lunedì 23 marzo 2009

Il fallimento del sistema monetario

In attesa del prossimo G20 del 2 Aprile a Londra, ieri il presidente americano Obama, in un'intervista alla Cbs, ha detto che non si aspettava una situazione così nera per l'economia americana e soprattutto per l'occupazione, e ha messo in guardia sul fatto che il sistema è sempre esposto al rischio di fallimenti a catena.

Oggi invece
il suo ministro del Tesoro Geithner presenta l'ultima versione del suo piano di salvataggio del sistema bancario, puntando su un'ulteriore dilatazione dell'intervento pubblico, attraverso la Federal Reserve e l'agenzia federale Fdic - garantiranno titoli tossici per un totale di mille miliardi di dollari - ma anche sul coinvolgimento degli investitori privati che dovrebbero diventare soci (di minoranza) del governo nell'ambito di un nuovo istituto misto, il PIC (Public Investment Corporation).
Una specie di IRI made in USA con cui l'amministrazione di Obama spera di trovare una soluzione per spezzare la spirale di questa crisi finanziaria appena agli inizi.

A dieci giorni dal G20 di Londra dove gli USA si devono presentare con una ricetta economica ben definita, e nel bel mezzo della tempesta per i "bonus" pagati ai dirigenti di AIG, Geithner si gioca tutto sulla scommessa di coinvolgere il grande capitale privato. Ma Wall Street - ovviamente infuriata per il modo in cui il Congresso e la stessa Casa Bianca stanno cavalcando la rabbia dei taxpayers - ha poca voglia di partecipare allo smaltimento dei titoli "tossici", temendo di essere criminalizzata sia in caso di perdita (visto che l'80% del "buco" sarebbe comunque colmato dal contribuente) che in caso di operazione conclusa con un profitto.

Ma anche il Premio Nobel Paul Krugman è contrario a questo piano di Geithner e propone invece la "soluzione svedese" (banche nazionalizzate, ripulite e poi rimesse sul mercato), accusando poi Geithner di aver elaborato una soluzione costosa per il "taxpayer", parziale e che lascerà in giro molte banche "zombie".
Per Krugman si conferma l'idea che Obama, anziché cambiare radicalmente rotta rispetto all'era Bush, stia in realtà continuando sulla linea del predecessore di Geithner, l'ex banchiere Henry Paulson.

Comunque sia, tutte queste misure non serviranno a nulla in quanto è il sistema monetario in sè che è fallimentare perchè autogenera solo debito e inflazione all'infinito.

A tale proposito è vivamente consigliabile la visione di Zeitgeist: Addendum, sottotitolato in italiano.

Buona lettura e buona visione.



Europe2020: GEAB Report 33
di Felice Capretta -
http://informazionescorretta.blogspot.com - 18 Marzo 2009

Mentre la stampa allineata sta combattendo la guerra ai cani randagi assassini nella provincia siciliana, noi preferiamo guardare ad argomenti più interessanti, come il nuovo GEAB Report n.33 di LEAP/Europe2020 pubblicato ieri di cui traduciamo ampi stralci in Italiano.

Se non sapete di cosa stiamo parlando, potete iniziare da questo post dedicato a “quanto durerà la crisi economica”.

Veniamo al dunque: questo mese cambio di marcia nel GEAB Report. Dopo una introduzione generale (che presentiamo nel post di oggi) questo e i prossimi report saranno focalizzati sulle previsioni a 12 mesi per le principali macro-aree mondiali: Stati Uniti, Europa, Russia, Cina. Questo mese il focus è sugli USA.

Prima di entrare nel merito, una considerazione generale nostra.

Con il passare dei mesi è andata crescendo per noi la sensazione che il gruppo Europe2020 si stia ponendo in stato di antagonismo nei confronti del dollaro e del mondo angloamericano, come per rafforzare l’Euro e la zona euro, come se euro e dollaro fossero acerrimi nemici che combattono una guerra per la propria salvezza a scapito dell’altro.

A nostro avviso non è una questione di aree economiche nè una questione di valute, nè una questione di contrapposizioni: è l’intera economia che sta andando al macello, con dollaro e stati uniti in prima fila. Essere nella zona euro significa risentire meno del crollo, ma vorremo che sia chiaro ai nostri affezionati lettori che a nostro avviso nè l’euro, nè la zona euro, nè le istituzioni sovranazionali europee o a guida europea, nè un nuovo sistema monetario internazionale basato o partecipato dall’euro, nessuna di queste è la risposta radicale nè la via di uscita alla crisi profonda della società in cui stiamo precipitando.

Cio’ premesso e messo in chiaro, cediamo la parola agli esperti di LEAP/Europe2020 per la prima parte del report.

GEAB Report n. 33

Crescono le tensioni atlantiche alla vigilia del G20; tentativi di Wall Street e della Ctiy di destabilizzare l'Euro ed il sistema bancario

Secondo LEAP/E2020, sono rimaste solo due opzioni ai leader del G20 che si incontreranno il prossimo 2 Aprile a Londra:
  • o ricostruire un nuovo sistema monetario internazionale, creando le condizioni per un nuovo sistema globale che coinvolgerà tutti gli attori principali e ridurrà la crisi ad un massimo di 3-5 anni
  • o cercare di prolungare il sistema attuale, che spingerà più velocemente il mondo in una lunga e tragica crisi che inizierà nella fine del 2009.
Dopo l’estate del 2009, il nostro team stima che l’opzione “crisi di breve periodo” sarà obsoleta e che il mondo sarà sulla strada del dissesto geopolitico globale e di una crisi profonda e lunga un decennio.

Per questo motivo LEAP/E2020 ha deciso di pubblicare il prossimo 24 Marzo una lettera aperta su scala globale a tutti i leader del G20. Questo sarà il tentativo del nostro team di dirottare il sistema dalla strada della crisi lunga e tragica.

Le tensioni crescenti alla vigilia di questo summit di importanza storica dimostrano che, in modo più o meno cosciente, i leader del G20 sono consapevoli del’importanza della posta in gioco al prossimo meeting. Le minacce ormai pubbliche del primo ministro cinese riguardo al valore dei BOT americani (e di conseguenza del dollaro) segnano una chiara escalation nel bluff giocato dai leader cinesi ed americani.

[...]

Per iniziare, vediamo il deliberato tentativo di indebolire l’unione europea e la zona euro, concepito ed eseguito da un insieme di potenti attori angloamericani (ed i loro clientes europei).

L’idea è brillante:

  • prendere un tema caldo per assicurare l’interesse
  • aggiungere una o due forti analogie per assicurarsi che i media e internet facciano circolare l’informazione
  • infine contattare una manciata di uomini ed organizzazioni devote, sempre disponibili a raccontare una o più bugie.
Con questo cocktail, si puo’ fare credere alle persone che la guerra in Iraq è un successo, che la crisi dei subprime non avrà effetti sulla finanza, che la crisi finanziaria non avrà effetti sull’economia reale, che la crisi non sarà poi così severa, e che, se possibile, è tutto sotto controllo!

Nel nostro caso:
  • Il tema è un classico, riguarda la separazione tra la “vecchia europa”, ricca ed egoista, e la “nuova europa”, povera e speranzosa.
  • Le analogie sono due: la crisi nell’europa dell’est è la crisi dei subprime dell’europa (cerchiamo ci capirci, ognuno ha la sua crisi subprime...!) e la crisi nell’europa dell’est avra’ lo stesso terribile effeto
  • Infine, per rendere la cosa più credibile, prendete alcuni media fortemente anti-Euro e fate circolare la notizia dello “tsunami finanziario” dovuto alle esposizioni bancarie della vecchia europa sul settore finanziario della nuova europa. Fate sparire presto questa notizia perchè inaccurata, così che guadagnerà credibilità in virtu’ dal suo ritiro.
Per coloro che non sono a loro agio con la geografia europea, un titolo come “Ungheria in Bancarotta” potrebbe suonare come “California in bancarotta”. Per le persone che restano disoccupate in conseguenza di questo, il problema è effettivamente analogo. Ma, nei termini dell’impatto su vasta scala, non hanno niente in comune. Il PIL ungherese rappresenta meno dell’1,1% del PIL dell’eurozona, equivalente più all’Oklahoma che non alla Florida o alla California.

Tutti i nuovi stati membri insieme coprono meno del 10% del PIL dell’Unione Europea. In particolare, l’Unione Europea ha preso la guida del consorzio che ha già iniettato 25 miliardi (20% dello scenario peggiore)

Infine, il valore delle nuove case in europa orientale non crollerà drammaticamente (anche se il valore sarà più basso del 2007/2008) perchè, dopo 50 anni di comunismo, c’e’ carenza di edifici moderni. Negli USA, al contrario, sono state costruite una quantità eccessva di abitazioni durante l’ultima bolla immobiliare, di qualità variabile e il cui valore è già in caduta negli stati più colpiti.

Là c’e’ vera distruzione di ricchezza per i prorietari terrieri, creditori, banche e tutta l’economia.

Qui si conclude la prima parte.

A nostro avviso la situazione in Europa orientale non è da sottovalutare, visto che le banche austriache sono esposte per importi pari al 70% del PIL austriaco . Il rischio di crollo del sistema è elevato.

Dunque in questa occasione dissentiamo dall'analisi di Europe2020.

Seguite qui la seconda parte sull'analisi delle tendenze per gli USA. Mancanza di cibo, possibili scontri, erosione delle frontiere e molto altro.



EUROPE2020: GEAB REPORT 33 PARTE II
di Felice Capretta - http://informazionescorretta.blogspot.com - 19 Marzo 2009

Nel post precedente dedicato alla traduzione del GEAB Report n.33 di Europe2020, abbiamo esposto l’introduzione alla questione delle frizioni tra Europa e USA ed il presunto tentativo da parte angloamericana di ingigantire il problema delle insolvenze in Europa Orientale.

In questa seconda parte del report di questo mese, Europe 2020 delinea due possibili scenari per il futuro, in funzione del risultato del G20 del 2 di Aprile.

I due possibili scenari:
1. Verso una crisi risolvibile in 3-5 anni
2. Verso una crisi fuori controllo lunga un decennio

Diamo ora la parola ad Europe2020 con la seconda parte della traduzione di ampi stralci del GEAB Report.

GEAB Report 33, seconda parte

Il summit G20 di Londra al bivio: verso una crisi risolvibile in 3-5 anni o una crisi fuori controllo lunga un decennio

Nel report precedente (che gli affezionati lettori possono trovare partendo da questo post), il nostro team anticipava che la crisi sarebbe entrata nella quinta fase: il dissesto geopolitico globale, affermando che questo pericoloso sviluppo sarebbe largamente dipeso dalle decisioni prese dal summit del G20 del 2 Aprile 2009, e tali decisioni fossero implementate entro l’estate 2009.

[...]

In questa edizione, il nostro team presenta una prospettiva più dettagliata delle due alternative disponibili entro l’estate 2009.

Il Gioco

Poco più di 60 anni fa, il sistema globale (che chiameremo da qui in poi il “Gioco”) consisteva in una superpotenza globale in una fase terminale: il Regno Unito, e una superpotenza in rapida ascesa: gli USA.

Questi due giocatori decisero di unire le forze per massimizzare i profitti (USA) e per minimizzare le perdite (UK). Il resto del mondo o era sotto controllo coloniale, oppure era così impoverito dalla seconda guerra mondiale da non avere grande influenza sul corso degli eventi.

L'URSS di Stalin aveva qualche influenza. Ma, data l’impossibilità di entrare nel Gioco, l’URSS rifiuto’ di giocare con gli altri e creo’ il suo proprio Gioco, in ambiente chiuso: il cosiddetto “Blocco Comunista”.

Poco a poco, il resto del mondo si organizzò intorno agli USA, all’ombra della quale UK gradualmente scomparve. La moneta americana e l’economia divennero il punto di riferimento per il mondo intero.

Nel 1989 l’URSS inizio’ ad implodere e dall’inizio degli anni 90 il Gioco globale rimase con un solo giocatore principale: gli USA.

(Il ruolo privilegato del giocatore principale) non ha a che vedere con una sorta di “destino manifesto”, superiorità culturale o con la Fine della Storia, ma al contrario, ha a che vedere solo con le specifiche condizioni in cui il sistema è stato creato nel 1945: gli USA sono l’intero sistema stesso, con il 50% delle industrie globali ed il 90% delle riserve in oro del mondo.

In un momento in cui l’oro sosteneva l’intero sistema monetario internazionale, gli USA erano i banchieri del mondo e la fabbrica del mondo, erano il Gioco. E la moneta, il Dollaro, era lo strumento preferito del Gioco. Gli USA erano Il Giocatore!

Bisogna quindi considerare che il problema che il mondo aveva nel 1945 era di ricostruire un sistema stabile internazionale dopo la distruzione del precedente. Molto semplice: come creare un Gioco gradito al Giocatore? Come assicurarsi che Il Giocatore fosse disposto a giocare (comprare, vendere, finanziare, produrre,...) con gli altri?

La risposta a queste domande è la base del sistema che abbiamo ereditato dal 1945.

La situazione ora è drasticamente cambiata.

Non esiste più un solo giocatore principale, esistono numerosi giocatori preminenti (Cina, Russia, India, Brasile, ....) e per riprendere il Gioco è necessario che questi giocatori giochino.

Per questo scopo, le regole devono soddisfarli.

Altrimenti, alcuni di loro semplicemente si rifiuteranno di giocare, e questo rifiuto oggi genererà una crisi lunga e profonda per l’intero sistema finanaziario, economico e commerciale.

[...]

In principio era Bretton Woods, nel 1944: la moneta di riferimento internazionale. A Bretton Woods, la discussione si incentro’ naturalmente sul dollaro. Mentre per ora al G20 si parla di qualunque cosa tranne che del dollaro.

La chiave del problema

La natura del sistema monetario internazionale definisce il Gioco: se la moneta di riferimento internazionale è la moneta di un solo giocatore, quel giocatore diventa Il Giocatore e tutti gli altri sono secondari.

Se il sistema si affida ad un paniere di monete, si hanno numerosi giocatori.

Da questa regola (un paniere e numerosi giocatori) deriva tutto il resto:
  • stabilità dei mercati monetari
  • stabilità dei prezzi delle materie prime
  • dei mercati finanziari
  • e anche stabilità globale
perchè ogni giocatore ha interesse a giocare secondo le regole.

Se, nonostante questo fatto ovvio, il G20 si dimostrera’ incapace di cambiare le regole del gioco, ognuno dei Giocatori principali sarà spinto a fare cio’ che fece Stalin nel 1949.

Come conseguenza di questo, nessuno dei giocatori principali giocherà il grande Gioco e creerà il suo piccolo gioco, il suo blocco o la sua sfera di influenza, lasciando che gli scontri frontali in materia politica, economica e militare determinino le relazioni con gli altri blocchi.

La Storia Moderna ci insegna che queste tendenze finiscono sempre tragicamente.

E sappiamo anche che la Storia non concede mai una seconda opportunità.

LEAP/Europe2020 ritiene che sono rimasti solo 6 mesi per non mancare la seconda opportunità ancora aperta, avviare il processo della ridefinizione delle regole del gioco e ricostruire un nuovo sistema internazionale basato sulla creazione di una nuova moneta di riferimento internazionale che rimpiazzi il dollaro.

I due scenari possibili: 1. verso una crisi risolvibile in 3-5 anni

L’implementazione di una nuova moneta di riferimento potrebbe essere la seguente:

Aprile-Luglio 2009: il FMI e le principali banche centrali propongono una nuova moneta di riferimento, definiscono i tempi di lancio e le regole.
  • Stabilizzazione dei mercati
  • Ritorno della fiducia
  • Continua la crescita della disoccupazione

Agosto-Dicembre 2009: creazione di un Istituto Monetario Globale da parte del FMI e delle banche centrali le cui monete costituiranno il paniere, lancio di un contest internazionale via internet per la scelta del nome, definizione dei tassi di cambio.
  • Definizione della cornice globale della regolamentazione finanziari
  • Tendenza alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime
  • Continua la crescita della disoccupazione
  • Fine del crollo del commercio globale

Gennaio – Marzo 2010: Rimpiazzo del sistema SDR del FMI e aumento di capitale del FMI denominato nel nuovo paniere di monete.
  • Lancio di piani di salvataggio delle economie più indebolite
  • Stabilizzazione del prezzo dell’energia
  • Stabilizzazione della discoccupazione
  • Instabilità sociale negli USA (15% disoccupazione)
  • Rischio contenuto di colpi di stato militari a seguito delle riduzioni dei budget
  • UK aiutati da FMI e UE
  • Disordini in Cina e Russia
Aprile 2010 – Aprile 2013: passaggio al nuovo sistema monetario internazionale per tutti i mercati dell’energia e delle materie prime e di tuti i conti internazionali (naturalmente tranne quelli denominati in una moneta specifica).
  • Riavvio del commercio globale
  • Crescita del PIL in Asia, Russia, Europa e delle nazioni produttrici di energia
  • Stabilizzazione del PIL USA al 20% in meno del 2008 e dello standard di vita americano al 30% in meno
  • Riforma del sistema sanitario americano: copertura del 100% della popolazione
  • Nuova serie di accordi del WTO
  • Riforma dell’ONU
  • Creazione di una Unione Asiatica ed apertura della Area di Libero Scambio del Pacifico (APEC)
(ndFC: si noti che questa è la proiezione di uno scenario. Non rispecchia il punto di vista di Informazione Scorretta: ci limitiamo a tradurre. Inoltre vi ricordiamo che questa è l’analisi, non necessariamente la raccomandazione, di Europe2020)

La Storia ha ampiamente provato che, quando non vengono avviate alternative costruttive, le forze della disintegrazione e del conflitto vincono. Gli sforzi di perpetuare un sistema al collasso sono sempre stati spazzati via con il collasso del sistema!

I due scenari possibili: 2. verso una crisi fuori controllo lunga un decennio.

Le date sono solo indicative: non pretendiamo di anticipare la data degli eventi con molti anni di anticipo. Ma vale la pena considerare la sequenza ed il passo dei processi descritti di seguito.

Aprile-Luglio 2009: Il G20 non è in grado di avviare una alternativa al sistema monetario internazionale attuale.
  • Conflitti tra i nuovi piani di salvataggio e le nuove regolamentazioni
  • Adozione di mezze misure e compromessi che incoraggiano la perdita di fiducia del pubblico
  • Fallimenti di grandi aziende USA
  • Nazionalizzazione delle banche USA con effetto domino in Europa e Asia
  • Impossibilità del governo inglese di finanziare il suo debito se non con la Banca d’Inghilterra
  • Crollo della Sterlina e intervento del FMI e dell’UE per evitarne il default

Agosto-Ottobre 2009
  • Competizione frontale USA-EU-Asia per attirare i risparmi non più sufficiente a finanziare i deficit pubblici
  • Incapacità e mancanza di interesse ad acquistare buoni del tesoro USA creati per finanziare il debito americano esponenziale da parte di Cina, Giappone e monarchie dei paesi produttori di petrolio
  • Acquisto dei buoni del tesoro americani da parte della FED e crollo del dollaro.
  • Default del sistema finanziario americano, governo compreso
  • Crescita della disoccupazione in tutto il mondo
Novembre 2009 – Marzo 2010: in mancanza di una agenda comune, è impossibile convocare un nuovo G20
  • Disoccupazione al 20% in USA
  • Disordini quotidiani in Cina da parte dei lavoratori immigrati
  • Elezione di un governo socialista in Giappone
  • Manifestazioni quotidiane nelle principali città europee
  • Crollo del gettito fiscale in USA, molti stati (Texas e California per esempio) rifiutano di inviare la quota fiscale a Washington
  • Moltiplicazione di attacchi su obiettivi federali negli USA, lanciati dai militanti di estrema destra
  • Avvio del ritiro delle truppe americane da più della metà delle basi all’estero per tagli di budget
  • Disastro del tessuto economico globale (linee di produzione interrotte dai fallimenti dei principali fornitori)
Aprile 2010 – Aprile 2014:
  • Mancanza di cibo, medicine, pezzi di ricambio, energia in numerose aree del globo
  • Caduta del 30% del PIL americano e del 50% dello standard di vita americano rispetto al 2008
  • Conflitti a fuoco negli USA
  • Erosione della frontiera a sud degli USA
  • Rischio secessione da parte dei singoli stati USA, tentazione di compiere azioni militari contro di loro da parte del governo federale
  • Completamento del ritiro delle truppe dall’Europa
  • Creazione dell’Unione Sudamericana su iniziativa di Brasile, Venesuela, Peru e Argentina
  • Stato di emergenza in Russia per preservare l’integrità nazionale, divisione dell’Ucraina
  • Migrazione di massa dall’Africa all’Europa
  • Riduzione dello standard di vita del 20% in EU rispetto al 2008
  • Colpi di stato fondamentalisti nei paesi arabi, produttori di petrolio compresi
  • Gravissima crisi economica in Israele, che decide di attaccare le installazioni nucleari iraniane
  • Caduta della produzione petrolifera per mancanza di investimenti
  • Maggioranze di estrema destra vincono le elezioni europee nel 2014 con lo slogan “Europa agli Europei”
  • Creazione dell’Unione Asiatica, firma di accordi speciali con gli stati americani che si affacciano sul pacifico.
2014 - ....
  • Nelle nazioni-giocatori principali, salgono al potere i leader che decidono di giocare il nuovo Gioco: “Vince il più forte”.
  • Ad un secolo dalla prima guerra mondiale, il mondo assomiglia molto all’Europa del 1914.
Si chiude qui la seconda parte del GEAB Report numero 33.

Resta naturalmente un certo senso di inquietudine, specialmente alla luce del fatto che i leader del G20 probabilmente non troveranno un accordo ed il secondo scenario prenderà corpo.
A nostro avviso, infatti, il potere angloamericano preferirà la soluzione “muoia sansone con tutti i filistei”, facendo crollare le Colonne del Tempio (ed ogni riferimento a simboli e gruppi di potere è puramente voluto).

Coni nostri migliori saluti felici, vi rimandiamo a breve alla terza e ultima parte con i consigli per i vostri investimenti di Europe2020.



EUROPE2020: GEAB REPORT 33 PARTE TERZA
di Felice Capretta - http://informazionescorretta.blogspot.com - 23 Marzo 2009

Eccoci infine alla terza parte del GEAB Report n. 33, con i suggerimenti di LEAP/Europe 2020 per i vostri risparmi.

Sappiamo che questa terza parte è sempre molto apprezzata dai nostri affezionati lettori: noi non diamo mai consigli in materia di investimenti, ma quelli di Europe2020 si... dunque a loro la parola.

GEAB Report 33, terza parte

Consigli strategici ed operativi post-G20

Il nostro team ritiene che la velocità di cambiamento di tutti i trend aumenterà, nel bene o nel male, dopo il summit del 2 Aprile. In questa edizione presentiamo un insieme di raccomandazioni strategiche ed operative indirizzate a risparmiatori ed aziende nel caso in cui il G20 non sia in grado di prevenire la deriva verso una grave crisi lunga un decennio.

1. Buoni del tesoro USA: Lascia o raddoppia

Vendete buoni del tesoro americani prima possibile! In questa fase, solo il rendimento dei buoni del tesoro a 2 anni rimane (a malapena) attrattivo.

Il mercato improvvisamente invertirà la tendenza prima dell’estate del 2009, trasformandosi in una trappola mortale, perchè non ci saranno più acquirenti - a parte la Fed con dollari svalutati (a confronto delle altre valute).

I GILT inglesi sono già in questa condizione e devono essere evitati, a meno che non vogliate collezionare banconote da 5 sterline.

Da qui a tre mesi, investite solo in titoli di stato emessi da stati solvibili, ovvero con

  • Solidi risparmi nazionali
  • Significative riserve monetarie
  • Buon sistema di protezione sociale
Solo questi stati saranno in grado di ripagarvi a scadenza in una moneta dotata di reale potere di acquisto.

2. Valute: il momento cruciale sta arrivando.

Non investite, o vendete, Yen e Franchi Svizzeri: Tokio e Berna sono costrette ad avviare un processo di svalutazione competitiva per salvare le loro esportazioni; e la Svizzera sta per vedere spazzata via UBS, e probabilmente un insieme di altre grandi banche svizzere, dal crollo del mercato globale dei titoli denominati in dollari.

La sterlina inglese sta aspettando il giorno del suo crollo finale nei confronti delle altre principali monete, visto che la Banca d’Inghilterra ha lanciato un processo di monetizzazione per finanziare il deficit britannico e i salvataggi bancari. Non appena la FED riconoscerà il fatto che si sta facendo lo stesso in USA (questione di qualche settimana), il dollaro USA seguirà lo stesso trend.

3. Azioni: Babbo Natale non esiste.

Continuate ad evitare azioni, a meno che non siate fanatici del rischio e della roulette russa. Il crollo della produzione industriale globale, combinato con una recessione generale, garantisce che i profitti aziendali saranno quantomeno molto bassi nei prossimi 2 anni (almeno). Riguardo il resto, la grande maggioranza, le perdite esploderanno nel 2009 e 2010.

4. Tasse: attenzione al gradino.

Considerate con attenzione le possibilità di deduzione delle tasse, perchè le tasse torneranno in forza nella seconda metà del 2009. Gli stati non saranno in grado di finanziare il loro deficit crescente semplicemente prendendo a prestito. Quando possono, ovvero quando i loro cittadini hanno sufficienti risparmi, si rivolgono ai risparmi delle famiglie per finanziare il debito pubblico.

Di conseguenza, in Europa (tranne UK) e in Asia le tasse si alzeranno, in particolare per la classe media e per i redditi elevati, a partire dal quarto trimestre del 2009.

In USA e UK, l’aumento delle tasse si troverà davanti a due ostacoli: la debolezza dei risparmi delle famiglie e l'opposizione dell’opinione pubblica. Questa non è una buona notizia per i cittadini inglesi ed americani, perchè se i loro governi sono costretti a farsi prestare denaro, lo scenario di una svalutazione della moneta e tassi di interesse in crescita risulterà in una riduzione dello standard di vita dal 30% al 50%: un altro modo, più doloroso e sfortunatamente più duraturo, di far pagare la classe media.

5. Aziende: il rischio paese diventa determinante.

Preparatevi per una volatilità senza precedenti nei tassi di cambio. I mercati più rischiosi (tassi di cambio imprevedibili, cadute del potere di acquisto) vanno evitati nei prossimi mesi perchè la solvibilità dei vostri clienti / fornitori non sarà più certa. Il rischio paese nel caso di USA, UK e Cina sta diventando molto importante.

Si conclude così il GEAB Report 33.

Domani, 24 marzo, LEAP/Europe2020 pubblicherà la lettera aperta ai leader del G20.

Stiamo a vedere.