sabato 16 maggio 2009

Sri Lanka: ultimo atto

In Sri Lanka si sta consumando l'ultimo tragico atto di una guerra che dura da più di 20 anni, con il governo che sta purtroppo mantenendo fede alle sua promessa.
E' infatti scattata l'offensiva finale per distruggere a tutti i costi l'ultima sacca di resistenza dei ribelli delle Tigri Tamil. L'esercito ha già preso possesso dell'ultimo pezzo di territorio controllato dalle Tigri Tamil e ha catturato il loro capo Velupillai Prabhakaran. Ma non è ancora chiaro se sia vivo o morto.

Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Tamilnet, centinaia di civili sono stati uccisi finora sotto i colpi delle forze armate governative. Sempre secondo l'agenzia, il 75% della popolazione civile intrappolata nella zona dei combattimenti è nascosta nei bunker.

Migliaia di civili stanno cercando comunque di abbandonare la zona di conflitto nel nord-est dell'isola e secondo il portavoce del governo dello Sri Lanka, Anusha Palpita, tutti i civili intrappolati nella zona di guerra saranno liberati nei prossimi giorni.
"Il presidente ha assicurato che entro le prossime 48 ore, migliaia di civili saranno liberati delle Tigri Tamil. Tutto il territorio sarà liberato dal controllo dei ribelli", ha aggiunto Palpita.
E sulla volontà del governo di concretizzare quest'ultima frase non ci sono dubbi.

Oggi poi, secondo fonti militari anonime, gli esponenti delle Tigri Tamil avrebbero annunciato un "suicidio di massa" dopo essere stati circondati dall'esercito cingalese in un'area di 3,5 chilometri quadrati senza sbocco al mare e senza vie di fuga per terra.
"Dopo il ricongiungimento da nord e sud della 58ma e 59ma divisione dell'esercito sul litorale, tutta la costa è sotto nostro controllo e le Tigri non possono in alcun modo andare verso il mare. Sono rinchiusi in uno spazio piccolo, è la loro fine virtuale», ha detto il generale Udaya Nanayakkara, portavoce del ministro della Difesa.

A nulla sono serviti gli appelli della comunità internazionale e del Consiglio di Sicurezza dell'ONU; un funzionario governativo aveva chiaramente detto due giorni fa "Non cederemo alla pressione internazionale per fermare l'offensiva".

E' stato di parola, purtroppo.


Sri Lanka, atto finale

di Enrico Piovesana - Peacereporter - 15 Maggio 2009

Stamane il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapksa, ha assicurato che "nelle prossime 48 ore le migliaia di civili tamil ancora ostaggio delle Tigri verranno liberati e tutto il territorio sotto controllo dell'Ltte verrà anch'esso liberato".

L'esercito avanza, i civili scappano. La 58esima e la 59esima divisione dell'esercito stanno stringendo gli ultimi chilometri quadrati di territorio ribelle (circa 4 chilometri quadrati) in una morsa a tenaglia da nord e da sud. Ieri le forze da sbarco della marina hanno preso il controllo di tutta la spiaggia, quindi ora si combatte nell'entroterra, fino alle sponde della laguna di Mullaitivu.

Proprio attraverso le basse e limacciose acque della laguna continua la fuga dei civili tamil dall'area dei combattimenti: tra ieri sera e questa mattina, secondo i comandi militari, ne sarebbero scappati oltre quattromila, sfidando il fuoco delle mitragliatrici dei ribelli dell'Ltte che, secondo le testimonianze dei profughi, aprono il fuoco sui civili che tentano la fuga. Secondo l'esercito questa notte ne sarebbero morti così almeno quattro.

TamilNet: "Bombardamenti a tappeto". Secondo il sito d'informazione TamilNet, vicino ai ribelli, da questa mattina tutta l'area di conflitto, compresa la ‘Zona Sicura' dove sono ancora intrappolati migliaia di civili tamil, è in fiamme a causa dei bombardamenti a tappeto che l'artiglieria governativa ha iniziato alle prime ore dell'alba.

"Centinaia di civili sono stati uccisi e feriti nelle ultime ore", si legge sul sito, che ieri sera riportava 1.700 morti e 3mila feriti "negli ultimi due giorni". "Tutta la popolazione - si legge oggi su TamilNet - è costretta a starsene rintanata nei rifugi di fortuna scavati nel terreno, compresi i medici volontari che lavoravano nell'ospedale da campo di Mullivakkal, dove 1.400 pazienti sono quindi rimasti abbandonati al loro destino sotto le bombe, senza cure, senza medicine, senza cibo e acqua. L'esercito infatti continua a impedire da giorni l'attracco del traghetto della Croce Rossa Internazionale che portava viveri e medicine per l'ospedale ed evacuava i feriti più gravi".

Croce Rossa: "Non possiamo più fare nulla". Marçal Izard, portavoce della Croce Rossa Internazionale (Icrc), da Ginevra conferma a PeaceReporter questa situazione: "Da Colombo ci riferiscono che nelle ultime ore i nostri 28 medici in servizio all'ospedale da campo di Mullivakkal sono stati costretti a fuggire per l'intensificarsi dei combattimenti e a cercare rifugio come tutti in improvvisati rifugi. In questo momento per noi non è più possibile prestare assistenza alle centinaia di pazienti dell'ospedale, e nemmeno scaricare a terra il cibo e le medicine che stanno a bordo della nostra imbarcazione che però da tre giorni non riesce ad attraccare. La situazione - conclude Izard - è davvero disperata".

"Il nostro personale sta assistendo a una catastrofe umanitaria inimmaginabile", aveva dichiarato in mattinata Pierre Krahenbuhl, direttore operativo dell'Icrc: "Nessun aiuto alla popolazione è possibile nelle attuali circostanze: la gente è abbandonata al proprio destino".

L'estremo tentativo delle Nazioni Unite. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha inviato a Colombo il capo del suo staff, Vijay Nambiar, per provare a convincere il presidente Mahinda Rajapksa a interrompere le operazioni militari per consentire l'evacuazione di tutti i civili. Nei giorni scorsi l'Onu, che ha stimato quasi 7 mila civili tamil uccisi da febbraio, ha denunciato il "bagno di sangue" in corso in Sri Lanka attribuendone la responsabilità sia al governo che ai ribelli.