Brambilla come sua pupilla e futura leader di questo fantomatico partito unico, che più che un suo sogno sarà il suo incubo.
Nella CDL infatti la Brambilla è vista come il fumo negli occhi da tutti. A partire proprio dai caporioni di Forza Italia (i vari Dell’Utri, Bondi, Scajola, Cicchitto), ma anche dal sindaco di Milano Moratti, da Fini e le donne di AN - Santanchè e Mussolini in testa.

Basti vedere poi come è stata trattata a pesci in faccia durante la manifestazione organizzata da AN qualche settimana fa, isolata e relegata in fondo al corteo insieme con i suoi quattro gatti dei Circoli della Libertà. Ma d’altronde cosa poteva aspettarsi di diverso la Brambilla, che da novella sprovveduta del perfido mondo della politica si era pure autoinvitata alla manifestazione.

Insomma Berlusconi ha sbagliato completamente cavallo, scegliendo una persona che forse avrebbe più successo nel mondo del cinema, magari in un film di Rocco Siffredi. E oltre a sognare chimere irraggiungibili, non gli rimane altro che godersi l’ultimo panettone da leader incontrastato della destra e vincere l’ennesima Champions League con il Milan.