sabato 2 maggio 2009

Gli interrogativi intorno al viaggio di Ratzinger in Israele

Tra poco più di 10 giorni inizierà il viaggio di Ratzinger in Israele. Ma il 26 Aprile scorso i servizi segreti israeliani hanno avvertito che un momento critico per la sua sicurezza potrebbe verificarsi durante la tappa di Nazareth, il 14 maggio.

Secondo il quotidiano Haaretz, i servizi israeliani considerano insufficiente la vettura che dovrebbe usare Ratzinger, la "papamobile" scoperta. Per lo Shin Bet nelle ultime settimane in ambienti musulmani radicali è stata espressa ostilità alla presenza del Papa e inoltre in quel giorno i palestinesi ricorderanno la Giornata della Nakba, la "Catastrofe", cioè la costituzione di Israele nel 1948.

Nelle settimane scorse il Movimento islamico in Israele (Frazione settentrionale, dello sceicco Raed Sallah) aveva pubblicato un documento in cui affermava che il Papa non è il benvenuto per via del suo discorso di Ratisbona nel 2006.

Ma il Movimento islamico aveva anche chiarito che si limiterà ad ignorare la visita senza contrastarla, a differenza invece del Mufti di Gerusalemme, massimo dirigente islamico dei palestinesi, che riceverà Ratzinger nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.

Qui di seguito si avanzano delle ipotesi relative però alla visita che Ratzinger farà a Betlemme il 13 Maggio e alla simbologia legata a questa data.


Un possibile attentato al Papa?

di Solange Manfredi - paolofranceschetti.blogspot.com - 1 Maggio 2009

Stiamo vivendo un periodo storico molto delicato, in cui si stanno giocando partite importanti per i c.d. “equilibri occulti”.

Queste partite, come ci insegna la storia, vengono giocate dai centri del potere senza esclusione di colpi (collusioni criminali, formazione di apparati segreti, operazioni terroristiche, ecc..).

Il terribile gioco prevede anche, e sempre, l'eliminazione di personaggi scomodi, pericolosi o, semplicemente, strumentali per la realizzazione del progetto.

Fatta questa premessa, ciò che in questi giorni mi domando è: La partita che oggi si sta giocando prevede un nuovo attentato al Papa da compiersi il 13 maggio a Betlemme?

La mia domanda nasce dall'analisi di alcuni fatti, e dalla constatazione di alcune coincidenze.

Vediamo quali.

Dal giorno della sua elezione al soglio Pontificio tre sono stati i problemi che, maggiormente, hanno coinvolto la figura di Benedetto XVI:

1. Nazismo: Le ombre sulla adesione di Benedetto XVI al nazismo;

2. Ratisbona: Il discorso tenuto dal Santo Padre, nel settembre del 2006 a Ratisbona. Discorso che provocò un vero e proprio incidente diplomatico con la comunità mussulmana.

3. Lefebvriani: La revoca della scomunica ai vescovi scismastici ‘lefebvriani’ Bernard Fellah, Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Proprio quest'ultimo vescovo, infatti, ha fatto parlare molto di sé nell'ultimo anno. Prima per l'intervista rilasciata al settimanale cattolico britannico Catholic Herald, in cui aveva difeso l'esistenza dei cosiddetti ''Protocolli dei Savi di Sion'. Successivamente per aver negato, in una intervista TV, la realtà dell'Olocausto. In ultimo P. Franz Schmidberge, superiore per la Germania della Fraternita' Sacerdotale San Pio X, il gruppo fondato da mons. Lefebvre, in una lettera circolare inviata a Natale, ha scritto: ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinità' di Gesù' Cristo''.

Questi “incidenti” (se provocati o meno non si sa) hanno rischiato di danneggiare pesantemente il Santo Padre, regalandone un'immagine che ben si è prestata ad attacchi, polemiche e giudizi non troppo lusinghieri.

Ma Ratisbona, Lefebvriani e Nazismo (oltre, naturalmente, alla data del 13 maggio, data di grande importanza simbolica), compaiono anche negli attentati subiti da Papa Giovanni Paolo II.

Vediamo dove:

13 MAGGIO

13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, il killer turco Ali Agka ferisce gravemente Papa Giovanni Paolo II.

Il 13 maggio 1982, durante il pellegrinaggio di ringraziamento a Fatima, un attimo prima che riesca a colpire il Santo Padre con una baionetta lunga 37 centimetri che nasconde sotto la tonaca, viene fermato il prete spagnolo Juan Fernández Krohn.

In entrambe i casi il giorno scelto per l'attentato è il 13 maggio, perché?

Il 13 maggio è la ricorrenza della prima apparizione della Madonna, a Fatima, nel 1917.

Secondo alcuni storici (P. Montero e Ildebrando Santangelo) le apparizioni della Madonna a Fatima avvennero principalmente contro la massoneria, vista la violenta, antica e radicale ostilità dell'associazione esoterica contro la Chiesa nella rivendicazione cattolica delle apparizioni di Fatima

“...sotto la presidenza di Theophilo Braga, andava realizzando una politica accentuatamente anticattolica. Molti gesuiti furono espulsi dal paese, i conventi chiusi e confiscati i loro beni. Fu abolito l’insegnamento della religione; e approvata la separazione della Chiesa cattolica dallo Stato....I pastorelli vennero sequestrati, vi furono profanazioni, saccheggi, processioni parodistiche, misure politiche dirette a ostacolare i pellegrinaggi. Nella notte del 6 marzo 1922, a Fatima i massoni fecero saltare con la dinamite la piccola cappella eretta sul luogo delle apparizioni"(1).

FATIMA. Miracolo cattolico o mussulmano?

Se per noi occidentali non vi sono dubbi circa la matrice cattolica delle apparizioni di Fatima in Portogallo, è anche vero che l’Islam ha, da tempo e pubblicamente, rivendicato il miracolo come un fatto religioso musulmano. Fatima, infatti, non è un nome cristiano, il paese adottò questo nome durante la dominazione araba del XII secolo.

Secondo i mussulmani, dunque, sarebbe stata Fatima, la figlia del profeta dell'Islam Muhammaa, ad apparire ai pastorelli, non la Madonna.

GLI ATTENTATORI

Ali Agca.

Il Killer Turco Agca, estremista di destra (scriveva poesie che esaltavano Hitler e il nazismo), mussulmano, fanatico, con una sorella di nome Fatima, disse di aver agito per volere “superiore”.

Sulla base di riscontri svolti a livelli bancari, il killer turco appariva collegato con i vertici della massoneria.

Nello specifico:
“....nelle indagini svolte dalla magistratura di Trento nel 1983 furono indicate le banche sulle quali doveva avvenire il pagamento dei tre milioni di marchi promessi ad Ali Agka per l’attentato al Papa... In questo diverso e più ampio quadro di lettura, sarà bene ricordare quanto risultava descritto in alcuni atti di quel processo, dove, attraverso un’analisi sugli istituti di credito relativa al commissionamento dell’attentato ad Ali Agka, si evidenziava il ruolo di uno dei più potenti oligarchi tedeschi, e precisamente il principe Johannes von Thurn und Taxis, ostile al Papa e alto esponente della massoneria di rito scozzese (33° grado), come tradizionalmente lo era stata la sua famiglia nel secolo scorso"(2).

In ultimo, la famiglia dell’ex casa reale portoghese, i Braganza, era imparentata proprio con quella dei Thurn und Taxis di Regensburg (Ratisbona).

Juan Fernández Krohn

Krohn, il cittadino spagnolo trentaduenne che il 13 maggio 1982 attentò alla vita di Papa Giovanni Paolo II a Fatima, fu ordinato sacerdote da monsignor Lefebvre nel 1978.

Krohn, dopo aver lasciato l’area legata al vescovo Lefebvre, era entrato a far parte del gruppo religioso cultista «Tradizione, Famiglia, e Proprietà» (Tfp),

I riferimenti che nell’attentato al Papa del 1981 riconducono alla famiglia del massone von Thurn und Taxis, si ritrovano anche in ordine al secondo attentato, avvenuto lo stesso giorno dell’anno seguente, il 13 maggio 1982 a Fatima da parte del prete ultrà spagnolo Juan Fernández Krohn – questi infatti, prima dell'attentato - avrebbe trascorso un periodo di tempo nel monastero di Ratisbona, controllato e gestito dall’allora ottuagenario padre Emmeran, membro della famiglia dei Thurn und Taxis"(3).

NAZISMO.

Alcuni membri della famiglia Thurn und Taxis li troviamo nella organizzazione segreta denominata società Thule, fondata nel 1918 dal barone von Sebottendorf, che contribuì alla creazione del partito nazista.

La società Thule è una organizzazione: “a carattere cospirativo che si estende in tutto il mondo e che opera in contatto con altri gruppi estremisti, come l’Armata blu di Fatima e quella più fanatica denominata Tradizione, Famiglia e Proprietà (Tfp)”(4).

Secondo questa organizzazione il territorio del mondo intero deve essere suddiviso tra i discendenti delle vecchie oligarchie, con una organizzazione di tipo feudale, ben diversa da quella degli Stati nazionali contemporanei.

ANGELI E DEMONI.

In ultimo, è il caso di segnalare come l'atteso film “Angeli e Demoni”, tratto dal romanzo di Dan Brown, uscirà in anteprima mondiale in Italia proprio il 13 maggio, mentre nel resto del mondo l'uscita è prevista per il 15 maggio.

Il romanzo, come è noto, è ambientato in Vaticano durante la preparazione, a seguito della morte del Papa, del conclave.

CONCLUSIONE

Dunque, abbiamo visto come Ratisbona, Portogallo, massoneria, nazismo e Lefreviani compaiano nell'organizzazione del complotto che ha portato agli attentati a Papa Giovanni Paolo II.

Per il giudice Carlo Palermo, che sull'argomento ha scritto un libro “Il Papa nel mirino”, l'organizzazione dell'attentato: "….sarebbe stata però diretta, aiutata, assistita, da una pluralità di soggetti interessati – anche se talora tradizionalmente contrapposti –, «uniti», nell’occasione, dal comune obiettivo della eliminazione del Papa, e facilitati, nel raggiungimento delle convergenze, dalla rete occulta della massoneria, e cioè di quella organizzazione segreta trasversale garantita dalla massima segretezza e omertà, che tutela la sua stessa sicurezza e libertà d’azione, non consentendo nemmeno ai propri associati – a livello orizzontale –, di conoscersi direttamente (5).

Proprio per questo raccordo operato dalla massoneria, per il giudice Carlo Palermo:

"I particolari «significati» e le numerose «simbologie»..... non possono, in questa prospettiva, essere trascurati (6).

La domanda è: se, come affermato dal giudice Carlo Palermo, significati e simboli non possono essere trascurati nell'indagine di un complotto reso possibile dalla rete occulta della massoneria, possono essere trascurate le coincidenze su descritte tra gli attentati a Papa Giovanni Paolo II e i problemi occorsi, nel corso del suo pontificato, a Benedetto XVI?

E' un caso che l'importante incidente diplomatico con il mondo mussulmano (cui gli strascichi sono ancora presenti) sia avvenuto a Ratisbona?

E' un caso che, appena tolta la scomunica ai vescovi lefvriani, questi abbiano rilasciato dichiarazioni così imbarazzanti proprio contro gli ebrei e l'olocausto?

E' un caso che, subito dopo la sua elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI sia stato accusato di aver aderito al partito nazista?

E' un caso che la visita alla Grotta della natività a Betlemme sia il 13 maggio, ricorrenza della prima apparizione a Fatima, apparizione rivendicata dal mondo mussulmano?

E' un caso che il film “Angeli e Demoni” esca, in prima mondiale in Italia, proprio il 13 maggio?

Nei giorni scorsi servizi segreti israeliani hanno lanciato l'allarme: “L'incolumità del Papa, durante il viaggio in Terra Santa, è a rischio”.

Ciò non deve destare sorpresa se si pensa quali e quante simbologie, per fanatici ed esaltati, potrebbe avere un attentato a Benedetto XVI il 13 maggio a Betlemme.

Le domande da porsi in questo scenario, però, sono due:

1. Visto che le organizzazioni esoteriche comunicano con i simboli, è possibile che i problemi occorsi a Benedetto XVI, nel corso del suo pontificato, siano stati organizzati ad hoc e avessero chiari significati per chi li poteva capire? E se si, quali?

2. In un eventuale attentato a Benedetto XVI, siamo sicuri che i mandanti e gli esecutori sarebbero gruppi terroristici esaltati? O dietro, come successo per l'attentato a Papa Giovanni Paolo II e come scritto dal giudice Rosario Priore nella sentenza sui mandanti, potrebbero esserci, anche in questo caso, “entità statuali"?(7)


Note:

(1) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti

(2) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti: “Il principe Johannes, all’epoca dell’attentato del 1981, era presente nel consiglio di amministrazione della Banca di Monaco, Bayerischer Vereinsbank, e ne controllava il 15% del pacchetto azionario. Sia questa che la filiale londinese, laUnion Bank of Bavaria, erano state segnalate nell’inchiesta trentina relativamente al deposito di tre milioni di marchi da parte del mafioso turco Bekir Celenk, i tre milioni promessi ad Ali Agka per l’attentato al Papa.
La Bayerischer Vereinsbank rappresentava la più stretta connessione bancaria con la Bulgarian Foreign Trade Bank, considerata il polmone finanziario di diverse operazioni sporche.
Significativo, in particolare, appariva il fatto che una sua filiale fosse la Litex Bank (con sede in Beirut), azionista della Biblos Bank, cui apparteneva il potente esponente della falange Camille Chamoun, già presidente della repubblica libanese.
A detta delle fonti, la Biblos e la Litex rappresentavano una importante connessione tra l’est e l’ovest per il riciclaggio di denaro sporco proveniente dai traffici di droga libanesi e per i contatti con gli esponenti politici della Falange e dei Servizi segreti orientali".


(3) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti

(4) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti

(5) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti

(6) Carlo Palermo, Il Papa nel mirino, Ed. Riuniti

(7) Sentenza Rosario Priore: "...…tale delitto fu il risultato di un complotto di alto livello, e cioè che a monte dell’esecuzione, anzi degli esecutori materiali vi furono organizzatori ed entità con ogni probabilità statuali… tutti i Servizi, non solo quelli dei grandi Stati, si siano occupati di un fatto così grave e unico nella storia degli ultimi secoli…tutti, però, con l’obiettivo di impedire, una volta consumatosi il delitto, l’accertamento della verità, e così agendo.... quelle entità sono comunque riuscite a distruggere prove vere, fabbricarne di false, e a chiudere la bocca a tanti che sapevano la verità….”