venerdì 20 marzo 2009

Crisi economica: calano occupazione e produzione, cresce l'ottimismo

Torna a crescere il numero di disoccupati in Italia, dopo nove anni di "ininterrotta diminuzione". Lo comunica l'Istat, specificando che nella media del 2008 il tasso di disoccupazione si attesta al 6,7% (dal 6,1% nel 2007) e le persone in cerca di occupazione aumentano, in confronto a un anno prima, del 12,3%.

Nel quarto trimestre del 2008 la disoccupazione è passata dal 6,6% del periodo ottobre-dicembre 2007 al 7,1%. Per il quarto trimestre consecutivo, dunque, l'area della disoccupazione si allarga: 120mila unità in più rispetto al quarto trimestre 2007. Rispetto al terzo trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso aumenta di due decimi di punto.

Ma naturalmente Berlusconi sdrammatizza il dato fornito oggi dall'Istat, dicendo che è il migliore nel contesto europeo "Possiamo vantare la solidità del sistema bancario, un sistema imprenditoriale molto capace, un governo e una maggioranza forti. Per questo possiamo uscire dall'attuale crisi meglio di altri perchè l'Italia è meglio attrezzata di altri Paesi". Evviva!!

Intanto crolla la produzione industriale a gennaio nei Paesi della zona euro: il calo, rispetto al mese precedente, è stato del 3,5%, mentre su base annua è arrivato al 17,3%. Lo dice l'Eurostat che per l'Unione europea indica una diminuzione del 2,9% rispetto a dicembre e del 16,3% in rapporto al gennaio 2008.


Per l'economia della truffa l'ultima spiaggia è sempre la penultima

di Giulietto Chiesa - Galatea European Magazine - 19 Marzo 2009

Una delle cose più comiche di questa società dello spettacolo è il vedere sfilare sugli schermi tv, una dietro l'altra, le facce impudenti di coloro che hanno prosperato creando la catastrofe per tutti noi, accuratamente nascondendoci quello che stavano facendo, o coprendo. Parlo di banchieri, “centrali” e meno centrali, ma anche di giornalisti, commentatori, di pagine economiche e di prime pagine. Tutti lautamente retribuiti per non dire quello che sapevano, o che avevano l'obbligo professionale almeno di supporre.

E ce l'ho in particolare con quelli che capivano, gli altri essendo troppo stupidi per capire, anche se non abbastanza da rifiutare di ficcare le mani nella cornucopia che si trovavano davanti.

Va de sé che, non avendo detto la verità prima, non la dicono neanche adesso. Anzi fanno a gara tra loro per dire due cose, entrambe false. La prima consiste nel mantra “io l'avevo detto”. La seconda - peggiore - consiste nel pronosticare i tempi della crisi. Quanto durerà? Chi dice un anno, e poi “ci sarà la ripresa”. I più onesti, e i meno ottusi - e sono pochini - ormai ammettono che sarà una lunga sofferenza. Ma il termine lungo, per gente che ha vissuto gli ultimi vent'anni “a trimestre” non può andare più in là di due anni.

Si capisce, qua e là, che siamo già oltre la gravità della “Grande Depressione” del 1929 e successivi. Che fu, infatti seguita da una “ripresa”, ma oltre dieci anni dopo, e ci volle una guerra mondiale prima di vederla. Ma di questo nessuna delle suddette facce disquisisce: troppi trimestri in là. Ora, a buoi usciti dalla stalla, sciorinano i loro pronostici edulcorati, dimenticando di ricordare, per esempio, che alla vigilia del crack del 1929 l'America era il più grande creditore netto del pianeta, mentre nel 2009 è diventato il più grande debitore mondiale. E dimenticano anche che allora il dollaro era ancora “una delle monete”, mentre ora è “la moneta” di riferimento mondiale e, se cade questa, non ci saranno argini per lo tsunami planetario.

Dopodiché non è escluso che ci sarà qualche “ripresa”, ma bisognerà allora vedere fin dove si sarà scesi prima di pensare a risalire. Discorso lungo e serio, per cui torniamo al comico.

Consistente, come s'è accennato, nel chiedere prognosi a coloro che le hanno sbagliate tutte. Questo sì che è fenomenale! Equivalente a fare la coda, quando si prende la polmonite, per farsi visitare dal macellaio, ovvero, a prestare la chiave di casa al ladro. È quello che fanno ogni giorno le più importanti istituzioni finanziarie mondiali. Per sentire il polso della crisi consultano quelle stesse agenzie di rating che, letteralmente, non ne hanno azzeccata una. Prendi, ad esempio, la prestigiosa Moody's. O la Standard & Poor's, o la Fitch. Il loro voto decideva l'andamento in borsa di una grande corporation, ma poteva condannare o salvare un intero paese. Adesso, se andassimo a vedere i loro registri dei voti - diciamo, per esempio, quelli degli anni 2000-2003, quando tutto era già evidente anche a un cieco - scopriremmo invariabilmente che davano dieci e lode anche ai più asini tra gli asini.

Quanto dovrebbero valere i loro voti adesso? Sussurriamocelo: zero.

E invece rieccoli al capezzale nostro a spiegarci, con il solito sussiego, come mai la banca che ci avevano consigliato di scegliere è fallita. Lo sappiamo da soli che è fallita. Il loro mestiere era quello di dirci in anticipo quante probabilità c'erano che fallisse. Ci dicevano invece il contrario. L'avessero fatto gratis potremmo solo strapparci i capelli, piangendo per avere affidato il nostro piccolo capitale a dei coglioni. Sfortuna, che altro? Invece scopriamo che si sono pure fatti pagare dai truffatori per raccontarci frottole.

E non sono ipotesi. I giornali hanno - finalmente- pubblicato le e-mail che si scambiavano tra di loro i dirigenti di queste società di rating. Alcune, s'intende, ma immagino che se ne potrebbero stampare volumi.

«Questo affare è ridicolo - scriveva uno - non dovremmo renderlo credibile con il nostro voto». E l'altro rispondeva: «Ma che dici? Il nostro compito è dare rating a tutti, anche a un titolo strutturato da una vacca».

Un altro - e siamo ai vertici di Standard & Poor's - scrive, malinconicamente (anche i furfanti hanno momenti di debolezza) : «la verità è che non solleviamo mai le tende delle nostre finestre per guardare fuori quello che succede, non ci facciamo domande sulle informazioni che ci forniscono. Abbiamo venduto l'anima per una frazione di fatturato».

E l'altro risponde - ed è l'epitaffio di tutta questa storia, che già viene pagata da decine di milioni di disgraziati -: «Speriamo di essere già pensionati, e ricchi quando tutto questo castello di carte cadrà».

Avete mai sentito una di queste benemerite istituzioni di rating che ci dicesse che il signor Bernard Madoff stava truffando tutto e tutti e che la sua era una graziosa catena di Sant'Antonio da 60 miliardi di dollari? Ovviamente silenzio, ma si scopre ora che il plurimiliardario Warren Buffet, di fronte al quale tutta la stampa economica si profonde in inchini a tutt'oggi, è proprietario del 20% delle azioni di Moody's. Adesso fa il broncio perché, dice, neanche lui fu avvertito.

Naturalmente gl'inchini continuano, forse perché gli sono rimasti abbastanza miliardi di dollari da poter mettere in riga anche l'Amministrazione di Washington, ma credo gli si potrebbe chiedere come mai - da genio della finanza qual è - ha taciuto mentre tutte le grandi banche d'investimento americane si scioglievano come neve al sole.

Forse era lui che doveva avvertire la “sua” Moody's, visto che stava partecipando più o meno segretamente, ad alcuni tentativi di salvataggio proprio delle banche che le agenzie di rating continuavano a dare per solide.

E, a proposito di banche d'investimento, vi siete accorti che sono sparite tutte? Erano cinque, i gioielli della globalizzazione americana. Il loro volume d'affari faceva impallidire i bilanci nazionali di interi stati, e non dei più piccoli.

Adesso possiamo dire, senza tema di smentite, che erano cinque truffe planetarie. Lehman Brothers e Bear Sterns sono fallite tout court; Merryl Lynch è stata assorbita da una banca commerciale (tutt'altro che immacolata), la Bank of America; Goldman Sachs e Morgan Stanley sono state trasformate in banche ordinarie sotto la garanzia dei soldi stampati dalla Federal Reserve.

In tutto questo il Mercato , con la M maiuscola, non c'entra niente. Se lo avessero usato non saremmo in questo pasticcio.

E adesso che fare, in attesa della “ripresina” che, come Godot, tutti attendono ma che non verrà?

Per rispondere sarebbe utile dare un'occhiata alla “quarta crisi” quella di cui nessuno parla, ma che è componente essenziale, concausa, compartecipe, complice del silenzio assordante che ha coperto l'arrivo della crisi finanziaria, di quella energetica, di quella climatica, per restare alle maggiori.

Parlo della crisi dell'informazione, del collasso morale e intellettuale del giornalismo. Quelli che dovevano raccontarci, spiegarci ciò che stava maturando non l'hanno fatto. Perché? La risposta è semplice: perché erano parte della truffa e, dunque, non potevano raccontarla. Non ci fossero stati i media, le televisioni in particolare, a costruire il grande spettacolo di questa società illusoria in cui credevamo di vivere, non fosse stata in funzione, 24 ore su 24 la colossale fabbrica dei sogni e delle menzogne che è divenuto il mainstream globale, tutto ciò di cui stiamo parlando non sarebbe stato possibile.

Segni di resipiscenza? Non molti. Prendo in mano l'ultimo numero della prestigiosa rivista «Time». Quella che, nel febbraio 1999 dedicò la sua copertina al “Comitato che ha salvato il mondo”. Indovina che era il comitato? Alan Greenspan, Larry Summers e Bob Rubin. Gli ultimi due dei tre, per altro, sono come le agenzie di rating, sempre sulla breccia.

Adesso il direttore di «Time», Richard Stengel, promette di guidare i suoi lettori nella navigazione in un mondo che cambia. «Quale sarà la nostra missione?» - dice: -«Spiegarti cosa sta cambiando e perché, e cosa tu puoi fare in proposito». Capito l'antifona? Adesso ti invitano a partecipare alla raccolta dei detriti. Ma come si può farlo? «Con grandi reportages - dice Stengel - grandi capacità di scrittura, grande fotografia, grande video on line».

Tutto qui? E fino a ieri che cosa hanno fatto?

Non solo «Time», ma tutti insieme, appassionatamente, i media? Penso a quell'oracolo del “Mercato” (sempre con la m maiuscola) dell'«Economist», che in tutti questi anni bastonava severamente le dita a chiunque osasse parlare dell'intervento dello stato nell'economia, il thatcheriano d'acciaio inossidabile che spiegava le meraviglie della globalizzazione finanziaria.

Ma, per restare in casa nostra, penso al «Sole 24 ore», alle pagine economiche del «Corriere della Sera» e di «Repubblica». Come mai non hanno avvertito? Riprendo in mano l'ultimo numero di «Time» e guardo i titoli. Il futuro, per «Time», è la fotocopia del passato. «Come si affitta un intero paese»; «Africa, il nuovo business»; «Come far diventare verde il consumo». Eccetera, eccetera.

Una specie di vademecum al suicidio.




Considerazioni sulla crisi
di Stefano Sylos Labini - www.economiaepolitica.it - 20 Marzo 2009

In queste brevi considerazioni sulla crisi economica e finanziaria del 2008/2009 partirò dalla constatazione che alla forte restrizione monetaria determinata dal mercato gli Stati Uniti stanno rispondendo con una drastica espansione della base monetaria (Fig. 1) e del deficit pubblico il quale toccherà i valori massimi dalla seconda guerra mondiale (sarà intorno al 10% del Pil nel 2009).

sylos-labini
Fig. 1 – Andamento della base monetaria non aggiustata per le variazioni delle riserve obbligatorie negli Stati Uniti nel periodo 1960 – 2009 in miliardi di dollari. Le aree verticali in grigio rappresentano i periodi di recessione (Fonte: Federal Bank of St. Louis).

L’espansione della base monetaria e del deficit pubblico si è resa necessaria perché la liquidità aggregata dopo aver toccato i valori massimi nel 2007 (circa 12 volte il Pil mondiale, Tab. 1) è andata incontro ad un processo di distruzione di cui ancora non si conosce l’esatta entità. Nel 2007 il valore nozionale dei prodotti derivati a livello globale aveva raggiunto il 976% del Pil mondiale. Questi strumenti finanziari possono avere la funzione di strumenti di pagamento cioè sono una forma di moneta che viene creata dal mercato (“moneta privata”) che sfugge in larga misura al controllo delle autorità pubbliche (governi e banche centrali) e che si regge sulla fiducia nella capacità di rispettare gli impegni di pagamento. La fiducia a sua volta dipende dalle aspettative di crescita dell’economia e permette di garantire un valore monetario a questi “pezzi di carta” i quali circolano e vengono scambiati sul mercato. Così la creazione di nuovi strumenti di pagamento ha prodotto una eclatante espansione della massa monetaria la quale ha trainato la crescita dei prezzi dei mercati immobiliari e delle quotazioni azionarie ed ha alimentato la domanda aggregata per diversi anni, anche quando i tassi di interesse hanno ripreso a crescere (negli Stati Uniti i tassi di interesse sono passati dall’1% al 5% nel periodo 2004/2006).

sylos-labini

Ciò che è importante sottolineare è che il settore pubblico può influenzare la quantità di moneta creata dal mercato per esempio attraverso i tassi di interesse, ma il mercato ha una sua capacità di creare moneta che è indipendente dalla Banca Centrale e dallo Stato e che invece dipende dall’andamento del ciclo economico. In una fase di crescita il mercato crea la sua moneta, mentre in una fase di crisi il mercato distrugge moneta perché crolla la fiducia nella capacità di rispettare gli impegni di pagamento e si rompe l’equivalenza tra debito e moneta: i titoli finanziari perdono il loro valore monetario, il debito rimane mentre la moneta “sparisce” e si creano così gli assets tossici.

Questo è ciò che è successo a partire dal mese di settembre del 2008 quando l’economia mondiale ha iniziato a mostrare segni sempre più evidenti di rallentamento: da quel momento è crollata la fiducia nella capacità di rispettare gli impegni di pagamento e abbiamo assistito ad una violentissima restrizione monetaria attuata dal settore privato che ha portato al fallimento della banca Lehman Brothers, al crollo dei mercati azionari (anche le azioni sono una forma di moneta), al prosciugamento del credito interbancario ed alla caduta della domanda aggregata.

Così alla distruzione di moneta privata si è fatto fronte con la creazione di moneta pubblica (base monetaria e debito pubblico) sia per impedire i fallimenti di banche e imprese sia per riattivare il credito e la domanda aggregata, ma l’espansione della moneta pubblica ancora non è riuscita a ripristinare le condizioni monetarie e di fiducia precedenti alla crisi di settembre/ottobre 2008. Cioè la massa monetaria totale composta dalla moneta pubblica e da quella privata è ancora molto al di sotto della quantità che vi era prima della crisi economica e finanziaria, come dimostra il crollo della domanda, della produzione e dell’occupazione e il conseguente circolo vizioso che sta caratterizzando questa fase economica e che potrebbe portare l’economia mondiale in una depressione prolungata.

Solo quando gli interventi delle Autorità Pubbliche (Banca Centrale e Tesoro) riusciranno a risollevare la domanda aggregata e quindi a determinare dei segnali di ripresa dell’economia allora potrà tornare la fiducia nei mercati. In questo modo potrà riprendere la creazione di moneta da parte del mercato che è fondamentale per sostenere la domanda aggregata. Nel lungo periodo però solo una distribuzione del reddito meno squilibrata sia all’interno dei paesi ricchi sia tra i paesi ricchi e paesi poveri permetterà una sana crescita della domanda aggregata, cioè una crescita sospinta da fattori reali – aumento dei salari – e non da un abnorme espansione del debito privato. Questa è una condizione essenziale per garantire una crescita sostenibile dell’economia globale. Altre condizioni importanti per evitare di precipitare di nuovo in una crisi così pesante sono legate al controllo politico e sociale del sistema bancario, alla regolamentazione dei mercati finanziari, allo sforzo che il pianeta farà per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (la crescita del prezzo del petrolio deprime la domanda aggregata e quindi ostacola l’espansione dell’economia) e ad un più equilibrato rapporto commerciale e finanziario tra gli Stati Uniti e i paesi asiatici.




Il furto del nostro "Common Wealth", il collasso degli Stati Uniti
di Jim Hogue -
www.vtcommons.org - 23 Febbraio 2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Silvia Frezza

Lo scoppio della bolla è un piano, non un errore. Quelli che lo pianificano vincono.”

Nel corso della mia intervista con l'economista, autore ed ex funzionario del governo degli Stati Uniti Richard Cook, egli mi ha spiegato come il collasso economico che stiamo vivendo non è avvenuto come dicono i sapientoni, solo per l’ avidità e per l’eccesso di fede entusiastica verso il sogno americano. Il crollo fa parte integrante della rivoluzione di Reagan diretta alla riduzione dei servizi sociali, all’annullamento della democrazia e del nazionalismo e all’ingrossamento delle fila dei militari.

I leaders di questa rivoluzione (Elliot Abrams, John Negroponte, Henry Kissinger, Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Bush Senior e W, etc) costituirono un governo ombra sotto Carter e Clinton ed hanno continuato ad apparire di volta in volta nella frode della BCCI [Bank of Credit And Commerce International, ntd], nella vicenda Irangate e dietro l’"October Surprise" [Sorpresa di Ottobre, ntd]. I principali attori nella vicenda furono protetti da Lee Hamilton e John Kerry. Questi, sotto la presidenza di Clinton, elaborarono un progetto noto come The Project for a New American Century [Il Progetto per un Nuovo Secolo Americano, ntd.] che i democratici furono fin troppo contenti di portare a buon fine.

Bolle: Pianificazione e scoppio

L'economia di questo golpe ha preso la forma, da un parte di un progetto di bolle che scoppiano, e dall’altra, del furto del nostro common wealth accompagnato da ingenti spese federali. (Il perché tutti cadano in questo canard [inganno] dei Repubblicani che riducono il peso del governo è oltre la mia capacità di comprensione).

Quando l'economia nel 1970 è passata dalla produzione reale alle manovre finanziarie, sono stati effettuati investimenti in Cina e in Messico. Al fine di avvantaggiarsi utilizzando manodopera a basso costo, la produzione è stata trasferita all'estero e come acqua il denaro è affluito nell'acquisto di imprese, fino a che i tassi di interesse sono velocemente aumentati e la bolla è scoppiata di colpo. Questa bolla è stata deliberatamente fatta scoppiare nel 1979 sotto l'egida di Paul Volker. Quelli che sono noti come. . . beh, come banditi.

La recente bolla immobiliare è stato creata con la riduzione dei tassi di interesse e rafforzata dal loro scoppio. Alcune imprese non – proprio – d’élite come la Lehman Bros e la Washington Mutual sono state risucchiate nella stretta come parte integrante del processo di consolidamento degli squali.

Lo scoppio della bolla è un piano, non un errore. Quelli che lo pianificano vincono. Questi non sono patrioti. Non si considerano come appartenenti a un paese o ad un altro. Si tratta di finanzieri internazionali fedeli a niente e a nessuno, se non a se stessi. C’è David Rockefeller fra quelli che lo hanno pianificato. Egli ha annunciato il piano a Baden, in Germania, il 15 giugno 1991, con le parole: "Il mondo è adesso più sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all'auto-determinazione nazionale praticata nei secoli passati. "

Migliore per chi?

Il "salvataggio" e la messa in discussione di Mr. Obama
L'attuale crollo dell'economia è stato progettato. Coloro che lo hanno programmato hanno lavorato con quelli a cui abbiamo concesso libertà di farlo: Citibank, Morgan Stanley e Goldman Sachs. Essi non sono stati liberati per aiutare la gente su Main Street. Essi sono stati liberati per aiutare loro stessi. Quindi, l'economia sta crollando e crollerà ancora, intenzionalmente, come previsto dall’élite finanziaria. E i responsabili sono premiati ed impiegati per le loro competenze da Barack Obama, il quale conta su Paul Volker, ex presidente della Federal Reserve, Timothy Geithner, da poco presidente della Federal Reserve Bank di New York, Larry Summers, ex segretario del Tesoro, Jon Corzine, in precedenza con Goldman Sachs e Henry Paulson. Tutti “Interventionists” ["Intervenzionisti" ntd], e tutti su cui contare per consolidare ulteriormente il potere della Federal Reserve. Nessun decentralista è ammesso, considerato, o riconosciuto - e questo in un momento in cui il decentramento appare chiaramente come la soluzione ai problemi economici delle persone in tutto il mondo. Obama è il sogno di David Rockefeller che diventa realtà.

Il gabinetto Obama riflette anche questo. Kate Sheppard di Gristmill, scrive che il Senatore del Colorado Ken Salazar (segretario agli Interni) ha votato contro un emendamento presentato al disegno di legge che avrebbe ridotto le sovvenzioni alle aziende agricole e riorientato quasi 100 milioni di dollari di tali fondi al Grassland Reserve Program [Programma per la Riserva dei pascoli, ntd] e Farmland Protection Program [programma per la protezione delle terre agricole, ntd]. L'emendamento avrebbe chiuso le scappatoie attraverso cui vengono fornite enormi sovvenzioni alle aziende agricole su scala industriale.

Il Segretario all' Agricoltura Tom Vilsack, come Salazar, è un sostenitore dell’agro-alimentare e un propugnatore di culture geneticamente modificate e dell'etanolo.

Il Signor “Sorpresa di Ottobre” e traditore dell’ Amministrazione Carter, Robert Gates, è segretario alla Difesa. Il voltagabbana James L. Jones, è National Security Advisor [Consulente per la Sicurezza Nazionale, ntd]. Siede nei consigli di amministrazione di Boeing e Chevron, è presidente e amministratore delegato della U.S. Chamber of Commerce Institute of Energy [Istituto della Camera di Commercio dell’ Energia, ntd]. Ciò significa che egli è responsabile della messa a punto dei piani dei portatori di interessi nel garantire che si disponga di un quantitativo illimitato di fornitura di energia ogni volta che se ne ha bisogno (mentre protegge l'ambiente). Così, naturalmente, ha presieduto l’ Independent Commission on the Security Forces [Commissione Indipendente sulle Forze di Sicurezza in Iraq]. Il Generale Jones è stato il Supreme Allied Commander [Comandante Supremo delle forze Alleate, ntd] in Europa e il Comandante dello US European Command [Comando europeo degli Stati Uniti]. Questa zoommata sul gabinetto di Obama mette in luce che questi uomini sono i costruttori dell’impero. Non si tratta di “Piccolo è bello”. Essi non sono membri della Schumacher Society. Essi sono dipendenti di società internazionali. Questo, naturalmente, è il motivo per cui Wall Street ha versato denaro nella campagna di Obama. Un patriota con un po’ di vocazione sociale non avrebbe pensato di premiare coloro che hanno perpetrato la più grande rapina della storia. (Non sto suggerendo che un presidente repubblicano avrebbe seguito un’ altra direzione. Ma questo articolo racconta la situazione tal qual è).

Qual è l'economia degli Stati Uniti? E 'un castello di carte crollato. Ecco perché il G-20. L'élite finanziaria sarà lì per creare la prossima bolla e il prossimo gigantesco buco di debito nel quale gli investitori verseranno il loro denaro. Questo è l'accordo che hanno fatto gli uni con gli altri ed è per questo che le banche della Federal Reserve devono mantenere il meccanismo della creazione di soldi per loro stesse e di debito per il popolo.

Obama, con i suoi strumenti, tra cui Rahm Emanuel, ci metterà ancor più sotto i piedi di coloro per i quali gli Stati Uniti sono una vacca da mungere. Wall Street deve avere la garanzia che noi siamo la moneta di scambio.

Terra dei Liberi, Patria dei Coraggiosi

Politicamente, gli Stati Uniti, sono un accordo tra quelli del Congresso, alcune società (compresi i media), i giudici, il ramo esecutivo, gli alleati e l'élite finanziaria per sostenere l'arricchimento di soggetti selezionati e consolidare il potere e il controllo delle forze militari e i meccanismi finanziari in tutto il mondo. Lo chiamano “full spectrum dominance” [dominio a tutto campo, ntd].

Non c'è luogo sulla terra, foss’anche talmente umile, che possa sfuggire a questi squali . E questo è stato dimostrato più e più volte, da Granada fino in Ruanda. Ora, con l'attuale crollo delle varie economie e il successivo consolidamento, per l'FMI e le altre componenti economiche diventerà ancora più facile colpire gli uomini ed annullare una moneta, una tendenza nazionalistica, un movimento democratico o un tentativo di controllo locale che potrebbero minacciare la loro egemonia su tutti. Se vi è una risorsa, loro la vogliono. Questo è ciò che significa il progresso della civiltà: la capacità dei civilizzati di prendere dal selvaggio ciò che vogliono. E io non devo dire a te, gentile lettore, come creano selvaggi dove e quando ne hanno bisogno. (Il più recente tentativo di creazione di selvaggi è stato Putin. Le menzogne che ci hanno detto del grande orso russo cattivo hanno un obiettivo collegato ai finanziamenti e alle risorse e non - sorpresa, sorpresa - all'autonomia e ai diritti umani dei cittadini della Georgia).

Quindi, politicamente, l'accordo noto come gli Stati Uniti è una convenienza. Questi giocatori che lo praticano non giocano per la squadra nazionale. Essi non fanno quello che fanno per il Re e per il paese. Non lo hanno mai fatto.

L'applicazione della forza: la USAF nel contesto

Militarmente (capacità di usare la forza), gli Stati Uniti sono una parte importante della Constabulary [Polizia] internazionale che si aggira e uccide coloro che sono ritenuti una minaccia per l'autorità di chi è al potere. Secondo le parole del Signor Cook, il corpo militare è la " forza di polizia personale dell’ élite finanziaria". E 'compito del presidente e del Congresso (che si è aggiudicato un premio di $ 175 miliardi, oltre i $ 600 miliardi di bilancio militare) di fornire questa Polizia a coloro che ne faranno richiesta. Ci sono innumerevoli esempi storici - dalla British East India Tea Company nel 18 ° secolo alle società di oggi - in cui enti privati inviano soldati a fare la loro offerta. I governi (debitori) forniscono il meccanismo mediante il quale i creditori impongono la loro volontà. Il debito è usato come bastone per sottomettere il debitore. Coloro che possiedono la nazione (o le persone) hanno, attraverso il debito, diritto per primi al lavoro del debitore. Il creditore controlla i militari, perché il creditore è proprietario del mezzo attraverso il quale i militari sono impiegati, compreso il vostro rappresentante al Congresso. L’ invasione di Panama del 1989 (in parte per consolidare il commercio di droga) è uno di questi casi.

Talvolta, ovviamente, l'operazione è occulta, si bypassa il Congresso quando il lavoro è particolarmente disdicevole. L'assassinio di John F. Kennedy rientra in questa categoria.

E‘ stato un colpo di stato che ha consentito la creazione di denaro da parte degli specialisti della Federal Reserve. A volte un’ operazione 'false flag' come quella del Golfo del Tonkino serve per fornire una copertura, ma ciò non è mai stato un problema, anche quando l'operazione veniva scoperta.

Se non ti tappi il naso e chiudi gli occhi, il caso lampante è l’ undici settembre. Il successo dei crimini dell’undici settembre è un altro esempio di come il Congresso preveda la copertura per i crimini dei suoi specialisti.

La Grande censura dei Media: più locale è il giornale...

Cito i media perché i nostri padri fondatori ritenevano che un popolo informato e istruito rappresentasse una pietra miliare della democrazia. Si suppone quindi che essi siano una parte vitale di ciò che fa di questo un paese. Ma un paese non può rimanere sano quando i suoi media non sono dediti alla verità.

L’autore e storico Michael Parenti una volta mi ha ammonito per la mia ingenuità riguardo i media con la seguente citazione: "Il ruolo dell’azienda dei media è di sostenere l'azienda America". Mi chiedo se è possibile arrestare la causa per cui così tante storie importanti non vengono raccontate, perché tante bugie vengono dette e perché fino alla nausea tanta merda non venga spalata. E’ l’intrattenimento costante ad aver calmato il desiderio di libertà e di indipendenza.

Siamo tenuti a fare scelte informate, ma come ci ha detto Mark Twain: "Se non leggete i giornali siete disinformati. Se lo fate siete informati male ". Nella spinta verso la decentralizzazione, ho osservato che più la stampa è locale, maggiore è la probabilità di conoscere la verità.

I media sostengono qualunque storia abbiano bisogno di sostenere. E ora hanno bisogno di farti credere che il recente crollo finanziario sia il risultato di errori e di forze che sono uscite fuori controllo. La maggior parte delle iniezioni letali perpetrate alla nostra repubblica sono le bugie e il silenzio dei media sulla maggior parte dei temi cruciali del nostro tempo.

Consideriamo gli Stati disUNITI

Non può essere una questione di secessione. Può essere una questione di sopravvivenza, quando tutto il resto è crollato.

Cosa resta degli Stati Uniti d'America? Il Colonnello Karen Kwiatkowski, il tenente colonnello dell’ Air Force in pensione li definisce un cadavere marcio. Il nostro presidente li ha definiti il più grande paese del mondo. Qualunque cosa sia – qualunque cosa sia un paese in un determinato momento storico - è un accordo. Questo accordo è un organismo fluido e mutevole che si fa posto sul Pianeta Terra tra altri organismi mutevoli. Quando vi è una mancanza di accordo, tra Ossezia meridionale e Georgia, Palestina e Israele, Irlanda e Inghilterra, Timor Est e Indonesia, Vermont e New York - vi è conflitto. Questo conflitto ha a che fare con la possibilità o meno che un popolo entro certi confini geografici dovrebbe essere sovrano, e come dovrebbero esserlo. Dopo tutto, alcuni paesi sono più sovrani rispetto ad altri.

Cosa significa l'accordo tra di noi e tra i paesi del mondo, per quanto riguarda la natura di quella entità politica, quel luogo, quella forza militare, quell’ economia, quella società nota come gli Stati Uniti? Forse l'espressione "Stati Uniti" comprende solo parole usate per perpetuare una storia per cui, questa terra tra gli oceani e oltre, è qualcosa di diverso da ciò che realmente è.

Negli ultimi 30 anni, quelli che detengono il vero potere hanno costruito una rete criminale il cui obiettivo è stato quello di distruggere gli accordi precedenti che definivano gli Stati Uniti.

Essi hanno oltrepassato i confini delle politiche di educazione, di diplomazia, di saggezza, di produttività, di legalità, di ragionevolezza e di patriottismo al punto che, oggi, il mondo barcolla sotto il colpo. Il loro successo ha eclissato tutti i flebili tentativi di ostacolare o costruire alternative. Ed hanno realizzato tutto questo negli ultimi anni in palese noncuranza della legge e di tutti i principi di governance comunemente accettati. Hanno cambiato il contesto politico fino al punto che ciò che chiamiamo Stati Uniti è un fantasma. Per coloro che ora governano il regno del potere, la gente o è fonte di denaro o di lavoro o di carne da macello.

Hanno rubato la nostra prosperità. Hanno portato via i diritti da milioni di nostri cittadini e soppresso i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. In nome della sicurezza hanno sacrificato i nostri soldati per il proprio guadagno. Continuano a scoraggiare le imprese redditizie e il commercio condotto in modo diverso dal loro. Non sono amichevoli con le altre nazioni. Sono prepotenti e le insultano. Non si sforzano per la pace. Creano nemici, reali e immaginari. Essi non sono amministratori del nostro territorio e del nostro patrimonio. Essi sono sfruttatori. Non sono votati all’interesse pubblico o addirittura al patriottismo ed hanno alleanze più forti all'estero che in casa.

Non proteggono. Attaccano. Non si sono impegnati per il benessere del popolo, perché devono arricchire quei pochi che come colossi si aggirano nel mondo.

Qual è il prossimo passo? (Secessione da che cosa?)

Qual è il prossimo passo? Dobbiamo prepararci, ma non concentrandoci sulla secessione, quanto piuttosto sull'agricoltura locale e sulle fonti di energia, sulla diplomazia, sulla sostenibilità, sulla produttività del lavoro, sulla sanità dell’ambiente, sul sequestro del carbonio e sul terreno edificabile, sulle monete locali / complementari, sui trasporti e sulle infrastrutture dopo il Peak Oil e su di un insieme di altre iniziative che le comunità dovrebbero realizzare insieme. Queste sono le fonti di sovranità. La sovranità è la loro prole. E dato che questa sovranità non è supportato da loro, non resisterà e verrà consumata dalla cupidigia e dal terrore di coloro che si cerca di lasciare dietro.

Dobbiamo essere pronti, se lo vogliamo, a proseguire da soli.

Il governo federale ha dimostrato che non ha alcun interesse o capacità di aiutarci o salvarci. Se pensiamo che così è e così sarà per sempre, possiamo anche credere nella storia della fatina dei denti.

Siamo già da soli.


Jim Hogue è un attore che interpreta Ethan Allen. Egli si occupa di una piccola fattoria a Calais, ha un programma radiofonico settimanale su WGDR e lavora con il Vermonters for Voting Integrity.

Richard Cook ha lavorato come analista politico per il governo degli Stati Uniti dal 1970 fino al 2007 e nel corso della sua carriera ha prestato servizio nell’U.S. Civil Service Commission, nella Food and Drug Administration, alla Casa Bianca del Presidente Carter, nella NASA e al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Il più recente libro di Cook è We Hold These Truths: The Hope of Monetary Reform [Abbiamo avuto queste verità: La speranza della riforma monetaria, ntd] pubblicato nel dicembre 2008 (disponibile su tendrilpress.com).

La recente intervista radiofonica di Richard Cook con Jim Hogue è servita come trampolino di lancio per questo articolo.