domenica 24 maggio 2009

Il suicidio dell'ex presidente della Corea del Sud: un esempio per l'Italia


Roh Moo-Hyun, l'ex presidente della Corea del Sud in carica dal 2003 al 2008, è stato trovato morto ieri ai piedi di una rupe. La polizia sta ancora indagando se si sia trattato di semplice incidente o piuttosto di suicidio, ma l'opinione prevalente pende per la seconda ipotesi.

Un collaboratore di Roh ha detto che l'ex presidente si è gettato dalla rupe dopo aver lasciato una lettera. Il canale televisivo coreano MBC ha riferito che Roh ha scritto nella lettera che sentiva di aver fatto "soffrire troppe persone", scusandosi con la famiglia.

Roh, dopo il suo mandato presidenziale, era stato al centro di un'inchiesta giudiziaria per corruzione intorno ad un pagamento di un milione di dollari fatto a sua moglie da un produttore di scarpe e ad un altro di 5 milioni di dollari da parte della stessa persona a una delle nipoti di Roh.

Da presidente si era speso molto per una vera riconciliazione con la Corea del Nord e aveva cercato di contrastare la piaga della corruzione che infesta la Corea del Sud ed era infatti stato soprannominato il Signor Pulizia, guadagnandosi anche una fama di incorruttibile. Inoltre da giovane era stato un avvocato al servizio della difesa dei diritti dei lavoratori.

Se il suicidio sarà confermato ufficialmente anche dalle indagini della polizia, non farà che aumentare l'amarezza per un gesto di estrema dignità che in Italia non è mai stato preso in considerazione da chi ha ricoperto e ricopre alti incarichi a livello politico ed è stato coinvolto in inchieste giudiziarie per corruzione.

E ogni riferimento a fatti e persone NON è puramente casuale.